Sabina Nikolaevna Špil'rejn

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Sabina Spielrein)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Sabina Nikolaevna Špil'rejn

Sabina Nikolaevna Špil'rejn (in russo Сабина Николаевна Шпильрейн?, nota anche con la traslitterazione tedesca Sabina Spielrein; Rostov sul Don, 7 novembre 1885Rostov sul Don, 12 agosto 1942) è stata una psicoanalista russa, una delle prime donne a esercitare questa professione.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia del ricco commerciante ebreo Nikolaj Abramovič e di Eva Markovna, nel 1904 si diplomò a pieni voti nel ginnasio di Rostov. Quell'estate, sofferente di una grave forma di isteria, fu ricoverata nell'ospedale psichiatrico di Burghölzli, nei pressi di Zurigo, dove all'epoca lavorava Carl Gustav Jung, che la curò e con il quale intrattenne una relazione. Nel 1905 s'iscrisse alla Facoltà di Medicina dell'Università di Zurigo, laureandosi, il 2 settembre 1911, con la tesi Sul contenuto psicologico di un caso di Dementia praecox. Rotti i rapporti con Jung, dall'ottobre si stabilì a Vienna, dove conobbe Sigmund Freud e divenne membro della Società Psicoanalitica, presentandovi il suo lavoro Destruktion als Ursache des Werdens.

Tornata a Rostov, il 1º giugno 1912 vi sposò il medico russo Pavel Šeftel' e il 17 dicembre 1913 nacque la prima figlia, Renata. La famiglia si trasferì a Zurigo, da dove il marito, richiamato alle armi, nel gennaio del 1915 partì per la Russia, mentre Sabina e Renata si stabilirono a Losanna. Nel settembre del 1920 prese parte a L'Aia al VI Congresso internazionale di psicoanalisi, leggendovi la relazione Sulla questione dell'origine e dello sviluppo del linguaggio. Stabilitasi a Ginevra, lavorò all'Istituto Jean-Jacques Rousseau e conobbe Jean Piaget. Nel settembre del 1922 partecipò a Berlino al VII Congresso internazionale di psicoanalisi.

Nell'estate del 1923 ritornò con la figlia in Unione Sovietica. A Mosca, con Vera Schmidt, fondò un asilo infantile d'avanguardia, Solidarietà internazionale (anche Asilo bianco per il colore delle pareti e del mobilio). L'istituto era fondato su principi molto moderni per l'epoca, infatti si cercava di far crescere i bambini e le bambine come persone libere. Tra i suoi ospiti vi fu anche un figlio di Stalin, Vasilij. Sabina entrò anche nella Società Psicoanalitica russa e insegnò psicologia infantile nella Seconda Università Statale di Mosca. Ripresi i rapporti con il marito, il 18 giugno 1926 nacque la seconda figlia Eva.

Nel 1930, impostasi la dottrina staliniana, la psicoanalisi non ottenne dignità di scienza e venne sciolta la Società Psicoanalitica. Nel 1935 Sabina Spielrein perdette il posto di psicologa infantile e lavorò come medico scolastico. Nell'estate del 1937 il marito morì di un attacco cardiaco, mentre i tre fratelli di Sabina, Jan, Emil e Isaac, arrestati con la falsa accusa di «spionaggio e appartenenza a organizzazione controrivoluzionaria», vennero tutti giustiziati. Ritiratasi nel 1941 a Rostov, Sabina e le sue figlie furono tra le 27.000 vittime del massacro di ebrei e prigionieri di guerra sovietici perpetrato dai nazisti nell'agosto del 1942.

Eredità culturale[modifica | modifica wikitesto]

Le sue carte e la sua corrispondenza con Jung e Freud vennero in seguito rinvenute da Carlo Trombetta a Ginevra. Grazie a questo ritrovamento, la sua figura umana e professionale, a lungo ignorata o sottovalutata, salì alla ribalta, grazie anche alla pubblicazione nel 1980 del best seller di Aldo Carotenuto Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Jung e Freud[1]. Carotenuto presentò la Spielrein per la prima volta in forma di psicodramma nella serie TV Da Storia nasce Storia (Rai3, 1991) di Ottavio Rosati dove giocò a soggetto come attore i tre ruoli di Jung, Freud e Sabine [2]. Carotenuto rivelò la relazione sentimentale tra la Spielrein e Jung e narrò in che modo Freud finì per costituire un terzo elemento esterno ma determinante della vicenda.

La storia d'amore tra Jung e la Spielrein con i suoi conflitti e momenti drammatici, contribuì allo sviluppo dei concetti di transfert e controtransfert e, in seguito, all'elaborazione del concetto di pulsione di morte (Todestrieb) che Freud avrebbe poi fatto suo. Freud la cita brevemente in una nota di Al di là del principio di piacere (1920) mettendo le mani in avanti, con queste parole:

Buona parte di questi concetti è stata anticipata da Sabina Spielrein (1912) in un suo erudito e interessante lavoro, ma che, disgraziatamente, mi appare poco chiaro. Ella definisce l'elemento sadico della pulsione sessuale come "distruttivo".

Jung, da parte sua, si limita a citare Sabine in Simboli della trasformazione.

Trasposizioni artistiche[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Sabina Spielrein, Sämtliche Schriften, Gießen, Psychosozial-Verlag, 2008 ISBN 3898068803

Edizioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

  • Sabina Spielrein, Comprensione della schizofrenia e altri scritti, Napoli, Liguori, 1986 ISBN 9788820715137

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ubaldini-Astrolabio, 1980
  2. ^ Il triplo psicodramma di Aldo Carotenuto: Freud, Jung e Sabine Spielrein edito in DVD da Di Renzo, Roma in allegato al libro di Rosati Intervista multistrato ad Aldo Carotenuto 1994 ISBN 9788886044219 Video in YouTube ipodplays

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Angelini, La psicoanalisi in Russia. Dai precursori agli anni Trenta, Napoli, Liguori, 1988 ISBN 978-88-207-1654-7
  • Lisa Appignanesi, John Forrester, Sigmund Freud e le sue donne, Milano, La Tartaruga, 2007 ISBN 8877384441
  • Maurizio Balsamo, Francesco Napolitano, Freud, lei e l'altro, Milano, FrancoAngeli, 1998
  • Fiorella Bassan, Sabina Spielrein e la pulsione di morte, in «Connessioni», 27, 1983
  • Aldo Carotenuto, Diario di una segreta simmetria, Sabina Spielrein tra Jung e Freud, in Psiche e coscienza, 2ª ed., Roma, Astrolabio Ubaldini, 19 febbraio 1999 [1980], ISBN 9788834006443.
  • Aldo Carotenuto, A Secret Symmetry: Sabina Spielrein between Jung and Freud, traduzione di Arno Pomerans, John Shepley & Krishna Winston, 1st US edition, New York, Pantheon Books, 1982, ISBN 9780394515304.
  • Aldo Carotenuto, Lettere di Sigmund Freud a Sabina Spielrein. 1909-1923, «Rivista di Psicologia Analitica», 25, 1982
  • Rita Corsa, Lady Lazarus e altre storie. Il contributo di Sabina Spielrein alla comprensione della schizofrenia, «Giornale Storico di Psicologia Dinamica», 48, 2000
  • Rita Corsa, Psicoanalisi confessionale: la tecnica dei 'mandarini cinesi' al tempo dei pionieri. Le narrazioni intime di Sabina Spielrein e di Otto Gross al servizio della causa psicoanalitica, «Studi Junghiani», 23, 2006
  • Rita Corsa, Il contributo di Sabina Spielrein alla comprensione della schizofrenia. Notazioni storiche sull'istinto di morte, «Rivista di psicoanalisi», 1, 2010
  • Rita Corsa, Una pagina musicale nell'opera di Sabina Spielrein in AA. VV., Psicoanalisi e musica, Pisa, Felici, 2011
  • Rita Corsa, Se la cura si ammala. La caducità dell'analista, Seriate, Kolbe, 2011 ISBN 8881420678
  • Rita Corsa, Martha N., paziente di Sabina Spielrein al Burghölzli. Un'audace indagine psicoanalitica della schizofrenia, in “Strutture originarie e funzioni della psiche”, «Psicoanalisi e Metodo», XII, 2013
  • Rita Corsa, Cronaca di un rapporto ineffabile: Vera Schmidt e Sabina Spielrein al Detski Dom, in Vera Schmidt, Scritti su psicoanalisi infantile ed educazione, Lecce, Frenis Zero, 2014
  • Coline Covington, Comments on the Burghölzli hospital records of Sabina Spielrein, «Journal of Analytical Psychology», 46, 2001
  • Coline Covington, Barbara Wharton, Sabina Spielrein, una pioniera dimenticata della psicoanalisi, Milano, La biblioteca di Vivarium, 2007
  • Johannes Cremerius, Sabina Spielrein, una vittima precoce della politica della professione analitica, «Materiali per il piacere della Psicoanalisi», XII, 1990
  • Aleksandr Etkind, Eros dell'impossibile. Storia della psicoanalisi in Russia, a cura di L. Mecacci, Pisa, ETS, 2020 (cap. 5 - Fair play con una ragazza russa: Sabina Spielrein, pp. 165–215).
  • Axel Hoffner, Jung's Analysis of Sabina Spielrein and his use of Freud's free association method, «Journal of Analytical Psychology», 46, 2001
  • Carl Jung, Il contrasto tra Freud e Jung, Torino, Boringhieri, 1974
  • John Kerr, A Most Dangerous Method. The Story of Jung, Freud, and Sabina Spielrein, New York, Random House, 2011 ISBN 0307788121
  • Nicolle Kress-Rosen, La passione di Sabina, Freud, Jung e Sabina Spielrein, Milano, La Tartaruga, 2003 ISBN 8877383887
  • Magnus Ljunggreen, Contributo alla biografia di Sabina Spielrein, «Giornale Storico di Psicologia Dinamica», 16, 1984
  • Marina Malgherini, Sabina Spielrein, a occhi chiusi, in AA. VV., Psicoanaliste. Il piacere di pensare, Milano, Franco Angeli, 2012
  • Luciano Mecacci, Casa Rjabusinskij. L'Asilo Psicoanalitico di Mosca negli anni Venti, «Psicologia Contemporanea», 147, 1998
  • Sabine Richebächer, Sabina Spielrein. Eine fast grausame Liebe zur Wissenschaft, Zürich, Doerlemann Verlag, ISBN 3908777143
  • Paola Terrile, Freud e Spielrein: notazioni in margine al concetto di pulsione di morte, «Giornale Storico di Psicologia Dinamica», giugno 1983
  • Silvia Vegetti Finzi, Psicoanalisi al femminile, Roma-Bari, Laterza, 1992.
  • Fernando Vidal, Sabina Spielrein, Jean Piaget: chacun pour soi, «L'Evolution Psychiatrique», 60, 1995
  • Adeline van Waning, The Works of Pioneering Psychoanalyst Sabina Spielrein. Destruction as a cause of coming into being, «International Review of Psycho-Analysis», 19, 1992

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN14776965 · ISNI (EN0000 0000 5509 2759 · LCCN (ENn81121995 · GND (DE118827049 · BNF (FRcb119253380 (data) · J9U (ENHE987007513517905171 · NSK (HR000596011 · WorldCat Identities (ENlccn-n81121995