Pietro Luigi Manzoni

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Don Pietro Luigi Manzoni o Pier[1] Luigi (Milano, 21 luglio 1813Milano, 28 aprile 1873) è stato un nobile italiano, secondogenito del celebre poeta e letterato Alessandro Manzoni e della sua prima moglie, Enrichetta Blondel.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Milano in Palazzo Beccaria il 21 luglio 1813[2] e battezzato «al Carmine»[3], Pietro Luigi (chiamato Pedrin in dialetto milanese dalla nonna Giulia Beccaria[1]) fu istruito dal sacerdote Giuseppe Pozzoni[4] e crebbe come un giovane assennato, studiando economia, agricoltura, filologia e linguistica[5]. Per questa sua versatilità, il padre gli diede vari incarichi, come la gestione del patrimonio familiare e la revisione de I Promessi Sposi e la loro stampa[6]. Nonostante ciò, per un periodo Pietro causò alcuni dispiaceri al padre: in primo luogo, ebbe il vizio del bere[7] che lo portò, nell'ottobre del 1840, a soffrire di un'infiammazione cerebrale definita da Manzoni stesso come «una violenta meningite», dalla quale tuttavia si riprese[8]; in secondo luogo, si sposò segretamente nella chiesa di San Fedele con la ballerina della Scala Giovannina Visconti (1822[9]-1886[10]) tra il 1845[6] e il 31 gennaio 1846[11]. Il matrimonio, inizialmente osteggiato dal padre e dalla matrigna Teresa Borri in quanto ritenuto disdicevole, fu in seguito approvato dai familiari[12].

Pietro Luigi ritornò a gestire le finanze paterne, allorché la sua matrigna, Teresa Borri, iniziò a soffrire di problemi fisici che le impedivano la completa gestione direzionale della casa e delle proprietà[13]. Quando questa poi spirò nel 1861, Manzoni, ormai ultrasettantenne, si affidò sempre più a Pietro, che d'altronde era uno dei pochi figli che gli erano sopravvissuti[14] e, come rimarcato da Natalia Ginzburg, «era il solo fra i figli che gli [ad Alessandro] desse un senso di sicurezza»[5]. Tra il 1861 e il 1873, dunque, Pietro, la moglie e i suoi figli, che fino a quel momento avevano abitato nella villa di Brusuglio, vissero nella casa di via Morone[15].

Pietro Luigi Manzoni morì poche settimane prima del padre, il 28 aprile del 1873. Manzoni, che ormai era in netto declino psico-fisico a causa del trauma cranico procuratosi nello scivolare le scale della chiesa di San Fedele, non si accorse inizialmente della morte del figlio[16]; quando ne prese coscienza, ne fu terribilmente afflitto[6].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Dal matrimonio con Giovannina Visconti, Pietro ebbe i seguenti figli[17]:

  • Vittoria (1847-1934), maritata col senatore Pietro Brambilla
  • Giulia (1848-1916)
  • Lorenzo (1852-1918), esploratore
  • Alessandra (1854-1916)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ginzburg, p. 42.
  2. ^ Salambat; Ginzburg, p. 42 che riporta le parole della nonna Giulia Beccaria:

    «Il giorno 21 Luglio alle 7 del mattino, la nostra cara Enrichetta mi ha regalato un bel maschietto appunto il giorno della mia stessa nascita e nell'istessa casa di mia nascita.»

  3. ^ Cantù, p. 133 n° 2.
  4. ^ Stampa, p. 238.
  5. ^ a b Ginzburg, p. 216.
  6. ^ a b c Pietro Luigi Manzoni b.
  7. ^ Boneschi, p. 391.
  8. ^ Ginzburg, pp. 175-176.
  9. ^ Boneschi, p. 391: «...Giovanna Visconti, una ventiquattrenne ballerina della Scala»
  10. ^ Dossena, p. 79.
  11. ^ Salambat; Colussi; Boneschi, p. 391 e Ginzburg, p. 215
  12. ^ Ginzburg, pp. 215-216.
  13. ^ Stampa, p. 287.
  14. ^ Stampa, p. 420.
  15. ^ Salambat e Boneschi, p. 391
  16. ^ Cantù, p. 321.
  17. ^ Colussi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marta Boneschi, Quel che il cuore sapeva: Giulia Beccaria, i Verri e i Manzoni, Milano, Mondadori, 2005, ISBN 88-04-54779-0.

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