Coordinate: 44°24′34.07″N 8°56′14.12″E

Palazzo Doria-Spinola

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Palazzo Antonio Doria

Il palazzo Doria-Spinola o di Antonio Doria è un edificio sito in largo Eros Lanfranco a Genova, inserito il 13 luglio del 2006 nella lista tra i 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova divenuti in tale data Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Il palazzo, oggi sede della Prefettura e della Provincia di Genova, è visitabile negli spazi di rappresentanza.

Cenni storici e descrizione

È costruito isolato presso la porta dell'Acquasola (1541-1543) per l'ammiraglio Antonio Doria, marchese di Santo Stefano d'Aveto e parente del celebre Andrea Doria, nel 1624 il palazzo perviene agli Spinola che lo terranno sino al XX secolo. In assenza di nuove attribuzioni, il progetto è stato avvicinato a Bernardino Cantone, in possibile collaborazione con Giovan Battista Castello.

"La sistemazione interna con atrio-cortile, scalone laterale a due rampe e al primo piano la galleria loggiata che distribuisce senza criteri di simmetria o centralità le sale di rappresentanza sul prospetto anteriore, oltre alle stanze di abitazione, oltre alle stanze di abitazione sugli altri lati, sembra obbedire al solo presupposto di esaltare lo spazio del cortile e la sua alta qualità strutturale e decorativa" (Caraceni e Ennio Poleggi 1983).

Prospetto laterale

Il cortile rinascimentale, a pianta quadrata e doppio ordine di logge, presenta una raffinata decorazione a stucchi con telamoni alternati a maschere femminili, di linguaggio nuovissimo per Genova, se si esclude il contemporaneo palazzo Grimaldi a San Francesco di Castelletto.

Gli affreschi più volte restaurati della loggia superiore, opera di Aurelio e Felice Calvi, con vedute di città in gran parte estratte dall'atlante Civitates orbis terrarum (Colonia, 1576), oltre che un gusto diffuso da poco in Italia, documentano i vasti interessi del committente, grande stratega della Corona spagnola e trattatista della guerra per mare. Alla fine del XVI secolo viene aggiunto il portale esterno in marmo con colonne binate e figure di armigeri sull'attico di Taddeo Carlone.

Nel XVII secolo Bartolomeo Bianco costruisce, a levante, una galleria (affrescata poi da Andrea Ansaldo), oltre ad aggiungere le balaustre marmoree sul prospetto principale. Tra il 1791 e il 1797 viene sopraelevato di un piano.

Venduto nel 1876 al Comune, che in seguito lo cederà alla provincia, subisce molteplici adattamenti per la sistemazione ad uffici. La realizzazione di via Roma nel 1877 impone il taglio dello spigolo destro, la demolizione della galleria, l'ulteriore abbassamento della quota stradale in facciata e la scomparsa del giardino, tanto che l'assetto originario rimane documentato dalle sole tavole del pittore fiammingo Pieter Paul Rubens.

Gli affreschi cinquecenteschi della facciata, opera di Lazzaro e Pantaleo Calvi, sono stati ripresi nel 2001.

All'interno importanti e, naturalmente, molto godibili i salotti affrescati, soprattutto le due sale dedicate ad Apollo che saetta i Greci alle porte di Troia e a Ercole in lotta con le Amazzoni affidate alla bottega di Giovanni Cambiaso dove il figlio Luca, forse diciassettenne, vi fa la prima comparsa impegnativa con elementi attribuibili alla scuola michelangiolesca.

Negli ultimi anni è stata restaurata la decorazione originaria dell'atrio, manomessa da Filippo Alessio e Michele Canzio nella metà del XIX secolo.

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