Massimo di Efeso
Massimo di Efeso, conosciuto anche come Massimo di Smirne (Efeso o Smirne, 300 circa – Efeso, 372), è stato un filosofo greco antico, neoplatonico, seguace di Giamblico e maestro dell'imperatore Giuliano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato da una ricca e rispettata famiglia a Efeso[1] o a Smirne[2], ebbe almeno due fratelli, il retore Ninfidiano, «illustre sofista a Smirne» e il «filosofo di chiarissima fama» Claudiano, che insegnava ad Alessandria[3], che egli superò per «valore»[3].
A Pergamo, insieme con Crisanzio, Prisco ed Eusebio di Mindo, che praticheranno anch'essi la filosofia, sia pure con spirito e contenuti diversi, fu allievo di Edesio di Cappadocia (che era discepolo di Giamblico). Secondo Eunapio, Eusebio espresse forti critiche nei confronti delle pratiche magiche di Massimo al futuro imperatore Giuliano, venuto da lui e da Crisanzio verso il 351 per essere istruito sul Neoplatonismo:
In realtà, proprio le qualità di teurgo di Massimo convinsero Giuliano a frequentarne le lezioni e a essere da lui iniziato ai misteri di Mitra in una grotta di Efeso.
Quando Giuliano divenne imperatore, nel dicembre del 361, fu accolto a corte e divenne suo consigliere spirituale. Scrive il suo biografo che in breve Massimo divenne «insopportabile a corte, indossando vestiti troppo ricercati per un filosofo e mostrandosi intrattabile e scontroso nelle conversazioni»[5].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]La Suda afferma che Massimo scrisse una serie di opere, tra le quali Sulle contraddizioni insanabili, Sulle previsioni e Sui numeri. Scrisse inoltre un perduto Commentario alle Categorie di Aristotele[6] e un altro sugli Analitici primi, al quale rispose Temistio. Dell'unica opera superstite, benché priva delle sezioni iniziali, il Perì katarchon, sono pervenute anche parafrasi bizantine in prosa e in poesia, conservate in numerosi manoscritti.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Secondo Ammiano Marcellino, Res gestae XXIX, 1, 42, che ne descrive la morte: «condotto a Efeso, sua città d'origine, qui fu decapitato», e Socrate Scolastico, Storia ecclesiastica III, 1, 16
- ^ Secondo una deduzione tratta dalla biografia di Eunapio del fratello di Massimo, Ninfidiano, che viene ritenuto originario di questa città: cfr. Vite di filosofi e sofisti XVIII, 1
- ^ a b Eunapio, cit., ivi
- ^ Eunapio, cit., VII, 2
- ^ Eunapio, cit., VII, 4
- ^ Secondo Simplicio, Commentario alle Categorie I, 15-16
- ^ Massimo di Efeso, Le parafrasi bizantine del Perì Katarchon, traduzione di Paola Radici Colace, EDAS, 1988, ISBN 8878200271.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Eunapio, Vite di filosofi e sofisti, Bompiani, Milano 2007 ISBN 88-452-5841-6
- Paola Radici Colace, Giuliano, Selene e l'autore del Peri; katarchon, in AA.VV., Giuliano Imperatore. Atti del III Convegno della SISAC (Messina, 3 aprile 1984), a cura di B. Gentili, Urbino 1986, 127-133
- Massimo di Efeso, Le parafrasi bizantine del Perì Katarchon, traduzione di Paola Radici Colace, Messina, EDAS, 1988, ISBN 8878200271.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Guido Calogero, MASSIMO Neoplatonico, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
- Massimo Neoplatonico, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- (EN) Maximus Of Ephesus, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Traduzione inglese della vita di Massimo di Eunapio, su tertullian.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 100304118 · CERL cnp00285113 · LCCN (EN) nr96038457 · GND (DE) 102398674 · J9U (EN, HE) 987007582599805171 |
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