Grandi manovre

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Grandi manovre
Titolo originaleLes Grandes Manœuvres
Paese di produzioneFrancia, Italia
Anno1955
Durata106 min
Rapporto1.37:1
Generecommedia, sentimentale
RegiaRené Clair
SceneggiaturaRené Clair, Jérôme Géronimi, Jean Marsan
ProduttoreRené Clair e André Daven
Casa di produzioneFilmsonor, Rizzoli Film, S.E.C.A. e Cinétel
FotografiaRobert Lefebvre
MontaggioLouisette Hautecoeur e Denise Natot
MusicheGeorges Van Parys
ScenografiaLéon Barsacq
CostumiRosine Delamare
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Grandi manovre (Les Grandes Manœuvres) è un film del 1955 diretto da René Clair.

È il suo primo film a colori.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Francia, 1914. Il giovane tenente dei dragoni Armando de la Verne, famigerato dongiovanni della cittadina di provincia dove è stanziato il suo reggimento, mette alla prova le sue straordinarie doti di seduttore scommettendo con i commilitoni di riuscire a conquistare nel giro di pochi giorni una qualsiasi donna scelta a caso. L'obiettivo prescelto è Maria Luisa Riviére, giovane divorziata che ha aperto in città un negozio di mode.

La donna, pur conoscendo la fama del giovane militare, non resiste alle sue attenzioni e finisce per esserne presto conquistata. È però lo stesso Armando, inaspettatamente, ad innamorarsi davvero di lei ma, durante una sua assenza e prima che possa dichiararle il suo amore sincero, Maria Luisa viene a conoscenza della scommessa che ha dato origine alle attenzioni nei suoi confronti.

Al suo ritorno, Armando scopre che il sentimento che la donna provava per lui è ormai stato sostituito dalla delusione e il loro rapporto non può più essere recuperato.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è prodotto da René Clair e André Daven per Filmsonor, Rizzoli Film, S.E.C.A., Cinétel.

Sceneggiatura[modifica | modifica wikitesto]

Adattamento, sceneggiatura e dialoghi del film sono scritti da René Clair con la collaborazione di Jérôme Géronimi e di Jean Marsan.

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

Il film è girato negli Studi di Boulogne, dal 28 aprile 1955 fino al 2 luglio.[1]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

La prima proiezione delle Grandi Manovre ebbe luogo a Mosca, il 17 ottobre 1955 nell'ambito della "Settimana del film francese" (Semaine du cinéma français).[2]

La prima francese ebbe luogo a Parigi il 26 ottobre 1955. Il film fu generalmente ben accolto dalla stampa e dal pubblico.[3]

In Italia uscì nel maggio del 1956.

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Il film vince due importanti premi francesi: il Prix Louis-Delluc e il Prix Méliès.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Giovanna Grignaffini:

«In questo film i giochi dell'amore e della guerra si intrecciano e si sovrappongono l'uno all'altro. Una guerra senza sangue, senza paura, che non sporca. Ridotta ai segni esteriori che la esemplificano e la sterilizzano: lo scintillio colorato delle uniformi, il festoso clamore delle trombe, lo spettacolo ininterrotto delle parate. Un amore senza lacrime, senza passione, che non sporca. Ridotto ai segni esteriori che lo esemplificano, lo sterilizzano: il farsi e il disfarsi delle coppie nei giri di valzer, gli impossibili percorsi di una rosa, lo spettacolo ininterrotto delle grandi manovre della seduzione. Manovre della seduzione, manovre della guerra, ma anche manovre del caso.»

A. Invernici e A. Signorelli:

«La malinconia in Il silenzio è d'oro diventa una specie di dolce-amara disperazione in Le grandi manovre, altra storia di un dongiovanni che, come vuole il personaggio, gioca con la vita altrui per il proprio piacere, restandone tuttavia punito, con un’altra evidente e spietata ritorsione: toccherà al giovane e cinico Gérard Philippe soffrire le pene d’amore cui ha costretto la dolente Michèle Morgan (si potrebbe anche dire, pensando a La bellezza del diavolo, che una volta stretto un patto col diavolo non ci si può tirare indietro).»

Il finale[modifica | modifica wikitesto]

In un primo tempo il finale del film doveva essere un suicidio: Marie-Louise si uccideva col gas. Il regista lo giudicò stonato rispetto al resto del film, troppo tragico, anche se conseguente, e optò per una conclusione più aperta.[4]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pierre Billard, Le Mystère René Clair, p. 440.
  2. ^ Pierre Billard, Le Mystère René Clair, Paris: Plon, 1998, p.361-362.
  3. ^ Georges Charensol, Roger Reggente,50 ans de cinéma avec René Clair, Paris: Editions de la Table Ronde, 1979, p.181.
  4. ^ Giovanna Grignaffini, René Clair, p. 120

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Barthélémy Amengual, René Clair, Seghers, coll. "Cinéma d'aujourd'hui", Paris, 1963.
  • G. Charensol, R. Regent, René Clair: un maestro del cinema, introduzione di Fernaldo Di Giammatteo, Milano e Roma, Bocca, 1955
  • Pierre Billard, Le Mystère René Clair, Parigi, 1998.
  • André Bazin, "L'Univers de René Clair", in L'Éducation nationale, 10 novembre 1955.
  • Angelo Solmi, Tre maestri del cinema: Carl Dreyer, René Clair, Charlie Chaplin, Milano, Vita e Pensiero, 1956
  • Giovanna Grignaffini, René Clair, Il Castoro Cinema n. 69, Editrice Il Castoro, 1980
  • Jean Mitry, Rene Clair, Parigi, Ed. Universitaires, 1960
  • Arturo Invernici, Angelo Signorelli (a cura di), René Clair, Bergamo, Stamperia Stefanoni, 2008
  • Gerf André, Le grandi manovre, Mondadori 1957.
  • René Clair, Le grandi manovre, a cura di Fabio Rinaudo, Sceneggiatura, Bianco e Nero editore, Roma 1956.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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