Galeopsis bifida

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Canapetta bifida
Galeopsis bifida
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Lamiaceae
Sottofamiglia Lamioideae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Lamiales
Famiglia Lamiaceae
Genere Galeopsis
Specie G. bifida
Nomenclatura binomiale
Galeopsis bifida
Boenn., 1824
Nomi comuni

Galeopside bifida

La canapetta bifida (nome scientifico Galeopsis bifida Boenn., 1824) è una piccola pianta erbacea dai fiori labiati appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Linneo nel 1753 nel creare il nome generico di queste piante ha pensato indubbiamente alla forma di “elmo” del labbro superiore della corolla.[2] Galeopsis è un antico nome greco/latino (derivato da "galea" = casco) già usato da Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79]), scrittore, ammiraglio e naturalista romano, per qualche pianta simile alle ortiche.[3][4] L'epiteto specifico (bifida) significa "separata o divisa in due" o anche "con labbro leporino" e fa riferimento alla particolare forma della corolla di questa pianta.[5][6]

Il nome scientifico della specie stato definito per la prima volta dal botanico olandese, funzionario prussiano, avvocato, agricoltore e medico Clemens Maria Friedrich von Boenninghausen (1785-1864) nella pubblicazione "Prodromus Florae Monasteriensis Westphalorum - 178. 1824" del 1824.[7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione delle parti della pianta
Il portamento
Infiorescenza
Il fiore

Questa specie di piante può raggiungere i 20 – 40 cm di altezza (massimo 100 cm per le varietà asiatiche). La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[2][8][9][10][11][12][13][14]

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono di tipo fittone.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

La parte aerea del fusto è robusta, eretta, ramoso-corimbosa e a sezione tetragona a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave. Ai nodi il fusto è ingrossato-clavato e ricoperto da setole patenti o riflesse e spesso da brevi peli ghiandolari. In genere la pubescenza è distribuita sulle facce opposte alternativamente.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie lungo il fusto sono disposte 2 a 2 in modo opposto e con verticilli alternati. La lamina, a forma da ovato-lanceolata a lanceolata con base ottusa, è picciolata e sparsamente pubescente sulla faccia abassiale e ricoperta di peli ispidi appressati sulla faccia adassiale (anche il picciolo è pubescente). I bordi sono provvisti di 6 - 10 denti ottusi per lato. Lunghezza del picciolo: 1 – 3 cm. Dimensione della lamina fogliare: larghezza 1 – 4 cm; lunghezza 5 – 8 cm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

L'infiorescenza è formata da fiori (6 – 10 fiori) disposti in verticillastri all'ascella delle foglie superiori. L'asse dell'infiorescenza è ricoperto da peli ghiandolari gialli o nulli. Sono presenti delle brattee da lineari a lanceolate simili alle foglie con base più o meno membranosa, margini ispidi e apice spinescente. Le brattee del verticillo superiore sono disposte in modo opposto. Lunghezza delle brattee: 3 – 6 mm.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (il calice è più o meno attinomorfo), tetraciclici (con i quattro verticilli fondamentali delle Angiosperme: calice– corollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla sono formati da cinque elementi).

X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), supero, drupa (4 nucole)
  • Calice: il calice gamosepalo e sub-attinomorfo è strettamente campanulato a 10 nervi con 5 denti acuti strettamente triangolari con lunghezze subuguali. Il calice è lievemente pubescente all'interno e ispido all'esterno. Dimensione del tubo calicino: 5 – 7 mm; lunghezza dei denti 4 – 6 mm.
  • Corolla: la corolla zigomorfa e gamopetala è a forma tubolare; i 4[12]/5 petali sono completamente fusi nella tipica forma bilabiata di questa famiglia. All'apice la corolla si allarga per dare spazio a due labbra. I labbro superiore ha il margine intero (o denticolato) è villoso e la forma ricorda quella di un elmo. Il labbro inferiore è trilobo: quello centrale è retuso, bilobo o bifido fin dalla base; i due lobi laterali più piccoli. Il colore della corolla è rosa con macchie gialle (posizionate nella parte interna delle fauci). Le fauci della corolla sono prive dell'anello di peli presente invece in altri generi della famiglia delle Lamiaceae. La corolla inizialmente è inclusa nel calice, poi all'antesi è lunga il doppio del calice stesso. Lunghezza della corolla: 10 – 15 mm.
  • Androceo: l'androceo possiede quattro stami didinami e sporgenti dalla corolla e posizionati sotto il labbro superiore. I filamenti sono adnati alla corolla e leggermente pubescenti alla base. Le antere sono biloculari. Le teche sono più o meno distinte. La deiscenza è longitudinale per due valve. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato.
  • Gineceo: l'ovario (tetraloculare) è supero formato da 2 carpelli saldati (ovario bicarpellare). Lo stilo, inserito alla base dell'ovario (stilo ginobasico), ha lo stigma bifido.
  • Fioritura: da giugno a agosto.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è uno schizocarpo (tetrachenio) formato da quattro nucule obovoidi, arrotondate all'apice e glabre. Il colore è marrone.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[15] – Distribuzione alpina[16])

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico alpino Galeopsis bifida appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]

  • Formazione: delle comunità perenni nitrofile
  • Classe: Artemisietea vulgaris
  • Ordine: Galio-Alliarietalia
  • Alleanza: Aegopodion podagrariae

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie, ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. Il genere Galeopsis si compone di qualche decina di specie, otto delle quali vivono in Italia e nell'ambito della famiglia sono descritte all'interno della sottofamiglia Lamioideae caratterizzata dallo stilo di tipo ginobasico e dal polline 3-colpato con 2 celle.[12] Nelle classificazioni più vecchie la famiglia è chiamata Labiatae.

Il numero cromosomico di Galeopsis bifida è: 2n = 32.[12][18].

Varietà[modifica | modifica wikitesto]

La specie di questa voce (insieme alla specie simile Galeopsis tetrahit L. - Canapetta comune) è allopoliploide derivata dall'incrocio di Galeopsis speciosa Miller (Canapetta screziata) con Galeopsis pubescens Besser (Canapetta pubescente) e ulteriormente reincrociata con G. pubescens. La variabilità si manifesta nei seguenti caratteri morfologici:[8]

  • il portamento;
  • la pelosità;
  • la presenza di screziature cerose presso i nodi;
  • il numero dei fiori per ciascun verticillo dell'infiorescenza;
  • le dimensioni dei denti del calice;
  • la dimensione e il colore della corolla (a volte giallastra, quasi bianca).

Ulteriori analisi di tipo molecolare[19] hanno dimostrato che le due specie provengono da cladi distinti e che i dati morfologici sono più variabili rispetto ai marcatori molecolari.

La tabella seguente evidenzia le differenze morfologiche tra la specie di questa voce e la specie G. tetrahit:[8]

Specie Tipo si pubescenza
nell'infiorescenza
Corolla Morfologia del labbro inferiore
G. tetrahit setole patenti o riflesse lunghezza di 15 – 20 mm intero e più o meno quadrato
G. bifida peli ghiandolari gialli lunghezza di 10 – 15 mm con chiazze gialle alle fauci retuso, bilobo o bifido

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]

  • Galeopsis bifida var. emarginata Nakai
  • Galeopsis pallens Briq.
  • Galeopsis pernkofferi Wettst.
  • Galeopsis tetrahit subsp. bifida (Boenn.) Nyman
  • Galeopsis tetrahit var. bifida (Boenn.) Lej. & Courtois
  • Galeopsis tetrahit var. bifida (Boenn.) Kudô
  • Galeopsis tetrahit var. parviflora Benth

Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]

La galeopside bifida in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Zweizipfliger Hohlzahn
  • (FR) Galéopsis bifide
  • (EN) Lesser Hemp-nettle

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Galeopsis bifida, su The Plant List. URL consultato il 30 luglio 2016.
  2. ^ a b Motta 1960, Vol. 2 - pag. 275.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 21 luglio 2016.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 174.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 30 luglio 2016.
  6. ^ David Gledhill 2008, pag. 70.
  7. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 30 luglio 2016.
  8. ^ a b c d Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 455.
  9. ^ a b Judd, pag. 504.
  10. ^ Strasburger, pag. 850.
  11. ^ a b dipbot.unict.it, https://web.archive.org/web/20160304200501/http://www.dipbot.unict.it/sistematica/Lami_fam.html (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  12. ^ a b c d Kadereit 2004, pag. 221.
  13. ^ Catalogazione floristica - Università di Udine, su mitel.dimi.uniud.it. URL consultato il 30 luglio 2016.
  14. ^ a b c eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 30 luglio 2016.
  15. ^ Conti et al. 2005, pag. 98.
  16. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 116.
  17. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 30 luglio 2016A.
  18. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 30 luglio 2016.
  19. ^ Maslova 2008.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]