Fenitoina
Fenitoina | |
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Nome IUPAC | |
5,5-difenilimidazolidina-2,4-dione | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C15H12N2O2 |
Massa molecolare (u) | 252.268 g/mol |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 200-328-6 |
Codice ATC | N03 |
PubChem | 1775 |
DrugBank | DB00252 |
SMILES | C1=CC=C(C=C1)C2(C(=O)NC(=O)N2)C3=CC=CC=C3 |
Dati farmacocinetici | |
Emivita | 6 - 24 ore |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
pericolo | |
Frasi H | 302 - 350 - 360 |
Consigli P | 201 - 308+313 [1] |
La fenitoina, (denominata anche difenilidantoina e dintoina) è un farmaco antiepilettico efficace nel risolvere le crisi tonico-cloniche e parziali. È però totalmente inefficace nei confronti delle assenze, che può addirittura aggravare.
Meccanismo d'azione
La fenitoina stabilizza le membrane neuronali riducendo il flusso di ioni Sodio nei neuroni in stato refrattario o durante la depolarizzazione, durante la quale essa riduce anche l'ingresso di ioni Calcio sopprimendo così la scarica ripetitiva, causa degli attacchi.
Farmacocinetica e farmacodinamica
Somministrata per os (nello stato di male epilettico invece è da preferirsi la via endovenosa), la fenitoina viene assorbita lentamente per poi distribuirsi rapidamente nell'organismo, legata all'albumina plasmatica, per raggiungere alte concentrazioni nel sistema nervoso centrale. Massima parte del farmaco viene metabolizzata nel fegato dal sistema di idrossilazione epatico, mentre una minima parte (5%) viene escreta immodificata con le urine. A basse dosi, la fenitoina ha un'emivita di 24 ore, ma al crescere della dose somministrata si va rapidamente a saturare il sistema di idrossilazione epatico, col risultato che incrementi anche minimi della dose possono provocare considerevoli aumenti della concentrazione plasmatica ed effetti tossici. Il farmaco è sconsigliato nei bambino sotto i tre anni, ed è altresì importante non interrompere bruscamente la terapia. Nelle donne in stato di gravidanza è importante non sospendere del tutto la terapia per evitare la sofferenza fetale in caso di attacchi epilettici materni ed attenersi alle dosi più basse possibili per evitare la sindrome fetale da idantoina.
La fenitoina è anche un farmaco antiaritmico: si usa per trattare le aritmie ventricolari insorgenti in corso di ischemia miocardica, nelle aritmie indotte dalla digitale e nelle aritmie ventricolari dei bambini.
Effetti indesiderati
Alterazioni cerebellari (nistagmo, atassia), nausea, vomito, iperplasia gengivale (soprattutto nei bambini: regredisce lentamente dopo la sospensione del farmaco), anemia megaloblastica (da interferenza con il metabolismo della vitamina B12), confusione mentale, sonnolenza, allucinazioni, poliuria (da inibizione della liberazione di ormone antidiuretico (ADH), iperglicemia, glicosuria, irsutismo, sindrome fetale da idantoina (nei nati da madri che hanno assunto il farmaco in gravidanza)
Interazioni
- Cloramfenicolo, dicumarolo, cimetidina, isoniazide e sulfamidici: la terapia di associazione con fenitoina comporta un'inibizione del metabolismo epatico di quest'ultima comportandone quindi un aumento della concentrazione plasmatica.
- Carbamazepina: la co-somministrazione con fenitoina aumenta il metabolismo epatico di quest'ultima comportandone quindi una diminuzione della concentrazione plasmatica.
- Altri farmaci antiepilettici, anticoagulanti, contraccettivi orali, chinidina, doxiciclina, ciclosporina, mexiletina, metadone e levodopa: la co-somministrazione con fenitoina comporta un aumentato metabolismo di queste sostanze per una induzione del sistema P-450.
- Xantine (teofillina, doxofillina, aminofillina): la terapia di associazione con fenitoina comporta un aumento della clearance di queste sostanze e ne riduce l'emivita plasmatica
Note
- ^ Sigma Aldrich; rev. del 17.10.2011
Voci correlate
- Antiepilettici
- Assenza tipica
- Benzodiazepine
- Carbammati
- Epilessia
- Epilessia tipo assenza infantile
- Idantoina
- Imminostilbeni
- Ossazolidindioni
- Succinimmidi
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