Dancing on My Own

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Dancing on My Own
singolo discografico
Screenshot tratto dal video del brano
ArtistaRobyn
Pubblicazione1º giugno 2010
Durata4:39
Album di provenienzaBody Talk Pt. 1
GenereElettropop
Synth pop
EtichettaKonichiwa Records
ProduttorePatrik Berger, Robyn (co.)
FormatiCD, download digitale
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera del Belgio Belgio[1]
(vendite: 15 000+)
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi[2]
(vendite: 20 000+)
Dischi di platinoBandiera della Danimarca Danimarca[3]
(vendite: 30 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito[4]
(vendite: 600 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[5]
(vendite: 1 000 000+)
Robyn - cronologia
Singolo precedente
The Girl and the Robot
(2009)
Singolo successivo
Hang with Me
(2010)

Dancing On My Own è un singolo della cantante svedese Robyn, primo estratto del suo quinto album in studio Body Talk Pt. 1 e pubblicato il 1º giugno 2010 dalla Konichiwa Records.

La canzone ha ricevuto una nomination ai Grammy Awards 2011 nella categoria "Miglior registrazione dance",[6] premio poi vinto da Rihanna con Only Girl (in the World).[7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dancing On My Own è un omaggio alla passione di Robyn per "quegli inni gay da discoteca intrinsecamente tristi", come Dancing with Tears in My Eyes degli Ultravox e alcuni brani di Sylvester e Donna Summer.[8] In un'intervista con Ryan Dombal concessa al sito web Pitchfork, Dombal sottolineò come l'album fosse in generale musicalmente innovativo, mentre invece il brano restasse "quello che ci si aspetterebbe da una canzone di Robyn". La cantante specificò: "Penso di aver trovato la mia vera voce con l'ultimo album [...] With Every Heartbeat è stata scritta da me, quindi c'è un motivo se 'Dancing on My Own' ha un suono simile. Per me è giusto che sia così".[9] Dancing on My Own fu pubblicata tramite download digitale come primo singolo ufficiale dall'album Body Talk Pt. 1 il 1º giugno 2010 in Svezia e negli Stati Uniti[10][11] ed entrò in rotazione radiofonica negli Stati Uniti d'America a partire dal 2 novembre 2010.[12]

Dancing On My Own è stata composta da Robyn e Patrik Berger in chiave di Fa diesis maggiore.[13] Si tratta di una ballata di musica elettronica[14] con dei sintetizzatori pulsanti[15] e percussioni elettroniche.[16] Incorpora elementi di musica electro e disco.[17] James Montgomery di MTV News definì il brano "un caleidoscopio computerizzato di tintinnii volubili e scampanellanti e una batteria che va come un pistone".[18] Il contenuto sentimentale della canzone è stato paragonato a un altro singolo di Robyn, "With Every Heartbeat", e a "Be Mine!"[17] Secondo quanto pubblicato in Musicnotes.com da Universal Music Publishing Group, "Dancing on My Own" ha un tempo di 117 battiti al minuto. La voce di Robyn va dal Do#4 al Mib5.[13]

Il brano è stato descritto come un inno da cuore spezzato:[14][18] la protagonista è una donna che balla da sola in una discoteca e guarda l'uomo che ama mentre bacia un'altra donna.[19] Montgomery scrisse: "In questa canzone triste, Robyn perde il suo uomo a beneficio di un'altra donna, ma discute anche del sentimento di solitudine che si prova in un luogo affollato, di essere alienati e non amati e di venire a patti con queste circostanze".[18] Ben Norman di About.com scrisse: "questa canzone sentimentale descrive una serata danzante in cui Robyn osserva morbosamente l'oggetto del suo desiderio che sceglie un'altra donna, mentre lei balla da sola in un angolo".[20]

(EN)

«I'm in the corner, watching you kiss her. I'm right over here, why can't you see me?
I'm giving it my all, but I'm not the girl you're taking home[19]»

(IT)

«Sono nell'angolo, e ti guardo mentre la baci. Sono proprio qui, perché non mi vedi?
Do tutta me stessa, ma non sarò io la ragazza che porterai a casa stanotte»

Se With Every Heartbeat aveva una nota di ottimismo, fu sottolineato da un giornalista del Guardian come Dancing on My Own "non offra speranza in un miglioramento".[19] In un'intervista a MTV News, Robyn parlò della canzone in questi termini: "Per me è ovviamente una canzone d'amore triste, ma è anche una canzone di forza, o almeno vorrei che la gente si sentisse forte ascoltandola".[21] In un'intervista concessa a Pitchfork, la star svedese approfondì il tema della canzone: "Si hanno così tante aspettative quando si esce a far festa, tante speranze riguardo alla piega che potrà prendere la serata: che si tratti di incontrare qualcuno di speciale, divertirsi con gli amici, prendere una bella sbornia, ascoltare buona musica. Ci si ubriaca e ci si richiude in se stessi in un certo qual modo, provando un certo tipo di emozioni. Che non sono sempre divertenti. C'è un lato deleterio in questo. Per me quando esco è più un momento liberatorio, è il momento in cui posso essere me stessa e trovare ispirazione. Anche se sono triste, ballare è un modo liberatorio per lasciarsi andare".[22]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Robyn canta "Dancing On My Own" a Oslo in occasione del concerto per il Nobel per la Pace.

Dancing on My Own ottenne recensioni positive da parte della critica musicale. Nick Levine di Digital Spy scrisse: "Dancing On My Own è un pezzo electro-disco che induce alle lacrime, sentimentale tanto quanto With Every Heartbeat e Be Mine [...] Se non vi trema il labbro al secondo ritornello, vuol dire che avete preso troppe pillole per l'umore".[17] Jer Fairall di PopMatters scrisse che "il ritmo aggressivo di Dancing On My Own non nasconde un classico dramma da pista da ballo, uno standard ereditato nientemeno che dagli ABBA con Dancing Queen e Madonna con Into the Groove"[23].

Slant Magazine elesse Dancing On My Own come miglior canzone del 2010, scrivendo: "Pochi artisti rischiano la nudità emotiva di Robyn, e con Dancing on My Own rivela la splendida altra faccia della medaglia di quella che era With Every Heartbeat.[24] The Guardian espresse lo stesso giudizio, con la motivazione: "Dancing On My Own è una canzone straordinaria che si aggiunge al repertorio delle classiche canzoni d'amore ibride di Robyn; abbastanza riflessive e romantiche per ascolti ripetuti, ma con una sensibilità pop che fa subito venire voglia di cercare una pista da ballo".[16] Pitchfork la elesse quarta miglior canzone del 2010, con la morivazione che "dimostra che [Robyn] è la Rocky Balboa della musica pop".[25] Rolling Stone la elesse 26ª miglior canzone del 2010, scrivendo: "La diva svedese scorge il suo amato con un'altra — e trasforma la sua tristezza in un pop sfavillante, perfetto per le nevrosi solitarie".[26] La canzone si classificò sesta nella classifica di MTV delle migliori canzoni del 2010. Nel gennaio 2011 l'americano The Village Voice nella sua rubrica Pazz & Jop elesse Dancing On My Own al terzo posto tra i migliori brani dell'anno passato. Insider l’ha definita la miglior canzone del decennio.[27]

Successo commerciale[modifica | modifica wikitesto]

Dancing on My Own fu il primo singolo di Robyn ad arrivare alla posizione numero 1 in Svezia, suo Paese natale, dove rimase per due settimane consecutive.[28] Resta uno dei singoli di maggior successo nel Paese scandinavo degli ultimi quarant'anni.[29] In Danimarca, il singolo raggiunse la posizione numero 2, anche qui la più alta posizione in classifica per Robyn. Il singolo entrò anche nelle top 10 di Norvegia e Regno Unito. Nella classifica europea dei singoli il brano arrivò alla posizione numero 22, la posizione più alta per un singolo della cantante svedese.[30]

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche annuali[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (2010) Posizione
Danimarca[40] 20
Svezia[41] 6

Versione di Calum Scott[modifica | modifica wikitesto]

Dancing on My Own
singolo discografico
ArtistaCalum Scott
Pubblicazione15 aprile 2016
Durata4:20
Album di provenienzaOnly Human
GenerePop
EtichettaWarner Music Group, Capitol Records
ProduttoreJohn McIntyre
FormatiDownload digitale, streaming
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera del Belgio Belgio[42]
(vendite: 10 000+)
Bandiera della Francia Francia[43]
(vendite: 100 000+)
Bandiera della Germania Germania (3)[44]
(vendite: 600 000+)
Bandiera del Messico Messico[45]
(vendite: 30 000+)
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi[46]
(vendite: 20 000+)
Bandiera della Polonia Polonia[47]
(vendite: 25 000+)
Dischi di platinoBandiera dell'Australia Australia (9)[48]
(vendite: 630 000+)
Bandiera del Brasile Brasile (3)[49]
(vendite: 120 000+)
Bandiera della Danimarca Danimarca (4)[50]
(vendite: 360 000+)
Bandiera dell'Italia Italia[51]
(vendite: 50 000+)
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda[52]
(vendite: 30 000+)
Bandiera del Portogallo Portogallo (3)[53]
(vendite: 30 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito (5)[54]
(vendite: 3 000 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti (3)[55]
(vendite: 3 000 000+)
Bandiera della Svezia Svezia (4)[56]
(vendite: 320 000+)
Calum Scott - cronologia
Singolo precedente
Singolo successivo
Rhythm Inside
(2016)

Il cantante britannico Calum Scott interpretò una versione acustica del brano nel 2015, durante il provino di Britain's Got Talent. Il provino vanta oltre 500 milioni di visualizzazioni su YouTube. Nell'agosto 2016, la sua versione di Dancing on My Own fu pubblicata come singolo e raggiunse la posizione numero 2 nel Regno Unito. A ottobre dello stesso anno fu pubblicato un remix del brano di Tiësto.[57] Nel 2018 il brano fu incluso nel primo album studio di Scott, Only Human.

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche settimanali[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (2016-17) Posizione
massima
Australia[58] 2
Austria[58] 32
Belgio (Fiandre)[58] 19
Belgio (Vallonia)[58] 30
Canada[59] 41
Danimarca[58] 8
Francia[58] 58
Germania[58] 61
Irlanda[60] 4
Nuova Zelanda[58] 5
Paesi Bassi[58] 14
Portogallo[58] 5
Regno Unito[61] 2
Stati Uniti[59] 93
Svezia[58] 4
Svizzera[58] 81

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (NL) GOUD EN PLATINA - singles 2016, su Ultratop. URL consultato il 28 settembre 2021.
  2. ^ (NL) Goud & Platina, su Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato il 5 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2018).
  3. ^ (DA) Dancing on My Own, su IFPI Danmark. URL consultato il 1º febbraio 2016.
  4. ^ (EN) Dancing on My Own, su British Phonographic Industry. URL consultato l'8 aprile 2022.
  5. ^ (EN) Robyn - Dancing on My Own – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 2 giugno 2019.
  6. ^ http://www.grammy.com/files/53rdpresslist113010.pdf
  7. ^ http://www.grammy.com/nominees?year=2010&genre=49
  8. ^ Robyn Premieres Her New Video for "Dancing on My Own", su popmatters.com, PopMatters. URL consultato il 5 marzo 2011.
  9. ^ Ryan Dombal, Pitchfork: Interviews: Robyn, su pitchfork.com, Pitchfork, 28 giugno 2010. URL consultato il 3 luglio 2010.
  10. ^ Copia archiviata, su itunes.apple.com. URL consultato il 7 marzo 2011 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2012).
  11. ^ Copia archiviata, su us.7digital.com. URL consultato il 7 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2011).
  12. ^ Copia archiviata, su fmqb.com. URL consultato il 2 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2012).
  13. ^ a b Robyn - Dancing on My Own Sheet Music, su Musicnotes, Universal Music Publishing Group.
  14. ^ a b DJ Ron Slomowicz, Video of the Day: Robyn - "Dancing on My Own", su About.com, The New York Times Company, 23 maggio 2010. URL consultato il 7 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2011).
  15. ^ Fraser McAlpine, Robyn - 'Dancing On My Own', su BBC Music, British Broadcassting Corporation, 12 giugno 2010. URL consultato il 7 marzo 2011.
  16. ^ a b Hann, Michael (2010-06-11). "Robyn: Body Talk Pt 1". The Guardian. London: Guardian News and Media. Retrieved 2010-06-18.
  17. ^ a b c Nick Levine, Robyn: 'Dancing On My Own', su digitalspy.co.uk, Digital Spy, 14 giugno 2010. URL consultato il 14 giugno 2010.
  18. ^ a b c James Montgomery, Robyn's 'Dancing On My Own' Is MTV News' #6 Song Of 2010, su MTV News, MTV Networks, 8 dicembre 2010. URL consultato il 7 marzo 2011.
  19. ^ a b c Peter Robinson, Our best track of 2010: Robyn - Dancing On My Own, in The Guardian, London, Guardian News and Media, 20 dicembre 2010. URL consultato il 5 marzo 2011.
  20. ^ Ben Norman, Robyn Body Talk pt 1 - CD Review, su About.com, The New York Times Company. URL consultato il 7 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2011).
  21. ^ http://www.mtv.com/news/articles/1653745/robyns-dancing-on-my-own-mtv-news-6-song-2010.jhtml
  22. ^ http://pitchfork.com/features/interviews/7817-robyn
  23. ^ Jer Fairall, Robyn: Body Talk, Pt. 1, su popmatters.com, PopMatters, 14 giugno 2010. URL consultato il 18 giugno 2010.
  24. ^ Best of 2010: Singles, su slantmagazine.com, Slant Magazine, 12 dicembre 2010. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  25. ^ The Top 100 Tracks of 2010, su pitchfork.com, Pitchfork Media, 13 dicembre 2010. URL consultato il 21 dicembre 2010.
  26. ^ 50 Best Songs of 2010: Robyn, "Dancing on My Own", su Rolling Stone, Wenner Media. URL consultato l'11 marzo 2011.
  27. ^ Callie Ahlgrim, The 113 best songs of the past decade, ranked, su Insider. URL consultato il 22 dicembre 2019.
  28. ^ a b http://www.swedishcharts.com/showitem.asp?interpret=Robyn&titel=Dancing+On+My+Own&cat=s
  29. ^ http://swedishcharts.com/bestall.asp
  30. ^ a b Copia archiviata, su billboard.com. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2019).
  31. ^ http://www.ultratop.be/nl/showitem.asp?interpret=Robyn&titel=Dancing+On+My+Own&cat=s
  32. ^ Copia archiviata, su danishcharts.com. URL consultato il 2 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2017).
  33. ^ Copia archiviata, su musicline.de. URL consultato il 2 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2017).
  34. ^ http://www.mediaforest.biz/WeeklyCharts/HistoryWeeklyCharts.aspx?year=2010&week=29[collegamento interrotto]
  35. ^ http://www.norwegiancharts.com/showitem.asp?interpret=Robyn&titel=Dancing+On+My+Own&cat=s
  36. ^ http://www.officialcharts.com/artist/_/Robyn
  37. ^ Copia archiviata, su ifpicr.cz. URL consultato il 2 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2007).
  38. ^ Copia archiviata, su billboard.com. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2019).
  39. ^ Copia archiviata, su billboard.com. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2019).
  40. ^ (DA) Track 2010 Top-50, su hitlisterne.dk, IFPI Danmark & Nielsen Music Control. URL consultato il 19 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2011).
  41. ^ (SV) Årslista Singlar – 2010, su hitlistan.se, Swedish Recording Industry Association. URL consultato il 19 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2011).
  42. ^ (NL) GOUD EN PLATINA - singles 2017, su Ultratop. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  43. ^ (FR) Calum Scott - Dancing on My Own – Les certifications, su SNEP. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  44. ^ (DE) Calum Scott – Dancing On My Own – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  45. ^ (ES) Certificaciones, su amprofon.com.mx, Asociación Mexicana de Productores de Fonogramas y Videogramas. URL consultato il 5 febbraio 2024. Digitare "Dancing on My Own" in "Título".
  46. ^ (NL) Goud/Platina/Diamant, su Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  47. ^ (PL) oficjalna lista wyróżnień, su OLiS. URL consultato il 5 febbraio 2024. Digitare "Calum Scott" in "wyszukaj interesującą Cię frazę".
  48. ^ (EN) ARIA Accreditations 2020 (PDF), su ARIA Charts. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  49. ^ (PT) Calum Scott – Certificados, su Pro-Música Brasil. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  50. ^ (DA) Dancing on My Own, su IFPI Danmark. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  51. ^ Dancing on My Own (certificazione), su FIMI. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  52. ^ (EN) Official Top 40 Singles - 19 December 2016, su nztop40.co.nz, The Official NZ Music Charts. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  53. ^ (PT) TOP AFP/AUDIOGEST - Semanas 01 a 52 de 2021 (PDF), su audiogest.pt, Associação Fonográfica Portuguesa. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  54. ^ (EN) Dancing on My Own, su British Phonographic Industry. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  55. ^ (EN) Calum Scott - Dancing on My Own – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  56. ^ (SV) Calum Scott – Sverigetopplistan, su Sverigetopplistan. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  57. ^ Tiestohttp://ventsmagazine.com/2016/07/11/tiesto-remix-calum-scotts-dancing/
  58. ^ a b c d e f g h i j k l (NL) Calum Scott - Dancing on My Own, su Ultratop. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  59. ^ a b (EN) Calum Scott – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 5 febbraio 2024. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  60. ^ (EN) DISCOGRAPHY - CALUM SCOTT, su irish-charts.com. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  61. ^ (EN) Dancing on My Own - Full Official Chart History, su Official Charts Company. URL consultato il 5 febbraio 2024.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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