Codice Trivulziano 2162
Trivulziano 2162 manoscritto | |
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Altre denominazioni | Codex Trivultianus, Codex Trivulzianus |
Autore | Leonardo da Vinci |
Epoca | 1478-1493 |
Lingua | italiano rinascimentale |
Supporto | carta |
Dimensioni | 20,5 × 14 cm |
Fogli | 51 |
Ubicazione | Milano, Castello Sforzesco |
Primo curatore | Luca Beltrami |
Versione digitale | Graficheincomune |
Scheda bibliografica | |
Il Codice Trivulziano 2162 (indicato anche in modo impreciso come Codice Trivulziano) è una raccolta di disegni e scritti di Leonardo da Vinci, comprendente 51 carte databili tra il 1478 e il 1493, attualmente conservato dalla Biblioteca Trivulziana presso il Castello Sforzesco di Milano.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il manoscritto era tra quelli che furono lasciati in eredità da Leonardo a Francesco Melzi. Dopo la morte del Melzi (1570 circa), rientrò tra i manoscritti raccolti da Pompeo Leoni ed ereditati nel 1608 da Polidoro Calchi. Pochi anni dopo fu acquistato dal nobile e mecenate Galeazzo Arconati.
Nel 1637 Arconati donò dodici manoscritti di Leonardo in suo possesso alla Biblioteca Ambrosiana, compreso questo manoscritto.
«Il quinto è un'altro simil libro, coperto, e in quarto, come sopra, di fogli cinquanta quattro, nel primo de' quali vi sono disegni di varie teste buffonesche, e l'ultime quattro colonne di scrittura scritte alla roverscia segnato nella schiena LEONARDO DA VINCI.» |
(dall'atto di donazione, 1637[1]) |
Apparentemente in seguito l'Arconati ne tornò in possesso, cedendo in cambio alla Biblioteca Ambrosiana l'attuale manoscritto D.
Attorno al 1750 era in possesso di Gaetano Caccia, che lo vendette a Carlo Trivulzio (1715-1789).
«1783, 5 gennaro. Questo codicetto di Leonardo da Vinci era del signor don Gaetano Caccia cavaliere novarese ma domiciliato in Milano, morto l'anno 1752 alli 9 di gennaro sotto la parrocchia di S. Damianino la Scala. Io Carlo Trivulzi l'aquistai dal detto cavaliere intorno l'anno 1750 unitamente a un quinario d'oro di Giulio Majoriano, e a qualche altra cosa che più non mi ricordo, dandoli in cambio un orologio d'argento di ripetizione che io due anni avanti avevo comprato usato per sedici gigliati [...]» |
(Annotazione inserita nel codice[2]) |
Alla sua morte le collezioni passarono al figlio del fratello; attraverso varie generazioni il manoscritto leonardesco giunse fino al principe Luigi Alberico Trivulzio.[3] Come parte delle collezioni trivulziane, nel catalogo venne identificato dal numero 2162 (Leonardo da Vinci. Libro d'annotazioni e memorie).[4]
Giorgio Teodoro sp. Elena Arese | ||||
Alessandro Teodoro (1694-1763) | Carlo (1715-27.1.1789) Acquirente del manoscritto | |||
Giorgio Teodoro († 1802) | ||||
Gian Giacomo (1774-1831) | Gerolamo | |||
Giorgio Teodoro (1803-1856) sp. Marianna Rinuccini | Cristina (1808-1871) | |||
Gian Giacomo (1839-1902) sp. Giulia Belgiojoso | ||||
Luigi Alberico | ||||
Il manoscritto fu riprodotto e trascritto integralmente nell'edizione del 1891 curata da Luca Beltrami.
Nel 1935 il manoscritto fu acquisito dal comune di Milano all'interno della collezione Trivulziana.[3]
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il codice è composto da 51 carte numerate (una numerazione moderna in rosso riporta i numeri da 1 a 102 sulle singole pagine), ma in origine dovevano essere presenti almeno 62 carte; ha una dimensione di 20,5 x 14 cm.
A parte alcune rare annotazioni e l'intero testo a pagina 46 (secondo la numerazione attuale), il manoscritto è attribuito a Leonardo da Vinci. Vi raccolse alcune ritratti caricaturali o grotteschi, annotazioni per progetti architettonici, di fortificazioni e di macchine belliche. Alcuni disegni, tracciati a punta metallica furono ripassati a inchiostro da mano successiva.
Numerose pagine (8-9, 22-26, 50-51, 57-62, 64, 66-68, 70, 72, 81-97, 100-102 secondo la numerazione moderna) riportano elenchi di parole su più colonne; si ritiene siano elenchi di forme dotte e latinismi utilizzati da Leonardo per migliorare il proprio lessico.
Le pagine da 27 a 58 sono inserite rovesciate: la numerazione antica delle carte appare in basso a sinistra sul verso attuale e in ordine decrescente.
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"modo da vedere il sole eclissato sanza passione dellochio" (p. 12)
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Macchina per assedi (p. 27)
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Studio sulla gravità (p. 34)
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Gustavo Uzielli, Ricerche intorno a Leonardo da Vinci. Serie seconda, Roma, 1884, p. 240.
- ^ Digitalizzazione, su GraficheinComune. Comune di Milano.
- ^ a b C. Santoro, Le Collezioni Trivulziane, in Archivio Storico Lombardo, 1935, pp. 79-88.
- ^ Giulio Porro Lambertenghi (a cura di), Trivulziana. Catalogo dei codici manoscritti, p. 207.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Luca Beltrami (a cura di), Il codice di Leonardo da Vinci nella biblioteca del principe Trivulzio in Milano, Milano, 1891.
- C. Pedretti e M. Cianchi, Codice Trivulziano, in Leonardo. I codici, Art Dossier, n. 100, aprile 1995, pp. 40-41.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Scheda manoscritto, su Manus online.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 195840243 · LCCN (EN) no2012040253 · GND (DE) 4631392-8 |
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