Califano (film)

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Califano
Franco Califano (Leo Gassmann) in una scena del film
PaeseItalia
Anno2024
Formatofilm TV
Generebiografico
Durata108 min
Lingua originaleitaliano
Crediti
RegiaAlessandro Angelini
Soggettodal libro Senza manette di Franco Califano e Pierluigi Diaco
SceneggiaturaIsabella Aguilar, Guido Iuculano
Interpreti e personaggi
FotografiaNicola Saraval
MontaggioAngelo Nicolini
MusicheGiorgio Giampà
ScenografiaSilvio Di Monaco
CostumiPaola Bonucci
ProduttoreMarco Belardi (Greenboo Production) Leonardo Ferrara, Alessandro Corsetti, Emanuele Cotumaccio (RAI)
Produttore esecutivoEnrico Venti
Casa di produzioneGreenboo Production, Rai Fiction
Prima visione
Data11 febbraio 2024
Rete televisivaRai 1

Califano è un film per la televisione del 2024 diretto da Alessandro Angelini e tratto dal libro Senza manette di Franco Califano e Pierluigi Diaco.

Il film racconta la vita di Franco Califano dagli esordi fino al 1986 passando per l’arresto del 1984.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

1984, teatro Parioli (Roma). Franco Califano sta per salire sul palco nella serata più importante della sua vita, pronto a esibirsi e a mettere la testa a posto quando viene arrestato.

1961. Franco vive a Roma con la madre e il fratello. Scrive poesie e sogna la dolce vita con l’amico Antonello Mazzeo.

Dal matrimonio con Rita Di Tommaso è nata Silvia ma ben presto i due iniziano a non andare più d’accordo e Franco nel 1963 si trasferisce a Milano, ospite di Edoardo Vianello. Le sue frequentazioni in ambito artistico lo portano a collaborare con diversi artisti allora in voga che apprezzano il suo stile disincantato e trasgressivo. Tra i primi testi di successo c’è E la chiamano estate, scritta nel 1965 per Bruno Martino, e La musica è finita, scritta nel 1967 per Ornella Vanoni.

1969. Franco vive ancora a Milano dove lavora per una casa discografica alla ricerca di nuovi talenti come quelli che diventeranno i Ricchi e Poveri. Conosce Mita Medici con la quale inizia una relazione.

1971. Franco lascia Mita e lavora al suo primo album. Si preoccupa perché riceve una chiamata anonima che lo avvisa di essere finito nel mirino della Procura per l’acquisto sospetto di alcuni orologi. Poco dopo infatti viene arrestato per possesso di stupefacenti (venendo poi assolto), caso in cui furono coinvolti anche Walter Chiari e Lelio Luttazzi. Una volta rilasciato inizia a pensare al proprio percorso da cantante. Franco frequenta però brutti giri come quello di Francis Turatello, cosa che lo fa allontanare dall’amico di sempre Antonello.

Nel 1973 compone un brano destinato a ottenere un grandissimo successo, vero e proprio cavallo di battaglia per l'interprete: si tratta di Minuetto, scritto per Mia Martini. Mentre l'attività di autore per i colleghi prosegue, quella di cantante non ottiene lo stesso successo fino al 1976 quando esce l'album Tutto il resto è noia che venderà oltre un milione di copie.

1984. Franco viene avvicinato da un uomo di Raffaele Cutolo (rivale del suo vecchio amico Turatello che nel 1981 era stato ucciso in carcere) che gli offre della cocaina ma il cantante lo manda via con spregio. Poco dopo viene arrestato al teatro Parioli di Roma, con l'accusa di associazione per delinquere di stampo camorristico e traffico di stupefacenti; Califano finisce in carcere nell'ambito di un maxi-blitz contro gli affiliati alla Nuova Camorra Organizzata di Cutolo, in cui viene coinvolto anche il noto conduttore televisivo Enzo Tortora. Le accuse si basano sulle dichiarazioni di pentiti: secondo Giovanni Melluso e Pasquale D'Amico (due dei principali accusatori di Enzo Tortora), Califano avrebbe spacciato cocaina nel mondo dello spettacolo per conto di Cutolo e Turatello e nel 1978 avrebbe cantato a una festa dedicata a Cutolo, ricevendo come pagamento 250 grammi di cocaina. Franco si sente male in carcere e ottiene gli arresti domiciliari e il permesso di fare un nuovo disco per cui viene aiutato dal suo amico Antonello. Califano negherà qualsiasi coinvolgimento in attività criminali e verrà assolto insieme agli altri imputati "perché il fatto non sussiste" poiché i giudici riterranno le accuse dei pentiti inattendibili e i fatti contestati non provati; anni dopo Melluso ammetterà di aver incastrato Califano sulla base di pure invenzioni, così come già accaduto nei confronti di Enzo Tortora.

1986. Franco torna ad esibirsi proprio al teatro Parioli e tra il pubblico c’è anche il calciatore Diego Armando Maradona di cui diventerà amico.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato trasmesso in prima serata su Rai 1 l’11 febbraio 2024 [1] totalizzando 4.174.000 telespettatori pari al 22,83% di share.[2]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

«[...] Se questa fiction è godibile, il merito maggiore va a Leo Gassmann, bravo sia come interprete che come cantante. Il suo processo di identificazione è quasi tutto interiore, anche se i tratti fisici a volte sono sorprendenti. Gassmann ci restituisce con grande partecipazione la doppia anima delle canzoni di Califano: quella del ragazzo di strada «affamato di vita» e quella malinconica di chi portava con sé le cicatrici di un’infanzia vissuta tra collegi e neorealismo [...]. La regia, invece, è piuttosto descrittiva, non ha mai grandi acuti espressivi in grado di creare attorno a Gassmann una coralità che ne esalti ancora di più l’interpretazione: spesso si accontenta di essere solo una cornice.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Leo Gassmann è Franco Califano: “Un grande essere umano che ha sempre ammesso i propri errori”, su la Repubblica, 26 gennaio 2024. URL consultato l'11 febbraio 2024.
  2. ^ Redazione Online, Gli ascolti tv dell'11 febbraio, i dati auditel di ieri: Califano, Lo show dei record, Che tempo che fa, su Corriere della Sera, 12 febbraio 2024. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  3. ^ Aldo Grasso, «Califano», una fiction godibile solo grazie a Leo Gassmann, in Corriere della Sera, 12 febbraio 2024. URL consultato il 14 marzo 2024.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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