Bernardino Luini

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Bernardino Luini (1481 circa - 1532) è stato un pittore italiano.

Vita e opere

La Madonna della Buonanotte nell'abbazia di Chiaravalle Milanese
La Madonna del Roseto proveniente dalla Certosa di Pavia, oggi a Brera

Gli anni della prima formazione

Il suo vero cognome era de Schapis, originario di Dumenza, località nel retroterra di Luino sul Lago Maggiore, figlio di Giovanni Donato di Bernardo de Scapis detto "Monlone", nasce verso il 1480 a Runo, frazione di Dumenza. Il padre risiede a Milano dal 1469 al 1481 quando torna al paese e sposa Caterina Ravazzi (Ravasi), probabile madre del pittore, che muore solo dopo solo dopo un anno e mezzo, allora si risposa con Caterina de Nibiis. Fino al 1489 risiede a Dumenza coltivando i suoi poderi e inviando frutta e verdura al fratello Pietro sul mercato di Milano.

Bernardino arriva a Milano col padre nel 1500 e il 19 febbraio 1501 è menzionato per la prima volta come figlio ed erede di Giovanni; in un atto del 31 marzo 1501 figura come teste ed è residente a Milano nella parrocchia di San Carpoforo a Porta Cumana. Il Lomazzo lo ritiene allievo del pittore Giovan Stefano Scotto, figlio di Gottardo Scotti attivo nel Duomo di Milano tra il 1485 e il 1520. Un contratto attesta che era ancora a Milano il 2 gennaio 1504, mentre il 27 ottobre 1507 risulta essere assente. Nel secondo decennio del Cinquecento sposa Margherita Lomazzo (ancora vivente nel 1534), da cui ha quattro figli: Tobia, Evangelista, Giovan Pietro e Aurelio, quest'ultimi due pittori.

Luini si forma forse a Treviso dal 1504 al 1507 (come è stato dedotto dalla pala "Madonna col Bambino, i santi Agostino e Margherita e due angeli" proveniente dalla collezione Manfrin a Venezia (1872), firmata Bernardinus Mediolanensis faciebat, oggi al Museé Jacquemart André di Parigi, a lui attribuita, ma in modo controverso) e che dimostra affinità stilistiche con la pittura di Gerolamo Dai Libri che si può avvertire anche nella "Santa Martire" del 1510 in collezione privata. A Treviso potrebbero averlo condotto i rapporti con gli scultori Pietro Lombardo da Carona e figli, presenti nel Duomo cittadino tra il 1485 e il 1506 o coi fratelli Lorenzo Bregno e Giovan Battista Bregno, presenti in San Nicolò tra il 1499 e il 1503. Di questo periodo veneto sarebbero una "Madonna col Bambino" nel Museo cristiano di Esztergom (Ungheria) e forse del 1506 il "Compianto sul Cristo morto" del Museo di belle arti di Budapest.

All'interno della chiesa cemeteriale di san Pietro a Luino una delle sue prime prove ad affresco forse del 1505 è l'"Adorazione dei Magi". Nel Duomo di Monza gli viene attibuito l'affresco del presbiterio con "San Gerardo dei Tintori" e nell'oratorio di San Vittore a Meda le "figure a mezzo busto" dei tondi e dei rombi del fregio sul tramezzo.

A Milano inizia a farsi conoscere

Rientrato a Milano dal Veneto nel 1509, si stabilisce definitivamente in Lombardia, e da un convento francescano di minori osservanti riceve la commissione di "un polittico" i cui scoparti oggi sono dispersi, come un "Sant'Antonio da Padova" custodito al Museo Poldi Pezzoli a Milano, esemplato sul polittico di Cantù di Bernardino Zenale. In quel periodo dipinge gli affreschi nell'oratorio di Santa Maria Nuova a Pilastrello, frazione di Vimodrone (la cappella della Beata Vergine è attribuita a Gian Giacomo Dolcebuono, quindi lavora a Milano in Santa Maria della Passione ove nel 1510 lascia il "Compianto di Cristo". Influenzato dagli Arazzi Trivulzio del Bramantino e dal ciclo di affreschi di Domenico Pezzi in Santa Maria dei Ghirli a Campione d'Italia tra il 1509 e il 1514 esegue il ciclo di affreschi con le "Storie dell'Esodo", la "Morte dei Progenitori" per la villa suburbana di Gerolamo Rabia, La Pelucca, vicino a Sesto San Giovanni; (affreschi staccati oggi a Brera, al Musée Condé, Chantilly, Louvre, Parigi, Wallace Collection, Londra), e per lo stesso committente gli affreschi con le "Metamorfosi d'Ovidio", le "Storie di Cefalo e Procri" di palazzo Rabia in piazza San Sepolcro a Milano ora staccati e conservati nella Gemäldegalerie di Berlino e nella National Gallery di Washington. Del 1512 è il pagamento per un affresco raffigurante la "Madonna col Bambino, due angeli musici e storie di San Benedetto" ordinatogli dai monaci dell'abbazia di Chiaravalle (la cosiddetta "Madonna della Buonanotte" per l'accesso alla scala che conduceva al dormitorio, ora posto nel transetto della chiesa.

Tra il 1510 e il 1512 (data di fondazione della Confraternita della Vergine) deve collocarsi il "polittico" per la parrocchiale di Sant'Andrea a Maggiànico, frazione di Lecco nella seconda cappella a sinistra: le pitture (trasferite su tela ed arbitrariamnete composte in polittico) raffigurano la "Madonna col Bambino, santi, l'Eterno e Annunciazione". A Magadino nella chiesa parrocchiale di San Carlo due suoi dipinti del 1512 entro nicchie presso l'entrata di destra, raffigurano "San Bernardino da Siena" e "Santa Caterina da Siena", qui pervenuti grazie a donatori.

Valido frescante esperto in soggetti religiosi

Alcune opere dovute a commissioni di monasteri (1511-1513) sono visibili alla Certosa di Pavia, nell'atrio (affreschi con "San Rocco" e "San Sebastiano"); nella chiesa della Certosa, nel transetto destro, l'affresco con la "Madonna col Bambino" e nel Museo (pannelli di polittico con "San Martino" e "Sant'Ambrogio"). La chiesa di Santa Maria dei Ghirli a Campione d'Italia reca all'esterno entro un'illusionistica cornice architettonica rinascimentale scene affrescate del "Paradiso Terrestre" tratte dalla Genesi, datate 1514 e attribuili al suo pennello.

Su incarico di Luca Terzago decora con affreschi la cappella del Santissimo Sacramento nella chiesa milanese di San Giorgio al Palazzo (1516): sulla volta la "Crocifissione* e quattro tavole il "Compianto di Cristo", la "Coronazione di spine", la "Flagellazione" e l"Ecce Homo", l'opera più importante di questo periodo. Il 20 ottobre 1516 il prete Pietro Antonio Cartoni gli commissiona l'esecuzione di un'ancona per l'altar maggiore della chiesa di San Vincenzo a Gravedona: i dipinti che doveva eseguire sarebbero stati pagati 60 scudi. In quell'anno abitava nella parrocchia di Santa Maria Podone a Porta Vercellina. Si considerano conclusi entro il 1517 gli affreschi per il monastero milanese di Santa Maria della Purificazione, detto Le Vetere, iniziati qualche anno prima, e che staccati ora si trovano a Brera. Il 26 agosto dello stesso anno cambia casa e stipula un contratto d'affitto per una dimora più confortevole con il nobile Fabrizio de Petra Sancta, situata nella parrocchia di San Maurilio a Porta Ticinese.

Altri dipinti di questi anni conservati nel Duomo di Como sono le tele coi "Santi Sebastiano e Cristoforo" al 2° altare della navata destra, al 3° altare "Epifania" sormontata da "Due Profeti", al 4° altare il "Sacra Conversazione" o pala di San Gerolamo o Raimondi (1517-1518) (la sua firma è sui gradini del trono), commissionatagli dal cardinale Scaramuccia Trivulzio, e gli affreschi per le chiese francescano-amadeite di Santa Marta e Santa Maria della Pace a Milano raffiguranti le "Storie di San Giuseppe" ora conservati alla pinacoteca di Brera. I tre affreschi di "San Lazzaro", "Santa Marcella" e "Santa Marta", provenienti dalla distrutta chiesa di Santa Marta ora sono collocati a Busto Arsizio nel Santuario di Santa Maria di Piazza.

A Ponte in Valtellina la parrocchiale di San Maurizio reca nella lunetta sovrastante il portale maggiore il suo affresco con la "Madonna col Bambino e san Maurizio". L'Accademia Carrara a Bergamo conserva una sua tavoletta con la "Madonna e San Giovannino" e un bel "Ritratto femminile" è esposto nella pinacoteca del Castello Visconteo di Pavia.

L'orientamento classicista

In questi anni, una fonte coeva come Cesare Cesariano testimonia anche un suo viaggio di aggiornamento a Roma verso il 1521, evidente in alcune citazioni dall'arte di Raffaello, come nell'"affresco" eseguito per il lato sinistro della chiesa di Santa Maria di Brera (ora in deposito al Museo della scienza e della tecnica di Milano) o l'affresco del 1522 l'"Incoronazione di spine" nel Pio Istituto di Santa Corona, commissionatogli dalla Confraternita presieduta dal mercante Bernardino Ghilio e terminato il 22 marzo. Di seguito, negli anni Venti la sua arte vira sempre più in direzione di un pacato, raffinatissimo classicismo, come è evidente nelle numerose sue "Madonne col Bambino" (la "Madonna del Roseto" ora a Brera, proveniente dalla Certosa di Pavia è di dubbia attribuzione), negli affreschi con "Storie dell'Esodo" e "Storie di Apollo e Dafne" della Villa della Pelucca, eseguiti dal 1520 al 1523 il "Gioco del cuscino d'oro", le "Ragazze al bagno", la "Raccolta della manna", e "Santa Caterina deposta dagli angeli" (oggi a Brera).

In queste opere, Luini mostra già le caratteristiche del suo stile maturo, costituito da un'originale sintesi tra lo sfumato di Leonardo e il rigore metafisico-prospettico di Vincenzo Foppa, Bramantino e Zenale. Nella città di Legnano la basilica di San Magno dietro l'altar maggiore conserva un suo bel polittico del 1523 con la "Madonna col Bambino, cinque angeli musicanti e santi" e nel timpano "Padre Eterno"; nella predella, nove scene della "Vita di Gesù", monocrome; quale compenso la Fabbriceria gli versa 160 scudi e 35 lire. Del 1524 è l'esecuzione di due ante d'organo dipinte a tempera per la chiesa di Sant'Eustorgio a Milano, su richiesta dei nobili Taveggi e dello stesso anno è il "Polittico Torriani", in esecuzione del testamento di Cristoforo della Torre, rogato il 16 aprile 1523, con la "Madonna, Santi e storie dei Santi Martino, Sisinio e Alessandro" per la chiesa di San Sisinio ad Turrem di Mendrisio di giuspatronato Torriani: alienato nel 1796, in dieci scomparti, di cui rimangono, lo scomparto centrale, ora a Torino, collezione Di Rovasenda; i laterali a New York e in Inghilterra in collezioni private; due scomparti di predella a Los Angeles, The Norton Simon Museum of Art.

La fama gli procura nuove importanti commesse

Il vasto ciclo nella cappella Maggiore del Santuario di Saronno è datato (1525), nel grande riquadro raffigurante la "Presentazione di Gesù al tempio" e nell'anno successivo sono portate a termine tutte le pitture circostanti: l"Adorazione dei Magi", le "Sibille", i simboli della "Virtù" e della "Pace", gli "Evangelisti" e i quattro dottori della Chiesa" nella cappelletta, lo "Sposalizio della Vergine" e la "Disputa di Gesù fra i dottori" nell'anticappelletta. Nel chiostro la "Natività" è più tarda.

Appartenenti a questo periodo intermedio sono svariati soggetti religiosi quali la "Sacra famiglia con San Giovannino" al Museo del Prado di Madrid, la "Salomè con la testa del Battista" ora al Museum of Fine Arts di Boston, un'altra "Salomè" nella Galleria degli Uffizi a Firenze, la "Madonna col Bambino con le Sante Caterina e Barbara" al Museo delle belle arti di Budapest; di soggetto profano è invece il "Ritratto di Dama" del 1525 nella National Gallery of Art di Washington di Washington. A Bobbio nel Museo dell'Abbazia di San Colombano è conservato un suo prezioso "polittico". È datata 1526 la pala raffigurante la "Vergine col Bambino, San Giovanni Battista, Sant'Antonio e una donatrice" della collezione Lee Fareham di Richmond.

Una commissione che scandisce lunghi periodi della vita dell'artista è quella della decorazione della chiesa benedettina di San Maurizio al Monastero Maggiore, uno dei più importanti centri religiosi femminili della città, iniziata nei primi anni '20 con le pitture a fresco del tramezzo raffiguranti. "Figure di sante", "Martirio di San Maurizio", "San Sigismondo offre la chiesa a San Maurizio", Alessandro e Ippolita Bentivoglio inginocchiati e Santi"; con gli affreschi della parte claustrale (fra cui: "Giuda coi soldati", Gesù nell'orto", "Cristo deriso", "San Martino tende il mantello al povero", "Andata al Calvario", "Crocifissione", "Deposizione", "Resurrezione", "Noli me tangere", e terminata con gli affreschi con le "Storie di Santa Caterina" della cappella Besozzi (1530): "Cristo alla colonna", "Martirio di Santa Caterina", "Angeli", "Testa dell'Eterno e Sibille Eritrea e Agrippina", in parte compiuti dai figli dopo la sua morte.

Il capolavoro luganese

A Lugano nel quartiere di Cassarate la Cappella di San Pietro delle Erbette nella lunetta della parete frontale del coro ospita un affresco di ottima fattura raffigurante la "Crocifissione con la Madonna e i Santi Giovanni, Pietro, Paolo, Andrea e Pietro Martire" a lui attribuito, così come il "Crocefisso con la Madonna, San Giovanni e due angeli" originariamente collocato nella chiesa del demolito convento luganese di San Francesco e ora posto nella chiesa di San Nazario di Dino. Anche ad Agnuzzo, frazione di Muzzano la cappella di Sant'Andrea, documentata dal 1208, appartenente al piccolo convento dipendente dell'abbazia di Sant'Abbondio di Como, in controfacciata presenta un notevole affresco databile al 1525: entro una cornice architettonica rinascimentale, il "Crocifisso con due angeli che ne raccolgono il sangue" con alla destra "Santo Stefano" e a sinistra "Sant'Abbondio". L'opera non è firmata, ma il suo stile esecutivo prelude al capolavoro in Santa Maria degli Angeli.

Infatti la grande padronanza di stile acquisita si palesa nella grandiosa "Passione e Crocefissione" (il più famoso affresco rinascimentale della Svizzera sul tramezzo di Santa Maria degli Angeli a Lugano del (1529), sulle spalle dell'arco mediano "San Rocco e San Sebastiano", sulla parete meridionale "Ultima cena", staccata in tre frammenti, nella prima cappella laterale la "Madonna col Bambino e San Giovannino" (originariamente sulla porta della sagristia del convento) e su un pilastro "Cristo in Pietà coi Santi Francesco e Bernardino".

Gli anni della maturità artistica

Tornato al Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno la volta della cappella del Cenacolo ospita i suoi affreschi del 1531, sulla porticina della sagristia "San Rocco" e accanto "Sant'Antonio Abate"; su quella del campanile "San Sebastiano e San Cristoforo"; nella parte absidale "Santa Caterina" e "Santa Apollonia" coi "due committenti". La cultura degli ultimi anni dell'artista è però caratterizzata anche da una più puntuale ripresa di temi e stilemi di Leonardo da Vinci, come testimonia la "Sant'Anna" della Pinacoteca Ambrosiana, ripresa dal celebre cartone vinciano oggi alla National Gallery di Londra, che non a caso, sul finire del XVI secolo, apparteneva al figlio Aurelio e la "Santa Caterina" al Museo dell'Ermitage a San Pietroburgo.

Dopo un momento di grande fortuna all'inizio del XVII secolo (era uno dei pittori preferiti da Federico Borromeo, che raccolse molte sue opere alla Pinacoteca Ambrosiana), in seguito la fama di Luini tramontò. Considerato fino a non molti decenni fa un artista minore o uno stanco epigono di Leonardo (Bernard Berenson lo aveva definito "il meno intellettuale dei pittori famosi"), Luini fu rivalutato solo con la revisione critica dell'arte lombarda nel XX secolo, iniziata da Wilhelm Suida. Molti suoi disegni (a matita, a penna e a pastello) ora dispersi in vari musei e in collezioni private denotano gli influssi derivanti da Leonardo , Andrea Solario, Giovanni Agostino da Lodi nonché quelli da Bramantino e da Cesare da Sesto.

Tra i figli va ricordato Aurelio Luini, che fu un importante esponente del tardo Manierismo milanese, amico di Giovan Paolo Lomazzo ed affiliato all'Accademia dei Facchini della Val di Blenio.

Bibliografia

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