Arctium minus
La bardana minore (Arctium minus (Hill) Bernh., 1800) è una pianta erbacea angiosperma dicotiledone appartenente alla famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
Il nome Arctium, come tanti altri, fu introdotto nella sistematica da Linneo, ma sicuramente l'origine è più antica. "Arctium" (in greco "arction") vuol dire orso (= "arctos"). Probabilmente si fa riferimento alla villosità e all'aspetto ispido della pianta.[3] L'epiteto specifico minus (dal latino "minusculus"[4]) fa riferimento alle dimensioni della pianta rispetto ad altre specie dello stesso genere.
Il binomio scientifico attualmente accettato è stato proposto inizialmente dal botanico inglese John Hill (c. 1716 – 1775) e perfezionato successivamente dal botanico germanico Johann Jakob Bernhardi (1774-1850) nella pubblicazione "Systematisches Verzeichnis" del 1800.[5]
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]


La bardana minore è alta da 5 a 15 dm. La forma biologica è emicriptofita bienne (H bienn): si tratta quindi di una pianta a ciclo di sviluppo biennale (nel primo anno si formano solamente le foglie; i fiori si sviluppano nel secondo), mentre la riproduzione avviene tramite gemme poste a livello del terreno. Tutta la pianta è densamente pelosa. L'altezza varia da 5 a 15 dm.[6]
Radici[modifica | modifica wikitesto]
La radice è di tipo fittonante profonda fino a 30 cm.
Fusto[modifica | modifica wikitesto]

- Parte ipogea: la parte sotterranea è un fittone (e quindi il fusto ipogeo è praticamente inesistente).[7]
- Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, pubescente (un tomento fitto), ramificata e spesso è arrossata e striata. I rami sono eretto-patenti alla base, ma penduli all'apice.
Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie sono in genere intere, a lamina allargata e ruvide con bordi grossolanamente dentati e ondulati. Il picciolo è cavo (a volte solo alla base).[8] Sono glabre e verdi nella parte superiore; biancastre e ragnatelose o grigio-tomentose inferiormente.
- Foglie basali: picciolate a lamina ovata o cuoriforme.
- Foglie cauline: alterne, sessili e lanceolate.
Dimensione delle foglie: larghezza 1,5 - 3,5 dm; lunghezza 3 - 6 dm. Lunghezza dei piccioli: 15 – 50 cm.
Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

L'infiorescenza è costituita da diversi capolino sferici riuniti in corimbi. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo (o pedicello) sorregge un involucro composto da diverse brattee (o squame) lesiniformi, verdi e ragnatelose disposte su più serie e formanti un riccio di aculei uncinati all'apice rossastri, che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano con squame aristate sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi (da 30 o più). Le squame sono di dimensioni diverse (ma comunque minori dei fiori), i bordi sono finemente seghettati e sono inoltre persistenti; sono rosse all'apice. Dopo la fioritura i capolini si staccano facilmente. Diametro dei capolini: 1 - 2,5 cm. Lunghezza del pedicello: 0 - 9,5 cm. Diametro dell'involucro: 15 – 40 mm.
Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori sono tutti del tipo tubuloso (il tipo ligulato, i fiori del raggio, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono ermafroditi, attinoformi, tetra-ciclici (con quattro verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ossia sia il calice che la corolla sono composti da cinque elementi). Lunghezza del fiore: 7,5 – 15 mm.
- /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[9]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: la corolla ha una forma cilindrica terminante con 5 denti; il colore è violetto.
- Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, distinti e glabri; le antere sono saldate fra di loro e formano un manicotto circondante lo stilo.
- Gineceo: l'ovario è infero e uniloculare formato da 2 carpelli; lo stilo è unico con uno stimma terminale bifido e glabro (è presente solamente un ciuffo di peli all'apice dello stilo).
- Fioritura: da luglio a settembre.
Frutti[modifica | modifica wikitesto]
Il frutto è un achenio di pochi millimetri (5 – 7 mm) di colore grigio-bruno con chiazze più scure ondulate. Il pappo presenta delle brevi setole. Lunghezza delle setole: 1 - 3,5 mm
Biologia[modifica | modifica wikitesto]
- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Europeo (Euri-mediterraneo).
- Distribuzione: è comune su tutto il territorio italiano. È inoltre presente in Europa, Africa mediterranea occidentale, Asia minore, Asia settentrionale e Americhe (in quest'ultima zona è considerata specie naturalizzata).[8][10]
- Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono gli incolti, le siepi, i bordi delle strade e le sponde dei ruscelli; ma anche gli ambienti ruderali, le schiarite, le strade forestali e arbusteti meso-termofili. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano e collinare e in parte quello subalpino.
Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[11])
- Formazione : delle comunità perenni nitrofile
- Classe : Artemisietea vulgaris
- Ordine : Onopordetalia acanthii
- Alleanza : Arction lappae
- Ordine : Onopordetalia acanthii
- Classe : Artemisietea vulgaris
- Formazione : delle comunità perenni nitrofile
Sistematica[modifica | modifica wikitesto]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[12], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[14]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][15][16]
Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]
Il genere Arctium (con 44 specie, 4 delle quali nella flora spontanea italiana) appartiene alla sottotribù Arctiinae (in precedenza era descritto nel gruppo tassonomico informale Arctium-Cousinia Group)[17] (tribù Cardueae, sottofamiglia Carduoideae).[16][18][19][20] In natura esistono inoltre molti ibridi in quanto le singole specie sono interfertili.
Il numero cromosomico di A.minus è: 2n = 36[6][8].
Il basionimo per questa specie è: Lappa minor Hill
Variabilità[modifica | modifica wikitesto]
Arctium minus è una specie complessa con molte varianti, soprattutto nelle dimensioni delle varie parti del capolino come il diametro dell'involucro o lunghezza delle squame.[8] Per questa specie in Italia sono riconosciute due sottospecie qui di seguito brevemente descritte (non sempre tutte le sottospecie sono riconosciute dalle varie checklist).[21]
Subsp. minus[modifica | modifica wikitesto]
(Distribuzione regionale[22] – Distribuzione alpina[11])
- nome scientifico: Arctium lappa Bernh. subsp. minus;
- nome comune: Bardana minore;
- ciclo biologico: annuale o bienne;
- capolino: il capolino è più schiacciato ai lati e le corolle dei fiori tubulosi sporgono per circa metà capolino;
- habitat: rispetto all'altra sottospecie la minus predilige zone lievemente più umide;
- distribuzione: in particolare nelle Alpi questa sottospecie è quasi ovunque presente a parte alcune zone centrali; oltreconfine (sempre nella zona alpina) si trova in Francia (dipartimenti di Alpi dell'Alta Provenza, Alte Alpi, Alpi Marittime, Savoia, Alta Savoia), in Svizzera (cantone Berna), in Austria (tutti i Länder) e in Slovenia. Sugli altri rilievi europei si trova nei Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei e Carpazi.[11]
Subsp. pubens[modifica | modifica wikitesto]
(Distribuzione regionale[22] – Distribuzione alpina[11])
(Questa sottospcie non è unanimemente riconosciuta da tutti i botanici[23])
- nome scientifico: Arctium lappa Bernh. subsp. pubens (Bab.) Arènes, 1950;
- basionimo: Arctium pubens Bab., 1856;
- nome comune: Bardana lanuginosa;
- ciclo biologico: bienne;
- capolino: il capolino ha una forma più sferica e le corolle dei fiori tubulosi sporgono poco dall'apice del capolino;
- habitat: questa sottospecie può essere trovata anche in boschi di pioppeti, ontaneti, frassineti e saliceti arborei;
- distribuzione: in particolare nelle Alpi questa sottospecie è presente solamente in alcune province (CN, CO e BZ); oltreconfine (sempre nella zona alpina) si trova in Francia (dipartimenti di Alpi dell'Alta Provenza, Hautes-Alpes, Alpi Marittime, Drôme e Alta Savoia), in Svizzera (cantoni Vallese e Ticino), in Austria (Länder del Vorarlberg, Tirolo Settentrionale, Tirolo Orientale e Carinzia). Sugli altri rilievi europei si trova nel Massiccio del Giura e nel Massiccio Centrale.[11]
Ibridi[modifica | modifica wikitesto]
Al Nord dell'Italia e negli Appennino settentrionale si possono trovare degli ibridi con Arctium nemorosum Lej. et Court..[24]
Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]
- Arcion minus Bubani
- Arctium chabertii Briq. & Cavill.
- Arctium chabertii subsp. aellenianum Arènes
- Arctium chabertii subsp. balearicum Arènes
- Arctium chabertii subsp. chabertii
- Arctium chabertii subsp. corsicum Arènes
- Arctium conglomeratum Schur ex Nyman
- Arctium euminus Syme
- Arctium lappa Kalm
- Arctium lappa var. minus (Bernh.) A.Gray, 1884
- Arctium melanoceps (Beger) G. H. Loos
- Arctium montanum Steud.
- Arctium minus subsp. mediterraneum Arènes
- Arctium minus var. corymbosum Wiegand
- Arctium minus var. melanoceps Beger
- Arctium minus var. minus
- Arctium minus fo. minus
- Arctium nemorosum subsp. pubens (Bab.) Rothm. - Sinonimo della sottospecie pubens
- Arctium nemorosum var. pubens (Bab.) Fiori
- Arctium pubens Bab. - Sinonimo della sottospecie pubens
- Arctium pubens var. pubens
- Arctium tomentosum subsp. pubens (Bab.) Nyman
- Bardana minor Hill
- Lappa chabertii
- Lappa minor Hill
- Lappa minor var. minor
- Lappa pubens (Bab.) Boreau - Sinonimo della sottospecie pubens
- Lappa vulgaris Hill var. minor (Bernh.) Neilr., 1846
Specie simili[modifica | modifica wikitesto]
- Arctium lappa L. - Bardana maggiore: è più grande e più vigorosa della Bardana minore (i capolini hanno dimensione di 3 - 4 cm); inoltre le foglie sono più larghe e i rami superiori si presentano con una configurazione corimbosa.
- Arctium nemorosum Lej. et Court. - Bardana selvatica: si differenzia per la diversa ramificazione che conferisce alla pianta un aspetto piramidale e per le squame involucrali colorate diversamente (arrossate e giallastre sugli uncini); i capolini hanno dimensione di 3 - 4 cm.
- Arctium tomentosum Miller - Bardana lanuta: la caratteristica più rilevante è nell'involucro: le squame esterne sono uncinate, mentre quelle interne sono con punte diritte.
Usi[modifica | modifica wikitesto]
Farmacia[modifica | modifica wikitesto]
Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà curative:[25]
- antibatterica (blocca la generazione dei batteri);
- antifungina (blocca la crescita degli organismi fungini);
- lassativa (ha proprietà purgative);
- purificatrice del sangue;
- carminativa (favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali);
- colagoga (facilita la secrezione biliare verso l'intestino);
- diaforetica (agevola la traspirazione cutanea);
- diuretica (facilita il rilascio dell'urina);
- ipoglicemica (diminuisce il glucosio nel sangue).
Cucina[modifica | modifica wikitesto]
Di questa pianta per scopi alimentari vengono usate varie parti quali i semi, le radici e le foglie. Le radici migliori si ottengono da piante giovani e normalmente vengono sbucciate; se arrostite possono essere un buon surrogato del caffè. Le foglie, sempre giovanili, sono usate sia cotte che crude. I fusti vengono usati dopo aver tolto la scorza esterna.[25]
Giardinaggio[modifica | modifica wikitesto]
Questa pianta può essere coltivata in terreni umidi, ma in posizioni soleggiate. La semina ha più successo se fatta in autunno.
Altri usi[modifica | modifica wikitesto]
Dalla corteccia interna del fusto si ottiene una fibra usata per produrre della carta artigianale di colore marrone chiaro.[25]
Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]
La Bardana minore in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:
- (DE) Gewöhnliche Kleine Klette
- (FR) Bardane à petits capitules
- (EN) Lesser Burdock
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1-20.
- ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato l'8 febbraio 2021.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 novembre 2011.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 novembre 2011.
- ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 26 novembre 2011.
- ^ a b Pignatti 2018, pag. 928.
- ^ Catalogazione floristica - Università di Udine, su flora.uniud.it. URL consultato il 27 novembre 2011.
- ^ a b c d eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 27 novembre 2011.
- ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
- ^ Global Compositae Checklist [collegamento interrotto], su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato il 27 novembre 2011.
- ^ a b c d e Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 566.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
- ^ Funk & Susanna 2009, pag. 293.
- ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 135.
- ^ Herrando et al. 2019.
- ^ Funk & Susanna 2009, pag. 300.
- ^ Barres et al. 2013.
- ^ Lopez et al. 2009.
- ^ Global Compositae Checklist [collegamento interrotto], su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato il 27 novembre 2011.
- ^ a b Conti et al. 2005, pag. 55.
- ^ Conti et al. 2005, pag. 399 - Nota 87.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 141.
- ^ a b c Plants For A Future, su pfaf.org. URL consultato il 28 novembre 2011.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 1, 1960, p. 178.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, p. 141, ISBN 88-506-2449-2.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 564.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 55, ISBN 88-7621-458-5.
- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Laia Barres et al., Reconstructing the Evolution and Biogeograpnic History of Tribe Cardueae (Compositae), in Botany, vol. 100, n. 5, 2013, pp. 1-16.
- Sara López-Vinyallonga, Iraj Mehregan, Núria Garcia-Jacas e Olga Tscherneva, Phylogeny and evolution of the Arctium-Cousinia complex (Compositae,Cardueae-Carduinae), in Taxon, vol. 58, n. 1, 2009, pp. 153-171.
- Sonia Herrando-Morairaa et al., Nuclear and plastid DNA phylogeny of the tribe Cardueae (Compositae) with Hyb-Seq data: A new subtribal classification and a temporal framework for the origin of the tribe and the subtribes, in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 137, 2019, pp. 313-332.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione. Volume 3, Bologna, Edagricole, 2018, pag. 738-1196.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Arctium minus
Wikispecies contiene informazioni su Arctium minus
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Arctium minus Erbe e fiori del Cuneese
- Arctium minus Catalogazione floristica - Università di Udine
- Arctium minus eFloras Database
- Arctium minus Flora delle Alpi Marittime Database
- Arctium minus Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh) Database
- http://compositae.landcareresearch.co.nz/default.aspx[collegamento interrotto] Global Compositae Checklist Database
- Arctium minus IPNI Database
- Arctium minus EURO MED - PlantBase Checklist Database
- Arctium minus Tropicos Database
- Arctium minus Royal Botanic Gardens KEW - Database