Wikipedia:Oracolo/Archivio/settembre 2017

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Probabilità[modifica wikitesto]

Domanda di matematica, sulla probabilità. Prendiamo due dadi normali, assolutamente non truccati, e li lanciamo. Chiedendoci quale sia la probabilità che la somma dei punti sarà 8, la risposta è 5/36 (5 casi su 36 possibili).

Però se si prende il lancio di ogni singolo dado come un evento indipendente dal secondo la probabilità cambia. Per ottenere come somma 8, sicuramente nessuno dei dadi dovrà uscire col valore 1.

Quindi lancio un dado, chiedendomi quale sia la probabilità che esca un valore diverso da 1 (la risposta è 5/6). Assumendo che esca davvero un risultato maggiore di 1 (2,3,4,5,6), a questo punto prendo il secondo dado lo lancio e mi chiedo quale sia la probabilità che il numero che esca, sommato a quello uscito nel dado precedente, dia come risultato 8. ne risulta che la probabilità è di 1/6 (6 per il 2, 5 per il 3 etc.)

5/6 e 1/6 come valori sono entrambi maggiori di 5/36. In questo caso non si può parlare né di probabilità condizionata, ne di probabilità composta (dato che ognuno dei due eventi vuole essere indipendente dall'altro: il secondo altro non è che un quesito nato dopo l'avvenimento del primo), in pratica dal punto di vista matematico risulta più probabile ottenere il valore 8 lanciando i due dadi in modo indipendente piuttosto che lanciandoli contemporaneamente come un unico evento. Ho trovato una sorta di lacuna della matematica oppure, come più probabile (per restare in tema) non ho capito niente io? Grazie--62.211.138.122 (msg) 20:38, 2 set 2017 (CEST)[rispondi]

La probabilità di fare otto è ovviamente la stessa sia gettando i due dadi insieme che separatamente. Il valore di 1/6 di probabilità del secondo lancio è maggiore di 5/36, ma devi tenere conto del fatto che al primo lancio potresti aver fatto 1, nel qual caso il secondo lancio sarebbe del tutto inutile. I due valori 5/6 e 1/6 si riferiscono a due probabilità che per fare otto devono verificarsi entrambe, quindi devi moltiplicare 5/6 per 1/6 e il risultato è per l'appunto 5/36.--Antenor81 (msg) 21:02, 2 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ci sono un paio di grossi errori concettuali. Il primo e più importante è pensare che l'"indipendenza" tra i due dadi aumenti solo perché vengono lanciati uno dopo l'altro anziché assieme. In probabilità due eventi sono definiti indipendenti quando la probabilità di uno non dipende dall'esito dell'altro (espresso in termini di probabilità condizionata, "p(B|A) == p(B)"). Due dadi sono indipendenti indifferentemente che siano lanciati assieme o in sequenza.
Il secondo è affermare che "non si può parlare [...] di probabilità composta, dato che ognuno dei due eventi vuole essere indipendente dall'altro". La probabilità è composta nel momento in cui la realizzazione dell'evento cui si riferisce viene definito dalla simultanea realizzazione di due o più altri eventi. E occhio: qui per "simultanea" non intendo che tali eventi devono "accadere nello stesso momento", ma che alla fine dei giochi tutti i loro esiti sono "contemporaneamente veri" (congiunzione logica "e").
Per come hai espresso il problema, oltretutto, i due eventi sono tutt'altro che indipendenti. :-) Basta essere formali per rendersene conto:
  • Sia A l'evento "esce 1 sul primo dado".
  • Sia B l'evento "esce 8-X sul secondo dado" (dove X è il valore del primo).
Si nota subito (e infatti l'hai fatto tu stesso), che la probabilità di B è condizionata da A:
  • Se A si avvera, p(B|A)=0 (non c'è alcuna possibilità di fare uscire un 7).
  • Se A non si avvera, p(B|~A)=1/6 (uno solo tra i 6 equiprobabili esiti del secondo dado è quello che vogliamo).
Quindi la probabilità complessiva è calcolabile come somma (prob. totale) di due eventi disgiunti (non potranno mai accadere contemporaneamente), a loro volta calcolabili come prob. composte (due sotto-eventi che devono essere entrambi veri):
p = p(A)p(B|A) + p(~A)p(B|~A) = (1/6 * 0) + (5/6 * 1/6) = 0 + 5/36 = 5/36
Non solo viene (com'era lecito aspettarsi) lo stesso risultato, ma lo fa proprio perché è una probabilità composta che si calcola proprio usando probabilità condizionate: è vero che il risultato del secondo dado non dipende dal primo, ma la definizione del risultato che vogliamo è dipendente eccome, e tu stesso hai dedicato un intero paragrafo a descrivere tale dipendenza (se esce 1.... altrimenti se non esce 1...).
Il tipico problema che molti hanno affrontando il calcolo delle probabilità è proprio acquisire e utilizzare opportunamente il formalismo: la maggior parte dei problemini semplici come questo può essere affrontato, come hai fatto, anche "a sentimento", svolgendo calcoli giusti e per i motivi corretti ma senza la benché minima consapevolezza del perché siano corretti. XD -- Rojelio (dimmi tutto) 17:11, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]

Attentato ferroviario fine anni '70[modifica wikitesto]

Sommo Oracolo, verso la fine degli anni '70 (dopo la strage dell'Italicus e prima della strage di Bologna) ricordo che ci fu in Italia un attentato ferroviario; non ricordo quanto fu grave in termini di persone coinvolte, ma bloccò tutta la circolazione ferroviaria sulla linea tirrenica per un'intera giornata. Vorrei ricostruire in che anno avvenne, ma non ne trovo traccia nelle voci su quel periodo. Qualcuno può aiutarmi? --93.40.167.230 (msg) 13:30, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]

Potrebbe essere la Strage del Rapido 904? Però fu nell'84 e non alla fine degli anni '70 --Postcrosser (msg) 13:56, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]
Se ho scritto "prima della strage di Bologna" (agosto 1980) evidentemente non può essere la strage del rapido 904... Ho una ragione personale (anagrafica, diciamo) per essere certo che fu prima del maggio 1980. Al massimo, può darsi che si sia trattato di un incidente ferroviario e non di un attentato: di certo però ne parlarono i giornali. --93.40.167.230 (msg) 14:07, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]
Se è stato un incidente, in base a Incidenti ferroviari in Italia, può essere l'incidente di Fornacette, di Murazze di Vado o di Cercola. Probabilmente, stai parlando del fatto di Fornacette--80.117.38.169 (msg) 14:27, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]

Sommo Oracolo avrei una domanda. Ci tengo a precisare che riguarda l'apparato riproduttore, e so che potresti pensare che sia solo una burlata. Chiedo solo la spiegazione scientifica di un fenomeno (se esiste), il perché avviene. Inoltre volevo far notare che pagine che riguardano la sessualità su Wikipedia ce ne sono. Userò termini (presumo) scientifici, e spero che lo scopo scientifico della domanda venga colto. Scusa la paranoia iniziale, ma ci tenevo a fare questa premessa. Qualora tale domanda possa risultare eccessivamente volgare, cancellala pure, nessun rancore posso capire.

Quindi, perché se si urina pochi minuti dopo un eiaculazione, si avverte un temporaneo fastidioso bruciore al glande.

Conosco bene il disclaimer medico, ma questo lo definirei un fenomeno comune, non una malattia o un disturbo.

Grazie scusa ancora per le tematiche.

--80.117.38.169 (msg) 14:09, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]

Per far rivoltare Charles Darwin nella tomba esordirò ipotizzando che sia il frutto di una geniale selezione naturale. Il primo uomo che ebbe questo dono cominciò ad avere un rapporto matrimoniale mediamente molto più duraturo a discapito di chi invece non aveva questo "fastidio" e aveva perciò l'istinto di urinare nel partner. Brutti tempi per chi non era un maschietto. --Valerio Bozzolan (msg) 15:22, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]
Abrasione dell'orefizio uretrale durante il coito?--Flazaza (msg) 20:46, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]

Solubilità dei gas[modifica wikitesto]

Oramai persino i muri sanno che diminuendo la temperatura di una soluzione liquido-gas, la solubilità del gas aumenta. Poi se si va a vedere la legge fisica dietro questo fenomeno, ecco a voi la legge di Henry, che mi permetto di esprimere per la sua semplicità: C = k * P (C=concentrazione del gas, k=costante di Henry, P=pressione).

Cosa significa? Se si aumenta la pressione su una soluzione, aumenta la solubilità del gas. Bellissimo, ma cosa c'entra questa legge con la temperatura? Io vedo una relazione tra la pressione e la solubilità, ma sul web non riesco a trovare quella formuletta che mi dica matematicamente che se diminuisco la T, aumento la C. Esiste una formuletta oppure il fenomeno è solo un osservazione empirica che varia a seconda del gas preso in considerazione? --95.244.12.11 (msg) 15:49, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]

In generale si direbbe "la seconda che hai detto" (cit.); o per lo meno, neppure io ho mai trovato un "nome ufficiale" per tale relazione. Le dipendenze da pressione e temperatura sono spesso citate assieme perché concettualmente vanno a braccetto, ma come correttamente osservi la legge di Henry si riferisce solo alla prima (infatti specifica "a temperatura costante").
Per la temperatura, ho trovato ad esempio una tabella riassuntiva che approssima i dati sperimentali della solubilità di vari gas in acqua con una formula avente sì una struttura generale (di cui vengono forniti caso per caso i valori dei coefficienti liberi), ma che dubito possa definirsi a pieno titolo una "legge". -- Rojelio (dimmi tutto) 16:39, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]
Grazie Rojelio. Quindi, per i gas vale la stessa storia della solubilità dei sali rispetto alla temperatura (immagine). Ma allora, potrebbero esistere dei gas che si comportano al contrario? Nel senso, visto che ci sono pochissimi sali (come il solfato di cesio, che si vede nel grafico, ma anche il carbonato di litio) che aumentando la temperatura della soluzione, diminuiscono la loro solubilità, possono esserci persino dei gas che aumentando la T, aumentano la loro solubilità? (chimica, ma quanto sei strana!). Grazie ancora --95.244.12.11 (msg) 17:07, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]
In stretta linea di principio non posso escluderlo, anche se magari una più dettagliata conoscenza dei meccanismi termodinamici che influenzano la solubilità dei gas potrebbe mostrare che una tale eventualità è completamente impossibile... non ne ho proprio idea. Da un punto di vista puramente "aneddotico", il fatto che si trovino piuttosto facilmente menzionate eccezioni alla "regola generale" per i solidi ma non per i gas mi porta a supporre che per i gas valga universalmente il trend generale. -- Rojelio (dimmi tutto) 18:27, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]

Wikiversity 2 - l'occhio del re ti guarda[modifica wikitesto]

Wikiversity:it:File:OculumRegis.png Qualcuno sa se questo occhio è copiato da un opera d'arte, mi sembra di averlo già visto. Altrimenti va cancellato.--Pierpao.lo (listening) 22:24, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]

Io leggo: No file by this name exists, but you can upload it.. --Pracchia 78 (scrivimi) 22:26, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]
Link sistemato. Mi pare un geroglifico, probabilmente privo di copyright ma inutile come file. --Vito (msg) 22:29, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]
[@ Pierpao] è l'Occhio di Horo; mi sembra tranquillamente sostituibile da File:Eye of Horus bw.svg. --Syrio posso aiutare? 23:20, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]
Perfetto grazie per la correzione e il link, mi ricordavo che era importante, ma appunto c'era già. Messo in cancellazione. Al prossimo--Pierpao.lo (listening) 23:27, 4 set 2017 (CEST)[rispondi]

Giochino matematico[modifica wikitesto]

Mi stavo dilettando in alcuni giochi matematici e leggendo questo: "Uno studente ha sostenuto alcuni esami universitari e la media dei voti conseguiti è 25. Oggi egli supera un nuovo esame con voto 30, e la sua media sale a 26. Quanti esami ha sostenuto lo studente, compreso quello di oggi?

  • A. 3
  • B. 6
  • C. 4
  • D. 5
  • E. 2"

mi è sorta una curiosità.
Mi è venuto automatico fare un sistema del tipo

-> X/(Nv-1)= 25 --> X=25*Nv-25
-> (X+30)/Nv= 26 Dove Nv è il numero di voti (denominatore) per far la media e X la sommatoria dei voti..
Arrivando alle dovute sostituzioni si ottiene:25*Nv-25+30-26*Nv=0,detto ciò, quello chemi sembra strano è che ora tratto -25 e 30 come numeri e ottengo ovviamente 5 comevalore, però vado ad operare su dei numeri che han significati diversi: uno è una media (25) l' altro un voto (30) eppure il risultato finale pur utilizzando valori diversi ed interpolandoli tra loro è giusto: il risultato del sistema sarà 5.
In sostanzami chiedo: ma come mai posso operare su numeri con significati così diversi e tutto torna?
Grazie, anche se in terza liceo (inizio la 4a) mi sento stupido a far certe domande.--2.43.85.167 (msg) 00:51, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

Dato che Rojelio non ha ancora risposto, ci provo io: una grandezza e una media della stessa grandezza si possono sommare benissimo, dato che una media non è altro che una somma di valori della medesima grandezza divisa per un numero (il numero di addendi: che non è la "misura" di qualcosa bensì un "numero puro").
Mettiamola nei termini che sono familiari, ad esempio, ai fisici (e anche agli studenti liceali): si possono sommare grandezze che abbiano la stessa "dimensione". Questo è l'unico modo di definire in modo oggettivo se due numeri hanno o no "lo stesso significato", come tu scrivi. La "dimensione" di una grandezza è legata al fatto che il suo valore dipende dalla scelta di una scala di misura. I voti, ad esempio, nel tuo caso sono espressi in trentesimi (più che un "giochino matematico", a me quella sembra una delle tipiche domande di un test di ingresso all'università...). Si potrebbe benissimo decidere di convertire gli stessi voti in decimi, oppure su base 110 (come si fa quando si calcola la media in occasione delle sessioni di laurea). Se lo fai per ciascun voto, e poi fai la media, ottieni lo stesso risultato che se trasformassi con la stessa regola il voto medio, giusto? Quindi singolo voto e media dei voti hanno la medesima "dimensione" (sto usando questo termine nel senso della metrologia, non nel senso geometrico, e per questo lo metto fra virgolette), e puoi sommarli.
Ulteriore modo più conciso (ma meno istruttivo, imho) di rispondere: un singolo voto non è altro che la media dei voti ottenuti in un singolo esame!
Controesempio, per fissare meglio le idee: non puoi sommare una velocità con uno spostamento perché il valore della prima dipende dalla scala scelta per le lunghezze e dalla scala scelta per gli intervalli di tempo; quindi se tu scegliessi diversamente la scala dei tempi (ad esempio ore invece di secondi) il valore numerico della velocità cambierebbe, quello dello spostamento no: quindi la somma dei due non si trasformerebbe né come una velocità né come uno spostamento. È da questo che ti accorgi, in modo inequivocabile, del fatto che le due grandezze non si possono sommare fra loro. --130.192.193.197 (msg) 10:42, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

Allora, innanzitutto grazie per la risposta. Come dici tu è preso da un test ingresso per università, ma l'ho intitolato giochino poiche per me, la matematica, è tutta un giochino poiché mi esalta risolvere questi problemini (spero infatti un giorno di fare fisica, anche se come intuirete dalla mia domanda sciocca, non sono molto portato XD. Ad ogni modo, capisco che essendo un numero puro può essere sommato: questo perché mi è stato insegnato così e per me ormai è automatismo farlo. Ma solo con questo "giochino" ho realizzato per la prima volta che lo faccio, ma non so il perché. Alla fine dei conti mi pare solo empirismo, nel senso, alla fine son due concetti diversi quei due numeri e solo per esperienza vedo che posso sommarli, ma non c'è dimostrazione che mi assicuri sia giusto farlo. Sbaglio? Grazie di nuovo.

Beh, si vede che non sono riuscito a spiegarmi abbastanza chiaramente. Per l'appunto non è affatto una questione di "empirismo". Ci sono due questioni distinte: se una data formula sia formalmente corretta e se essa fornisca un valore "giusto", ossia corrispondente a qualcosa che si può verificare empiricamente. Tu hai risolto il problema posto in modo corretto, e però ti sei chiesto se la formula che hai ricavato e utilizzato è formalmente corretta. Io ti ho risposto su questo: è formalmente corretta perché hai sommato grandezze omogenee fra loro. Un voto non è un "numero puro": è il valore di una grandezza, anche se non si tratta di una grandezza fisica e quindi si fatica un po' a immaginarla come tale. A dirti che non è un "numero puro" è il fatto che un medesimo voto, espresso in trentesimi, può essere convertito in decimi (banalmente dividendolo per tre) e mantiene lo stesso significato: basta precisare a quale base è riferito (analogamente, non avrebbe senso dire "ho preso 9" senza specificare se sono 9 trentesimi o 9 decimi, perché il medesimo numero avrebbe un significato ben diverso nei due casi: quindi non è un "numero puro"). Il criterio per stabilire se un'espressione è formalmente corretta l'ho enunciato sopra: l'uguaglianza deve rimanere valida se cambi in qualunque modo le scale delle grandezze che compaiono (per complicare ulteriormente le cose ti dico perché continuo a scrivere "scala" anziché "unità di misura": il fatto è che il valore di una grandezza non dipende solo dall'unità di misura ma anche dall'origine della scala. Comunque questo non è molto rilevante qui). Si tratta di un criterio matematico assolutamente preciso, non ha nulla di "empirico".
Per quanto riguarda, invece, il fatto che una formula descriva correttamente un fenomeno, questo non è solo una questione di correttezza formale. Scrivere che l'energia cinetica di una particella è data dal prodotto della quantità di moto per la velocità sarebbe dimensionalmente corretto, e tuttavia sarebbe sbagliato (l'energia cinetica è metà di quel valore).
Ma uno potrebbe anche scrivere che l'energia cinetica di una particella ferma è uguale al prodotto della sua massa per la velocità della luce al quadrato. L'uguaglianza è dimensionalmente corretta; nel XIX secolo qualunque fisico avrebbe trovato inconcepibile che un oggetto fermo possa avere un'energia cinetica, quindi allora avrebbero detto che una simile uguaglianza non ha "significato fisico". A partire dal 1905, invece, si è arrivati a pensare che quell'uguaglianza possa avere un significato, e questo è stato poi confermato sperimentalmente.
Riassumendo: quando risolvi un problema matematico, come quello delle medie dei voti, non hai bisogno di far riferimento a una teoria fisica: la traduzione del problema in equazioni è immediata, e mi pare che tu ci riesca benissimo. Se fai i calcoli giusti, le formule che hai usato saranno automaticamente corrette dal punto di vista formale, e il risultato sarà giusto. Verificare la correttezza formale può essere un buon modo per controllare di aver fatto i passaggi giusti, beninteso: più in generale, il fatto che tu abbia voluto riflettere sul senso dei passaggi che hai fatto, anziché limitarti al procedimento meccanico, è molto promettente per il tuo futuro, altro che stupidaggini.
Se invece stai considerando un problema fisico, allora devi utilizzare delle equazioni (leggi fisiche) che rappresentano un modello fisico, una teoria. Quelle le trovi sui libri e sono dimensionalmente corrette (se le scrivi giuste): se esegui dei passaggi matematici su di esse per risolvere un problema, ad ogni passo la tua equazione sarà dimensionalmente corretta (se non hai sbagliato i conti), e se stai usando le leggi fisiche giuste allora il risultato che otterrai sarà in accordo con quello che potresti misurare sperimentalmente. Il problema se le leggi fisiche di partenza siano "vere" (o "sufficientemente accurate") se lo è posto chi le ha scritte sui libri, ed è un'altra faccenda. La comprensione fisica che devi metterci tu è di capire quali leggi - fra quelle note - descrivono il sistema che stai considerando, e in questo non c'è alcun margine di "empirismo". Da lì in avanti, poi, è matematica e basta.
Insomma, non è l'esperienza ("empirica") che ti dice se è giusto sommare due numeri. Riflettici ancora (è importante), e per convincerti prova a produrre un esempio di calcolo sbagliato: vedrai che è perfettamente possibile dimostrare che è sbagliato. --130.192.193.197 (msg) 12:18, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

Grazie per la risposta chiara e illuminante. Ora ho afferrato il concetto, mi chiedo come un adulto riesca a capirlo, spiego meglio: a me non è mai stato spiegato in tali termini e giunto alla fine del liceo, se non fosse stato grazie a te, non avrei mai avuto risposta, non ci sarei mai arivato di fare tal ragionamento "A dirti che non è un "numero puro" è il fatto che un medesimo voto, espresso in trentesimi, può essere convertito in decimi". Riformulando la domanda: ma dove hai letto tutte queste cose, o altrimenti, come le hai dedotte? Nel percorso di studi hai affrontato questo argomento in qualche esame universitario o ti sei fermato a rifletterci qualche volta? Grazie per non considerarmi stupido, al liceo il professore di matematica mi ritiene un caso perso :) per questo coltivo questa curiosità da solo. --37.159.46.136 (msg) 20:55, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

(Ho cambiato IP, ma sono lo stesso di IP 130.192.193.197). Beh, quello che ti ho scritto qui sopra può anche darsi che non me lo abbia spiegato nessuno durante i corsi scolastici e universitari: perlomeno, non esattamente in quei termini. Ci sono un sacco di cose che ho capito solo anni dopo - a volte, molti anni dopo: in effetti, le ho capite dovendole insegnare a mia volta, dato che è quello il mio mestiere. Insegno una materia (questa) in cui tocca molto spesso ripensare alle basi di quello che si sta studiando, sia facendo didattica che facendo ricerca. Anche rispondere, ogni tanto, a domande poste qui mi ha fatto capire cose che non avevo mai pensato di mettere in quei termini.
Il che mi porta a risponderti che non è poi così importante che uno specifico concetto sia stato "imparato" nei corsi scolastici o universitari. È importante, invece, che gli studi sviluppino (1) la capacità di pensiero critico; (2) una comprensione, almeno iniziale, di che cosa sono la matematica, la fisica, la storia, la filosofia, ecc. Per il resto, vale quello che scrive Massimo Recalcati: «l'apprendimento non avviene per travaso passivo da un bicchiere più pieno a uno più vuoto, perché il modello su cui si fonda non è quello di un vuoto da riempire - le teste vuote degli allievi dentro le quali si deve versare il cemento del sapere - quanto di un vuoto da aprire». Non saprei dirlo meglio, ma aggiungerei che anche gli allievi possono fare molto per "aprire le menti" dei loro insegnanti: solo che non ci si pensa quasi mai. --93.36.167.230 (msg) 22:00, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

Non credo esista un corso liceale di fisica matematica, deduco di aver quindi dato del TU a un professore universitario. Me ne scuso, ma sono contento di aver interagito con Lei, mi ha dato molto anche se in forma scritta e fatto capire che questa, nonostante tutto, sia la mia strada; continuerò a giocare "a modo mio" con la matematica, perché mi fa stare bene anche se forse non saprò mai tutto (è anche quello il bello). Mi ha fatto scendere una lacrimuccia: fortunati i suoi studenti, deve essere un onore avrela in classe. Ad maiora :) --37.159.46.136 (msg) 23:27, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

Ehi, con tutto il rispetto per la tua commozione (che merita rispetto), qui sembra di essere finiti nel libro Cuore. Invece siamo su Wikipedia, e qui il galateo impone di darsi tutti del tu. Non vorremo mica scusarci di essere beneducati, vero? Io, da parte mia, sono contento di averti chiarito un dubbio e di averti confortato nei tuoi propositi. Quanto ai miei studenti, in genere non è che si reputino più fortunati di tanto, sai (onorati, no di sicuro: si iscrivono all'università, pagano le relative tasse, e che a lezione si trovino davanti un docente universitario è il minimo). Molto dipende da quanto prendono all'esame: e lì, se prendono 30 è merito loro, se prendono un voto basso è colpa mia... (questo, almeno, è il loro punto di vista. Beh, in fondo la vedo così anch'io). --93.36.167.230 (msg) 01:33, 6 set 2017 (CEST) [rispondi]

Grazie ancora, buona giornata :). --37.159.46.136 (msg) 10:47, 6 set 2017 (CEST) [rispondi]

Uh, rileggendo tutto quello che abbiamo scritto mi sono reso conto che ho dato per scontata una cosa che invece può essere utile dire esplicitamente: è un consiglio che credo ti possa servire, se a scuola non ti è stato dato. Ho scritto che quando manipoli formule (che includono grandezze) ad ogni passaggio puoi verificare, per controllo, se l'espressione che hai ottenuto ad ogni passo è formalmente (dimensionalmente) corretta: ma questo lo puoi fare solo se manipoli algebricamente l'espressione di partenza senza sostituire i valori numerici. Questa è la raccomandazione che farei a tutti gli studenti, soprattutto per problemi di Fisica: operare sempre con manipolazioni algebriche (= calcolo letterale), e solo all'ultimo, dopo aver trovato la formula che fornisce la grandezza richiesta in funzione di quelle specificate nel problema, sostituire i valori numerici. Nella mia esperienza (soprattutto di padre...), gli studenti tendono a inserire subito i valori numerici noti, già nelle formule di partenza, e in questo modo perdono ogni possibilità di accorgersi di errori anche banali. Nelle regole del tuo gioco, quindi, mettici anche questa... --93.36.167.230 (msg) 20:33, 6 set 2017 (CEST)[rispondi]

Leggo solo ora, grazie ancora per l'ulteriore consiglio :) --31.157.180.154 (msg) 21:07, 10 set 2017 (CEST)[rispondi]

Però occhio a non fare questo. --Vito (msg) 21:17, 10 set 2017 (CEST)[rispondi]

Nomi in lingua locale delle metropolitane[modifica wikitesto]

Mi sto domandando per quale motivo le stazioni delle metropolitane (ad esempio Metropolitana di Erevan) non possono avere il nome in lingua locale!... --2001:B07:6442:8903:86F:70F5:506A:C500 (msg) 11:05, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

La voce che hai preso come esempio è solo un abbozzo e quindi decisamente incompleta. Se prendi altre metropolitane (ad esempio Metropolitana di Mosca) è presente anche il nome locale, sia in cirillico che traslitterato. E anche le singole stazioni hanno anche il nome locale. --Postcrosser (msg) 11:11, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]
La stessa domanda (con alcune risposte) è anche qui, luogo tra l'altro più appropriato.--Antenor81 (msg) 11:33, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

Epigrafe su un'architrave in Aspromonte[modifica wikitesto]

Quale senso possa avere avuto, pre o post unità di Italia l'incisione: "LIBERATO DALLE MANO DEL TIRANNI" sull'architrave di un antico portone in Aspromonte? (oltre la povera grammatica dello scalpellino... ed insegna non accademica del proprietario del palazzo!) --Fernando.tassone (msg) 11:51, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

In aspromonte scritto in italiano ovverosia toscano, dubito che fosse pre unità d'italia, probabilmente molto post. Forse era usato per scopi privati o pubblici da personaggi fascisti Fernando.tassone.--Pierpao.lo (listening) 17:22, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

Grazie dell'ipotesi. Ho aggiunto [1] qui l'immagine Pierpao.lo. --Fernando.tassone (msg) 23:06, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]


Quantità di software e applicazioni[modifica wikitesto]

Più volte al giorno mi collego al sito Majorgeeks, e da un po' mi domando che bisogno ci sia di tanto software e tante applicazioni. Capisco che una applicazione fa qualcosa che un'altra applicazione non farebbe, ma alcune applicazioni sono ampiamente superate da applicazioni della stessa categoria (ad esempio FreeRIP e iTunes, ReactOS e Windows, OpenOffice e LibreOffice), per cui ne basterebbero decisamente di meno... trovate un senso a tutto ciò? Sono perplesso... --2001:B07:6442:8903:C182:5DE8:76E1:4186 (msg) 16:31, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

Per "aver senso" dovrebbe essere il risultato di una razionale opera di pianificazione, con qualcuno che decide "dall'alto" cosa resta e cosa va abbandonato... ma così non è. Il software, invece, soggiace alle medesime dinamiche di pressione evolutiva e selezione naturale degli esseri viventi, e nell'ecosistema del software, così come in quello biologico, esiste il concetto di "nicchia".
Guardala dal lato positivo: anche per le applicazioni informatiche la "diversità genetica" ha un valore, e un po' di caos e un po' "spreco di energie" sono il prezzo da pagare per evitare la pericolosa stagnazione evolutiva che originerebbe da un ambiente mono-specifico. :-) -- Rojelio (dimmi tutto) 16:52, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]
La domanda suona come "perché se c'è la Wolkswagen Golf esiste la Ford Fiesta"? --Vito (msg) 17:04, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

Mi appello alla saggezza dell'Oracolo di Wikipedia, dato che Google è completamente inutile. Se lancio tre dadi, qual'è la probabilità che esca lo stesso numero su tutti e tre? La logica mi dice che essendo una probabilità combinata è 1/6 * 1/6 * 1/6 quindi (1/6)^3. Ma la soluzione è (1/6)^2 perché? Non sono compiti di matematica, è una simulazione online per il test d'ammissione all'università.

--87.4.142.206 (msg) 16:46, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

"Lo stesso numero" non specifica quale numero, quindi ci sono 6 casi favorevoli: 1-1-1, 2-2-2, 3-3-3, 4-4-4, 5-5-5, 6-6-6. Insomma 6*(1/6)^3 = 1/36. --Vito (msg) 17:02, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]
(1/6)^3 è la probabilità di ottenere una ben precisa tripletta, tipo "tre volte 4". Ma siccome non ne vuoi proprio una precisa, ma una qualsiasi delle 6 possibili triplette composte da tre valori identici, il tutto va moltiplicato per 6 (probabilità totale data dalla somma delle sei probabilità, identiche, dei sei eventi disgiunti).
Altri modi di "vedere" la soluzione:
  • Combinatoria: le triplette distinte sono 6^3, le triplette "buone" sono 6 -> la probabilità è 6/6^3=1/6^2.
  • Probabilità composta: considero i tre dadi in sequenza:
    • La probabilità che il primo dado dia un risultato utile è 1 (al primo tiro non mi fa alcuna differenza cosa vien fuori, mi va bene tutto).
    • La probabilità che il secondo dado dia un risultato utile è 1/6 (deve essere lo stesso valore del primo).
    • Uguale per il terzo: 1/6 (stesso valore del primo).
    Composizione (i tre eventi devono avverarsi tutti): 1 * 1/6 * 1/6 = 1/6^2
Girala e rimescolala, sempre quello vien fuori (sarebbe preoccupante il contrario :-) ). -- Rojelio (dimmi tutto) 17:03, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

[× Conflitto di modifiche] 1/6 * 1/6 * 1/6 è la probabilità che esca tre volte uno specifico numero, ma a te va bene che esca tre volte uno qualsiasi dei sei numeri. In parole povere, il lancio del primo dado può dare un qualsiasi valore (6/6), poi sono il secondo e il terzo lancio che hanno ciascuno 1/6 di probabilità di dare lo stesso numero del primo. --Antenor81 (msg) 17:05, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

A proosito di questo tipo di equivoco ti consiglio di leggere il paradosso del compleanno--Pierpao.lo (listening) 17:17, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

Aiuto per frase inglese da tradurre[modifica wikitesto]

Questa frase "F. carica fruits were washed with double distilled water to remove any adherent material. About three times its volume of water was added and heated at..." l'ho tradotta così: "I frutti di F. carica sono stati lavati con acqua bidistillata per rimuovere qualsiasi materiale aderente. Ѐ stato aggiunto circa il triplo della loro quantità d’acqua e il tutto è stato riscaldato a..." ho dei dubbi su "about three times its volume of water", non so se si riferisce alla quantità d'acqua dei frutti stessi o invece al volume complessivo dei frutti che poi viene triplicato in acqua? --79.52.115.125 (msg) 19:35, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

Ma di cosa stiamo parlando?--Pierpao.lo (listening) 19:42, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]
Medicina, è un report di una sperimentazione --79.52.115.125 (msg) 20:08, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]
Direi che si riferisca al volume dei frutti, altrimenti userebbe forme del tipo "its content of water". Anche andando a senso per conoscere quello contenuto dai frutti bisognerebbe fare delle misurazioni specifiche perché i dati tabulati hanno una notevole variabilità. --Vito (msg) 20:40, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

(conflittato)F. carica fruits were washed with double distilled water to remove any adherent material. About three times its volume of water was added and heated at 60 ± 1°C on a water bath for about 4 h until the slurry was prepared. The viscous solution was then filtered, and the filtrate was diluted with three times its volume of water and kept undisturbed overnight in a refrigerator so that most of the undissolved portion settled down. In the following day, the clear supernatant portion was decanted and concentrated at 60 ± 1°C in a rotary vacuum evaporator. The concentrate was cooled to room temperature and precipitated in about three times its volume of acetone. The precipitate was washed repeatedly with acetone and dried at 60 ± 1°C. The dried material was ground by a mechanical grinder and passed through # 80 mesh sieve and kept in a desiccator till further use.
Usa la stessa espressione sia con il filtrato che, essendo filtrato, di acqua ne contiente molto poca, e quindi sarebbe difficilmente diluibile anche con il triplo della quantità d'acqua contenuta sia con l'acetone che non è presente, suppongo, nel concentrato; direi che la risposta è che si riferisce al volume dei frutti, del filtrato e del concentrato, in acqua nei primi due casi e di acetone nell'ultimo. D'altro canto non avrebbe senso per la ripetibilità dell'esperimento cercare di calcolare l'acqua contenuta nei frutti, che che come ha detto Vito ammesso sia determinabile sarebbe comunque in quantità variabile. Quindi si aggiungerebbe ad un valore variabile e non certo, quello dell'acqua contenuta nei frutti, quello dell'acqua aggiunta. Per una conferma più esperta chiedi al dp:medicina--Pierpao.lo (listening) 20:43, 5 set 2017 (CEST)[rispondi]

Grazie--79.52.115.125 (msg) 00:31, 6 set 2017 (CEST)[rispondi]

Strana pallina[modifica wikitesto]

Questa mattina mi sono svegliato, e sul bicipite destro sentivo una pallina dura, non dolorosa. Tastandola, si capiva chiaramente che provenisse dal muscolo e non era una formazione cutanea. Piegando il braccio e massaggiando leggermente la pallina, è scomparsa. Ora è tutto a posto. Dato che non posso far vedere al medico qualcosa che non esiste più, quella pallina cos'era? Non penso mi debba preoccupare --79.31.251.18 (msg) 10:20, 6 set 2017 (CEST)[rispondi]

Wikimedia non da consigli medici, e se proprio dobbiamo dirla tutta, tumori della pelle a parte le formazioni "cutanee" o sottocutanee, in genere lipomi e cisti, sono meno pericolose delle altre ma ovviamente va visto da caso a caso. Se vuoi stare tranquillo fatti dare un consiglio dal medico di famiglia, se vuoi essere certo da un radiologo dopo risonanza magnetica.--Pierpao.lo (listening) 15:24, 6 set 2017 (CEST)[rispondi]

Alessandro Magno: distinguere più voci parlare[modifica wikitesto]

Ricordo che in Brain Training del Dr. Kawashima vi era un minigioco chiamato Alessandro Magno riguardante la capacità di distinguere i discorsi di più persone mentre parlano contemporaneamente. Oracolo, vi è qualche riscontro storico fra questa abilità ed Alessandro Magno? --Valerio Bozzolan (msg) 15:55, 6 set 2017 (CEST)[rispondi]

Ma io sapevo questa cosa su Napoleone. Non ho fonti ma ad es. questo sito ne parla di sfuggita nel titolo. --Lepido (msg) 17:26, 6 set 2017 (CEST)[rispondi]
Io pure ci riesco \o/
--Vito (msg) 18:38, 6 set 2017 (CEST)[rispondi]
[@ Valerio Bozzolan] Nell'originale giapponese, quel minigioco (che per inciso fa parte del secondo gioco della serie, More Brain Training del Dr. Kawashima) prende il nome dal principe Shōtoku, una figura semi-leggendaria cui vengono attribuite cosucce quali essere in grado di parlare sin dalla nascita, saper prevedere il futuro e riuscire a seguire dieci conversazioni simultaneamente. In confronto alle altre, quest'ultima pare quasi plausibile. :-)
Immagino che nella versione italiana abbiano seguito il medesimo "spirito" intitolandolo ad un altro "formidabile condottiero" che risultasse più familiare da questo lato del globo.
A margine, la versione inglese del gioco si limita ad un più asettico "Word Blend" (mischia-parole): pare che oltreoceano non avessero un condottiero sufficientemente leggendario. :-P -- Rojelio (dimmi tutto) 19:06, 6 set 2017 (CEST)[rispondi]

Cognome russo[modifica wikitesto]

Avevo letto da qualche parte che esiste un cognome russo che indicherebbe le persone di origini italiane, discendenti cioè da italiani emigrati lì secoli fa, solo che non lo trovo più.. Qualcuno sa quale possa essere?


--79.19.146.248 (msg) 19:26, 7 set 2017 (CEST)[rispondi]

trovato, era Fryazin.. --95.227.222.167 (msg) 21:27, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]

farfalline del cibo[modifica wikitesto]

Tornato dalle vacanze ho trovato la casa invasa dalle tarme del cibo. Ma sono quelle attratte dal cibo nate altrove o sono quelle nate dopo la inseminzaione della mia cucina. In questo secondo caso che mi sembra più probabile quando sono state deposte le uova? Chiedo perchè nella pagina dice che svernano come larve. Grazie--Pierpao.lo (listening) 12:59, 8 set 2017 (CEST)[rispondi]

Tempo fa avevo visto anche una pubblicità... bleah...! Forse così risolvi a prescindere da tutto, larve, uova e quant'altro :-) --Lepido (msg) 13:57, 8 set 2017 (CEST)[rispondi]
Si li conosco quei robi basati sui feromoni. A parte che sono sessisti, attirano solo i maschi, sarà l'effetto del femminismo che avanza, inquinano, costano e si!; fanno impressione; con una figlia di 14 anni sai le scene . Basta mettere le cose nei contenitori di plastica al momento giusto o sempre. Le buste non le fermano. Le scatole si. Per questo chiedevo come funziona il ciclo, per capire se basta organizzarsi ad un certo punto con i contenitori rigidi o rassegnarsi ad usarli sempre o a sentire li frigni di schifo della figlia. Poi se compare una o due farfalline amen. Ma decine no--Pierpao.lo (listening) 14:08, 8 set 2017 (CEST)[rispondi]

Perchè il gasolio non è solido?[modifica wikitesto]

Su internet ci sono numerose versioni sul numero di atomi di carbonio della miscela che compone il gasolio. Prendendo i due più affidabili che ho trovato (università di Pisa a pag 28 e treccani), essi mi dicono uno che vanno da 14 a 30 atomi di C, l'altro da 14 a 20 atomi di C. Vabbè, comunque sia, alcune fonti su internet dicono che gli idrocarburi con atomi di carbonio da 16 in su sono solidi. Perché il gasolio allora risulta liquido, o comunque privo di sospensioni, se la maggior parte dei suoi componenti dovrebbe essere solido?--80.180.50.248 (msg) 16:45, 8 set 2017 (CEST)[rispondi]

Ignoro la precisa risposta, ma credo che le componenti più "pesanti" sono semplicemente in soluzione in quelle più leggere. La presenza di quei composti pesanti è il motivo per cui il gasolio, a temperature troppo basse, "ghiaccia": il termine è improprio, e si riferisce più precisamente alle paraffine, che sono le prime a tornare allo stato solido e a separarsi dal resto della miscela (rischiando di bloccare l'alimentazione del motore). -- Rojelio (dimmi tutto) 19:42, 8 set 2017 (CEST)[rispondi]

Consultazione della "Pagina Principale" dei giorni precedenti[modifica wikitesto]

Giorni fa ho letto una voce partendo dalla "pagina principale". Non ricordo il nome della persona di cui si parlava né se era fra le voci della "vetrina", voci "di qualaità" oppure se era citata fra i nati od i morti del giorno... Volendo ritrovare quella voce, senza alcun riferimento, chiedo se è possibile consultare in qualche archivio le "pagine principali" dei giorni passati, in modo da poter rintracciare quanto cercato. GRAZIE --78.12.101.211 (msg) 19:17, 8 set 2017 (CEST)[rispondi]

Le voci in vetrina mostrate in pagina principale sono determinate dalle sei sottopagine (/1../6) del template Vetrina, e analogamente le voci di qualità. Puoi spulciarti quelle 12 sottopagine e vedere se una di quelle corrisponde a quella che cerchi (e in caso contrario dare un'occhiata alla loro cronologia per controllare il loro precedente contenuto). -- Rojelio (dimmi tutto) 19:48, 8 set 2017 (CEST)[rispondi]

Dubbio magnetico[modifica wikitesto]

Da qualche anno, in qualunque posto io vada, prendo sempre una (se non più) calamita-ricordo. Adesso ne ho 51, tutte attaccate a una lavagna (quelle bianche, su cui si scrive col pennarello) appesa sul muro, e la grandezza media della calamita che le tiene attaccate corrisponde all'incirca a una moneta da 2 euro. Alcune persone, quando hanno visto le calamite, hanno detto che avere una cosa del genere è pericoloso, perché smagnetizzano carte di credito, causano corto circuiti nell'impianto elettrico e in elettrodomestici e, analogamente alla luna piena, possono causare danni alle persone. Tutte queste cose sono vere, oppure palesi bufale?

--79.44.166.198 (msg) 09:23, 9 set 2017 (CEST)[rispondi]

Danni alle persone no. I danni alle carte di credito e ai circuiti nì. Una calamita appiccicata sopra a un relè lo può bloccare oppure può alterare lo stato di un'ampia categoria di memorie, quindi magari starei un po' più attento alle carte di credito, ma parlando di calamite deboli basta evitare che la carta venga a contatto con la calamita. Con calamite notevolmente più potenti bisogna prestare attenzione anche agli hard disk. Considera comunque che in questo momento stai scrivendo seduto su un colossale magnete: la terra. Un magnete abbastanza grosso come quello del magnetron del microonde o del motore del frigo stesso fa intorno ai 100 Gauss, la terra ne fa in Italia circa da 0,5 (da me) a 0,6 (da te), la calamitina souvenir sarà, a spanne, sugli 0,05-0,1G. --Vito (msg) 09:40, 9 set 2017 (CEST)[rispondi]
In che senso "la luna piena può causare danni alle persone"? --Holapaco77 (msg) 12:11, 11 set 2017 (CEST)[rispondi]
Lupi mannari? :-) --Lepido (msg) 12:21, 11 set 2017 (CEST)[rispondi]

Trovare i valori di una funzione non nota[modifica wikitesto]

Mettiamo caso che io abbia una funzione f(x, a, b), che per determinati valori di a e b (per esempio) f raddoppi x oppure la elevi al quadrato. Qual è l'algoritmo migliore per trovare i valori di a e b? Bisogna tenere presente che il contenuto della funzione rimane sconosciuto per tutto il processo e potrebbe anche cambiare, come può cambiare anche il numero di variabili. Io pensavo a qualcosa che procedesse per tentativi ma siccome le variabili sono sempre più di una mi chiedevo come gestirle contemporaneamente.


--Fab1can (msg) 15:47, 9 set 2017 (CEST)[rispondi]

Il problema è troppo generico, sembra mal posto. Se f raddoppia x per qualsiasi valore di x, allora f(x) = a x^b con a=2 e b=1 sarebbe la funzione che cerchi. Se eleva al quadrato x, allora a=1 e b=2. Se cambiano le variabili (cioè x è un vettore?), allora la situazione si complica. Stai forse cercando qualcosa di simile ad un curve fitting? X-Dark (msg) 20:12, 11 set 2017 (CEST)[rispondi]
Effettivamente non mi sono spiegato bene, io il corpo della funzione non lo conosco, mai lo conoscerò e non ho bisogno di conoscerlo, so solo i valori della funzione per tali valori di a, b ed x, e presumo che esistano dei valori di a e b tali che f(x)≈2x (ad esempio). Ciò di cui ho bisogno è un algoritmo (quindi non una soluzione matematica) che procedendo per tentativi possa testare più variabili contemporaneamente. Fab1can (msg) 11:58, 12 set 2017 (CEST)[rispondi]
Fammi capire, hai i valori di X e Y e vuoi trovare f tale che Y = f(X)? Se è così ci sono appunto algoritmi di curve fitting che ti danno dei coefficienti di una f con una struttura parametrica. Per esempio la regressione lineare ti darà q e p dove Y = p*X+q --Vito (msg) 12:02, 12 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ni, nella pratica non ci sono solo 2 variabili oltre a x, e la stessa funzione può assumere "corpi" differenti a seconda dei valori di queste variabili (nella stessa f(x, a, b, c) per a=1, b=1/3 e c=4 f(x)≈2x però per a=0, b=6 e c=2/7 f(x)≈x^2 (questo sempre per esempio, ho preso dei valori a caso))--Fab1can (msg) 12:27, 12 set 2017 (CEST)[rispondi]
Temo sia un problema mal posto.
Proviamo a capirci meglio: che input hai? Che output vuoi? Se hai come input delle coppie di valori Y e X vettoriali (quindi Y può essere [3,3,3] e X [1,2,4,5]) e vuoi avere una funzione che le leghi? La struttura della funzione in base a quali regole deve essere stabilita?
--Vito (msg) 14:20, 12 set 2017 (CEST)[rispondi]
Faccio un esempio: una funzione "base" f(x, a, b)=2ax+bx^2 è uguale a f(x)=2x per a=1 e b=0, mentre è uguale a f(x)=x^2 per a=0 e b=1, a me interessa trovare solo i valori di a e b, la funzione base la conosco già. Nella pratica però ci sono più variabili e difficilmente assumono valori così "belli", quindi ho bisogno di un algoritmo che trovi il valore più simile possibile a quello giusto per ogni variabile (presumo procedendo per tentativi)--Fab1can (msg) 00:02, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ecco perché non ci capivamo. È sempre un polinomio ed è, appunto, quello che ti dà il curve fitting. --Vito (msg) 09:11, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ma io non conosco il corpo della funzione base, quella dell'esempio potrebbe essere la funzione ma non è detto che lo sia. Però non sto cercando né la funzione, né una formula inversa che mi porti alle variabili di cui ho bisogno (anche perché se non conosco la funzione è impossibile trovare una formula inversa), a me non interessa una soluzione matematica. --Fab1can (msg) 15:24, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]
E che ti interessa quindi? --Vito (msg) 15:29, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]
Le frasi a me interessa trovare solo i valori di a e b, la funzione base la conosco già e io non conosco il corpo della funzione base mi sembrano in contraddizione. Forse aiuterebbe fare un esempio concreto dei dati in input. X-Dark (msg) 16:14, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]
Che la funzione base sia f(x, a, b)=abx oppure f(x, a, b)=a+b+x oppure f(a, b, x)=a^b^x non importa, l'algoritmo deve essere in grado di trovare a e b indipendentemente dalla funzione, quindi che io la conosca o no non fa differenza. --Fab1can (msg) 08:36, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
[ Rientro] Devi però essere in grado di fare un ansazt, una ipotesi, sulla struttura della funzione, altrimenti il problema è impossibile da risolvere. Esistono infatti una infinità di funzioni, polinomi, funzioni trigonometriche, esponenziali, logaritmi, altre funzioni "strane" come la funzione degli errori e combinazioni di queste. In alcuni casi semplici, puoi essere in grado di capire di cosa si tratta ad intuito (ad esempio una funzione lineare o periodica), oppure studiando attentamente il problema. Altrimenti siamo in un vicolo senza uscita. X-Dark (msg) 11:22, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ripeto: so già che non esiste una soluzione matematica al mio problema, sto cercando un algoritmo, una soluzione informatica, qualcosa che con dei cicli faccia dei tentativi. --Fab1can (msg) 15:08, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Qual è la differenza fra una soluzione matematica e un algoritmo? (Indizio: nessuna). --Vito (msg) 15:31, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
La soluzione matematica è quella che si potrebbe trovare (abbastanza facilmente, in un caso come questo) se solo si riuscisse a descrivere il problema in termini matematicamente comprensibili. La "soluzione informatica", nella mia esperienza, consiste nello spegnere il PC, aspettare un paio di minuti, riaccenderlo e vedere se in quel modo il problema si è risolto. --93.36.167.230 (msg) 16:10, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ho usato la parola algoritmo in modo sbagliato fino ad ora? Mi riferivo a un algoritmo informatico, non a uno matematico. Non sapevo nemmeno esistesse un accezione matematica della parola algoritmo. --Fab1can (msg) 16:12, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Detto in termini che porteranno 93.36.167.230 a prendermi a randellate, un programma che fa una certa cosa altro non fa che mettere in pratica un procedimento di derivazione matematica. --Vito (msg) 16:38, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
[× Conflitto di modifiche] Più sopra Vito ti ha già chiesto: quali sono i tuoi dati di input? Quale output vuoi? Ma non hai veramente risposto (in modo comprensibile). Allora chiariamo meglio. Da quanto scrivi posso immaginare due tipi di problemi:
  1. tu conosci il valore di f(x,a,b) per un certo numero (finito) di terne di valori (x,a,b); vuoi trovare una funzione che riproduca questi valori. Ce ne sono infinite, quindi si deve capire meglio che cosa ti serve. Puoi fare delle ipotesi sulle proprietà della funzione f(x,a,b) in generale (essere lineare, quadratica...)? In questo caso esistono algoritmi per trovare la funzione che approssima il meglio possibile i valori che conosci;
  2. tu sai che per determinati valori della coppia (a, b) la funzione coincide con delle funzioni di x note (note per qualsiasi valore di x!!!), e allora il problema è un po' diverso. Non riesco a immaginare una situazione concreta in cui si possa presentare un problema del genere, ma anche in questo caso le soluzioni sono infinite: bisogna avere altri elementi per capire quale è "la" soluzione che ti serve;
Ecco, tanto per cominciare sarebbe utile capire di quale di queste due situazioni tu stia parlando.
In entrambi i casi, comunque, non è che la soluzione matematica "non esista": al contrario, ne esistono infinite. Ovvero esistono infiniti algoritmi possibili, che generano risultati differenti.
Non è diverso dal chiedersi: qual è quella funzione f(x) tale che f(1)=1 e f(2)=4? Non è che "la soluzione" sia : ci sono infinite funzioni con quella proprietà. È facile vederlo: se ne conosci una, basta che sommi a questa una seconda funzione che si annulli in 1 e 2 e ottieni una nuova funzione con la stessa proprietà (esempio: ). Oppure puoi moltiplicare la soluzione trovata per una qualsiasi funzione che valga 1 per x=1 e x=2: anche così hai una nuova soluzione. Tutte queste coincidono per i valori che hai dato in input (cioè f(1) e f(2)), ma forniscono risultati diversi se consideri altri valori di x (la tua domanda è appunto intitolata "trovare i valori di una funzione non nota"...). Se tu non sai quale di queste infinite soluzioni è quella che ti serve, non è che te lo possa dire un algoritmo: bisogna aggiungere altre condizioni (non altri valori), che dipendono dal problema concreto che devi risolvere. --93.36.167.230 (msg) 16:59, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
[× Conflitto di modifiche] Proviamo a metterla in questo modo. A cosa serve conoscere i valori di a e b senza una funzione? A cosa serve sapere che la costante di gravitazione universale G vale quello che vale senza una formula (ovvero una funzione) che mi dica come usare G per calcolare la forza di attrazione gravitazionale fra i corpi? A cosa mi serve sapere che 42 è la risposta finale sulla questione della vita, dell'universo e di tutto? A nulla. Certo, come nello stupid sort, posso invocare il teorema della scimmia instancabile e sperare che provando a casaccio riesca a trovare la funzione cercata e con essa i valori di a e b. L'algoritmo informatico sarebbe quindi prova a caso e spera di essere fortunato. Ma se Nella pratica però ci sono più variabili e difficilmente assumono valori così "belli" (cioè sono descritti da una funzione complicata e sono affetti da errori di misura o da fluttuazioni casuali), allora perfino questo approccio è destinato a fallire. X-Dark (msg) 17:06, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Penso di riferirmi alla seconda situazione citata da 93.36.167.230, non devo trovare la funzione ma i valori di a e b, se esistono infinite soluzioni tanto meglio, a me ne basta una qualunque. Riguardo al problema concreto invece mi dispiace ma non posso aiutarvi in quanto i problemi concreti che hanno a che fare con l'algoritmo di cui ho bisogno sono infiniti. --Fab1can (msg) 17:11, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Resto perplesso, spesso non è sufficiente limitarsi ad una qualunque soluzione, ma serve studiare il problema con più precisione. Si potrebbe provare a considerare una interpolazione polinomiale, ma spesso questa soluzione non è ottimale. X-Dark (msg) 17:22, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
[× Conflitto di modifiche] Tu sai la forma generale della funzione, in cui compaiono i parametri e (come quando uno scrive ), e vuoi trovare e conoscendo il valore della funzione in un certo numero di punti ? Questo sarebbe un problema classico (che usualmente si risolve con il metodo dei minimi quadrati). Tu però hai scritto che non conosci la forma della funzione: allora chi sono e , se sono valori che devi trovare e non dati di input? Può darsi che l'algoritmo che cerchi si applichi ad infiniti casi concreti, ma potresti descriverne almeno uno? Aiuterebbe a capire. --93.36.167.230 (msg) 17:27, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Mettiamola solo sull'aspetto informatico con un esempio ad una sola variabile: io ho 3 numeri di input (1, 2, 3) e 3 numeri che vorrei di output(2, 4, 6), ho una variabile A che inizialmente vale 0 e una funzione double funcz(double x, double A){return x*A}Un ciclo fa la somma del valore assoluto delle differenze tra i risultati ottenuti dai funcz per ogni x (1, 2, 3) e tra risultati che ci si aspetta, questa somma la chiamerò sum1, ora si aggiunge 1 ad A e si ripete il ciclo di prima chiamando però sta volta il risultato finale sum2, se sum1>sum2 vuol dire che mi sto avvicinando all' A di cui ho bisogno (che in questo caso è 2) e in tal caso sum1=sum2, se invece sum1<sum2 allora mi sto allontanando dall' A di cui ho bisogno quindi alla prossima invece di aggiungere 1, sottraggo 0.5, finché sottraendo non arrivo di nuovo alla situazione di sum1<sum2, allora invece di sottrarre 0.5 aggiungo 0.25. Tutto questo finché sum1 non sarà minore di 0.001 (quasi la perfezione). A me serve qualcosa del genere solo che con più di una variabile. --Fab1can (msg) 18:58, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Nel tuo esempio, la funzione è nota, eccome: è la funzione (l'hai scritto nel codice sorgente). I dati che hai considerato - input=(1,2,3) e output=(2,4,6) - sono generati esattamente da quella funzione, con , e in questo caso per determinare A ti basterebbe anche un solo dato di input (con l'output corrispondente). In generale, se hai una funzione che contiene N parametri e hai N dati distinti di input, ti bastano questi a determinare tutti i valori dei parametri, mediante un'equazione. La situazione più comune, però, è quella di avere più dati di input che parametri da determinare, e cercare i valori dei parametri che determinano la migliore approssimazione con una funzione della forma data.
Il procedimento più comune per trovarli, quale che sia la particolare funzione che stai considerando, è il metodo dei minimi quadrati, come ho già scritto sopra. Hai provato a leggere quella voce? Il tuo problema è trasformare il metodo (che in effetti non è descritto in modo chiarissimo, imho) in una procedura? Per quanto ne so, in qualsiasi linguaggio di programmazione esistono librerie di procedure numeriche predefinite che basta "invocare" in modo opportuno. Perfino Excel ha una funzione predefinita che ti fa il calcolo in automatico.
Più nel dettaglio, supponiamo nota la forma della funzione f(x,a,b). Per ciascun valore dei parametri a e b tu puoi calcolare, per tutti i valori di input che conosci, le differenze fra gli output osservati e quelli che otterresti applicando la funzione f(x,a,b) con quegli specifici valori di a e b. È quello che hai già fatto nel tuo esempio. Solo che non devi sommare queste differenze: devi sommare i loro quadrati. Altrimenti, nella somma, differenze positive molto grandi potrebbero compensarsi con differenze negative molto grandi, e non è quello che vuoi tu (tu vuoi che tutte le differenze diventino piccole). Il tuo problema, quindi, è trovare i valori a e b che rendono minima la "somma delle differenze al quadrato": per questo si utilizza un algoritmo iterativo, ad esempio quello di Newton-Raphson. L'algoritmo che hai considerato nel tuo esempio (che è un algoritmo dicotomico), oltre ad essere meno efficiente, non si può applicare se hai più di un parametro: se capisco bene è quella la difficoltà che vorresti superate.
Sono queste le tecniche che applicano tutti, e ci sono interi capitoli di libri che spiegano come fare, non è che ci siano "scorciatoie". Il metodo funziona allo stesso modo per qualsiasi funzione f(x,a,b), purché questa dipenda linearmente dai parametri a e b (se no, la faccenda si complica un po'). A seconda del linguaggio di programmazione che devi usare, cercando un po' trovi sicuramente del codice già scritto. Ma su questo lascio la parola ai colleghi Oracoli informatici o ingegneri... --93.36.167.230 (msg) 20:25, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ad esempio, oltre ad Excel, posso segnalare Wolfram Alpha, oppure anche il software R. X-Dark (msg) 21:36, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Il mio era un esempio ad una sola variabile e con funzione nota, nella realtà ce ne sono 20, la funzione non è nota, quindi l'unico modo è procedere per tentativi, l'esistenza o meno di una formula matematica che faccia al caso mio non rientra nella mia domanda in quanto so già che non esiste.--Fab1can (msg) 21:39, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Il fatto che tu abbia 20 variabili (o 20 parametri) non cambia il metodo. A me è successo mesi fa di dover determinare oltre 300 parametri con 10000 dati di input, e il computer lo fa in pochi secondi. Il punto è: se non conosci la funzione, che significato hanno i parametri? Come fai a trovare le differenze fra valori osservati e valori calcolati? (calcolati come?) Quello che si fa normalmente, se la funzione non si conosce, è ipotizzarla. Cominci con una funzione lineare, poi se non ti soddisfa provi con una quadratica e vedi se si accorda meglio coi dati, ecc.
Questo è il procedimento standard: per tentativi, se vuoi, ma con una strategia ben precisa. La funzione che ottieni, con i valori dei parametri che hai ricavato, non è obbligatorio credere che sia la funzione "vera" che descrive il fenomeno: il fenomeno potrebbe avere una componente aleatoria, ad esempio. La funzione è semplicemente un modello, il più semplice possibile, che ti permette di fare previsioni con buona approssimazione.
A dire il vero, un metodo per analizzare una grande massa di dati senza ipotizzare una funzione che faccia da "modello" ci sarebbe. È una tecnica di data mining e si chiama albero di regressione. Però con quello non ottieni dei valori di parametri (è un metodo non-parametrico: d'altronde se non hai una funzione modello non ha senso parlare di parametri), ma una descrizione differente che comunque produce una previsione dei valori della funzione per dati diversi da quelli che tu hai usato come input. Non mi chiedere di spiegarti qui come si fa, però... --93.36.167.230 (msg) 21:54, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ripeto, la funzione non la conosco e mai la conoscerò, la soluzione di cui ho bisogno deve tenere conto di questo, altrimenti sono tutti bravi a cambiare la domanda se non si conosce la risposta (per carità, niente di male, però sto ripetendo sempre le stesse cose, ormai penso che la mia domanda sia chiara, se così non fosse sono disponibile a tutti i chiarimenti del caso, ma non a cambiare la mia domanda)--Fab1can (msg) 22:10, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Prima di gettare la spugna, voglio chiedere se almeno hai dato una lettura a interpolazione polinomiale e mi spiegassi perché non fa al caso tuo. Non ha importanza che tu non conosca la funzione, né tanto meno il numero di parametri, infatti l'algoritmo costruisce solo una interpolazione senza pretendere di costruire la funzione vera che ha generato i dati da interpolare (problema che infatti non ammette soluzione univoca). Ormai capire questa domanda è diventato per me un giallo. Resto convinto che deve pur esistere un caso pratico a cui vuoi applicare i metodi che ti stiamo proponendo, non capisco però perché questo caso pratico debba restare segreto. X-Dark (msg) 22:41, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
[× Conflitto di modifiche] Fab1can, guarda che sei tu che stai cambiando continuamente la domanda: hai esordito con Mettiamo caso che io abbia una funzione f(x, a, b), che per determinati valori di a e b (per esempio) f raddoppi x oppure la elevi al quadrato. Qual è l'algoritmo migliore per trovare i valori di a e b?. Poi dici che la funzione non la conosci e non la conoscerai mai (?), e ti stiamo dicendo che una funzione ragionevole puoi trovarla, non è che devi già sapere che è quella. In un altro punto dici che la funzione non esiste. Mettiamo pure che a te la forma della funzione non interessi affatto: ma che significato abbiano per te a e b se non specifichi la funzione, anzi affermi che non esiste, ancora io non l'ho capito. Esempi concreti non ne fai perché "ce ne sarebbero infiniti"; esponi dettagliatamente un esempio di algoritmo per dare l'idea della situazione, ti rispondo che intanto non devi minimizzare la somma degli scarti ma la somma dei quadrati degli scarti, e che se vuoi un algoritmo iterativo che funzioni con N parametri devi usare quello di Newton invece di quello dicotomico; ma subito dopo dici che quel caso (che hai descritto tu, mica noi) è completamente diverso da quello più generale che devi affrontare.
Non è che ci divertiamo a cambiare la domanda perché non sappiamo risponderti: stiamo procedendo per tentativi, pure noi, ma qui sembra di giocare ad acchiappa la talpa. Se uno accettasse l'idea che la matematica è il linguaggio inventato dagli esseri umani, in oltre 2000 anni, per riuscire a formulare delle domande in modo comprensibile e a trovare una risposta, sarebbe tutto più facile: basterebbe parlarsi in quel linguaggio... --93.36.167.230 (msg) 22:50, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
  • Se non ho capito male l'interpolazione polinomiale non si può applicare a qualunque funzione, a me serve qualcosa che funzioni in qualunque caso.
  • Dato che appunto i casi di applicazione sono infiniti, ogni volta che faccio un esempio quello è un possibile caso (raddoppiare x, elevarla al quadrato...)
  • Non ho mai detto che la funzione in questione non esiste, ho solo detto che non è nota.
  • L'algoritmo che ho portato nell'esempio precedente fa esattamente ciò di cui ho bisogno, solo con una variabile sola (A). Non ho fatto un esempio di algoritmo a più variabili dato che non ho la più pallida idea di come si faccia ed è l'oggetto della mia domanda
A questo punto non so come essere più chiaro. --Fab1can (msg) 08:01, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]
Mi sembra che ci sia un problema di fondo: l'interpolazione polinomiale, così come le tecniche di best fit citate dall'ip, si possono applicare a qualsiasi insieme di punti da interpolare o da "fittare". Le tecniche di best fit o di interpolazione non si applicano alle funzioni. Quindi sì, l'interpolazione polinomiale non si può applicare a qualunque funzione, semplicemente perché non si applica a nessuna funzione, ma a insiemi di punti (o anche a insiemi di coppie o n-uple di punti). Nel caso dell'interpolazione polinomiale, ottieni un polinomio che dipende da n parametri che passa esattamente per tutti gli n punti, nel caso della regressione lineare, ottieni una retta che passa il più vicino possibile a tutti i punti. Sono dei polinomi, ma tu sopra hai scritto che a me ne basta una [soluzione] qualunque: bene, questi algoritmi te ne forniscono due. X-Dark (msg) 10:19, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]
Sempre rischiando gli strali di 93.36.167.230 che è un po' più matematico di me, come ti è già stato detto esistono infinite curve (quindi funzioni) passanti per i punti che hai. Tu poi per certi versi scegliere cosa succede anche nei punti che non conosci scegliendo la tecnica di approssimazione, scelta che ti consente anche di stabilire l'onerosità computazionale della stessa. Se poi vuoi che la tecnica (che corrisponde a un "modello" di funzione) cambi puoi anche compiere delle scelte del tipo:
  • se ci sono n < 4 punti usa l'interpolazione lineare
  • se l'errore dell'interpolazione lineare è maggiore di k (con k che può essere il 10% della media dei valori ricevuti in ingresso) usa un polinomio del secondo ordine
  • se n > 4 usa una serie di Fourier
e così via. Insomma devi compiere delle scelte che hanno come tasselli gli strumenti che la matematica ti mette a disposizione. --Vito (msg) 10:44, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]
Se soluzioni che mi state proponendo presuppongono l'esistenza di un determinato tipo di funzione (o polinomio, insomma avete capito). Il fatto che la funzione non sia nota non vuol dire che io la debba trovare né tantomeno che non esista. Ciò di cui ho bisogno è un algoritmo informatico, non una funzione.--Fab1can (msg) 17:25, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]
Il rifiuto di chiamare la matematica col suo nome è una delle maledizioni dell'"informatica pratica". Proviamo a capirci in termini molto spiccioli. Tu vuoi una scatoletta all'interno della quale butti delle coppie di numeri A-B. Poi che deve fare? --Vito (msg) 18:24, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]
Assolutamente no, io nella "scatola" butto 2 terne (o quaterne, n-terne) di numeri, le "x" e i risultati che mi aspetto da quelle x. E lei mi restituisce le variabili che permettono quei risultati. --Fab1can (msg) 19:51, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]
Due terne sono in realtà una terna di coppie, al primo numero dell'una è associato il primo della seconda e così via.
Bene, ma per usare quei coefficienti che ti aspetti in uscita devi avere un modello di funzione. Ti faccio un esempio pratico: A[1, 2, 3] e B[1, 21, 41]. Ti può dare come risultato (-19, 20) oppure (-19, 20, 0, 0). Nel primo caso li usi come y = a+bx, nel secondo come y = a+bx+cx^2+dx^3. --Vito (msg) 20:03, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]
[ Rientro] Credo forse di aver afferrato il problema, che forse riguarda il concetto di funzione. nella "scatola" butto 2 terne (o quaterne, n-terne) di numeri, le "x" e i risultati che mi aspetto da quelle x. E lei mi restituisce le variabili che permettono quei risultati. Come possono delle variabili permettere dei risultati? Come possono delle variabili, o meglio parametri (due o tre o n), codificare una funzione, nota o ignota che sia? Una funzione reale di variabile reale f(x) è infatti una corrispondenza fra due insiemi infiniti (mi scusino i matematici per la brutta definizione). Un insieme è quello delle x, una variabile reale in ingresso, che è infinito, l'altro insieme è quello del risultato della funzione, un altro numero reale, infinito pure lui. Puoi visualizzarla come una infinità di "frecce" da un elemento dei numeri reali che puntano verso un altro elemento dei numeri reali. Senza alcuna altra restrizione, non c'è computer che tenga, per conoscere la funzione bisogna conoscere la corrispondenza fra due insiemi infiniti, e non c'è alcuna possibilità di codificare una generica funzione reale di variabile reale con solo due, tre o quattro numeri. Se restringi il numero possibili di operazioni che possono essere eseguite dalle "frecce" nel puntare ad un altro elemento, allora puoi effettivamente trovare una qualche soluzione, come ad esempio un polinomio, che possa essere ricostruito a partire da un sottoinsieme di punti finito. X-Dark (msg) 22:28, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]

Chiesa Internazionale Plenitudine[modifica wikitesto]

Ciao a tutti ho sentito parlare di questa "Chiesa Internazionale Plenitudine" ma non ho capito che tipo di fede cristiana sia (protestante, ortodossa o altro). Sono curioso di sapere un po' la storia e da dove nasce, grazie mille.


--Erik91★★★+5 16:51, 9 set 2017 (CEST)[rispondi]

La chiesa internazionale di plenitudine altro non è che un movimento religioso nato negli anni settanta in Canada (precisamente a Toronto), basato su principi cristiano-cattolici. è un movimento che si distacca dall'autorità papale, volendo porre l'umanità come centro di tutto, senza una figura che rappresenti la divinità, ma un sentimento collettivo che unisca tutte le persone del mondo e con l'intento di abbattere ogni divisione, confine etc. Lo scopo di ogni seguace di questa chiesa è raggiungere la Plenitudine, ovvero la pienezza e la perfezione non fisica, ma spirituale, ovvero raggiungendo quello stato di completa connessione e benessere con ogni individuo del pianeta (quindi la Plenitudine la si raggiungerà solo quando ogni persona del mondo la avrà raggiunta). L'armonia con le altre persone viene espresso da un profondo contatto fisico tra le persone: due seguaci di questo movimento che si incontrano si abbracciano e si baciano (ovviamente non in bocca), indipendente dal sesso, dall'età o dal fatto che lo conosca o meno.
I seguaci di questo movimento si incontrano in un luogo di culto una volta alla settimana, per celebrare la loro armonia, quindi non c'è un prete che dice la messa, ma tutti insieme si mettono a ballare e cantare assieme canti sacri. C'è una sorta di pulpito dove ognuno, quando e se ne ha voglia, può parlare ai presenti in chiesa. Queste cerimonie durano di solito due ore, e alla fine tutti quanti fanno un balletto ebraico, per onorare le loro origini.
Altro cardine di questa chiesa è il fatto che una persona quando muore viene cremata, poiché una volta morto lo spirito abbandona il corpo, oramai massa organica inutile, per entrare e fondersi nel mega-spirito di Plenitudine, in cui ogni singolo è contemporaneamente tutti, e gode di immenso piacere e goduria, avvolto da una tiepida sensazione di piacere sublime.
Questa è la chiesa internazionale di plenitudine, spero di aver risposto ai tuoi dubbi--95.236.156.254 (msg) 16:38, 11 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ma potrebbe essere enciclopedica? Come si chiama in origine (in inglese, ritengo) in modo da potere fare delle ricerche? C'è un sito ufficiale? In giro ho visto solo una pagina FB. --Lepido (msg) 16:45, 11 set 2017 (CEST)[rispondi]
Grazie mille IP! [@ Lepido] io ho chiesto all'oracolo proprio perché non ho trovato nulla. --Erik91★★★+5 10:17, 12 set 2017 (CEST)[rispondi]
[@ Lepido] presumo sia questa, ma non si trova davvero nulla. [@ erik1991] Penso che si possa considerare parte del filone protestante, ma senza informazioni è dura da dire. --Syrio posso aiutare? 11:35, 12 set 2017 (CEST)[rispondi]
[@ Syrio] grazie! --Erik91★★★+5 08:47, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]

Libri su cinema e musica[modifica wikitesto]

Vorrei migliorare la mia comprensione di film e musica acquistando qualche libro sul cinema e sulla musica, mi consigliate un paio di titoli? Non dev'essere qualcosa di didattico o di troppo complesso (insomma non devo fare il regista o sapere leggere uno spartito), vorrei giusto imparare a destreggiarmi tra i diversi generi cinematografici e musicali, imparare come è strutturato un film e un brano musicale e almeno avere le basi per sviluppare un giudizio oggettivo su un film o su un disco.--80.183.91.154 (msg) 20:35, 11 set 2017 (CEST)[rispondi]

Non saprei consigliare un libro, ma credo che di "oggettivo", su un film o un CD, si possa dire solo quanti minuti dura, chi sono gli interpreti, quanto ha incassato e cose simili. La critica "oggettiva" non esiste. A parte questo, già la cinematografia è un ambito piuttosto vasto: se per "musica" intendi non solo la musica da film, ma tutta la letteratura musicale - dal Medioevo ad oggi - imparare a "destreggiarsi" senza leggere libri "impegnativi" mi sembra difficile. Ci sono libri che elencano CD di cui si consiglia l'ascolto, commentati sinteticamente, ma riflettono semplicemente le preferenze dell'autore (nulla di "oggettivo") e sono in sostanza dei "consigli per gli acquisti"; non mi pare che migliorino più di tanto la "comprensione" dello opere musicali. Nella migliore delle ipotesi aiutano a capire in che cosa differiscono esecuzioni diverse della stessa opera (ma è difficile che lo facciano in modo "neutrale"). --93.36.167.230 (msg) 09:56, 12 set 2017 (CEST)[rispondi]
Capisco quello che vuoi dire, per la musica intendo proprio tutta la letteratura musicale (la storia, i vari generi, come è composta una canzone, un'orchestra, le varie sezioni, eccetera), e per i film mi basterebbe giusto qualcosa per poter individuarne i generi con certezza, capire i motivi dietro a questa o quella inquadratura, le diverse fotografie e i linguaggi alla base. Capisco che è una richiesta difficile da accontentare, forse c'è qualcosa nei testi che studiano nelle varie scuole di cinematografia e nei conservatori? Possibile che non ci sia qualche autore che abbia scritto un testo divulgativo sul cinema o sulla musica in generale?--80.182.91.14 (msg) 14:55, 12 set 2017 (CEST)[rispondi]
Certo che esistono libri di testo di musica, sia per la scuola media sia per la secondaria superiore: ma tu avevi scritto di non volere dei testi "didattici". Quello che non so proprio è se esistano libri "divulgativi", oltretutto onnicomprensivi. Roland de Candé ha scritto (nel 1980) un libro intitolato "L'Invitation à la musique : Petit manuel d'initiation" che forse è il genere di testo che ti andrebbe bene (io non l'ho mai letto), ma non mi pare che ce ne sia un'edizione italiana. Ci sono le enciclopedie della Musica, come quella Garzanti che ha al suo interno un compendio di "storia e geografia della musica"; ci sono testi di storia della musica non troppo specialistici, come quello di Massimo Mila, quello di Baroni, Fubini e al., quello dello stesso Roland de Candé. Non saprei consigliarti nessuno di questi, nel senso che mi sembra un po' come cercare un libro "divulgativo" sulla letteratura, o sulla storia dell'arte (tutta). Dovresti sfogliarli in una biblioteca e vedere se qualcuno fa al caso tuo. Tutto sommato, forse la Garzantina (Enciclopedia della Musica Garzanti) potrebbe essere uno strumento utile per le tue esigenze. Ma non è che leggendo qualche decina di pagine puoi aspettarti di "capire" la Nona Sinfonia di Beethoven. --93.36.167.230 (msg) 19:14, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]

[ Rientro] Ciao per la musica io ti consiglierei La grammatica della musica: la teoria, le forme e gli strumenti musicali di Ottó Károlyi, edizioni Einaudi. Penso sia un buon testo introduttivo sull' ABC. Per il cinema Storia del cinema. Un'introduzione di Kristin Thompson non è male; sennò La forma cinematografica di Ejzenstejn è un classico di base, ma non so se è quello che cerchi. --M&A (msg) 16:33, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]

Grazie, terrò in considerazione i tuoi suggerimenti.--82.53.50.237 (msg) 17:16, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]

Procurade e moderare[modifica wikitesto]

Sommo Oracolo, dell'inno Su patriotu sardu a sos feudatarios, scritto nel 1794 e oggi da alcuni considerato "l'inno dell'indipendentismo sardo" (secondo una lettura, diciamo, un po' parziale), si sa tutto - basta leggere la voce di Wikipedia - per quanto riguarda il testo. Ma se uno ascolta le esecuzioni musicali recenti (citate nella voce), si rende facilmente conto che ogni interprete ha composto o adattato una melodia diversa. La domanda è: esiste, se non una fonte musicale originale, almeno una tradizione esecutiva consolidata? Oppure il testo dell'inno è stato "riscoperto" dagli esecutori musicali solo in anni recenti, e tutti gli interpreti si sono inventati la musica, ciascuno a suo gusto? Studiosi come Giulio Fara o Gavino Gabriel dicono qualcosa in proposito? --93.36.167.230 (msg) 09:40, 12 set 2017 (CEST)[rispondi]

Questione culturale o semplice odio per noi?[modifica wikitesto]

Sono stato tre volte in nordafrica, una in Marocco, una in Tunisia e una in Egitto. In Tunisia ero in vacanza (a Susa), in Marocco ed Egitto per lavoro. Erano rispettivamente gli anni 1997, 2002, 2008. In tutte e tre le occasioni, ovunque andassi, sia per strada che nei supermercati (o in spiaggia in Tunisia) la gente del luogo mi guardava male, con fare minaccioso, sembrava quasi che mi volessero picchiare. Eppure non facevo nulla di strano, ero da solo (tranne in Tunisia, che ero con mia moglie), ero vestito in modo normale (pantaloni e polo, con colori non accesi). La barba era leggermente incolta, e i capelli li portavo normalmente... insomma, tutto normale. Visto che sembra che devo tornare in Marocco sempre per lavoro, questo fatto di guardarmi male è una semplice questione culturale che io da italiano ignorante non so, oppure c'è qualcosa che ho fatto di sbagliato. Non penso che abbia fatto qualcosa di sbagliato per l'islam, in Turchia (sempre per lavoro) non è successo nulla di che...--79.36.94.228 (msg) 13:47, 12 set 2017 (CEST)[rispondi]

Ma sei sicuro? Stai parlando di tre paesi fortemente turistici. Non è che per caso sei tu incuriosito dalle fisionomie particolari o ti piace guardare le persone. E un abitudine che abbiamo noi italiani, abituati a controllare se conosciamo qualcuno, abitudine molto italiana e poco estera ed in tutto il mondo se giri lo sguardo vesro qualcuno è normale che ricambi lo sguardo ed assai frequente. Tu camminavi guardando dritto senza interessarti degli altri e quando le persano ti entravano nel campo visivo vedevi che ti guardavano o...???--Pierpao.lo (listening) 14:24, 12 set 2017 (CEST)[rispondi]
Camminavo guardando dove mettevo i piedi, qualche volta in giro per vedere quello che c'era attorno. No, non fissavo nessuno, solo che dopo un pò che la gente ti guarda male te ne rendi conto, ed è spontaneo che ti venga il timore. Effettivamente in Marocco e in Egitto avevo paura per la mia incolumità già dalla partenza, e camminavo cercando assolutamente di non guardare nessuno. Sarò forse un po impressionabile, ma giuro che gli occhi addosso ce li avevo, e non erano i classici occhi curiosi verso una faccia nuova, era tipo "se ti avvicini di un solo centimetro ti sbrano". --87.14.45.238 (msg) 14:43, 12 set 2017 (CEST)[rispondi]
Non saprei, io sono stato per pochi giorni in Marocco, alcuni anni fa, e non ho notato nulla del genere. Però ho l'impressione che la sensazione che descrivi sia molto simile a quella che una persona proveniente dall'Africa prova spesso camminando per strada in molte parti d'Europa (Italia compresa). --93.35.162.228 (msg) 09:01, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]
in che posti ti guardavano storto, i pantaloni erano ovviamente lunghi? Ovviamente non mangiavi durante il Ramadan in pubblico, vero? È per curiosità.. --95.227.222.167 (msg) 21:30, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
I pantaloni erano lunghi (ma poi che c'entra? sai quanti marocchini coi pantaloncini ho visto laggiù) e non era il ramadan. In Marocco ero a Casablanca, in Egitto ero a Città del 6 ottobre ma spesso andavo al Cairo (lavoravo lì). In Tunisia, come già detto ero in vacanza a Susa. Dove mi guardavano male? nelle strade, nei supermercati, nei ristoranti. Insomma, attiravo parecchi sguardi. Poi in Marocco dovevo stare attento ad andare in giro, che spesso c'era qualche venditore che mi sbatteva le robe in mano da cafone quasi a obbligarmi a comprarle e una volta mi è corso incontro un gruppo di bambini che gridava. Io devo tornare lì, ho paura!--82.50.62.28 (msg) 09:32, 16 set 2017 (CEST)[rispondi]

Tra virgolette[modifica wikitesto]

In italiano quando si usano le " " e quando le << >>? E su wiki abbiamo una pagina che spiega quando si usano virgolette corsivi ecc ecc? Grazie--Pierpao.lo (listening) 11:51, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]

Direi di guardare Aiuto:Manuale di stile e Wikipedia:Citazioni.—GJo ↜↝ Parlami 12:01, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]
Pierpaolo tieni presente che le << >> sono sconsigliate potendo, a volte, entrare in conflitto in modo impredicibile con < > di un tag. Per questo motivo ho istruito AWB affinché le sostituisca con " ". Vedi questa sezione dove le << >> non sono nemmeno prese in considerazione. --Pracchia 78 (scrivimi) 20:58, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]
Avete fatto caso che esistono «queste»? Tra l'altro, Pierpao.lo ha chiesto separatamente se c'è una regola "in italiano" e "su Wikipedia". Le due cose non coincidono... --93.36.167.230 (msg) 21:12, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]
Si user:Pracchia-78 tu hai fatto bene, l'ip ha ragione, io intendevo le « » e i " "--Pierpao.lo (listening) 21:16, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]
Per quanto riguarda le regole di italiano: usare « » oppure " " non cambia nulla, hanno lo stesso identico utilizzo. « » sono le virgolette francesi, " " sono le virgolette italiane. Se guardi nei testi in tedesco, sono fatte così „ “. In questa pagina è spiegato tutto--82.50.64.93 (msg) 14:30, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]

Wikiversity 3 - Ingegneria[modifica wikitesto]

Come si categorizzano questi File:CARRELLO 1.jpg File:CARRELLO 2.jpg, ingegneria delle costruzioni? grazie--Pierpao.lo (listening) 17:08, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]

[@ Pierpao] Direi commons:Category:Bearing symbols--Parma1983 17:11, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]

Senza parole. user:Sakretsu la prossima volta che dico che vado a chiedere una cancellazione fuori di IT Wikipedia, bloccatemi a vita compresi tutti i miei ip lungo la linea ferroviaria tra Lecce e Firenze. Guardate che approfondita discussione per il mantenimento. Terminata con un template senza fonti (Sic!). Sono così le 600 000 voci in più che hanno. Se le tengano. Le label in francese su Wikidata non gliele metto più :) passo al catalano almeno sono più simpatici. Scusate lo sfogo e buon lavoro.--Pierpao.lo (listening) 22:04, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]

Pierpao.lo, che ti devo dire...  Conserver!--Sakretsu (炸裂) 22:16, 13 set 2017 (CEST)[rispondi]
user:Sakretsu Era per scusarmi di [questo] avevo dimenticato il link. Non dovevi dire niente--Pierpao.lo (listening) 16:26, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]
Sìsì, me lo ricordo, stavo ironizzando :-) Ma non ti dovevi scusare di nulla, anzi personalmente trovo sempre interessanti i confronti fra Wikipedie di lingue diverse. Magari questa volta fr.wiki si sarà comportata più da Wikipedia dalla mentalità francese che da Wikipedia in lingua francese, o magari siamo noi inaspettatamente in torto. A prescindere, però, i confronti aiutano a evitare che anche it.wiki si possa comportare in futuro da Wikipedia dalla mentalità italiana invece che da Wikipedia in lingua italiana. IMHO ogni opportunità per guadagnare un'ottica più ampia delle cose è preziosa, per cui se deciderai di aprire nuove cancellazioni sulle altre Wikipedie non ti bloccherò (in tutti i sensi)!--Sakretsu (炸裂) 18:02, 14 set 2017 (CEST)[rispondi]

Display iPhone 8 e 8 Plus[modifica wikitesto]

Il display di iPhone 8 e 8 Plus è in 16:9? Intendo dire: quando si guarda un video tenendo l’iPhone in orizzontale, si vedono le bande nere o il filmato viene visualizzato a schermo intero? --151.95.55.91 (msg) 13:41, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]

iPhone 8: 1334×750 pixel, iPhone 8 plus: 1920×1080 pixel. Come vedi sono entrambi 16:9[2]. --Lepido (msg) 15:14, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]

Scrivo qui per trovare una risposta ad alcuni dubbi che mi sono venuti in mente fin da quando ho sentito parlare dell'argomento. Ora, il termine omeopatia, citando l'incipit, indica una teoria secondo cui "il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata". Tuttavia, quando ne ho parlato con altre persone o guardato per sbaglio programmi televisivi o siti web dedicati all'argomento, mi sembra di vedere tutta un'altra cosa. Per esempio, se guardate qui, il significato di omeopatia (cioè curare sintomi con piante/vegetali) non è lo stesso di quello originale com'è scritto nella voce. La domanda è: come è potuto succedere? Pensate che la parola venga usata in modo sbagliato o effettivamente il significato moderno della parola indica una tutt'altra teoria medica? Oppure il significato moderno indica rimedi che sono derivati dalla teoria originale?--Gybo 95 (msg) 17:47, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]

Solitamente vicino ai biscotti e al caffè nei supermercati c'è un perfetto equivalente dei preparati omeopatici. Viene venduto in confezioni da 1kg di solito costa meno di due euro. Un "medico" omeopata ti saprà dire, caso per caso, se è più indicato quello di canna, quello semolato, quello a velo, etc. In altri termini l'omeopatia è così insensata che ha poco senso chiedersi se i principi vengano rispettati a livello commerciale, visto che nel preparato non c'è traccia dell'elemento originale (e così deve essere) non mi stupirei nemmeno se chi li produce evitasse tutta la trafila e si limitasse a fare pillolette di zucchero. --Vito (msg) 17:53, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ciao, "omeopatia" ha il significato che hai segnalato tu: è teoria medica secondo la quale le malattie si combattono con le stesse sostanze che ne sono all’origine sostanze che causano sintomi simili a quelli della malattia. In più, la teoria prevede che i principi attivi vadano somministrati in soluzioni estremamente diluite (maggiore diluizione = maggiore potenza...vabbè) (vedi la Treccani). Nell'uso comune, però, omeopatia è spesso confuso o usato a capocchia come sinonimo di fitoterapia o in generale di naturopatia anche se queste non ne condividono necessariamente (o affatto) i principi. --M&A (msg) 17:58, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]
Curarsi con "prodotti naturali" è qualcosa di scientificamente fondato, ma c'è un problema (oddio in realtà più di uno): le concentrazioni delle sostanze naturali non sono "tarabili" come invece lo sono i prodotti di sintesi. --Vito (msg) 18:07, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]
[@ Gybo 95] Sottoscrivo quanto detto da Vito e in particolare da M&A riguardo alla confusione, spesso anche da parte di sedicenti esperti del settore, tra omeopatia e naturopatia. Piccolo OT (ma non troppo): ci sarebbe anche da fare una lunga discussione semi-filosofica su cosa si intenda per "naturale" (fino a che punto può arrivare l'intervento umano su una sostanza, prima di definirla artificiale?) e una più tecnica sulla labilità, sull'effettiva concentrazione (come detto da Vito) e soprattutto sulle potenziali contaminazioni di certi composti di estrazione vegetale. --Mari (msg) 15:41, 1 ott 2017 (CEST)[rispondi]

Università scientifica dopo il classico[modifica wikitesto]

Ho iniziato il precorso della mia università scientifica (fisica) dopo il classico. Ragazzi, è stato un salto pazzesco, nel senso, penso abbiano svolto in circa una settimana tutto quel che pensavo fosse lo scibile umano matematico (fino a domenica scorsa ahaha).
Ne sono entusiasta, so che è la mia strada, ma sono altresì preoccupato: credo di non avere le basi, al solo precorso parlano già di campi e anelli, gruppi abeliani... ci ho perso tre ore su wikipedia. Io già non so risolvere le disequazioni irrazionali con radici, per non parlare della geometria sul piano csrtesiano: fadci di rette (?), per me i fasci erano solo cose storiche per intenderci.
Imporre le condizioni per trovare rette con costante k e studiare come.variano al variare di k nel sistema: arabo. Tutte queste cose vedo che i prof e la ragazza al tutoraggio lo danno per scontato, oggi ha detto: 5 minuti e dovete risolverla. Io ero lì fermo al primo passaggio di denominatore comune. Mi chiedo, ma tutte queste cose verranno riprese durante i corsi (soprattutto i problemi di geometria nel piano cartesiano, sono come bloccato nel soluzionarli)? O queste due settimane di precorso dovrebbero già essere sufficienti per una mente umana? Ho serie perplessità. Grazie dell'ascolto sonmo oracolo. --207.154.241.177 (msg) 17:55, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]

Ehm, sì, in effetti il corso di laure di fisica prevede un sacco (ma proprio un sacco) di matematica, sempre, non solo nei corsi preliminari. Io conosco diverse persone che hanno studiato al classico e poi si sono laureate in matematica, fisica o chimica, ma devi per forza prevedere un training super-intensivo sulla materia. Coraggio! --M&A (msg) 18:04, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]
Sono dei precorsi, evidentemente, fatti male. --Vito (msg) 18:08, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]
Mah. Pure io ho fatto Fisica venendo dal classico, ma erano altri tempi. Che la velocità con cui si spiegano le cose (la matematica, in particolare) all'università sia decisamente maggiore che al liceo, è indubbio. L'equivalente dell'intero programma di matematica di un anno di liceo occuperebbe al massimo due settimane, direi. Ci si fa l'abitudine, superate le difficoltà iniziali uno ingrana la marcia giusta e ce la può fare. Quanto al contenuto del precorso, da quello che scrivi mi faccio l'idea che diano particolare importanza alla geometria analitica (con buone ragioni), e che viceversa tu con la geometria analitica non ti senta tanto a tuo agio. Non farti spaventare dalle novità, però: i fasci di rette è normale che tu non li avessi mai visti (e vedrai i fasci di circonferenze, di coniche...).
Tutto sta a vedere come sono messi i tuoi compagni di corso. Se state annaspando tutti, o in maggioranza, esponete tranquillamente le vostre difficoltà a chi sta facendo il precorso: risolverle è precisamente il suo compito. Se invece vedi che per tutti gli altri sono effettivamente cose banali o quasi, non far conto che vengano riprese nei corsi (magari sì, ma non contarci). Individua, fra i docenti del precorso, quello che ti sembra più disponibile e fatti rispiegare, dopo la lezione o in un momento diverso, i passaggi che non riesci a fare. Non aspettare che le difficoltà si accumulino. Trova anche dei compagni di corso con cui confrontarti, discutere di quello che si è fatto a lezione, ecc.
Immagino che prima del precorso sia stata fatta una prova di verifica in ingresso, o no? Come te la sei cavata in quella?
Comunque non dovrebbe essere troppo difficile ottenere aiuto dai docenti: l'importante è non affrontare i docenti con atteggiamento ostile o "rivendicativo", perché quello è un modo sicuro per farsi mandare a quel paese (e non scrivere "soluzionare" anziché "risolvere", ti prego: hai pure fatto il classico...). Ma chiedere aiuto è un tuo pieno diritto, se no che "tutoraggio" è? --93.36.167.230 (msg) 19:31, 15 set 2017 (CEST)[rispondi]

Grazie, siete stati molto gentili nel rispondermi.
Mi piacerebbe in particolare rispondere a IP:93.36.167.230, ma un po' a tutti, perché temo sia stato frainteso: in realtà ho scritto qui non perché sia uno che non vuole studiare, o perché speri in una rassicurazione. In realtà vorrei solo chiedere a voi che ci siete passati se vale la pena acquistare libri del liceo e riguardarmi tutta la matematica fatta in uno scientifico, e dalla risposta "non far conto che vengano riprese nei corsi (magari sì, ma non contarci)" mi sa che sarebbe meglio agire così,forse sono temi che non verranno mai piùaffrontati. La mia paura, al contrario di altri universitari che sento, è proprio che se non vengono trattati più argomenti di gemetria analitica nei corsi mi rendo conto che mi porterò detro questa lacuna per sempre. Mi piacerebbe diventare un insegnante di matematica/fisica al liceo (è il mio progetto) e mi rendo conto che se non verranno spiegate io non avrò mai dimestichezza quanto un liceale che ha volto tutto questo per anni: insomma, io vorre studiare di più, non di meno. La mia paura è però che se mi imbarco a rileggere tutti i tomi di 5 anni di liceo vado a perdere il filo del corso: purtroppo ho solo 24 ore di tempo in una giornata :(. Cosa conviene fare, purtroppo come dici tu, IP, temo il classico sia cambiato e "sono ahimé altri tempi". Forse non ho la tua preparazione post-classico. --188.226.140.67 (msg) 00:00, 17 set 2017 (CEST)[rispondi]

Ai miei tempi, al classico si faceva molta meno matematica di adesso. In compenso, all'università i tempi erano un po' più "larghi", si andava meno di corsa (praticamente nessuno si laureava in quattro anni, come era previsto dal vecchio ordinamento, e un numero enorme di studenti si perdeva al primo anno, ma nessuno se ne curava). Tu ti fai troppi problemi, e non si capisce nemmeno bene quali siano. Che cosa dovrai sapere per insegnare matematica e fisica, un domani, è un problema che ti porrai più avanti (nel caso, dovrai comunque seguire dei corsi di didattica della matematica e della fisica, e se ne riparlerà a quel punto). Nel precorso, da quanto tu scrivi, vi fanno esercitare su delle tecniche di geometria analitica che al liceo non hai visto: adesso preoccupati di capire quelle. Se ti senti più sicuro a tenerti per un po' i libri di liceo in cui trovavi le formule di base (chessò, la retta per due punti e cose simili), allora aspetta a buttarli; ma sono più che altro una "coperta di Linus", le stesse formule le trovi su qualunque libro, in rete, su Wikipedia...
Posso raccontarti questo: avendo fatto il classico "a quei tempi", io non avevo mai visto una disequazione in vita mia. Per moltissimo tempo (almeno per tutti gli anni di università) mi sono sentito a disagio tutte le volte che c'era da affrontare una disequazione. Mi è successo pochissime volte, a dire il vero, ma ricordo benissimo quella sensazione: come di avere una sorta di handicap perché quelle cose non mi erano state spiegate a suo tempo. Credo di capire che questo sia il tipo di sensazione che hai tu ora, su altre parti della matematica.
Bene, sai come passa quella sensazione? Passa da sola quando ti rendi conto di essere perfettamente in grado di risolvere una disequazione, o un problema di geometria analitica, usando solo l'intelligenza e i concetti di base della matematica. Si tratta di fare un "salto", più che altro psicologico, nel tuo rapporto con la matematica: per tutti gli anni di scuola (complice anche un certo modo di insegnarla) sei stato convinto che si tratti di un enorme insieme di tecniche e di formule che bisogna ricordare e saper usare al momento giusto. A un certo momento (e se vuoi fare l'insegnante, quel momento dovrà assolutamente arrivare) ti rendi conto che quelle tecniche sono solo applicazioni, abbastanza banali, di concetti di base. Quanto ti accorgi che formule come quelle di geometria analitica, di trigonometria ecc., anche se non te le ricordi, le puoi ricavare in qualunque momento con pochi passaggi dalle definizioni di base, allora ti passa ogni complesso.
Non ti preoccupare se ora ti sembra di essere mille miglia lontano dal poterci riuscire: pensa che quel momento arriverà, se te lo metti come obiettivo e se d'ora in avanti, ogni volta che impari un nuovo pezzo di matematica, ripercorri i passaggi che portano a una certa formula come se stessi leggendo la soluzione di un esercizio che tu avresti dovuto fare. Ogni tanto, prendi qualche formula di quelle del liceo e chiediti: se fossi naufragato su un'isola senza nessun libro, riuscirei a ricostruire la formula - non a memoria, ma deducendola dalle definizioni? La volta che ti capiterà di riuscirci (magari non sarà alla prima volta, ma non scoraggiarti), di ricavare da solo una formula matematica, la sensazione sarà come quando per la prima volta hai scoperto di poter andare in bicicletta senza le ruotine.
Detto questo, ora pensa a star dietro alle lezioni. Appena dovrai studiare il moto di un punto materiale soggetto a un campo di forze assegnato scoprirai a che cosa serve tutta quella geometria analitica, e con le ruotine o senza ti toccherà pedalare in ogni caso... --93.36.167.230 (msg) 19:44, 17 set 2017 (CEST)[rispondi]

Credo tu ci abba preso: è esattamente quella sensazione di ansia da prestazione e vedo che molti raccoglimenti di quadrati e cambi variabile non li vedo dove altri li vedono, oppure l'impostare il problema di geometria analitica. Se ho ben capito però è inutile compiere l'opera di rileggere tutti i tomi di uno scientifico, anche se non verranno più riaffrontati certi temi durante il corso (mi dicevi nella prima risposta che potrebbero non essere mai più spiegati) prima o poi ci si sblocca. Io sono attento, mi piace, e proprio perché adoro questa materia vorrei saperne il più possibile. --188.226.169.251 (msg) 00:05, 18 set 2017 (CEST)[rispondi]

Gruppo (matematica)[modifica wikitesto]

Carissima Wikipedia (sezione oracolo), ho un dubbio: come leggo sulle tue colte pagine un "elemento inverso di g", che possiamo chiamare "h" è tale se e solo se vale la relazione g*h=h*g=1(elemento neutro). Ma il fatto che g*h sia identica a h*g non dovrebbe valere se il gruppo è abeliano? In pratica, se ho capito bene, un gruppo anche non abeliano (cioè non commutativo) ha commutatività sull'elemento inverso sempre e comunque?
Stesso discorso anche per il neutro. --2.43.126.178 (msg) 18:14, 17 set 2017 (CEST)[rispondi]

La commutatività sul neutro e l'inverso è indipendente dall'abelianità del gruppo (che la richiede su tutte le coppie), quindi sì, possiamo dire che un gruppo anche non abeliano ha sempre la commutativa sui due elementi. Questo per definizione stessa di neutro ed inverso, che altrimenti non sarebbero tali (anche intuitivamente).--Daimona Eaytoy (Scrivimi!) 18:21, 17 set 2017 (CEST)[rispondi]
Molte grazie ^^ --2.43.126.178 (msg) 19:00, 17 set 2017 (CEST)[rispondi]

Chiarimento punteggio Serie A[modifica wikitesto]

In che modo la FIGC gestisce il punteggio di una partita rinviata e recuperata? Ad esempio, Sampdoria-Roma della 3ª giornata di Serie A è stata rinviata. Quando verrà recuperata, se la Roma vincesse, nella casella vuota verrà scritto 9, o 6 (scalando opportunamente i punteggi successivi)? --151.95.55.91 (msg) 23:12, 17 set 2017 (CEST)[rispondi]

Blocco turco[modifica wikitesto]

Ciao. Il governo turco ha oscurato Wikipedia nel paese, e questo si sa. Per pura curiosità ho provato a collegarmi su Wikipedia utilizzando un proxy turco, e sono riuscito a connettermi lo stesso: Perché non mi è stata impedita la connessione? Potrebbe essere una questione di DNS, nel senso che se dal mio pc, con IP italiano impostassi di collegarmi a un openDNS con IP turco verrei bloccato lo stesso? So che per mister Erdy questa mia domanda (che definirei segreto di pulcinella, così come il suo contributo alla rogna I**S) potrebbe sembrare un attacco allo stato turco da parte di un gulenista, però visto che lui su di me conta come il 2 di picche lo chiedo lo stesso (e che cavolo, è anche un mio diritto!) --87.15.206.18 (msg) 09:00, 18 set 2017 (CEST)[rispondi]

Secondo me, come tu dici, dovrebbe essere una questione di DNS. Non essendo però in Turchia, non so cosa succederebbe se da lì si impostasse il classico DNS Google, quindi le mie sono supposizioni. --Lepido (msg) 09:34, 18 set 2017 (CEST)[rispondi]
Sempre se il blocco fosse ancora presente, potrebbe anche essere che il governo turco abbia imposto la propria censura solo su alcuni Internet service provider civili (cosa molto semplice) e non ad ogni connessione in uscita dal paese (cosa un po' complessa). Quindi qualche server farm turca potrebbe essere stata esente. --Valerio Bozzolan (msg) 10:43, 18 set 2017 (CEST)[rispondi]

Buondì,
Ma per quale motivo x=c (costante) rappresenta una retta parallela all'asse y? Potrebbe rappresentare un punto pensavo, perché io ho solp che x ha un valore assegnato e non capisco perché sia quel valore per tutti gli y e non solo per uno. Cosa mi assicura questo. Thx --94.125.234.6 (msg) 12:17, 18 set 2017 (CEST)[rispondi]

E dunque quale valore di y? Se non lo specifichi vanno bene tutti. --Vito (msg) 13:01, 18 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ovviamente dipende da cosa stai scrivendo. Se scrivi x=c è basta hai che x è una costante, c; non è un punto; se scrivi x=c riferendoti al piano cartesiano non puoi indicare un punto perchè il piano cartesiano è in correlazione biunivoca con RxR quindi per un punto ci vogliono due valori di R e tu non stai indicando y; ma y ci vuole per forza perchè gli y ci sono per definizione, ribadisco, siamo sul piano cartesiano e quindi dobbiamo definire un insieme formato da coppie (x,y). Quali y? Tutti. Infatti, se non definisci l'insieme degli y (che, associati agli x come lì abbiamo definiti, formano il sottoinsieme di RxR che indichamo con x=c) allora quell'insieme (di Y) corrisponde a R. Quindi ricapitolando non potendo rappresentare un punto, perchè non sappiamo quale y sarebbe, rappresenta un sottoinsieme, sempre di RxR composto dalle coppie formate singolaremente da ogni y che appartiene a R, visto che gli y non sono definiti, associato singolarmente con x=c; ovverosia la retta che passa per x=c e parallela all'asse delle ordinate, che non è una funzione. Utente:Rojelio Corregimi se ho sbagliato che ho fatto analisi 1 nello scorso millennio--Pierpao.lo (listening) 14:15, 18 set 2017 (CEST)[rispondi]
Una retta, nella sua forma implicita, ha equazione ax + by + c = 0. Nel caso che tu hai indicato, il coefficiente di y è 0 (zero). Di conseguenza, qualunque valore tu dia a y, la sua immagine in x sarà sempre la stessa (ovvero c). Se l'equazione è x=2, , di fatto la forma implicita è x ± 0y - 2 = 0, quindi x = ± 0y + 2. Ecco, qualunque valore dai a y, x varrà sempre 2. Infine, quoto Pierpaolo, un punto cartesiano P deve avere due coordinate, una in x, l'altra in y. P(x;y) --79.17.156.103 (msg) 16:58, 18 set 2017 (CEST)[rispondi]
Temo che alla base dell'incomprensione possa errerci il fatto che stai interpretando l'equazione "x=c" in forma imperativa, come se fosse un comando, delle istruzioni che ti dicono come "costruire" la curva: "assegna all'ascissa il valore c". E giustamente ti chiedi "e la y? Chi mi dice cosa fa la y? Chi mi dice che a quell'equazione vanno bene tutte?".
Il fatto è che invece è il contrario, è un processo sottrattivo. Un luogo geometrico (di cui questo è un esempio) è sempre definito da due componenti:
  • Un dominio, ovvero l'insieme di tutti i punti "candidati", quelli che potrebbero far parte del luogo geometrico. Nel nostro caso il dominio è il piano cartesiano.
  • Una proprietà, ovvero una condizione che un qualsiasi punto P del dominio deve soddisfare affinché possa far parte del luogo geometrico. In geometria analitica tale proprietà è usualmente espressa attraverso un'equazione: fanno parte del luogo geometrico tutti i punti del dominio le cui coordinate, sostituite nell'equazione, la rendono un'uguaglianza vera (altrimenti detto, "soddisfano l'equazione").
Il dominio ti chiede di considerare tutti i punti del piano, e l'equazione ti dice di tenere solo quelli la cui ascissa vale "c" (per questo l'ho definito un processo "sottrattivo": l'equazione non ti dice quali punti aggiungere alla curva: in un certo senso ti dice quali punti del dominio vanno scartati, ovvero tutti quelli per cui è falsa).
Se da un piano tolgo tutti i punti la cui ascissa non è "c", quello che resta è la retta verticale che taglia le ascisse in "c", e noi diciamo che "x=c" è l'equazione di quella retta. -- Rojelio (dimmi tutto) 18:28, 18 set 2017 (CEST)[rispondi]

Tasse Universitarie e Ricorsi[modifica wikitesto]

Che voi sappiate, riassunto in breve... Se per qualche intoppo amministrativo non si presentasse il modulo ISEU e dunque si finisse in fascia alta (quindi, un reddito non vero) si potrebbe fare ricorso anche a distanza di mesi? Avete qualche link, documento o forum con discussioni in proposito?Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Freebird73 (discussioni · contributi).

Se non viene rispettata la scadenza su quali basi si farebbe ricorso? Considerando l'inserimento in massima fascia come un atto amministrativo, a occhiometro, si dovrebbe anche applicare il limite di sessanta giorni per i ricorsi al TAR. In altri termini fare ricorso mi pare un ottimo modo per aumentare considerevolmente i soldi persi. --Vito (msg) 13:28, 19 set 2017 (CEST)[rispondi]

Quindi il fatto che sia stato riportato un dato sbagliato per colpa di cause di forze maggiori, è una cosa irrilevante?Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Freebird73 (discussioni · contributi).

Se è colpa tua sì. Ovviamente puoi chiedere consiglio a un avvocato di fiducia, quindi che non ti spinga -come spesso accade in spregio a ogni etica- a fare un ricorso "tanto si becca la parcella", ma non vedo alcun appiglio. Da un punto di vista amministrativo la tassa universitaria è quella di fascia massima, poi lo studente si può avvalere dell'agevolazione di pagare una tassa ridotta previa presentazione dell'ISEE, se non lo presenta son fatti suoi. Fra l'altro credo basti il semplice protocollo di avvenuto inoltro della dichiarazione, quindi se l'INPS ritarda lo studente non viene danneggiato. --Vito (msg) 21:54, 19 set 2017 (CEST)[rispondi]

Quando si beve l'acqua, più o meno, a quanti l (o meglio ml) equivale un sorso d'acqua. Grazie --80.180.61.118 (msg) 12:50, 20 set 2017 (CEST)[rispondi]

Qui dice che dipende, perché il "sorso" cambia di persona in persona; una delle risposte che trovi lì fornisce una stima di 140-200 ml, ma se hai un contenitore graduato puoi misurarlo facilmente da te. --Syrio posso aiutare? 13:19, 20 set 2017 (CEST)[rispondi]
140-200 ml mi sembra un po' troppo abbondante come sorso, visto che equivale ad un intero bicchiere pieno :-) Starei più sulla misura di uno shot, o cicchetto, equivalente a poche decine di ml. --Nungalpiriggal (msg) 22:52, 20 set 2017 (CEST)[rispondi]
Curiosa la domanda, ho provato a farlo da me. Per 200 ml di acqua ho fatto 7 sorsi più qualche goccia (to, facciamo 7 e mezzo). 200:7,5 fa circa 26,67 ml per sorso. É empirica e di certo una sola prova fatta su una sola persona non è un dato statisticamente attendibile, ma può essere indicativo...--82.48.96.41 (msg) 13:43, 21 set 2017 (CEST)[rispondi]

Mare, mare mare...[modifica wikitesto]

Sommo, potente ed estremo Oracolo, so che sembra una domanda da bambino delle elementari, ma veramente, perché il mare è salato? Quando miliardi e miliardi di anni fa le immense piogge colpirono il pianeta portando l'acqua, perché i mari e gli oceani hanno avuto così tanto NaCl, mentre laghi e fiumi no?

--87.2.202.253 (msg) 13:20, 20 set 2017 (CEST)[rispondi]

Per farla breve, perchè i mari (o i laghi senza sbocco) sono un punto di accumulo dei sali. La pioggia, attraversando le rocce e il terreno, quando raggiunge i fiumi porta con sè piccolissime quantità di sali. I fiumi portano questi sali in mare. Con l'evaporazione parte dell'acqua dei mari ritorna nell'atmosfera e si ritrasforma poi in pioggia facendo ricominciare il ciclo. Però l'acqua che evapora è praticamente priva di sali ed altre sostanza, che restano nel mare e col passare di milioni di anni si accumulano sempre di più. --Postcrosser (msg) 14:10, 20 set 2017 (CEST)[rispondi]

Cambio parametro[modifica wikitesto]

Ciao ragazzi attivi su wiki. È il primo messaggio che scrivo qui (ho modificato altre voci ma mai in discussioni). In una domanda chiusa (con possibilità di argomentare un minimo) c'era la scelta se fosse possibile o meno fare una certa operazione di sostituzione di parametro. Del tipo t^2=-x^2: Io ho scritto non per tutti, ma è possibile solo per il valore 0. Questo perché non esiste valore tale che la somma di quadrati=0 (essendo a segni concordi cioè sempre positivi. Ma è anche vero che un quadrato sempre positivo non può essere uguale a uno sempre negativo, questo giustifica la non possibilità di "cambio paramentro er x diverso da 0". Spero qualcuno di buon cuore mi risponda, non so se si potesse spiegare in modo più formale.

Grazie ragazzi.--5.90.93.126 (msg) 12:40, 21 set 2017 (CEST)[rispondi]

Immagino si possa dire anche così:
Ma ha senso solo se , perlomeno se ci troviamo in un dominio . --Horcrux九十二 13:48, 21 set 2017 (CEST)[rispondi]

funzioni ed equazioni[modifica wikitesto]

Visto che ho preso coraggio a scrivere mi piacerebbe porvi una seconda domanda, credo di non aver mai perfettamente capito la differenza tra funzione (es in x e trovo y) e equqzioni in x,y. Mi pare siano lo stesso oggetto, alla fine le une vengono usate nelle altre e anche nel fsre i grafici. Saluto --5.90.93.126 (msg) 12:58, 21 set 2017 (CEST)[rispondi]

Una funzione ci dice come varia il parametro y al variare del parametro x: y è quindi una variabile dipendente da x, che è indipendente.
Un equazione è invece un espressione algebrica che può avere una o più incognite, verificata solo per determinati valori delle incognite.
Per fare un esempio pratico: y=3x+2 è una funzione che ci mostra come varia y al variare di x. Con x=2, y=8; con x=4, y=14 etc. Invece 3x-5=7 è un equazione, verificata solo e soltanto per x=4. In caso di equazioni a più incognite, l'unico modo per risolvere il problema è costruire un sistema di equazioni--82.48.96.41 (msg) 13:36, 21 set 2017 (CEST)[rispondi]
Però, mi chiedevo. Ax+By=1 è una equazione, se vado a portare a sinistra il simbolo y, la tratto come funzione. Da qui nasceva il dubbio. Praticamente quando trovo la x che rendera il primo termine uguale al secondo dell'uguaglianza, posso dire che equazione e funzione coincidano. Grazie ancora ragazzi. --5.90.79.244 (msg) 16:09, 21 set 2017 (CEST)[rispondi]
Da Funzione: In matematica, corrispondenza che associa ad ogni elemento di un primo insieme uno e un solo elemento di un secondo insieme. Prova ora ad immaginare l'equazione x^2 + y^2 - 4 = 0. Il luogo dei punti che risolve questa equazione è una circonferenza sul piano cartesiano, ma una circonferenza non è una funzione. X-Dark (msg) 16:23, 21 set 2017 (CEST)[rispondi]
Commento agli esempi di 5.90.79.244 e di X-Dark: Ax+By=1 è un'equazione, che definisce un insieme (o luogo di punti) nel piano: nella fattispecie, una retta. Se espliciti y, ottenendo y=(1-Ax)/B, trovi la funzione che ad ogni valore di x fa corrispondere l'ordinata y del punto corrispondente sulla retta definita da Ax+By=1. In altri termini, in questo caso il luogo di punti definito dall'equazione coincide con il grafico di una funzione, f(x)=(1-Ax)/B. Nel controesempio proposto da X-Dark, l'equazione definisce una circonferenza: ci sono x reali a cui non corrisponde nessun punto della circonferenza, x=2 e x=-2 a cui corrisponde un punto solo (y=0) e tutti gli x compresi fra -2 e 2 a cui corrispondono due valori di y per ciascun valore di x. Quindi non puoi complessivamente (o, come dicono i matematici, globalmente) rappresentare quella circonferenza come il grafico di una funzione definita sulla retta reale. Puoi però rappresentare i due archi di cerchio, per x strettamente compreso fra -2 e 2, come grafici di due distinte funzioni definite su quell'intervallo: e .
Più in generale, come già è stato detto, un'equazione descrive un sottoinsieme (del piano cartesiano, nel nostro caso); una funzione definisce una corrispondenza fra elementi di due insiemi A e B. La relazione fra i due concetti sta nel fatto che il grafico di una funzione è un sottoinsieme del prodotto cartesiano AxB, ed è sempre possibile descriverlo attraverso un'equazione, che in quel caso ha la forma y=f(x). Non vale l'inverso: non sempre il sottoinsieme definito da un'equazione si può rappresentare come grafico di una funzione. Per approfondire, dovresti leggere la voce sul teorema delle funzioni implicite.--130.192.193.197 (msg) 16:59, 21 set 2017 (CEST)[rispondi]
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Versione corta
La funzione f(x) e l'equazione y=f(x) sono oggetti diversissimi. Quell'equazione è un oggetto matematico in due dimensioni/incognite (come correttamente intuito) che costruiamo apposta in quel modo per sfruttare il fatto che la rappresentazione grafica sul piano cartesiano delle sue soluzioni (una curva) ci offre una facile visualizzazione di come il valore della funzione f(x) cambi al variare di x: prendo l'unico punto della curva che ha ascissa x, e la sua ordinata mi dice f(x). Lo facciamo così spesso e così naturalmente che si finisce per pensare (sbagliando) che l'equazione sia la funzione f(x); no, no, e proprio no: l'equazione è un ente bi-dimensionale costruito ad arte per "dirci qualcosa" su un altro ente, che è una funzione modo-dimensionale.
Versione pedante (per i più coraggiosi)
La "confusione" lamentata dal questuante trova parziale giustificazione nel fatto che dietro un'operazione apparentemente innocente come scrivere "y=f(x)" si nascondono un paio di passaggi formali cui nessuno pensa mai (a buon motivo, peraltro: al lato pratico tutto funziona "naturalmente" anche senza una perfetta comprensione di quello che, tecnicamente, sta succedendo dietro le quinte).
Un'equazione in due incognite reali (mi concentro su quelle, visto che di quelle stiamo parlando, ma il discorso è generale) può essere pensata a sua volta come una funzione in due variabili e risultato booleano: vero quando i due membri hanno lo stesso valore, falso in caso contrario (i valori delle variabili per cui la funzione ha valore vero sono le soluzioni dell'equazione). I due membri (che indicherò con i nomi "a" e "b") sono a loro volta funzioni nelle medesime variabili:
Quando scriviamo l'equazione del grafico di una funzione f(x) come "y=f(x)", quello che stiamo formalmente facendo è definire i due membri dell'equazione come segue:
A ben vedere, quindi, entrambi i membri dell'equazione (così come l'equazione stessa) sono e restano sempre funzioni di due variabili. Siccome però in questo caso le variabili sono perfettamente separate (il che non è sempre possibile, come correttamente sottolinea 130.192 qui sopra), possiamo "adattare" il soggiacente dominio bi-dimensionale dell'equazione a funzioni mono-dimensionali (y e f(x)) tramite le "estrazioni di coordinata" asc e ord (credo che formalmente sia una "proiezione", ma qui lo dico e qui lo nego).
Di tutto questo noi, scrivendo, non vediamo nulla, e alla fin fine nemmeno abbiamo particolare motivo di preoccuparci: le due funzioni
si scrivono allo stesso identico modo: "3x+2". Però se uno vuole davvero spaccare il capello, il secondo membro dell'equazione è "b", una funzione in (x,y) che "evita" di usare "y" solo perché così abbiamo deciso noi. :-)
Se riscrivo "y=3x+2" come "2y-2x=y+x+2" (operazione stupida, ma è solo per rendere il concetto :-) ) ottengo una nuova equazione in due incognite, che ha la caratteristica di essere "equivalente" a quella di partenza (è vera per le stesse identiche coppie (x,y), ovvero ha le medesime soluzioni e rappresentata graficamente sul piano cartesiano produce l'identica curva), ma non essendoci più l'originale separazione delle incognite tra i due membri non è più possibile usare il "trucco" della riduzione di dimensionalità, e i due membri si mostrano palesemente per quello che, in realtà, sono sempre stati: funzioni in due variabili. -- Rojelio (dimmi tutto) 19:28, 22 set 2017 (CEST)[rispondi]

Filmato con effetti strani[modifica wikitesto]

In questo filmato, in alcuni momenti, si possono notare delle deformazioni anomale. È forse registrato con una fotocamera a livelli, che riconosce primo piano e sfondo? Perché succede? --2001:B07:6442:8903:2836:EE94:6CE4:7CDF (msg) 09:31, 22 set 2017 (CEST)[rispondi]

Penso sia girato con un cellulare economico, gli "effetti" sono dovuti allo stabilizzatore d'immagine che non funziona come dovrebbe, non a caso accadono quando il cellulare viene spostato in una direzione o nell'altra velocemente, oppure la lente è deformata.--82.53.54.148 (msg) 15:09, 22 set 2017 (CEST)[rispondi]

James Bond e l'anatomia[modifica wikitesto]

In 24 film di James Bond sono state ripetutamente violate le leggi fisiche, chimiche, biologiche, anatomiche, termodinamiche e a volte anche del buon senso. Tuttavia c'è un episodio del film Spectre che mi lascia un po' perplesso. Quando Blofeld letteralmente trapana il cervello a James per ben 2 volte, lui poi si rialza e continua a vivere normalmente. Ma è possibile continuare a essere normali dopo due trapanate (senza soffermarsi troppo sul rischio di infezioni) del genere? Da quello che ne so dopo una cosa del genere uno diventa praticamente uno scaldasedia inerte

--62.211.140.77 (msg) 15:35, 22 set 2017 (CEST)[rispondi]

Non necessariamente: lesioni circoscritte possono ovviamente causare problemi anche gravi, ma non necessariamente ridurre l'individuo ad un vegetale (consiglio la lettura della biografia di Phineas Gage per un esempio di quanto danno il cervello possa arrivare a sopportare). -- Rojelio (dimmi tutto) 17:50, 22 set 2017 (CEST)[rispondi]
La trapanazione del cranio è una tra le più antiche tecniche chirurgiche della storia della medicina, praticata fin dal Neolitico; vedi Storia della chirurgia#Origini della chirurgia. --Franz van Lanzee (msg) 18:01, 22 set 2017 (CEST)[rispondi]

Salve a tutti. Mi capita spesso di dover utilizzare Google Books. Ormai, tutte le volte che lo uso, dopo un po' mi compaiono quegli orrendi giochini (recaptcha?) dove uno deve cliccare su immagini di cartelli o auto per dimostrare di non essere un robot. Il problema è che stanno diventando un serio intralcio alla mia navigazione. Ricompaiono instancabilmente dopo poche successive ricerche ed a volte mi tocca selezionare decine di immagini che per giunta si caricano lentamente. E' diventato un incubo, tanto che ormai tendo ad utilizzare Yahoo. Però Google Books, ovviamente, è sotto Google. Qualcuno saprebbe dirmi se c'è un modo per evitare questa tortura? --79.46.134.24 (msg) 15:39, 23 set 2017 (CEST)--79.46.134.24 (msg) 15:37, 23 set 2017 (CEST)[rispondi]

Se fossi Google lascerei tutto così com'è: invadente :D Sì insomma, continuerei a non ringraziarti per tutti i dati di street view che stai decodificando. --Valerio Bozzolan (msg) 16:17, 23 set 2017 (CEST)[rispondi]
Il complottista che c'è in me (anzi, su una spalla) ha sempre sospettato una cosa del genere, ma il mythbuster che c'è in me (sull'altra spalla) ogni volta obietta: se fossi TU a decodificare, come potrebbe il sistema dirti se hai risposto giusto o sbagliato? vanificherebbe completamente l'idea di captcha, o no? --87.9.120.186 (msg) 18:28, 24 set 2017 (CEST)[rispondi]
Semplice, fai così. --Vito (msg) 16:01, 25 set 2017 (CEST)[rispondi]
[↓↑ fuori crono] Non ho capito. "Così" come? --188.152.159.54 (msg) 18:20, 25 set 2017 (CEST)[rispondi]
Esatto! Perchè ci sono molti più utenti che sono spronati dalla necessità di accedere alla risorsa, superando il coso, rispetto al numero di utenti che vogliono trollare/evadere il coso. La risposta corretta emergerebbe in modo piuttosto evidente rispetto alle risposte trollose/sbagliate. --Valerio Bozzolan (msg) 17:17, 25 set 2017 (CEST)[rispondi]
Interessante. Ma la pagina linkata da Vito parla di libri. E la questione segnali stradali e negozi? --95.248.5.236 (msg) 22:22, 25 set 2017 (CEST)[rispondi]
Tranquillo, so come ti senti, è solo che non possiedi miliardi di fotografie da cui potresti attingere preziose informazioni per popolare i tuoi servizi, tipo... boh... estrarre numeri civici dai selfie per popolare di dati Google Maps :D Ogni accenno è meramente stocastico. --Valerio Bozzolan (msg) 23:46, 25 set 2017 (CEST)[rispondi]

I selfie non mi sarebbero mai venuti in mente, perché di solito non li faccio e poi sono un paranoico elimina sempre i metadati :D. Per segnali stradali e negozi l'unica cosa che mi viene in mente è che, una volta identificati come tali, street view può evitare di applicar loro il "blur della privacy" e quindi offrire un servizio migliore. (Però, per i segnali, questo avrebbe senso applicato alle indicazioni direzionali con scritte, un po' meno sugli altri tipi di cartelli). In effetti QUANTE stramaledette volte ho fatto un sopralluogo virtuale con street view prima di un viaggio, e mi sono trovato i segnali "oscurati"... ma poi alla fine una risposta a 79.46.134.24 c'è stata? --79.17.121.174 (msg) 22:47, 26 set 2017 (CEST)[rispondi]

Proporzionale e distribuzione seggi[modifica wikitesto]

Domanda sul sistema proporzionale, che riguarda il Porcellum, l'Italicum e, per quei 2/3, il Rosatellum. Il paese viene diviso in n circoscrizioni plurinominali bloccate (ok, l'Italicum aveva solo i capilista bloccati, ma fa niente), ciò significa che per ogni circoscrizione verranno eletti un certo numero di parlamentari, anche di più partiti politici. I seggi in parlamento tra i partiti/coalizioni viene distribuito secondo i risultati a livello nazionale. Ma una volta stabilito, guardando il risultato nazionale quanti seggi spettano a tal partito, come si fa a stabilire quali parlamentari di quali circoscrizioni accederanno al parlamento? Insomma, non è facile da spiegare la domanda, ma chi vince a livello nazionale non è detto che abbia la maggioranza in tutte le circoscrizioni (un po' come Trump negli USA, non è stato il più votato in assoluto, ma ha avuto la maggioranza in più stati), quindi assegnare n seggi a una circoscrizione e dividerli proporzionalmente tra i partiti in base ai risultati nella stessa non ha senso, perché alla fine la divisione vera e propria avviene guardando il risultato nazionale. Quindi si, come si stabilisce quali parlamentari e di quali partiti per ciascuna circoscrizione accedono al parlamento, in modo da rispettare la composizione uscita dal risultato nazionale? Spero di essermi spiegato bene grazie--79.24.3.205 (msg) 15:45, 24 set 2017 (CEST)[rispondi]

--79.24.3.205 (msg) 15:45, 24 set 2017 (CEST)[rispondi]

Dubbio sulla radice quadrata[modifica wikitesto]

Salve. Da quello che mi hanno insegnato la radice di un numero è solo un numero positivo, per esempio √25=5. Tuttavia per definizione l'operazione inversa della radice quadrata è l'elevazione al quadrato. Però, se scrivo x^2=25, x vale +5 e -5, dal momento che (-5)^2=25. Quindi, perché con le radici è stata imposta questa restrizione e quindi √25 non è uguale anche a -5?

--95.237.183.30 (msg) 16:35, 24 set 2017 (CEST)[rispondi]

Infatti anche -5 è radice. Le radici sono sempre in numero pari al grado della radice stessa, ma a seconda dell'insieme di definizione alcune devono essere scartate. -25 ha due radici quadrate, ma nessuna di essere appartiene all'insieme dei numeri reali. 25 ne ha ugualmente due. Dire che 25 ha come radice solo 5 implica una restrizione del risultato ai numeri positivi, restrizione che può aver senso solo se tali numeri esprimo delle misure che se fossero negative perderebbero di significato, per esempio se vuoi sapere quanto misura il lato di una stanza quadrata di 25mq ha poco senso dire "+/- 5mt". Ma se ti interessa sapere il risultato dell'equazione x^4-50x^2+625=0 invece dovrai tenere in conto sia -25 che +25. --Vito (msg) 16:50, 24 set 2017 (CEST)[rispondi]
Riassunto (di quello che ha già risposto Vito): ti hanno insegnato male, o più probabilmente non ricordi precisamente quello che ti è stato detto. Non è vero che "la radice di un numero è solo un numero positivo": è vero, invece, che "solo di un numero positivo di può fare la radice (quadrata)", almeno in campo reale. --93.36.167.230 (msg) 17:40, 24 set 2017 (CEST)[rispondi]
Concordo con quello che ha scritto l'IP e approfondisco: bisogna sempre partire dal presupposto che la radice quadrata è l'operazione inversa della potenza di un numero. I risultati di una radice quadrata di un numero positivo, quindi, sono sempre due, uno positivo e l'altro negativo, perché entrambi quei numeri, sotto potenza, danno come risultato quello di partenza. Per esempio, la radice quadrata di 25 equivale a +5 e a -5: i numeri negativi, infatti, se moltiplicati per se stessi (-5 x -5) vengono fuori sempre positivi.--Gybo 95 (msg) 18:06, 24 set 2017 (CEST)[rispondi]
Grazie a tutti. Mi sorge però una seconda domanda: perché la funzione y=√x come codominio solo valori di y positivi (grafico: [3]) se una radice quadrata ammette due valori? --95.237.183.30 (msg) 18:46, 24 set 2017 (CEST)[rispondi]
Perché si da per scontato che le radici quadrate non precedute da un segno siano sempre positive (esattamente come, in un'operazione fra numeri naturali, si da per scontato che siano entrambi positivi), quindi si prendono in considerazione solo i valori positivi. Se invece la radice quadrata è preceduta dal segno Più o meno (vedi immagine della voce), allora si prendono in considerazione entrambi i valori.--Gybo 95 (msg) 19:15, 24 set 2017 (CEST)[rispondi]
Quindi, in sostanza, le radici di numeri positivi hanno sempre due risultati, uno negativo e l'altro positivo, però considero solo il positivo a meno che davanti alla radice c'è il più o meno? Nel senso √9= +3 e -3 ma considero solo +3, mentre ±√9= +3 e -3 entrambi. Grazie ancora.--95.237.183.30 (msg) 20:16, 24 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ne discutevamo proprio poco sopra in Wikipedia:Oracolo#funzioni_ed_equazioni, si possono considerare entrambi i "rami" della parabola rovesciata, ma non nello stesso momento, altrimenti non riesco a definire una funzione. X-Dark (msg) 20:49, 24 set 2017 (CEST)[rispondi]
Questo è il grafico completo, ma non è una funzione perché per alcune esiste più di una corrispondenza nel codominio. --Horcrux九十二 10:05, 25 set 2017 (CEST)[rispondi]
Occhio a dire "ti hanno insegnato male": la frase è correttissima, solo che va capito bene di cosa si parla (e da questo punto di vista è vero che spesso non viene spiegato con la necessaria attenzione).
Il valore dell'operazione identificata dal simbolo grafico è effettivamente solo positivo (o nullo per zero, ovviamente). Una volta definito in questo modo quel simbolo, diventa lecito, corretto e univocamente definito affermare che le radici (plurale) di 25 sono (soluzioni dell'equazione di secondo grado ).
Il fatto è che la funzione indicata con non è l'operazione "estrazione delle radici quadrate" (che, come ripetuto fino allo sfinimento qui sopra, non è una funzione perché ammette molteplici risultati), bensì l'operazione di "estrazione della radice quadrata principale" (ovvero, delle due, solo quella positiva). La confusione nasce dal fatto che colloquialmente a tale simbolo ci si riferisce praticamente sempre, più brevemente e per maggior comodità, come "radice quadrata di..." senza specificare "principale": non c'è rischio di fraintendimenti per chi ha chiaro il significato del simbolo , ma (come si è visto) i neofiti ci impazziscono ogni volta. :-) -- Rojelio (dimmi tutto) 13:13, 25 set 2017 (CEST)[rispondi]
Io punto sul "ti hanno insegnato male" perché mi sa tanto di affermazione tranchant, senza tutte le premesse che le darebbero senso. --Vito (msg) 22:48, 28 set 2017 (CEST)[rispondi]

Bollo auto[modifica wikitesto]

È possibile conoscere la storia di come é nata la tassa del bollo auto, quali voci comprendeva e comprende. Ricordo, non so se bene o male che agli inizi era nata come tassa del possesso della radio. Potete informarci?


--93.40.187.145 (msg) 15:37, 25 set 2017 (CEST)[rispondi]

Perché i gatti “fanno la pasta”, vedi qui? --151.95.55.91 (msg) 14:01, 27 set 2017 (CEST)[rispondi]

È un gesto istintivo che fanno quando tastano superfici morbide (come, per esempio, un cuscino), che deriva dal massaggio che i gattini fanno sulla pancia della madre per facilitare l'allattamento (ovvero stimolare la fuoriuscita del latte dalla mammella)--79.41.138.67 (msg) 14:06, 27 set 2017 (CEST)[rispondi]

Wikiversity - Topologo esperto richiesto[modifica wikitesto]

Come lo intitoliamo?--Pierpao.lo (listening) 22:29, 27 set 2017 (CEST)[rispondi]

"Toroidi inanellati"? --Syrio posso aiutare? 23:20, 27 set 2017 (CEST)[rispondi]
"Verso l'infinito... e oltre!" --Lepido (msg) 23:49, 27 set 2017 (CEST)[rispondi]
Ecco la ricordavo diversa, con Fino a.... Tornando ai toroidi in inglese come si traduce?--Pierpao.lo (listening) 23:53, 27 set 2017 (CEST)[rispondi]
In inglese si dice torus se singolare, tori se plurale. In italiano oltre al termine toroide puoi usare anche toro circolare (parlo personalmente, ma nei libri di testo viene usata di più la seconda)--62.211.138.41 (msg) 09:33, 28 set 2017 (CEST)[rispondi]
Trovato grazie a tutti. Interlocking tori--Pierpao.lo (listening) 10:17, 28 set 2017 (CEST)[rispondi]

Gauss e sistemi[modifica wikitesto]

Buonasera,
Ho letto sulle vostre pagine che tramite la riduzione di Gauss posso determinare più facilmente le soluzioni di un sistema. Non ho capito però quando cessi la riduzione, praticamente da quanto ho capito dipende dalle capacità personali capire quando è ridotto al minimo e non si può più continuare. In effetti ci si potrebbe fermare per errore prima di annullare tutta l'ultima equazione del sistema (pensando così di avere infinite soluzioni) anziché continuare e notare l'eliminazione di essa. Sbaglio, c'è forse un modo per capire quando sono arrivato al termine?
--31.157.112.33 (msg) 21:10, 28 set 2017 (CEST)[rispondi]

Credo si giunga al termine quando ogni pivot arriva ad 1: Metodo di eliminazione di Gauss#Algoritmo di Gauss-Jordan Dichiarando di non aver ancora superato il mio esame di "calcolo matriciale e ricerca operativa". --Valerio Bozzolan (msg) 22:35, 28 set 2017 (CEST)[rispondi]

domanda urgente[modifica wikitesto]

salve avrei una doma


--79.41.160.217 (msg) 13:07, 29 set 2017 (CEST)[rispondi]

42 --Cruccone (msg) 16:30, 29 set 2017 (CEST)[rispondi]
nda --Horcrux九十二 16:32, 29 set 2017 (CEST)[rispondi]

Mattia Pascal per la legge italiana[modifica wikitesto]

Ci tengo a precisare che non conosco nessun caso simile, sono solo curioso. Ma se oggi, in Italia, qualcuno facesse la stessa cosa che fece Mattia Pascal (poi Adriano Meis) nel romanzo di Pirandello, oppure inscenasse la propria morte e scappa, per poi essere scoperto dopo anni, cosa gli succede? Si può avviare un processo nei confronti di qualcuno che ufficialmente è.... beh, morto?

--95.251.194.41 (msg) 13:25, 29 set 2017 (CEST)[rispondi]

La condizione minima per poter processare penalmente qualcuno è che questo qualcuno abbia esistenza fisica: se non sei morto per davvero, ma solo per finta, di certo esisti ancora e quindi puoi essere processato. A seconda di quanto sei bravo a inscenare la tua morte, si può avere o un accertamento indiretto della morte (quando il cadavere non è stato recuperato o identificato, ma dalle circostanze del caso si esclude che la persona possa essere sopravvissuta) o una dichiarazione di scomparsa (se vi è stato di incertezza circa l'esitenza in vita del soggetto) che con il passare del tempo porta a una dichiarazione di morte presunta (a 10 anni dalla scomparsa); gli effetti che le due dichiarazioni producono (principalmente effetti patrimoniali, ereditari e in merito alla possibilità per il coniuge di risposarsi) decadono automaticamente però qualora si scopra che il morto in realtà è vivo.
Inscenare la propria morte potrebbe non essere un reato di per sè, a meno di ipotizzare varie situazioni specifiche come una truffa, un procurato allarme, una falsa denuncia o altri casi di falso. --Franz van Lanzee (msg) 13:43, 29 set 2017 (CEST)[rispondi]
Detto altrimenti: inscenare la propria morte non è reato, ma il modo con cui la si inscena e i motivi per la quale la si inscena potrebbero esserlo. --Franz van Lanzee (msg) 15:50, 29 set 2017 (CEST)[rispondi]
95.251... Per completezza d'informazione, nel passato non ci si è fatto scrupolo a processare non solo un morto presunto, ma addirittura un cadavere esumato e condannarlo... a morte. qui alcuni esempi e qui il caso forse più famoso che ha visto sul banco (tavolo) degli imputati un Papa e tra gli accusatori la Chiesa cattolica. --Flazaza (msg) 16:41, 29 set 2017 (CEST)[rispondi]

canzone ripetuta infinte volte[modifica wikitesto]

Buongiorno a tutti. Qualcuno si ricorda dove e come si chiama il brano che viene ripetuto da anni (o verrà ripetuto per anni) in alcuni teatri (penso uno di sicuro a Londra). Non riesco a trovarlo su google, forse non metto le chiavi giuste. Grazie --93.50.167.245 (msg)

Ah sì! Con questa descrizione mi vengono in mente solo qualche paio di milioni di brani :D Ma poi, cosa intendi con «dove si chiama»? .___. --Valerio Bozzolan (msg) 16:05, 30 set 2017 (CEST)[rispondi]
Se ci chiedevi "come si chiama quella canzone che fa Na-Na-Nana-Na" era più facile. --Franz van Lanzee (msg) 18:22, 30 set 2017 (CEST)[rispondi]
jingle bells nei teatri scolastici--Pierpao.lo (listening) 20:04, 30 set 2017 (CEST)[rispondi]
Non è che stai parlando di Trappola per topi di Agatha Christie? Però è un testo teatrale, non una canzone...--M&A (msg) 22:05, 30 set 2017 (CEST)[rispondi]
Tanti auguri a te. --Pracchia 78 (scrivimi) 22:10, 30 set 2017 (CEST)[rispondi]
Na na na na na na... BATMAN! Ah no, questa è quella che diceva Franz.--Sakretsu (炸裂) 22:33, 30 set 2017 (CEST)[rispondi]
[@ Sakretsu] Sbagliato, io stavo canticchiando questa qui. --Franz van Lanzee (msg) 12:27, 1 ott 2017 (CEST)[rispondi]
Peccato, eppure ero convinto :-( --Sakretsu (炸裂) 13:36, 1 ott 2017 (CEST)[rispondi]

Associazione Ateismo[modifica wikitesto]

Qual è l'organizzazione o associazione dichiaratamente atea più grande al mondo o comunque la più importante a livello mondiale? Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Freebird73 (discussioni · contributi) 16:09, 30 set 2017 (CEST).[rispondi]

A me verrebbe in mente l'Unione internazionale etico-umanistica --M&A (msg) 22:06, 30 set 2017 (CEST)--M&A (msg) 22:06, 30 set 2017 (CEST)[rispondi]
Non ho idea di quale sia la più grande al mondo, comunque in Categoria:Associazioni atee c'è un elenco, in cui ne appaiono alcune con diffusione internazionale.--79.21.47.251 (msg) 10:34, 1 ott 2017 (CEST)[rispondi]