Volo All Nippon Airways 61

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Volo All Nippon Airways 61
JA8966, l'aereo dirottato.
Data23 luglio 1999
TipoDirottamento aereo
LuogoHaneda Tokyo, Yokota, Isola di Izu
StatoBandiera del Giappone Giappone
Coordinate35°33′12″N 139°46′52″E / 35.553333°N 139.781111°E35.553333; 139.781111
Tipo di aeromobileBoeing 747-481D
OperatoreAll Nippon Airways
Numero di registrazioneJA8966
PartenzaAeroporto di Tokyo-Haneda, Tokyo, Giappone
DestinazioneNuovo aeroporto di Chitose, Chitose, Giappone
Occupanti517
Passeggeri503 (compreso il dirottatore)
Equipaggio14
Vittime1 (il comandante)
Feriti0
Sopravvissuti516
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Giappone
Volo All Nippon Airways 61
voci di incidenti aerei presenti su Wikipedia

Il 23 luglio 1999 un Boeing 747-481D della All Nippon Airways con 503 passeggeri sul volo 61, inclusi 14 bambini e 14 membri dell'equipaggio a bordo, decollò dall'aeroporto di Tokyo-Haneda a Ota, Tokyo, Giappone, in rotta verso il Nuovo Aeroporto di Chitose, sempre in Giappone, vicino all'isola di Sapporo[1] quando fu dirottato da Yuji Nishizawa.

L'incidente[modifica | modifica wikitesto]

Circa 25 minuti dopo il decollo alle 11:48 JST,[2] Nishizawa usò un coltello da cucina, lungo 20 centimetri (7,9 pollici),[3] per costringere un assistente di volo a consentirgli l'accesso alla cabina di pilotaggio. Costrinse il primo ufficiale 34enne Kazuyuki Koga ad uscire, rimanendo nel cockpit con il comandante 51enne Naoyuki Nagashima, il quale riuscì ad informare il controllo del traffico aereo (ATC) del dirottamento. Nishizawa pugnalò Nagashima al petto e prese il controllo dell'aereo, scendendo a un certo punto a un'altitudine di 300 metri (980 piedi).[4]

Alle 12:09 JST, i membri dell'equipaggio furono in grado di sottomettere Nishizawa e il copilota Koga tornò nella cabina di pilotaggio, comunicando ai controllori del traffico aereo: "È un'emergenza. Il capitano è stato accoltellato. Preparate un'ambulanza". L'aereo effettuò un atterraggio d'emergenza all'aeroporto di Haneda alle 12:14 e Nishizawa è stato immediatamente arrestato. Un medico confermò la morte del comandante Nagashima, originario di Yokohama, poco dopo l'atterraggio dell'aereo. Nishizawa è stato accusato di omicidio.

Fallimento della sicurezza[modifica | modifica wikitesto]

Nishizawa aveva contrabbandato il coltello a bordo dell'aereo sfruttando molteplici falle nella sicurezza ad Haneda. Aveva scoperto che era possibile accedere ai gate di partenza dall'area ritiro bagagli senza passare dai controlli di sicurezza. Aveva effettuato per la prima volta il check-in per un volo di andata e ritorno della JAL da Tokyo ad Osaka con il coltello nel bagaglio registrato mentre effettuava anche il check-in per il volo 61; al ritorno a Tokyo recuperò il suo bagaglio dal volo di Osaka portandoselo a bordo del volo 61 come bagaglio a mano.

Inizialmente aveva pianificato di effettuare il dirottamento il giorno prima, il 22 luglio. Aveva detto ai suoi genitori ed allo psichiatra che stava viaggiando da solo ad Hokkaido, ma i suoi genitori avevano scoperto le sue borse contenenti molti biglietti aerei e il coltello, facendolo ritardare i suoi piani di un giorno. Nishizawa aveva prenotato i biglietti per più voli in partenza: oltre al volo 61 per Chitose, aveva i biglietti per il volo ANA 083 per Naha che partiva dieci minuti prima del volo 61 e il volo 851 per Hakodate.

Nishizawa aveva scoperto la falla nella sicurezza un mese prima del dirottamento, e dopo averla confermata su un volo di andata e ritorno per Kumamoto, aveva inviato delle lettere al Ministero dei Trasporti, alla direzione dell'ANA e ad altre agenzie, oltre ai principali quotidiani, informandoli delle sue intenzioni. Inoltre, richiese un impiego all'aeroporto come guardia di sicurezza. L'aeroporto fece una telefonata in risposta, ma non intrapresero ulteriori azioni fino a dopo il dirottamento, quando le procedure sono state riviste in modo completo in tutti gli aeroporti giapponesi, eliminando il difetto.

Dopo l'incidente, il ministero dei Trasporti giapponese ordinò controlli più severi con i bagagli trasportati a mano portati attraverso i controlli di sicurezza prima di salire a bordo di qualsiasi aereo.[5]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Yuji Nishizawa, nato l'8 settembre 1970 a Tokyo, all'epoca era un disoccupato di 28 anni del quartiere di Edogawa a Tokyo. Durante le indagini è stato rivelato che Nishizawa aveva assunto una grande dose di farmaci SSRI (che sono antidepressivi) prima dell'episodio. Si diceva che Nishizawa fosse un appassionato di simulatori di volo.[6] Diceva di aver dirottato l'aereo perché voleva farlo volare sotto il Rainbow Bridge a Tokyo.[7] È stato anche scoperto, in un esame commissionato dal suo avvocato difensore, come avente la sindrome di Asperger.[8] Il 23 marzo 2005 è stato dichiarato colpevole ma malato di mente; pertanto, era solo in parte responsabile delle sue azioni. Giorni dopo, il presidente del tribunale Hisaharu Yasui lo condannò all'ergastolo.[9]

A causa dei problemi di pazzia criminale, i mass media inizialmente non avevano rivelato il nome di Nishizawa quando parlarono del caso. Tuttavia, il 27 luglio, il Sankei Shimbun pubblicò il suo nome e la sua fotografia, affermando che l'incidente è stato un "reato grave". A seguito di questo caso, la pratica di pubblicare i nomi dei sospetti in circostanze simili è aumentata nei tabloid giapponesi e nei settimanali di notizie e, infine, nei giornali nazionali e nelle agenzie di stampa.

La famiglia del comandante Naoyuki Nagashima citò in giudizio All Nippon Airways, lo stato giapponese e la famiglia di Yuji Nishizawa per la sua morte, sostenendo che erano state la scarsa sicurezza all'aeroporto ed a bordo dell'aereo portare all'incidente. Il 21 dicembre 2007 è stato raggiunto un accordo con termini non divulgati.[10]

Il numero del volo è ancora in uso e sulla stessa rotta, ma ora è operato da un Boeing 787-8.[11]

L'aereo coinvolto ha continuato a volare per All Nippon Airways fino al 2014, quando è stato ritirato dall'uso.[12][13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ANA FLIGHT 61 LANDS SAFELY AT HANEDA AIRPORT AFTER HIJACKING INCIDENT, su ana.co.jp, All Nippon Airways, 23 luglio 1999. URL consultato il 30 ottobre 2020.
  2. ^ Japanese hijacker kills pilot, in BBC News, BBC, 23 luglio 1999.
  3. ^ Anna Kuchment, Terror In The Tokyo Skies (hijacking of an All Nippon Airways flight results in the death of a pilot), in Newsweek, 1º agosto 1999.
  4. ^ Harro Ranter, ASN Aircraft accident Boeing 747-481D JA8966 Tokyo, su aviation-safety.net, Aviation Safety Network. URL consultato il 30 ottobre 2020.
  5. ^ Andrzej Jeziorski, ANA hijack triggers security crackdown in Japan, su Flight Global, Singapore, 4 agosto 1999. URL consultato il 30 ottobre 2020.
  6. ^ (EN) Air Osama, su Salon, 23 luglio 2003. URL consultato il 30 ottobre 2020.
  7. ^ (EN) Jonathan Watts, Flight simulator fan kills pilot to take over airliner, in The Guardian, 24 luglio 1999, ISSN 0261-3077 (WC · ACNP). URL consultato il 30 ottobre 2020.
  8. ^ LEAD: Life term demanded for man who hijacked ANA plane in 1999, su ssristories.org. URL consultato il 26 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).
  9. ^ Man gets life for ANA hijacking, killing pilot, in The Japan Times, 24 marzo 2005 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2009).
  10. ^ Family of pilot killed in ANA hijacking reaches settlement in damages suit, in Mainichi Shimbun. URL consultato il 21 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2007).
  11. ^ (EN) NH61 (ANA61) All Nippon Flight Tracking and History, su FlightAware. URL consultato il 30 ottobre 2020.
  12. ^ (EN) JA8966 All Nippon Airways Boeing 747-400D, su planespotters.net. URL consultato il 30 ottobre 2020.
  13. ^ All Nippon Airways JA8966 (Boeing 747 - MSN 27442), su airfleets.net, Airfleets aviation. URL consultato il 30 ottobre 2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]