Utente:Lupo rosso/Sandbox/relazioni mafia fascismo servizi segreticaso Mori

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Fra le due Guerra Mondiali[modifica | modifica wikitesto]

Pagina Base Generale


Fatti emblematici del rapporto mafia fascismo (che poi si intersechera' con l'intervento dei servizi segreti americani nel periodo pre,durante e post seconda guerra mondiale)sono state la vicenda di Cesare Mori e la protezione data dal regime nel 1935 a Vito Genovese che si sdebiterà con la costruzione della casa del fascio di Nola e successivamente sempre Vito Genovese sarà il regista dell'assassinio di Carlo Tresca, per permettere il riciclo degli antifascisti dell'ultima ora come Generoso Pope nella Mazzini Society,ovvero la vicenda con aspra lotta intestina per ammettere o meno italiani in america con passato di netto appoggio al fascismo nei comitati di fronte unito antifascista nati nel 1943.Vito Genovese era in Italia nel periodo e quindi la ricostruzione dell' assassinio di Carlo Tresca e' sopratutto storica piu' che provata dal punto di vista investigativo,nel senso stretto del termine,non son mancati comunque sulla vicenda investigazioni e vasta popolarita' in diversi periodi negli USA, e ,con quasi certezza,il killer fu Carmine Galante [1]poi affigliato alla famiglia di Joseph Bonanno.[2] Cesare Mori,figura che il fascismo fece diventare mito, nel 1922era prefetto di Bologna e si dimostro' inflessibile nell'applicazione della legge essendo fra i pochissimi membri degli organi di repressione dello stato che considerassero lo squadrismo fascista al pari del "sovversivismo" di sinistra e quindi da reprimere in egual maniera. Dopo aver bloccato una spedizione punitiva di squadristi fu duramente contestato dal fascismo rampante , ormai era appoggiato da larghi strati di borghesia industriali e proprietari terrieri, per cui con l'ascesa al potere del Fascismo il Mori fu dispensato dal servizio attivo. Si ritirò in pensione nel 1922 a Firenze, assieme alla moglie, stessa sorte tocco' nel periodo a Guido Jurgens , Vincenzo Tranie a Federico Fusco,i quali pero' non ebbero altre possibilta' di carriera durante il fascismo. Quando a Mori fu affidato da Benito Mussolini l'incarico,vista la sua fama di inflessibilità,di repressione dei fenomeni criminali in Sicilia i metodi impiegati furono quantomeno spicci arrivando perfino a prendere in ostaggio donne e bambini per raggiungere il suo scopo.

«""L'assedio di Gangi" ebbe inizio la notte del 1 gennaio 1926 ...... Nevicava abbondantemente. I banditi erano stati spinti dal freddo a tornare alle loro famiglie, e la polizia sapeva più o meno esattamente dove si trovavano......la cittadina era costruita sul fianco di una collina ripida e molte case avevano due ingressi, uno al pianterreno e l'altro al primo piano. Vi erano anche nascondigli abilmente costruiti dietro muri....... In queste condizioni, l'operazione ebbe un andamento più lento del previsto. Il primo bandito ad arrendersi fu Gaetano Ferrarello, un uomo alto, anziano, con una lunga barba, molto orgoglio e dotato di una certa nobiltà d'animo .....scopo dell'azione non era semplicemente la resa dei banditi, ma anche la loro umiliazione: "Volevo dare alle popolazioni la tangibile prova della viltà della malvivenza", scrisse Mori nelle sue memorie. Non si doveva sparare: i banditi dovevano essere privati dell'onore di una resistenza armata.......(prosegue Mori) ma io avevo un'idea diversa. Dissi ai miei uomini di entrare nelle case dei criminali, dormire nei loro letti, bere il loro vino, mangiare le loro galline, uccidere il loro bestiame e venderne la carne ai contadini della zona a prezzo ridotto". Fu dato ordine di prendere ostaggi.......sembra che gli obiettivi principali siano stati donne e bambini. Che le donne siano state maltrattate, come affermarono in seguito critici di Mori, non è certo. Sarebbe stato indubbiamente conforme allo spirito, se non alla lettera dell'impresa, perché scopo della cattura di ostaggi era far leva sul senso dell'onore dell'uomo nei confronti della moglie e della famiglia......".»

[3] questo secondo lo storico Christopher Duggan nel suo libro La mafia durante il Fascismo.

«I metodi brutali di Mori crearono malcontento nella popolazione, che spesso fu tentata a schierarsi dalla parte dei mafiosi, di fronte a forze di polizia che apparivano quasi come invasori stranieri, senza rispetto delle più elementari regole di legalità. Leggiamo ancora Mack Smith: "Ironicamente, l'operato di Mori potrebbe aver rafforzato proprio quella diffidenza nei confronti dello Stato che, come il governo, era stato così desideroso di vincere".»

[4]

Non rispetto' comunque ,col consenso di Benito Mussolini pero',di perseguire sia l'uomo più in vista del fascismo in Sicilia, Alfredo Cucco, sia l'ex ministro della Guerra, il potente generale Antonino Di Giorgio. Nel caso specifico di Cucco lo storico Paolo Pezzino [5] nella suo libro Le mafie ipotizza che la messa fuori gioco di Cucco fu un particolare caso politico in quanto fascista avverso agli agrari. Mori, grazie anche ad una propaganda fascista sulle sue azione molto ben orchestrata mediaticamente divenne notissimo sino a che fu rimosso dal suo incarico e richiamato, ormai la dura lotta alla mafia il regime fascista la aveva dimostrato quindi Mori fu insignito del titolo di senatore del Regno richiamato dalla Sicilia e messo fuori gioco mentre i pezzi grossi mafiosi collusi col fascismo subivano lievi pene ed amnistie in modo da poter tornar ad operare sotto la copertura dei gerarchi fascisti siciliani e/o persino ad divenire gerarchi loro stessi, ossia la mafia era entrata come accade anche adesso in rapporto simbiotico con i poteri dello stato.Arrigo Petacco nel suo libro Il prefetto di Ferro spiega bene come avvenne la fascistizzazione della mafia spiegando proprio come per poter arrivare a cio', ovvero obbligar la mafia a mediare col fascismo, la figura di Mori fosse stata essenziale per lo scopo che astutamente Mussolini si era prefisso. Dopo il suo congedo, vi fu ben presto una recrudescenza del fenomeno mafioso in Sicilia. Come scrisse nel 1931 un avvocato siciliano in una lettera indirizzata a Mori:[6]

«Ora in Sicilia si ammazza e si ruba allegramente come prima. Quasi tutti i capi mafia sono tornati a casa per condono dal confino e dalle galere...»

Alfredo Cucco invece rientra nel partito solo nel 1937, e non solo,nel 1938 è tra i firmatari del Manifesto della razza, nell'aprile del 1943 Mussolini lo nomina vice segretario nazionale del PNF. Vi e' poi la sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana dove diviene Sottosegretario alla Cultura popolare. Alla fine della guerra nonostante tali precedenti sarà prosciolto "stranamente" da ogni accusa e diverrà un notabile del neonato MSI.

«Il Fascismo non unì alla lotta sul piano militare, alcun intervento di tipo sociale, facendo anzi dei passi indietro, soprattutto nelle campagne, riaffidando quasi interamente il potere ai latifondisti. Ha scritto uno dei massimi storici dell'Italia contemporanea, Denis Mack Smith: "Mori era amico dei latifondisti. [...] Dal 1927 gli agrari erano di nuovo al potere, e la Sicilia ne pagò a caro prezzo la riabilitazione; e gli anni Trenta furono caratterizzati da abbandono e declino" ("Introduzione" a Duggan, p. IX)(Christopher Duggan, La mafia durante il Fascismo nota fuori citazione). Un dato può dare l'idea di cosa significò questo nuovo ordine sociale in Sicilia: dal 1928 al 1935 le paghe agricole, secondo le statistiche ufficiali, diminuirono del 28% ;Commissione parlamentare Antimafia, p. 66;.»

[7] definire poi quale fu l'operato nella realtà dei fatti del prefetto Cesare_Mori non e' cosa semplice se si sfronda dai residui della propaganda fascista che ancora adesso sono ricordati a livello popolare. Si puo' dire in linea di massima che fu congruente allo sviluppo del regime che, se da una parte era impossibilitato a prendere il potere della mafia ,dall'altra doveva vincolare la mafia ad un certo "ordine di regime"in modo che la facciata fosse salva e Mori, forse anche in gran parte incolpevole fu lo strumento del Mussolini per arrivare a tale obiettivo.[8] [9]

«In effetti il fascismo, dopo la grande retata di "pesci piccoli" realizzata da Cesare Mori, viene a patti con l'"alta mafia", nel 1929 richiama a Roma il "Prefetto di Ferro" (verrà nominato senatore) e, in un certo senso, "restituisce" la Sicilia ai capi mafiosi ormai fascistizzati. Infatti, i condoni e le amnistie, subito concesse dal governo dopo il richiamo di Mori, hanno favorito molti pezzi da novanta che, appena tornati in libertà, si sono subito schierati fra i sostenitori del regime anche se, dopo il 1943, gabelleranno i pochi anni di carcere o di confino come prova del loro antifascismo.»

da il sito dedicato a Benito Mussolini[10] vi e' l'ammissione dell'inefficienza dell'azione di Mori da parte proprio attuali degli ammiratori del didattore fascista,nonche' l'ammissione della collusione mafia fascismo.[11]

«Fece infatti piazza pulita di briganti, ma quando si trattò di mettere in galera la gente di rispetto ammanigliata con Roma fu licenziato in tronco. Finì senatore, con velleità letterarie inappagate e un libro di ricordi, Con la mafia ai ferri corti, che dette qualche grana a Mondadori. Mussolini gli scrisse garantendogli che i suoi quattro anni di Sicilia sarebbero rimasti «scolpiti nella storia della rigenerazione morale, politica e sociale dell'isola nobilissima», ma a quanto risulta la mafia riprese indisturbata il suo cammino. Lo scalpello era moscio.»

[12]

«La sua azione energica permise di distruggere quasi interamente la struttura di base della malavita organizzata siciliana e offrì a Mussolini un argomento per la sua propaganda. Ma quando Mori iniziò a diventare troppo famoso e soprattutto a indagare troppo in alto, venne messo da parte, e le tracce del suo lavoro accuratamente eliminate.»

[13]

Secondo Arrigo Petacco nel suo libro Il Prefetto di Ferro

«In effetti il fascismo, dopo la grande retata di "pesci piccoli" realizzata da Cesare Mori, viene a patti con l'"alta mafia", nel 1929 richiama a Roma il "Prefetto di Ferro" (verrà nominato senatore) e, in un certo senso, "restituisce" la Sicilia ai capi mafiosi ormai fascistizzati. Infatti, i condoni e le amnistie, subito concesse dal governo dopo il richiamo di Mori, hanno favorito molti pezzi da novanta che, appena tornati in libertà, si sono subito schierati fra i sostenitori del regime anche se, dopo il 1943, gabelleranno i pochi anni di carcere o di confino come prova del loro antifascismo.»

Adeguamento della Mafia alle esigenze dei tempi[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristica fondamentale del rapporto della mafia col fascismo fu quella di cambiar, almeno apparentemente, posizione verso il fascismo stesso a secondo dei propri interessi, cosi' sara' per Vito Genovese che con Albert Anastasia saranno stretti collaboratori di Charles_Poletti dopo lo sbarco statunitense: e' ben conosciuta una foto[14] in cui Genovese e' ritratto ,con la divisa dell'esercito americano in compagnia di Salvatore Giuliano,(e quindi nel proseguio si arriva ai fatti di Portella della Ginestra). Giuliano godeva della protezione di Genovese quando questo passo' con i "liberatori". Salvatore Giuliano a sua volta dai documenti desecretati dall'OSS era appoggiato sia da fascisti che da agenti segreti americani.E' ancora da rimarcare che i capi mafiosi riciclati dagli americani avessero il compito, quasi di polizia,di eliminare i gruppi criminosi che lavoravano in modo autonomo e lo fecero con zelo. Di questa situazione di cambio di campo,o quantomeno di riciclaggio dei mafiosi amici o meno del fascismo, uno dei principali registi fu Lucky Luciano.

«Lucky Luciano, il noto boss rinchiuso nelle carceri americane, passò i nomi di 850 persone su cui “contare" e gli ufficiali dell'OSS, che dirigeranno sul campo "l'operazione sbarco", saranno Max Corvo, Victor Anfuso e Vincent Scamporino[15] Il loro gruppo sarà conosciuto come il "cerchio della mafia". Tra gli americani, in divisa dell'esercito, c'erano Albert Anastasia (ucciso nel dopoguerra in un negozio di barbiere) e don Vito Genovese, (il don Vito Corleone del film "Il padrino"), stretti collaboratori di Charles_Poletti. Scrivono Roberto Faenza e Marco Fini “Gli americani in Italia”: "E' così che quando nel 1943 gli americani sbarcheranno in Sicilia, la prima azione dell'OSS sarà ……. restituire la libertà ai mafiosi imprigionati dal regime fascista".»

[16]

sempre dalla stessa fonte viene precisato poi per quanto riguarda gli scopi delle inchieste USA sulla criminalità organizzata italiana

«Quando, nel 1951, la Commissione americana si occupò degli italiani è evidente che ne approfittò per liberarsi di alcune componenti anarchiche. Perché allora la componente anarchica era molto presente tra gli italiani negli Stati Uniti: penso a gente come Nicola Sacco, Bartolomeo Vanzetti e Carlo Tresca»

[17] da un'intervista al regista Pasquale Scimeca

«I mafiosi che erano sfuggiti alla repressione del Prefetto Mori emigrando in America avevano fatto fortuna, esercitavano una rispettabile influenza e disponevano di non poche entrature in vari ambienti come quelli militari, dove prestavano il loro ausilio come interpreti, o strani accompagnatori, alcuni di loro furono addirittura arruolati direttamente nei servizi segreti della Marina Americana. Illustrissimi del calibro di Joe Profacy, Vincent Mangano, Nick Gentile, Vito Genovese e l’immancabile Lucky Luciano si resero disponibili ad offrire la loro preziosa consulenza sfruttando gli antichi legami mai interrotti con la terra natia. Per portarsi avanti, nel contempo, L’OSS (Office Strategic Service) mandò Max Corvo e Vincent Scamporino, il capo del settore italiano del secret intelligence, a Favignana dove erano rinchiusi i mafiosi “perseguitati” dal Prefetto di ferro e li fece liberare.»

[18] cosi' scrive Giorgio Bongiovanni direttore di Antimafia 2000 [19]

«Dopo lo sbarco il loro primo incarico fu quello di mettere ordine, chi poteva farlo meglio di coloro che avevano sempre avuto un controllo serrato del territorio? In pochissimo tempo i padrini ripresero il comando e eliminarono con accanita sistematicità le decine di bande che infestavano l’isola, tutte tranne una: quella di Salvatore Giuliano ricondotta sotto l’egida della famiglia di Montelepre che controllava da giusta distanza la mitica azione rivoluzionaria del bandito. In men che non si dica venne a crearsi in Sicilia una catena di persone e personaggi, in numero sempre crescente, disposti a mettersi dalla parte dei vincitori. I capimafia di fatto si sentirono nobilitati e vennero elevati al grado di “liberatori”. Ma la vera legittimazione venne con l’assegnazione dei comuni ai vecchi boss che si ritrovarono di nuovo padroni dei loro feudi e con la fascia tricolore posta di traverso sul petto: Don Calo'(Calogero Vizzini) divenne sindaco di Villalba, Salvatore Malta di Vallelunga, Genco Russo (Giuseppe_Genco_Russo) sovraintendente agli Affari Civili di Mussomeli e altri rivestirono incarichi ufficiali in diversi ambiti.»

[20]

periodo bellico e caso Tresca[modifica | modifica wikitesto]

Pagina Base caso Tresca su questo pezzo bastera' un buon incomincio e sintesi ed il rimando al caso Tresca


Vito Genovese ed il fascismo[modifica | modifica wikitesto]

Da en.wikipedia inglese

While in Italy, Vito had become a good friend of Benito Mussolini and was awarded the highest civilian medal the dictator could confer. As a favor for Mussolini, Genovese arranged the slaying of newspaper editor Carlo Tresca, Mussolini's most effective critic in the U.S. After emigrating from Naples, Genovese started his Mafia career serving New York boss Giuseppe "Joe the Boss" Masseria during the early 1920s. Involved in bootlegging and extortion, Genovese's main asset to Masseria was his propensity for violence. Charles "Lucky" Luciano was an early associate and benefactor of Genovese. Their relationship that that lasted 40 years., till Luciano's death. They started together as kids in the slums of New York City.che tradotto:

Finché era in Italia, Vito era divenuto buon amico di Benito Mussolini ed aveva ricevuto la più alta medaglia al valor civile che il dittatore potesse conferirgli. Come favore a Mussolini, Genovese organizzò l'assassinio dell'editore di giornali Carlo Tresca, il più efficace critico di Mussolini negli USA. Dopo essere emigrato da Napoli, Genovese iniziò negli anni '20 la sua carriera mafiosa al servizio del boss di New York Giuseppe "Joe the Boss" Masseria. Coinvolto in traffici illeciti ed estorsioni, il principale modo in cui Genovese era utile a Masseria risiedeva nella sua attitudine alla violenza. Charles Lucky Luciano fu di Genovese un socio della prima ora ed un benefattore. La loro relazione durò 40 anni, fino alla morte di Luciano. Avevano iniziato assieme da ragazzi negli slums di New York

[21] [22]

Tresca verra' ucciso, secondo la più recente ricostruzione storica, da un killer della mafia su invito di Benito Mussolini, che a sua volta aveva ospitato in Italia il boss Vito Genovese, mandante del delitto, quando questi si troveva in grossa difficolta' col governo USA che voleva catturarlo per un omicidio addebitatogli .

«Quando Tresca venne ucciso,Vito Genovese era in Italia. Vi si era rifugiato alla fine del 1935 perché ricercato negli Usa per l'uccisione di un mafioso suo avversario. Il fatto singolare è che Genovese, sebbene ricercato oltreoceano, avesse trovato generosa ospitalità nel nostro Paese»

[23]

Subito dopo l'omicidio fu catturato Carmine Galante, legato a Vito Genovese,ma facente parte della famiglia di Joseph Bonanno,che era stato visto su una macchina che si allontanava dal luogo dell'omicidio,ma gli venne fornito rapidamente un "inataccabile" alibi. Galante is widely believed to have murdered the left-wing, anti-Mafia Italian journalist Carlo Tresca in 1943 on orders from Genovese. Galante went from being chauffeur to the boss of the Bonanno Family, Joseph Bonanno, to caporegime, and then underboss.[24]cioe':Si ritiene ampiamente che Galante fosse responsabile dell'assassinio del giornalista di sinistra Carlo Tresca , che attaccava i mafiosi, l'assassinio avvenne nel '43 su ordine di Vito Genovese. Galante fece la sua carriera da autista di Joseph Bonanno (boss dell'omonima famiglia), divenendo poi caporegime e infine capobastone., la situazione viene chiarita da uno scrito di Joseph Bonanno che riporta un suo colloquio con un killer della "famiglia"

«E qualche volta deve morire anche l'innocente. "E da quando ci preoccupiamo della gente al di fuori del nostro mondo?" Joseph Bonanno rimbrotta un gregario che ordisce l'omicidio particolarmente odioso di un giornalista antifascista militante, Carlo Tresca, nel 1943. "Vuoi che questa famiglia permetta che si agisca come comuni criminali?" Però Tresca viene ucciso.

"Fu il momento più difficile della mia vita di padrino"(dice Vito Genovese,nota fuori citazione) lamenta. Così difficile, a quanto pare, che non poté menzionare l'episodio, o Tresca, nella sua autobiografia. Neppure il film lascia intendere che l'omicidio fu largamente attribuito a Galante.»

ovvero ancora da scritto di Joseph Bonanno(tradotto)

da libro di Joseph Bonanno

«Anni prima Vito Genovese, ex capo della mafia di New York - nella citta' americana era in attesa di essere processato - con un volo rientrò in Italia a Nola e divenne fin dal 1938, interprete dei servizi d'informazione dell'esercito degli Stati Uniti. Fece poi ritorno a New York a sbarco avvenuto, e stranamente in America caddero tutte le accuse di assassinio fattigli in precedenza, ritorno' libero, riprese il dominio incontrastato di re della droga, elimino' il suo piu' temibile rivale il boss Anastasia e tutti coloro che ostacolavano la sua ascesa, ma si fece incastrare da un altro boss, Frank Costello, che trovo' il modo negli anni '60 per eliminarlo e mandarlo con le sue accuse in prigione per quindici anni.»

[25]

cio' non toglie che subito dopo lo sbarco alleato:

«con un Esercito che aveva disertato in massa e una struttura pubblica del tutto fascista. La soluzione personale al problema, presentata da Charles Poletti, il capo americano delle Forze alleate a Napoli, fu quella di designare Vito Genovese suo vice, affidandosi alle sue profonde conoscenze locali per nominare tutti i sindaci della zona.»

[26]

e secondo Leonardo Sciascia

«Per dare un'idea di come uno Stato possa divenire inefficiente di fronte al­la mafia vale la pena riportare un episodio che riguarda Vito Genovese, mafioso siciliano d'America. Vito Ge­novese, in America ricercato per omi­cidio, si trovava in Sicilia nel 1943­-44, sistemato come interprete presso il Governo Militare Alleato. Un poli­ziotto di nome Dickey, che gli dava la caccia, riesce finalmente a trovarlo. Facendosi aiutare da due soldati in­glesi (inglesi, si badi, non americani) lo arresta; gli trova addosso lettere credenziali, firmate da ufficiali ameri­cani, che dicevano il Genovese « pro­fondamente onesto, degno di fiducia, leale e di sicuro affidamento per il servizio ».

Una volta arrestato, cominciano i guai: non per il Genovese, ma per il Dickey. Né le autorità americane né quelle italiane vogliono saper niente dell’arresto. Il povero agente si trasci­na dietro per circa sei mesi l'arresta­to; e riesce a portarlo a New York soltanto quando il teste che accusava di omicidio il Genovese è morto di ve­leno (come il luogotenente del bandi­to Giuliano, Gaspare Pisciotta, nel car­cere di Palermo) in una prigione americana.­

Soltanto allora, cioè quando Genovese poteva essere assolto, Di­ckey poté assolvere il suo compito. E ci fermiamo a questo solo episodio « americano »: e non, come si suol dire, per carità di patria; ma perché troppi, e ugualmente esemplari, do­vremmo raccontarne di casa nostra.»

(Leonardo Sciascia - Fonte: Storia Illustrata – anno XVI – n. 173 – aprile 1972 – A. Mondadori Editore) [27]

Attribuzione omicidio Carlo Tresca[modifica | modifica wikitesto]

Quindi Vito Genovese e' indicato come mandante dell'assassinio di Carlo Tresca mentre servizi segreti fascisti e gli infiltrati si daranno da fare per scaricare la colpa del delitto Tresca su Vittorio Vidali, fedele alla linea moscovita, presente negli USA ed in Messico e negli USA in particolare col compito di portar avanti la tattica del Fronte Unito Antifascista della sinistra. Era nota l'avversione che aveva Vidali per gli anarchici e quindi ottimo soggetto, il Vidali stesso, per scaricargli addosso l'omicidio di Tresca( questo fu uno dei numerosi tentativi da parte del regime fascista di provocare conflitti cruenti all'interno del fuoriuscitismo antifascista). Le indagini suull'omicidio di Tresca,come ovvio,fra depistaggi ed altro si insabbiano fino al 1953,perche' in quel'anno la CBS,anche se il dibatttito resta infuocatissimo per anni,ricostruisce l'accaduto intitolandolo Death of an Editor,nel quale in modo esplicito viene presentata la connessione mafia_fascismo, la polizia newyorkese rinizia le indagini seguendo propio tale pista indicata dalla CBS.

«...CBS da Walter Cronkite, Death of an Editor, "in cui l’assassinio veniva attribuito alla mano della mafia, che avrebbe agito su ordine di Mussolini".(33) Un anno dopo un altro giornalista statunitense, Edward Reid, pubblicò un’inchiesta sulla mafia contenente un intero capitolo consacrato all’assassinio di Tresca ad opera della mafia italo-americana – per mano di Carmine Galante e per conto del regime fascista, con il quale sarebbe stato stipulato un vero e proprio "Contratto" –, e ad alcuni dei suoi inquietanti retroscena.(34) Lo stesso Charles "Lucky" Luciano aveva più volte puntato l’indice sulle responsabilità di Vito Genovese e del fascismo.....»

[28]

il finanziamento alla casa del fascio di Nola[modifica | modifica wikitesto]

Genovese [29]era in Italia quando Tresca viene assassinato quindi ha un alibi inattaccabile,si era rifuguiato in Italia ,gia' dal 1935, con il beneplacito del fascismo sfuggendo ad un arresto per omicidio negli USA Vi si era rifugiato alla fine del 1935 perché ricercato negli Usa per l'uccisione di un mafioso suo avversario:l'Oss investigando sula protezione avuta dal Genovese prendera' atto la Casa del fascio di Nola era stata costruita con un finanziamento di Vito Genovese,e sempre il Genovese lo ritroviamo nel periodo attorno all'armistizio, armistizio immerso nei suoi loschi traffici col suo "segretario" Mike Miranda esattamente nel Nolano,stava iniziando ad organizzarsi il trffico della droga secondo la scelta strategica di Lucky Luciano di cui il Genovese era socio "d'affari".I fascisti non lo infastidivano per nulla,nel periodo immediatamente precedente,anzi si parla di ottimi rapporti.Nel proseguo la moglie di Genovese descrivera' i suoi viaggi negli USA,commissione Kefauver 1952, per prelevare e rifornire di danaro il consorte che si stava oranizzando:qualche "briciola" era servita per la casa del fascio di Nola. Il Genovese era entrato in "affari" con molti imprenditori del posto e aveva stabilito solidi rapporti con,fascista, e probabilmente propprietario e/o comproprietario della industria Ferrarelle,non per niente Mike Miranda era il rappresentante della Ferrarelle per newyork. Il Genovese aveva quindi messo su nel napoletano un insieme di legami che èpoi gli saranno utile allo sbarco alleato,situazione in cui chiaramente cambiera' casacca da amico dei fascisti ad antifascista,formalmente,ovviamente,occorre tene conto di un'altra "amicizia" importante del Genovese nel periodo considerato ovvero quella con Renato Carmine Senise, nipote del capo della polizia fascista Carmine Senise.

«Secondo alcune testimonianze, Genovese sarebbe stato addirittura l'organizzatore dell'omicidio dell'antifascista Carlo Tresca, che su un giornale americano scriveva articoli infuocati contro Mussolini. Secondo altri, Genovese sarebbe stato compensato con la somma di 500.000 dollari. Una cosa è certa: una volta riparato in Italia, il fascismo lo protesse contro il rischio di un'estradizione negli Stati Uniti. E quando gli alleati entrarono in Napoli, adeguandosi ai tempi, Genovese si mise a loro disposizione. Poletti, fra l'altro, incaricò Genovese di condurre un'inchiesta amministrativa nei confronti di un sindaco sospettato di contrabbando. Proprio in quei giorni, un agente della Criminal Investigation Division giunse a Napoli per indagare su certe connivenze tra malavita locale e militari americani. Il 17 maggio 1945, con uno stratagemma, e vincendo le resistenze dei protettori dei gangster, l'agente portò Genovese a New York in stato d'arresto. Ma l'unico teste d'accusa morì in carcere, avvelenato. Cominciò così l'ascesa di Genovese negli alti gradi della mala americana. l'antica camorra si trasformò, i suoi collegamenti con la mafia e col potere politico-economico divennero internazionali, le attività "d'investimento" furono orientate verso la droga. Da allora, la cronaca e la storia di una tragedia dei nostri giorni.»

[30]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Taddei Ezio,Il "caso" Tresca 2006 ISBN:&nbsp888820798-8
  • Italia Gualtieri Carlo Tresca: vita e morte di un anarchico italiano in America 1999 - 71 pagine

"Regione Abruzzo, Centro servizi culturali di Sulmona, Circolo cultura & societa. Giornata della memoria, 20 maggio 1994"

  • Carlo Tresca L'attentato a Mussolini: ovvero, Il segreto di PulcinellaNew York,4 edizioni,l'ultimo per tempo,editore Alexandria, Va. , Chadwyck-Healey Inc, 1987.
  • Gabriella Facondo,Socialismo italiano esule negli USA (1930-1942),Federazione italiana

delle associazioni partigiane, Federazione italiana delle associazioni partigiane 1993 Bastogi

  • Paolo Pezzino , Mafia, Stato e societa' nella Sicilia contemporanea: secoli XIX e XX

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ wikipedia inglese Carmine Galante
  2. ^ vedere Tutta la verità sul caso Tresca di Mauro Canali, l'autore e fra quelli accreduitai dal SISDE per i suoi lavori che spesso ne riportanoo stralci sul sito],Mauro Canali e' professore ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Camerino, fra i suoi libri «Il dissidentismo fascista» (Bonacci, 1983), «L’informatore. Ignazio Silone, i comunisti, la polizia» (con D. Biocca, Luni, 2000); editore il Mulino: «Cesare Rossi. Da rivoluzionario a eminenza grigia del fascismo» (1991) e «Il delitto Matteotti» (1997; nuova ed. 2004)
  3. ^ da Il "prefetto di ferro" estratto da scritto di Duggan
  4. ^ da Il "prefetto di ferro"
  5. ^ Titolare dell'insegnamento di Storia contemporanea universita' di Modena
  6. ^ Arrigo Petacco, Il prefetto di ferro, Mondadori, 1975.
  7. ^ da Il "prefetto di ferro"
  8. ^ approfondire su Mafia e Fascismo L'operazione incompiuta del prefetto Mori a firma di Davide Caracciolo
  9. ^ Il "prefetto di ferro"
  10. ^ da il ilduce.net
  11. ^ da il ilduce.netovvero vi e' l'ammissione dell'inefficienza dell'azione di Mori prorio dagli attuali ammiratori del cosidetto duce
  12. ^ da articolo di Giovanni Grazzini Il Corriere della Sera, 2 ottobre 1977
  13. ^ da recensione libro
  14. ^ foto di Vito Genovese con Salvatore Giuliano
  15. ^

    «Ma Scamporino è anche il legale dei sindacati controllati da Cosa Nostra. In Sicilia, prima dello sbarco, le missioni degli agenti di Scamporino si avvalgono di una fitta rete di protezione mafiosa, che oltre a dare riparo e assistenza, fornisce loro ogni genere d’informazione di valore militare»

    da Italia Sociale
  16. ^ da corsa infinita dei bersaglieri
  17. ^ trombealvento "Un certo Ezio Taddei, livornese" Bersagliere un pò anarchico intervista al regista Pasquale Scimeca
  18. ^ da Una storia di stragi e misteri di Giorgio Bongiovanni
  19. ^ Antimafia 2000
  20. ^ da Una storia di stragi e misteri di Giorgio Bongiovanni direttore di [1]=Antimafia 2000
  21. ^ Vito Genovese en.wikipedia
  22. ^ Negli USA,nelle formazioni anarchiche,vi era dissenso nelle scelte di impostazione tattica per la lotta contro il fascismo. Nello specifico,vi fu uno scontro fra la linea di autonomia anarchica,rappresentata da Armando Borghi ed il gruppo che faceva riferimento al Il Martellodi Carlo Tresca,lo scontro si focalizzava sulla tattica da adottare ed il gruppo di Tresca era più vicina al Fronte Unito appoggiato da Errico Malatesta.
  23. ^ Tutta la verità sul caso Tresca di Mauro Canali
  24. ^ wikipedia inglese Carmine Galante
  25. ^ da GENERATIVE DESIGN LAB politecnico di Milano
  26. ^ di Newbury Richard
  27. ^ articolo di Leonardo Sciascia
  28. ^ articolo di Paolo Casciola
  29. ^ foto di Vito Genovese con Salvatore Giuliano Genovese e' con la divisa dell'esercito americano,e quindi il legame con i fatti di Portella della Ginestra ma guarda che fatto strano che i la "strana coppia" si conoscesse anzi Giuliano godeva della protezione di Genovese quando questo passo' con i "liberatori"
  30. ^ SUD E MALAVITA di Tonino Caputo, Gianfranco Langatta
  31. ^ l'autore e fra quelli accreduitai dal SISDE per i suoi lavori che spesso ne riportanoo stralci sul sito],Mauro Canali e' professore ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Camerino, fra i suoi libri «Il dissidentismo fascista» (Bonacci, 1983), «L’informatore. Ignazio Silone, i comunisti, la polizia» (con D. Biocca, Luni, 2000); editore il Mulino: «Cesare Rossi. Da rivoluzionario a eminenza grigia del fascismo» (1991) e «Il delitto Matteotti» (1997; nuova ed. 2004)