Tigercat (missile)

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Tigercat
Lanciatore del Tigercat presso il museo di RAF Elvington
Descrizione
Tipomissile terra-aria
Impiegoantiaereo
CostruttoreBandiera del Regno Unito Short Brothers
In servizio1967
Ritiro dal servizio1978 (per i britannici)
Utilizzatore principaleBandiera del Regno Unito Royal Air Force
Sviluppato dalSea Cat
Peso e dimensioni
Peso68 kg
Lunghezza1,48 m
Larghezza0,65 m
Diametro0,1905 m
Prestazioni
Gittata5,485 km
Tangenza30-915 m
VelocitàMach 1
Testata10 kg del tipo High-Explosive (HE)
notedati tratti da A Compendium of Armaments and Military Hardware[1]
[2]
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Il Tigercat era un sistema missilistico britannico antiaereo costruito dalla Short Brothers alla fine degli anni sessanta, versione terrestre e mobile del Sea Cat. Consisteva in un lanciatore con rampa tripla, associato ad un radar di guida, più leggero rispetto alla versione navale, trainato da una Land Rover. Il sistema di controllo e guida era invece trasportato su di un altro veicolo.

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Verso la fine degli cinquanta del XX secolo la ditta inglese Short Brothers di Harland progettò e realizzò un sistema missilistico antiaereo per la difesa ravvicinata delle unità navali, che fu designato GWS.20 Seacat.[3] Il sistema d'arma entrò in produzione a partire dal 1960,[4] ed ebbe subito un buon successo d'esportazione, per cui la ditta avviò privatamente la progettazione di una versione terrestre che ottenne un ordine dalla Royal Air Force,[5] cui seguì il primo contratto per l'esportazione concluso nel luglio 1966 con il governo iraniano.

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Un missile Tigercat fotografato sulla RAF Elvington il 16 agosto 2007.

Il nuovo sistema d'arma, designato Tigercat, fu venduto al RAF Regiment e alla Imperial Iranian Air Force, e si basava su un lanciatore trinato caricabile manualmente e da sistema di comando e controllo e un radar di tiro.[3] Il lanciatore trinato con il radar di guida Marconi ST 850[3] erano posizionati su di un apposito rimorchio ruotato, che veniva trainato da un veicolo leggero Land Rover. Il sistema ottico di puntamento e quello di comando e controllo erano installati su di un secondo rimorchio, trainato anch'esso da un veicolo leggero Land Rover.[3] L'equipaggio dei due veicoli era formato da cinque uomini, che disponevano di un generatore elettrico, e di missili di ricambio trasportati su entrambi i veicoli. Il sistema disponeva, in via opzionale, di altri due appositi rimorchi su cui trovavano rispettivamente posto un secondo lanciatore trinato e un altro sistema acquisizione e di controllo del fuoco. Il sistema d'arma basico vedeva il missile radioguidato verso il bersaglio, mentre la versione alleggerita Tigercat Mk.2 disponeva di un sistema LLTV associato al radar di guida Marconi ST 850[3].

Il missile era alimentato da un motore a razzo a propellente solido IMI a due stadi,[1] disponeva di quattro alette ad azionamento idraulico e di altrettanti impennaggi di coda cruciformi per la stabilizzazione del volo. L'ordigno raggiungeva una velocità massima leggermente inferiore a Mach 1,[N 1] ed era guidato con un sistema Command Line-Of-Sight (CLOS) via radio-link; cioè mentre il missile era in rampa o in volo i comandi venivano trasmessi dall'operatore remoto usando un joystick. La testata bellica FRAG-HE, del peso di 10 kg era del tipo a frammentazione, dotata di due spolette, una di prossimità e una di impatto.[1]

Tecnica di impiego[modifica | modifica wikitesto]

Una volta arrivati in posizione il rimorchio con il lanciatore trinato e quello con il stema di guida venivano e sganciati, messi a livello con appositi martinetti e collegati tra loro via cavo. Il sistema di guida era costituito da una console di comando e da un sistema ottico di tiro binoculare. Una volta che l'obiettivo era stato acquisito e identificato, l'operatore lanciava un missile e lo guidava verso il bersaglio usando un joystick, con i comandi che venivano trasmessi via radio link.

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

La Royal Air Force ordinò 12 sistemi Tigercat che furono assegnati al No.48 Squadron[6] del RAF Regiment per la difesa ravvicinata degli aeroporti militari e dei siti radar[5] in Gran Bretagna, o delle basi avanzate in Germania Occidentale[5] in caso di emergenza.[7] Le prove di accettazione si svolsero a partire dal 16 novembre 1967, e furono coronate da successo. A partire dal 1978 fu sostituito con il più moderno BAe Rapier. Il sistema missilistico Tigercat Mk.1 ottenne un buon successo di esportazione, venduto agli eserciti e alle aeronautiche militari di Argentina, India,[8] Iran,[9] Giordania, Sudafrica[10] e Qatar (5 batterie con 15 lanciatori schierati a difesa degli obiettivi vitali del paese),[11] Abu Dhabi,[12] e Kenya (3 lanciatori).

Un lanciatore trinato del sistema sudafricano "Hilda" in uso presso la Suid-Afrikaanse Lugmag

Argentina[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1970 l'Ejército Argentino[13] acquistò 10 lanciatori[14] Tigercat che ebbero impiego bellico nel 1982 durante la guerra delle Falkland[13] in funzione antiaerea ed antielicottero. Sette lanciatori Tigercat furono schierati nelle vicinanze di Puerto Argentino, ma non conseguirono nessun abbattimento. Il 12 giugno un missile riuscì a danneggiare[N 2] il propulsore di un cacciabombardiere Hawker Harrier GR Mk.3 (matricola XW 919) della RAF.[15] Al termine della battaglia 7 unità di lancio furono catturate dalle truppe britanniche.

Iran[modifica | modifica wikitesto]

Nel luglio 1966 il governo di Teheran stipulò con quello inglese un contratto per la fornitura di 25 batterie di missili[14][16] superficie aria Tigercat con 400 missili per la Imperial Iranian Air Force,[9] e di alcuni sistemi Seacat destinati all'imbarco sulle navi della marina imperiale. Ogni batteria disponeva di tre lanciatori. Dopo l'avvento al potere dell'Ajatollah Khomeini il sistema rimase in servizio nella Islamic Iranian Air Force e fu usato operativamente durante la guerra con l'Iraq (1980-1988). A causa dell'embargo sulle forniture di armi all'Iran i sistemi Tigercat rimasero lungamente in servizio, schierati a protezione della basi aeree, e risultavano ancora in inventario nel 2014.[9]

India[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ottobre 1971, durante la guerra con il Pakistan, furono ordinati 40 lanciatori e 600 missili Tigercat, tutti consegnati entro il 1972, ed entrati in servizio sia con l'aviazione che con l'esercito.[17]

Sud Africa[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante il Sud Africa fosse stato sottoposto ad un embargo sulla vendita di armi a causa della politica dell'apartheid, alla fine del 1974 il governo concluse un accordo con la Giordania per la fornitura del sistema missilistico antiaereo Tigercat e con l'India per l'acquisto di 41 carri armati Centurion.[18] Tramite la Giordania, che fece da intermediario,[16] la Shorth Brothers fornì al Sud Africa circa 54 lanciatori del sistema missilistico che venne localmente ribattezzato "Hilda".[18] I sistemi Tigercat entrarono in servizio presso la 250ª Air Defence Unit (ADU), formata dal 121° e 123° Squadron, inizialmente di stanza sulla base aerea di Waterkloof, e successivamente a Pienaarsrivier. Tra il 1975 e il 1976 il 123° Squadron fu disloccato sulla base aerea di Grootfontein per partecipare all'Operazione Savannah, e successivamente fu permanentemente basato a Ondangwa (Namibia) durante la Guerra del Bush, insieme al 129° Squadron. I reparti della 250ª Air Defence Unit svolgevano annualmente l'addestramento operativo sul poligono di St. Lucia per permettere agli artiglieri di affinare le tattiche operative. Nel corso del 1977 il 250ª Air Defence Artillery Group fu trasferito a Pienaarsrivier (ora Ditholo), per venire sciolto definitivamente nel 1993 quando il sistema "Hilda" fu ritirato dal servizio.

Versioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Tigercat Mk.1: prima versione di produzione.[1]
  • Tigercat Mk.2: seconda versione di produzione, con il missile e il veicolo di lancio alleggeriti, mentre il sistema di comando e controllo aveva l'elettronica allo stato solido.[1]

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera dell'Argentina Argentina
Bandiera della Giordania Giordania
Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Bandiera del Kenya Kenya
Bandiera dell'India India
Bandiera dell'Iran Iran
Bandiera dell'Oman Oman
Bandiera della Rhodesia Rhodesia
Bandiera del Sudafrica Sudafrica
Bandiera dello Zimbabwe Zimbabwe

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La velocità fu stimata tra 200 e 250 m/sec.
  2. ^ Il missile era stato lanciato contro un cacciabombardiere Harrier GR. Mk.3, ma quando un altro velivolo simile entrò nel raggio di tiro l'operatore dirottò il missile contro il nuovo bersaglio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Chant 2014, p. 530.
  2. ^ "Sea Cat/Tigercat"[collegamento interrotto].
  3. ^ a b c d e Missiles Yearbook in Flight International 14 March 1974, pag. A.10.
  4. ^ Missiles and Spaceflight, in Flight, 17 June 1960, p.823.
  5. ^ a b c Crabtree 1994, p. 69.
  6. ^ The Straits Times, Singapore, 4 July 1969, Page 5.
  7. ^ Royal Air Force in Germany 1945-1993, Joint Services Command and Staff College, Bracknell, 9 December 1998, p.51.
  8. ^ Thomas 2014, p. 256.
  9. ^ a b c Cordesman 2015, p. 17.
  10. ^ (EN) Dean Wingrin, The Airforce - Weapons - Missiles - Hilda (Tigercat) SAM, in SAAE. URL consultato il 18 luglio 2008.
  11. ^ Richard F. Nyrop, Area Handbook for the Persian Gulf States, Wildside Press, Washington, 2008, isbn 1-43446-210-2, pag.270.
  12. ^ The last Short Tigercat, in Flight International, 31 may 1971, p.819.
  13. ^ a b Phythian 2000, p. 123.
  14. ^ a b Flight International 8 May 1975, pag. 759.
  15. ^ Nick Van der Bijl, David Aldea, 15th Infantry Brigade in the Falklands 1982, Leo Cooper, 2003, p.205.
  16. ^ a b Flight International 5 February 1983, pag. 339.
  17. ^ Kodikara 1979, p. 11.
  18. ^ a b Geldenhuys 1990, p. 505.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Christopher Chant, A Compendium of Armaments and Military Hardware, Abingdon, Routledge, 2014, ISBN 1-134-64668-2.
  • (EN) Anthony H. Cordesman, Iran's Rocket and Missile Forces and Strategic Options, Lanham, Rowman & Littlefield, 2015, ISBN 1-4422-4066-0.
  • (EN) James D. Crabtree, On Air Defense, Westport, Praeger, 1994, ISBN 0-275-94792-0.
  • Marco Drago, Pietro Boroli, Classe County, in War Machine. Tecnica e impiego delle armi moderne, vol. 2, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1992-1994, ISBN non esistente.
  • Marco Drago, Pietro Boroli, Sea Slug, in War Machine. Tecnica e impiego delle armi moderne, vol. 5, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1992-1994, ISBN non esistente.
  • (EN) Deon Geldenhuys, Isolated States: A Comparative Analysis, Cambridge, Cambridge University Press, 1990, ISBN 0-521-40268-9.
  • (EN) Shelton Kodikara, Strategic Factor in Interstate Relations in South Asian, Canberra, Australian National University, 1979.
  • (EN) Mark Phythian, The Politics of British Arms Sales Since 1964: 'to Secure Our Rightful Share', Annapolis, Naval Institute Press, 2000, ISBN 0-7190-5907-0.
  • (EN) Stephen Robert Twigge, The Early Development of Guided Weapons in the United Kingdom 1940-1960, Annapolis, Naval Institute Press, 1993, ISBN 3-7186-5297-8.

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