Tempio di Garni

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Tempio di Garni
Il tempio nel 2013
Utilizzotempio
StileOrdine ionico
EpocaI o II secolo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Armenia Armenia
Altitudine1396 m[1] m s.l.m.
Amministrazione
EnteMinistero armeno della cultura
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 40°06′44.72″N 44°43′49″E / 40.112421°N 44.730277°E40.112421; 44.730277

Il tempio di Garni (in armeno Գառնու տաճար?, Gaṙnu tačar, ˈgɑrnu ˈtɑtʃɑʁ)[N 1] è il solo tempio Greco-Romano colonnato rimasto in Armenia. Realizzato in stile ionico e situato nel villaggio di Garni è la struttura e simbolo più conosciuto dell'Armenia pre-cristiana.

L'edificio fu probabilmente fatto costruire da re Tiridate I nel I secolo d.C. in onore al dio del sole Mihr. In seguito alla conversione dell'Armenia al cristianesimo all'inizio del IV secolo venne convertito in una residenza estiva per Khosrovidukht, sorella di Tiridate III. Secondo alcuni studiosi non era un tempio, ma una tomba e per questo sopravvisse alla distruzione delle strutture pagane. Crollò nel terremoto del 1679. L'interesse rinnovato nel XIX secolo portò agli scavi del sito e alla sua ricostruzione tra il 1969 e il 1975. È una delle principali attrazioni turistiche dell'Armenia e il santuario centrale del neopaganesimo armeno.

Posizione[modifica | modifica wikitesto]

Il tempio è situato sull'orlo di una scogliera triangolare che sovrasta il burrone del fiume Azat e le montagne di Gegham[2] e fa parte della fortezza di Garni.[N 2] una delle più antiche fortezze armene.[3] è menzionato come Gorneas negli Annales di Tacito del I secolo.[4] La fortezza fu strategicamente significativa per la difesa delle principali città della piana dell'Ararat.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondazione[modifica | modifica wikitesto]

Opinione maggioritaria[modifica | modifica wikitesto]

L'iscrizione greca di Tiridate I[5]

La data precisa di costruzione del tempio è sconosciuta e soggetta a dibattito. L'opinione maggioritaria è che sia stato costruito nel 77 d.C. durante il regno di Tiridate I.[6] Questa data è stata calcolata sulla base di un'iscrizione in greco antico,[N 3] scoperto dall'artista Martiros Saryan nel 1945 su un muro della fortezza, che nomina Tiridate il Sole (Helios) come fondatore del tempio.[2][7] L'iscrizione è danneggiata e varie letture sono possibili. James R. Russell cita come lettura più ragionevole Ashot G. Abrahamian:[8]

«The Sun Tiridatēs / of Greater Armenia, lord as despot, built a temple / for the queen; the invincible... / in the eleventh year of his reign. / ...Under the protection of the... / may the priest to the great cave (?) / in the vain (?) / of the witness and thanks.»

Un'altra lettura, fatta da Poghos Ananian e citata da Vrej Nersessian è:[9]

«The Sun God Tiridates, uncontested king of Great Armenia built the temple and the impregnable fortress in the eleventh year of his reign when Mennieay was hazarapet [thousander, chiliarch] and Amateay was sparapet [general, commander].»

La maggior parte degli studiosi attribuisce l'iscrizione a Tiridate I e poiché questa dice che il tempio fu costruito nell'undicesimo anno del suo regno, si ritiene che sia stato completato nel 77 d.C.[10][N 4] La data è legata principalmente alla visita di Tiridate I a Roma nel 66 d.C., dove fu incoronato dall'imperatore Nerone.[N 5] Per ricostruire la città di Artaxata, distrutta dal generale Romano Gnaeus Domitius Corbulo, Nerone diede a Tiridate 50 milioni di dracme e fornì artigiani Romani. Al suo ritorno in Armenia Tiridate iniziò un grande progetto di costruzioni, inclusa la ricostruzione della città fortificata di Garni. È in questo periodo che si ritiene che il tempio sia stato costruito.[15]

Si pensa che il tempio sia stato dedicato a Mihr,[N 6][16][17] il dio del sole della mitologia armena, influenzata dal Zoroastrianismo ed equivalente a Mithra. Tiridate, come altri monarchi armeni, considerava Mihr come patrono. Alcuni studiosi hanno sostenuto che nel contesto storico nel quale il tempio fu eretto, ciò al ritorno da Roma come re, è naturale che Tiridate dedicasse il tempio al suo dio patrono.[15] Inoltre sono stati scoperti sculture in marmo bianco di zoccoli di toro a circa 20 metri dal tempio, che potrebbero essere i resti di una scultura del dio Mihr, che veniva spesso ritratto in lotta con un toro.[18]

Teorie alternative[modifica | modifica wikitesto]

Arshak Fetvadjian descrive il tempio come un "edificio di stile romano per il culto panteistico degli idoli popolari ai giorni della dinastia degli Arsacidi."[19]

Come riportato da Kamilla Trever in 1950, Secondo una diversa interpretazione di Kamilla Trever la letteratura esistente e le monete coniate all'epoca, l'erezione del tempio iniziò nel 115 d.C. Il motivo per la sua costruzione sarebbe stata la dichiarazione dell'Armenia come provincia romana[10] e il tempio avrebbe ospitato l'effige imperiale di Traiano.[20]

Una teoria alternativa proposta da Richard Denys Wilkinson nel 1982 suggerisce che l'edificio sia una tomba, probabilmente costruita nel 175. Questa teoria si basa sul confronto con gli edifici greco-romani dell'Asia Minore occidentale (per esempio il Tempio delle Nereidi, il Mausoleo a Belevi, il Mausoleo di Alicarnasso),[4] la scoperta di tombe nelle vicinanze che risalgono a quell'epoca e il ritrovamento di alcuni marmi nello stile dei sarcofaghi asiatici. Wilkinson inoltre afferma che non ci sono prove dirette che colleghino il tempio al mitraismo o a Mihr e che le iscrizioni greche probabilmente si riferiscono a una fortezza precedente eretta sul sito e non alla struttura colonnata. Nota inoltre che è improbabile che un tempio pagano sia sopravvissuto alle distruzioni avvenute nel periodo della conversione al cristianesimo nel IV secolo, mentre tutti gli altri templi furono distrutti. Wilkinson suggerisce che la struttura possa essere stata una tomba eretta in onore di uno dei re romanizzati dell'Armenia della fine del II secolo.[21][6]

James R. Russell ritiene che non ci siano prove che la struttura sia un tempio di Mihr ed è scettico sul fatto che le iscrizioni si riferiscano ad essa.[22]

Periodo cristiano[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio del IV secolo,[N 7] quando il re armeno Tiridate III adottò il cristianesimo come religione di stato, praticamente tutti i luoghi di adorazione pagani furono distrutti.[28] Il tempio di Garni è la sola struttura pagana,[N 8] ellenistica,[16][33] e greco-romano[34] ad essere sopravvissuta alla distruzione. Rimane sconosciuto il motivo, ma il filosofo Grigor Tananyan propone che il suo status di "capolavoro d'arte" potrebbe averlo salvato dalla distruzione. Suggerisce che il tempio era percepito come la "quintessenza di un'intera cultura."[35] Robert H. Hewsen suggerisce che non venne distrutto perché non era un tempio, ma una tomba di un re di Armenia nominato dai Romani. Nota inoltre che nel settimo secolo venne costruita una chiesa al suo fianco e non al suo posto.[3]

Secondo Movses Khorenatsi una residenza estiva fu fatta costruire all'interno della fortezza per Khosrovidukht, la sorella di Tiridate III.[2][32] Per questo motivo furono fatte alcune modifiche al tempio. L'altare sacrificale all'esterno del tempio e la statua di venerazione nella cella furono rimosse. L'apertura nel tetto fu chiusa. La struttura di pietra per rimuovere l'acqua dal tetto fu anch'essa rimossa, mentre l'entrata del tempio fu modificata.[35]

Sui muri del tempio c'è una serie di graffiti in arabo, datati al IX-X secolo.[6] Sul muro dell'ingresso del tempio c'è un'iscrizione in armeno datata 1291 e lasciata dalla principessa Khoshak of Garni, nipote di Ivane Zakarian, della famiglia zakaride, comandante delle forze georgiane-armene all'inizio del XIII secolo, e da Amir Zakare, figlio di Khoshak. Racconta dell'esenzione della popolazione di Garni da tasse in forma di vino, capre e pecore.[36]

Crollo[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le colonne del tempio collassarono in seguito a un devastante terremoto il 4 luglio 1679[37], il cui epicentro si ritiene sia stato localizzato nella gola di Garni[38][39] La maggior parte dei blocchi rimasero sparsi sul sito e fu possibile ricostruirlo alla fine degli anni 1960 riutilizzando fino all'80% del materiale originale.[40]

Viene citato da viaggiatori europei già all'inizio del XVII secolo.[41] Jean Chardin, che visitò l'Armenia prima del terremoto, e James Morier[42] lo descrivono scorrettamente senza averlo visto di persona attraverso il racconto di informatori locali.[4] Secondo il resoconto della visita di Robert Ker Porter i locali lo chiamavano Takht-i Tiridates ("Trono di Tiridate""). Ker Porter lo descrive come: "una confusa pila di bei frammenti, colonne, architravi, capitelli, fregi, tutti mischiati insieme in disordine."[4] Un altro europeo che visità e documentò le rovine fu Dubois de Montpereux, che chiamò la fortezza "Takh Terdat".[4] Nel suo libro del 1839 propose un piano di ricostruzione.[4]

Una fontana dedicata alla ricostruzione di Sahinian (1978)

Ricostruzione[modifica | modifica wikitesto]

La prima proposta nota di ricostruire il tempio fu fatta dall'archeologo Aleksey Uvarov al quinto Congresso di archeologia russa nel 1880. Propose di spostare le pietre a Tbilisi in Georgia e ricostruirlo lì secondo il piano di de Montpereux.[48] Lori Khatchadourian suggerì che il piano "avrebbe potuto essere considerato come un piano di cooptare il passato romano dell'Armenia per la gloria della Russia, attraverso la rilocazione del suo più iconico monumento nel più vicino centro amministrativo."[48] Il governatore di Erivan non realizzò il piano, citando difficoltà tecniche.[49]

Nelle decadi successive altri studiosi, come Nikoghayos Buniatian, Babken Arakelyan e Nikolay Tokarsky studiarono il tempio.[35] Nel 1909-1911 durante uno scavo condotto da Nicholas Marr, le rovine del tempio furono liberate. Buniatian cercò di ricostruire il tempio negli anni 1930.[49]

Nel 1949 l'Accademia nazionale delle scienze armena iniziò una serie importante di scavi sul sito della fortezza di Garni, condotti da Babken Arakelyan. Lo storico dell'architettura Alexander Sahinian si concentrò sul tempio. Fu solo circa vent'anni dopo che il 10 dicembre 1968 il governo armeno sovietico approvò il piano di ricostruzione del tempio. Un gruppo condotto da Sahinian iniziò i lavori nel gennaio 1969. L'opera fu completata nel 1975,[50] circa 300 anni dopo il sisma del 1679 che l'aveva distrutto.[16][51] Il tempio fu quasi completamente ricostruito usando le pietre originali, eccetto per quelle mancanti per le quali si usarono pietre bianche che fossero facilmente riconoscibili.[49] Nel 1978 fu eretto un monumento a Sahinian nelle vicinanze del tempio.[51]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Generalità[modifica | modifica wikitesto]

Il tempio segue lo stile dell'architettura greca classica che iniziò a svilupparsi nel VII secolo a.C.[52] Gli studiosi lo hanno variamente descritto come greco, romano o greco-romano, collegando generalmente all'arte ellenistica, spesso specificando caratteristiche speciali e l'influenza locale armena.[53] Alcuni studiosi hanno enfatizzato l'influenza armena sulla sua architettura definendolo "Armeno-Ellenico" (Sahinian), mentre altri hanno completamente escluso questo punto di vista, definendolo "una struttura aliena sul territorio armeno".[54] Toros Toramanian, per esempio ha evidenziato la singolarità del tempio come edificio in stile romano sull'Altopiano armeno e "rimarca come essenzialmente la costruzione di Garni non abbia avuto essenzialmente alcuna influenza sull'architettura armena contemporanea o successiva."[55] D'altra parte Sahinian lo definì un "prodotto della arte costruttiva-architetturale del periodo ellenistico" assomiglia del tutto al tempio urarturiano di Muṣaṣir del IX secolo a.C.[56]

Il tempio è un periptero (un tempio circondato da un portico colonnato) costruito su un podio elevato.[57][49] È stato costruito con pietra in basalto grigio estratto localmente.[57][4] Il tempio è formato da un pronao e una cella (naos). Il tempio è supportato da un totale di 24 colonne alte 6,54 m di ordine ionico: sei di fronte, sei sul retro e otto sui lati (le colonne d'angolo sono contate due volte).[57][52] Basandosi su un'analisi comparativa Sahinian ritiene che le colonne provengano dall'Asia Minore.[58]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Il frontone triangolare ritrae piante e figure geometriche.[59] La scala ha nove scalini[49] inusualmente alti (30 cm), circa il doppio del solito.[59] Tananyan suggerisce che questo possa essere voluto per inspirare un senso di umiltà nelle persone fisiche e per richiedere uno sforzo fisico per raggiungere l'altare.[59] Su entrambi i lati della scala ci sono dei piedistalli rozzamente squadrati. Su entrambi è scolpito Atlante, il titano che sostiene la terra, in una maniera che sembra che sostenga il tempio sulle sue spalle. Si assume che originariamente i piedistalli sostenessero altari sacrificali.[59]

L'esterno del tempio è riccamente decorato. I fregi ritraggono una linea continua di acanti. Inoltre sono ornati i capitelli, architravi e il soffitto. Sulle pietre della cornice fontale si proiettano sculture di teste di leone.[18] Un frammento dell'architrave che porta una testa di leone è stata rimossa dal capitano J. Buchan Telfer alla fine del XIX secolo e donata da lui al British Museum in 1907.[60]

La cella

Cella[modifica | modifica wikitesto]

La cella del tempio è alta 7,132 m, lunga 7,98 m e larga 5,05 m .[59] A causa delle sue dimensioni relativamente piccole è stato proposto che anticamente contenesse una statua e le cerimonie fossero tenute all'esterno.[18] La cella è illuminata da due fonti: l'ingresso sproporzionatamente grande di 2,29 per 4,68 m e l'apertura del tetto di 1,74 per 1,26 m.[61]

Stato e uso corrente[modifica | modifica wikitesto]

Il Vardavar, un popolare festival estivo di origine pagane pre-cristiane, viene celebrato vicino al tempio nel 2014

Attrazione turistica[modifica | modifica wikitesto]

Il tempio è la più significativa struttura armena dell'epoca pre-cristiana ed è diventato un simbolo di quest'era.[34][62] Inoltre è il solo edificio colonnato rimasto in Armenia e nella precedente Unione Sovietica.[N 9] Divenne una destinazione turistica anche prima del suo restauro negli anni 1970.[68] Oggigiorno è, con il vicino monastero di Geghard, una delle principali attrazioni turistiche in Armenia.[69][70] La maggior parte delle persone che visitano Garni visitano anche Geghard.[71] I due siti sono spesso noti collettivamente come Garni-Geghard (Գառնի-Գեղարդ).[72] Nel 2013 circa 200000 persone visitarono il tempio.[73] Tra i visitatori ci sono stati il presidente cipriota Demetris Christofias,[74] la first lady polacca Anna Komorowska,[75] il presidente austriaco Heinz Fischer,[76] il cantante d'opera Montserrat Caballé,[77] il presidente greco Karolos Papoulias,[78] le personalità televisive Khloé e Kim Kardashian,[79] e il commediografo statunitense Conan O'Brien.[80] O'Brien che visitò il tempio nell'ottobre 2015 con la sua assistente armena Sona, filmò un episodio che includeva danze al tempio di Garni. L'episodio fu trasmesso sul suo late-night talk show il 17 novembre 2015 e fu visto da 1,3 milioni di spettatori.[81][82]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Il tempio e la fortezza fanno parte del Riserva museale culturale e storica di Garni (in armeno «Գառնի» պատմա-մշակութային արգելոց-թանգարան?), che occupa 3,5 ettari (8,6 acri) ed è supervisionata dal Servizio per la protezione dell'ambiente storico e riserve museali culturali, un'agenzia dipendente dal Ministero della cultura della Repubblica di Armenia.[73] La lista degli oggetti intangibili storici e dei monumenti culturali della zona comprende 11 elementi nell'area.[83]

Un rituale neopagano di fronte al tempio

In un sondaggio del 2006, oltre tre quarti dei visitatori valutarono lo stato di conservazione di Garni come "buono" o "molto buono".[71] Nel 2011 l'UNESCO assegnò al Museo-Riserva di Garni il premio internazionale Melina Mercuri per la protezione e la gestione di panorami culturali per le "misure intraprese per preservare le sue vestigia culturali e l'enfasi messa nello sforzo di interpretare ed aprire il sito per visitatori nazionali ed internazionali."[84]

Santuario neopagano[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1990,[85] il tempio è stato il santuario principale[86][87] dei seguaci del Neopaganesimo armeno, che tengono annualmente cerimonie al tempio,[88] specialmente il 21 marzo, il nuovo anno pagano.[85] In quel giorno, che coincide con Nawrūz, il nuovo anno iraniano, i neopagani armeni celebrano il compleanno del dio del fuoco, Vahagn.[89] Celebrazioni neopagane si tengono anche durante il festival estivo di Vardavar, che ha origini pagane pre-cristiane.[90][91]

Eventi degni di nota[modifica | modifica wikitesto]

La piazza di fronte al tempio è a volte usata come sito per concerti. Nel 1985 il festival musicale della tv sovietica Pesnja goda ("Canzone dell'anno") fu registrato presso il tempio.[92] Un altro concerto degno di nota fu tenuto il 2 luglio 2004 dall'Orchestra da camera nazionale armena, condotta da Aram Gharabekian.[93] L'orchestra suonò opere di Aram Il'ič Chačaturjan, Komitas, Edvard Mirzoyan, Strauss, Mozart e altri compositori.[94]

Verso della banconota da 5000 Dram armeni (1995–2005).[95]

La torcia dei primi Giochi pan-armeni fu accesa vicino al tempio il 28 agosto 1999.[96]

Rappresentazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il tempio compare sul retro della banconota da 5000 Dram armeni in uso dal 1995 al 2005.[95]

Incidenti[modifica | modifica wikitesto]

Il 25 settembre 2014 Maksim Nikitenko, un turista russo ha deturpato il tempio scrivendo con della vertice spray "В мире идол ничто" (letteralmente "Nel mondo, l'idolo non è niente").[97][98][99] La scritta venne cancellata qualche giorno dopo.[100] Il servizio di stato armeno per la protezione delle riserve storiche e culturali ha fatto causa contro Nikitenko nel febbraio 2015, chiedendo il risarcimento del danno risultato dal vandalismo, quantificato in 839.390 Dram armeni (~$1,760).[101] Nell'aprile 2015 la corte della provincia di Kotayk ha condannato Nikitenko a due mesi di detenzione e a una multa per l'ammontare richiesto dal servizio di stato armeno.[102]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Approfondimento[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chiamato anche Գառնու/Գառնիի հեթանոսական տաճար Gaṙnu/Gaṙnii het’anosakan tačar, letteralmente "tempio pagano di Garni".
  2. ^ in armeno Գառնիի ամրոց?, Gařnii amrots o Գառնու ամրոց, Gařnu amrots
  3. ^ "on a block of basalt 165 cm long, 50 cm high, and 79–80 cm thick; the letters are about 5 x 5.5 cm in size."[2]
  4. ^ Questa data venne proposta da Alexander Sahinian[11] ed ha guadagnato un consenso generale.[12] Lo storico di inizio MedieovoMovses Khorenatsi attribuisce erroneamente l'iscrizione a Tiridate III.[10]
  5. ^ Dopo le campagne armeno-partiche di Corbulone (58–63) fu firmato un trattato di pace per cui Tiridate sarebbe stato incoronato da Nerone diventando un alleato di Roma.[13] In cambio Roma riconobbe l'indipendenza dell'Armenia.[14]
  6. ^ Khatchadourian scrive che la "struttura è generalmente considerata un tempio dedicato al dio Mihr".[4]
  7. ^ La data tradizionale è il 301,[23] proposta per prima da Mikayel Chamchian.[24] Un numero crescente di autori sostiene che la data corretta è il 314 sulla base dell'editto di Milano.[25][26] Elizabeth Redgate scrive che "il consenso degli studiosi è di preferire circa il 314."[27]
  8. ^ "I monumenti di Garni sono le sole vestigia dell'architettura pagana in Armenia conosciuta. [...] Le rovine più importanti sono quelle del tempio"[29]
    "All'adozione della cristianità come religione di stato, tutte le strutture di culto pagane (eccetto il tempio di Garni) furono spietatamente distrutte"[30]
    "Il solo tempio pagano rimanente in Armenia, a Garni"[31]
    "Գառնիի ճարտարապետական համալիրի անգին զարդն է տաճարը՝ հեթանոս հայության ճարտարապետական ժառանգությունից պահպանված միակ հիշատակարանը"[32]
    "L'obliterazione delle vestigia pagane fu così completa che non resta alcun tempio o architettura o documentazione ... l'unica eccezione è il tempio di Garni"[28]
  9. ^ Descritto come:
    • "Il solo edificio colonnato rimasto in tutta l'Unione Sovietica"[63]
    • "Il solo tempio greco-romano rimasto eretto in tutta l'Unione Sovietica"[64]
    • "il solo tempio pagano di tipo ellenico sul territorio dell'Unione Sovietica"[65]
    Rimane almeno un tempio greco in rovina in Ucraina. Sul sito di Olbia Pontica sul Mar Nero c'è un tempio ionico di Apollo risalente al IV-II secolo a.C..[66][67]

Bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Garni, Armenia, su elevationmap.net. URL consultato l'8 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2018).
  2. ^ a b c d e Russell 1987, p. 269.
  3. ^ a b Robert H. Hewsen, Armenia: A Historical Atlas, Chicago, University of Chicago Press, 2001, p. 62, ISBN 0-226-33228-4.
    «un grande edificio in stile ionico, generalmente considerato un tempio è il solo sopravvissuto, e il fatto che nel VII secolo una chiesa fu costruita al suo fianco piuttosto che al suo posto, suggerisce che fu più probabilmente la tomba di un re di Armenia incoronato da Roma, forse Tiridate I (51–60; 63-p. 75) o Sohaimos of Emesa (140–160).»
  4. ^ a b c d e f g h i Khatchadourian 2008, p. 252.
  5. ^ Vahan Kurkjian, A History of Armenia, New York, Armenian General Benevolent Union of America, 1964 [1958], p. 95.
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  8. ^ Russell 1987, pp. 269-270.
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    «Il solo tempio ellenistico, il magnifico tempio colonnato ionico di Garni fu costruito nel I secolo d.C. e dedicato al dio del sole, Mithra (Mihr in armeno).»
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    «L'obliterazione delle vestigia pagane fu così completa che non è rimasto praticamente alcun resto di tempio o architettura o documento ... La sola eccezione è il tempio di Garni...»
  29. ^ Sirarpie Der Nersessian, The Armenians, New York, Praeger, 1969, p. 99.
    «The monuments of Garni are the only vestiges of the pagan architecture of Armenia known to us. [...] The most important ruins are those of the temple built during the reign of Trdat I, shortly after ad 66, and which had survived until it was destroyed by an earthquake in 1679.»
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    «Di gran lunga il più conosciuto edificio pre-cristiano, è il solo esempio sopravvissuto di architettura greco-romana in Armenia, costruito a Garni......»
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