Stefano Angeleri

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Stefano Angeleri
Angeleri con la maglia dell'Atalanta.
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 173 cm
Peso 66 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1960 - giocatore
1986 - allenatore
Carriera
Giovanili
1939-1940Bandiera non conosciuta Oratorio Ovada
1940-1943Acqui
Squadre di club1
1943-1944 V.I.S.A. Voghera? (?)
1945-1947Vogherese53 (1)
1947-1949Juventus47 (2)
1949-1960Atalanta317 (2)
Carriera da allenatore
1960-1961 San Pellegrino
1961-1965AtalantaGiovanili
1965-1967Atalanta
1967-1968AtalantaGiovanili
1968-1969Atalanta
1969-1972Parma
1973Modena
1973-1976Seregno
1976-1978Cremonese
1978-1979Seregno
1979-1980Casale
1980-1981Pergocrema
1982Sant'Angelo
1982-1983Piacenza
1983-1985Seregno
1985-1986Lecco
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Stefano Angeleri (Castellazzo Bormida, 26 agosto 1926Bergamo, 31 gennaio 2012[1][2]) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

L'8 maggio 2012, alcuni mesi dopo la sua morte, lo stadio comunale di Castellazzo Bormida (suo paese natale) è stato intitolato a suo nome[3].

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Angeleri era un centrocampista, impiegato prevalentemente come mediano in marcatura sulle mezzeali avversarie[4][5]; talvolta è stato schierato anche come ala destra[4]. Di corporatura esile[6], era soprannominato Gabbiano per il modo di correre a braccia larghe[4][5][6][7].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Stefano Angeleri

Comincia la carriera di calciatore nelle serie minori dei campionati dilettantistici piemontesi, con Ovada e Acqui[8][9][10], prima di trasferirsi nella Vogherese con cui disputa i tornei di guerra e il campionato di Serie B-C Alta Italia 1945-1946. Nell'estate del 1947 approda in massima serie con la maglia della Juventus, presidente Gianni Agnelli: esordisce il 12 ottobre 1947, nella sconfitta per 4-2 sul campo dell'Inter. Nella formazione bianconera gioca per due stagioni, collezionando 47 presenze in Serie A[8][11]. La Juventus in quel periodo viveva nell'ombra del Grande Torino di Ferruccio Novo e Valentino Mazzola che vinceva tutto.

Nell'estate del 1949 viene trasferito all'Atalanta, nell'affare che porta Giacomo Mari a Torino[1][4]; la destinazione inizialmente non è gradita[1], tanto che si pensava che questa fosse una sistemazione provvisoria[5][6]. Al contrario, a Bergamo, con la maglia neroazzurra dell’Atalanta, rifiorì, rimanendo nelle formazione nerazzurra per undici stagioni consecutive, diventandone il capitano[12], e fino alla stagione 2010-2011 è stato il giocatore con il maggior numero di presenze con l'Atalanta, superato poi da Gianpaolo Bellini[5]. Vanta comunque il record di presenze in serie A con 281 partite di campionato disputate. Con la maglia nerazzurra ha vinto il campionato di Serie B 1958-1959[6]; l'anno successivo, all'età di 34 anni, è costretto al ritiro a causa di problemi cardiaci[1][5].

In carriera ha totalizzato complessivamente 328 presenze e 4 reti in Serie A e 67 presenze in Serie B.

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Al termine della sua carriera agonistica si dedica al ruolo di allenatore, dapprima nel San Pellegrino[10][13] e poi nelle giovanili dell'Atalanta[6] per quattro stagioni[4]. Nel campionato 1965-1966 viene promosso in prima squadra, in sostituzione dell'esonerato Hector Puricelli[4], ottenendo la salvezza a fine stagione[5]; viene poi riconfermato fino al termine della stagione 1966-1967, quando viene sostituito da Paolo Tabanelli[1]. Viene tuttavia richiamato a tre giornate dal termine del campionato[1][5], ottenendo una nuova salvezza, prima di essere definitivamente esonerato alla ventesima giornata del campionato 1968-1969, quando viene sostituito da Silvano Moro[1].

Lasciata Bergamo, passa sulla panchina del Parma in Serie D, subentrando al dimissionario Giancarlo Vitali[5][14], e con i ducali ottiene la promozione in Serie C, grazie a 15 vittorie su 18 partite disputate[15]. Rimane sulla panchina gialloblu fino alla stagione 1971-1972, quando viene esonerato mentre la squadra è in lotta per la promozione[16].

Dopo una breve esperienza sulla panchina del Modena (subentrato a Leonardo Costagliola, viene a sua volta sostituito da Armando Cavazzuti[17]), guida per tre stagioni il Seregno[10] e poi passa alla Cremonese, con cui ottiene la promozione in Serie B nel campionato 1976-1977[5][18]. Riconfermato tra i cadetti, viene esonerato nel corso del girone di ritorno a causa della precaria posizione in classifica, che porterà poi alla retrocessione[18].

Nelle annate successive torna al Seregno[19], con cui sfiora la promozione in Serie C1[10], e poi allena il Casale, sostituendo in autunno l'esonerato Sandro Salvadore[13][20]: con la formazione nerostellata ottiene la salvezza con alcune giornate di anticipo[21], tuttavia non viene riconfermato[22]. Dopo una stagione al Pergocrema, nel corso del campionato di Serie C1 1981-1982 viene chiamato alla guida del Sant'Angelo[23], senza evitarne la retrocessione in Serie C2. L'anno successivo subentra a Pier Luigi Meciani sulla panchina del Piacenza[24]; dopo un buon avvio, la formazione emiliana entra in crisi di risultati, e Angeleri viene esonerato a sei giornate dal termine[24]. Conclude la propria carriera di allenatore sostituendo Agostino Alzani alla guida del Lecco, nel Campionato Interregionale 1985-1986[4][25].

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Atalanta: 1958-1959

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Cremonese: 1976-1977
Parma: 1969-1970

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Lutto nel mondo del calcio. È morto il «gabbiano» Angeleri, L'Eco di Bergamo, 31 gennaio 2012
  2. ^ Addio a Stefano Angeleri il "gabbiano" dell'Atalanta Ilgiorno.it
  3. ^ Copia archiviata, su comunecastellazzobormida.it. URL consultato l'8 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  4. ^ a b c d e f g Angeleri, sono 84. Il Gabbiano vola ancora Tuttoatalanta.com
  5. ^ a b c d e f g h i C'era una volta: Stefano Angeleri Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive. Sportmain.com
  6. ^ a b c d e Gli Eroi della Dea: Stefano ANGELERI Tuttoatalanta.com
  7. ^ Corbani, p.286.
  8. ^ a b M.Sappino, Dizionario del calcio italiano, ed.Baldini&Castoldi, pag.35
  9. ^ Calcio - È scomparso Stefano Angeleri Archiviato il 9 marzo 2016 in Internet Archive. Ovadainsport.it
  10. ^ a b c d Angeleri arriva e con lui i punti, Stampa Sera, 26 novembre 1979, pag.14
  11. ^ Profilo su Enciclopediadelcalcio.it
  12. ^ «317 volte grazie grande Angeleri» L'ultimo saluto al mitico Gabbiano, L'Eco di Bergamo, 2 febbraio 2012
  13. ^ a b Angeleri: a questa squadra manca soltanto l'esperienza, Stampa Sera, 1º dicembre 1979, pag.33
  14. ^ È morto Stefano Angeleri, l'allenatore della promozione in serie C, La Gazzetta di Parma, 31 gennaio 2012
  15. ^ Bellè, Gandolfi, p.73.
  16. ^ Stagione 1971-1972 Archiviato il 13 dicembre 2012 in Internet Archive. Storiadelparmacalcio.com
  17. ^ I numeri gialloblu[collegamento interrotto] Modena100.it
  18. ^ a b 1967–1978 Inizia l'era Luzzara Uscremonese.it
  19. ^ Almanacco illustrato del Calcio 1979, edizioni Panini, pag. 312
  20. ^ Ecco il nuovo allenatore del Casale: è Angeleri, La Stampa, 21 novembre 1979, pag.2
  21. ^ Un Casale tranquillo a Lecco. Ad Angeleri basta il pareggio, La Stampa, 11 maggio 1980, pag.2
  22. ^ Nerostellati giocano a Rimini (ma si pensa già a settembre), La Stampa, 8 giugno 1980, pag.2
  23. ^ S.Angelo-Atalanta 0-0 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive. Acsantangelo1907.com
  24. ^ a b Stagione 1982-1983 Storiapiacenza1919.it
  25. ^ La prossima avversaria: Lecco Bustocco.it

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Elio Corbani, Pietro Serina, Cent'anni di Atalanta - Vol 2, Bergamo, Sesaab, 2007, ISBN 978-88-903088-0-2.
  • Renato Ravanelli, Atalanta80, S.E.S.A., 1987.
  • Gianfranco Bellè, Giorgio Gandolfi, 90 anni del Parma Calcio 1913-2003, Parma, Azzali, 2003.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]