Manuel Godinho de Erédia: differenze tra le versioni

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Manuel Godinho de Erédia

Manuel Godinho de Erédia (Malacca, 16 luglio 15631623) è stato un militare, scrittore e cartografo portoghese.

Biografia

Nacque a Malacca, nella penisola della Malesia, il 13 aprile 1563, figlio di João de Erédia Aquaviva,[N 1] era di sangue aragonese, mentre sua madre era Dona Elena Vessiva da Sulawesi, una principessa di Bugis, figlia di La Putebulu, Re di Suppa recentemente convertitosi al cristianesimo.[1] I due si sposarono nel 1545, ed ebbero quattro figli, Aña, Domingo, Françisco, e Manuel.[1] Dapprima educato a Malacca, dal 1579 frequentò il seminario dei gesuiti di Goa dove studiò astronomia, cartografia e matematica.[1] Non entrò nella Compagnia di Gesù, ma nel 1580 fu mandato a lavorare per il governo portoghese a Goa, poiché i suoi superiori ritenevano che sarebbe stato più adatto al ruolo di esploratore.[1] Concepì subito di trovare le Isole d'Oro, che avevano un ruolo di primo piano nelle leggende malesi.[2] Nella sua concezione esse si trovavano all'incirca a nord-ovest dell'Australia, ed è possibile che la costa australiana possa essere stata avvistata nel 1521 da Cristóvão de Mendonça e nel 1525 da Gomes de Sequeira, che all'epoca guidò le spedizioni portoghesi alla ricerca di queste isole, poiché è difficile spiegare la notevole serie delle Mappe prodotte dalla Scuola cartografica di Dieppe senza accettare una certa conoscenza portoghese di quel continente.[2] Lui, tuttavia, si basava essenzialmente sulle letture di Tolomeo, Marco Polo e Ludovico de Varthema oltre ad aver raccolto notizie di coevi viaggi malesi, accidentali o intenzionali, nel sud-est di Timor.[2]

In possesso di queste fonti, il 15 febbraio 1594 ottenne da re Filippo I di Portogallo l'incarico di "Descobridor e Adelantado da Nova Índia Meridional", titolo che avrebbe indotto, secoli dopo, il ricercatore Richard Henry Major ad acclamarlo come il primo vero scopritore dell'Australia, sebbene egli dimostrasse chiaramente che si trattava solo di un titolo e non rivendicò mai per sé la scoperta.[2] Nel 1600 il Viceré Françisco da Gama gli commissionò un viaggio di esplorazione e scoperta di nuovi territori, ed egli si trasferì da Goa a Malacca per mettere in esecuzione il piano, che fu bloccato dalla sostituzione del Viceré.[3] Intorno al 1602 il nuovo Viceré dello Stato portoghese dell'India, Aires de Saldanha (1600-1605), assegnò nuovamente al suo progetto navi e uomini, ma lo scoppio delle guerre locali fece sì che fosse chiamato a svolgere il suo ruolo di soldato e di ingegnere militare.[3] Rimase a Malacca per quattro anni, comandando una flotta di 70 imbarcazioni poste a guardia dell'approccio meridionale alla Malacca.[4] Fondò un forte a Muar nel 1604, e diede ordini per la costruzione di ulteriori fortificazioni poste a difesa dello stretto di Singapore e di quello di Sabbaó.[4]

Prese successivamente parte alla conquista di Kota Batu, la capitale del Sultanato di Johor, con il generale André Furtado de Mendoça.[5] Ammalatosi di beriberi nel 1605 dovette ritornare a Goa per motivi di salute,[4] dove trovò un nuovo Viceré, Martim Afonso de Castro, che aveva assunto l'incarico nel 1605.[4] Tuttavia, quando Afonso de Castro gli diede l'incarico di un nuovo viaggio nel maggio 1606, egli era ancora troppo malato per poter intraprenderlo; il viceré gli promise una galeotta di soccorso per la primavera successiva.[6] Purtroppo la morte del Viceré Afonso de Castro avvenuta a Malacca all'inizio del 1607 diede un ulteriore colpo alle sue speranze.[6] In questa fase scrisse ancora una volta al re di Spagna, trasmettendo l'informazione sul viaggio di Chiaymasiouro, re di Demak, nel 1601 in una nuova terra chiamata Luca Antara.[6] L'informazione suscitò l'interesse del sovrano il quale, nel 1609, diede istruzioni al Viceré Rui Lourenço de Tavora affinché la spedizione proposta fosse subito effettuata.[6] All'inizio del 1610 egli inviò segretamente un proprio servitore con lo scopo di accompagnare i marinai giavanesi nell'insediamento realizzato da Chiaymasiouro nella terra di Luca Antara.[6] Il servitore gli scrisse da Matara, Giava, il 16 agosto 1610, affermando che l'insediamento esisteva veramente ma che all'arrivo dei giavanesi era stato trovato disabitato.[6] A sua insaputa gli olandesi avevano già scoperto l'esistenza della costa settentrionale dell'Australia nel 1606.[6]

La spedizione di Eredia non avvenne mai.[6] Il re di Spagna non fu l'unico a incoraggiarlo.[6] Nel 1611 scrisse a papa Paolo V una lettera, firmandosi come Descobridor da India Meridional, in cui chiedeva che il Pontefice, dato che la scoperta della terra australe comportava l'estensione della fede cristiana, gli riconoscesse il titolo nobiliare per lui e i suoi discendenti, e l'istituzione di un nuovo ordine cavalleresco, l'Ordem da Impresa do Descobrimento da India Meridional, di cui egli doveva essere nominato Gran Maestro.[7]

Eredia si considerava anche Adelantado, Reggente Maggiore e Cosmógrafo mor do Estado da Índia, ma questi incarichi non gli furono mai attribuiti.[8] Nel frattempo il Viceré de Tavora gli aveva dato l'incarico di esplorare il distretto di Guzerat ed elaborare un rapporto in cui includeva i risultati delle sue indagini.[6] Il successivo Viceré, Dom Jerónimo de Azevedo (1612-1617), lo impiegò in prospezioni di minerarie nel distretto di Goa, e da allora egli si dedicò alla scrittura.[6] Nel 1613 scrisse Declaraçam de Malaca e da India Meridional com Cathay, nel 1615 History of the Martyrdom of Luiz Monteiro Coutinho, e nel 1616 il Tratado Ophirico,[9] praticamente la sua autobiografia.[10]

Il manoscritto Declaraçam de Malaca e da India Meridional com Cathay, attualmente conservato presso la Biblioteca Reale del Belgio di Bruxelles, si compone di 81 fogli che comprendono 56 illustrazioni.[11] Esso fu tradotto in francese da Léon Janssen nel 1829 con il titolo di Malaca, l'lnde Meridionale et le Cathay.

Nel 1619 mandò un petizione al re in cui chiedeva che, dopo aver servito per 20 anni nella normale posizione di dipendente dell'amministrazione dello Estado da Índia, fosse nominato sovraintendente finanziario a Ceylon.[12] In quella lettera diceva che Ceylon era un tesoro mal conosciuto (hu tesouro mal cohencido) e criticava la corruzione imperante tra gli ufficiali lì in servizio, e per la prima volta nella sua vita, il Viceré Jerónimo de Azevedo che vi aveva prestato servizio come Capitano generale per un lungo periodo (1594-1612).[12] Si spense nel 1623.

Opere

  • Informação da Aurea Chersoneso, ou Penísula, e das ilhas auríferas, carbuncúlas e aromaticas[N 2] (1597-1600)[11]
  • Report on Meridional India (1597-1600)[3]
  • Plantas de plaças das conquistas de Portugal (1610)[11]
  • Discourse on the Province of Indostan, termed Mogûl (1611)[13]
  • Suma de árvores e plantas da Índia Intra Ganges (1612)[14]
  • Declaraçam de Malaca e India meridional com o Cathay em III tractados ordenada, 1613
  • History of the Martyrdom of Luiz Monteiro Coutinho (1615)
  • Tratado Ophirico (1616)
  • Lyvro de Plataforma das Fortalezas da India (1620)

Edizioni

Note

Annotazioni

  1. ^ Suo padre faceva parte di una spedizione missionaria portoghese a Sulawesi quando incontrò la ragazza di 15 anni, che si innamorò e fuggì con il capitano portoghese.
  2. ^ Un ampio resoconto sull'arcipelago malese.

Fonti

  1. ^ a b c d Mills 1930, p. 1.
  2. ^ a b c d Australian Dictionary of Biography.
  3. ^ a b c Mills 1930, p. 2.
  4. ^ a b c d Mills 1930, p. 3.
  5. ^ Miksic 1998, p. 137–141.
  6. ^ a b c d e f g h i j k Mills 1930, p. 4.
  7. ^ Flores 2015, p. 195.
  8. ^ Flores 2015, p. 194.
  9. ^ Flores 2015, p. 193.
  10. ^ Flores 2015, p. 200.
  11. ^ a b c Flores 2015, p. 188.
  12. ^ a b Flores 2015, p. 201.
  13. ^ Subrahmanyam 2012, p. 115.
  14. ^ Flores 2015, p. 189.

Bibliografia

  • (PT) Armando de Freitas Zuzarte Cortesão e Avelino Teixeira da Mota, Portugaliae Monumenta Cartographica, Lisboa, 1960.
  • (EN) Jorge Flores, Between Madrid and Ophir: Erédia, a Deceitful Discoverer?, in Miriam Eliav-Feldon e Tamar Herzig (a cura di), Dissimulation and Deceit in Early Modern Europe, London, Palgrave Macmillan, 2015, pp. 184-210, ISBN 978-1-137-44748-7.
  • (EN) John Vivian Gottlieb Mills, Eredia's Description of Malacca, Meridional India and Cathay, Singapore, Printers Limited, 1930.
  • (EN) António Lopes Pires Nunes, Dicionário de Arquitetura Militar, Sintra, Casal de Cambra, 2005, ISBN 972-8801-94-7.
  • N. H. Peters, The Charting of the North Coast of Australia in the Sixteenth Century, tesi inedita.
  • (FR) Armand Rainaud, Dicionário de Arquitetura Militar, Paris, Armand Colin & Cie, 1893.
  • (EN) Oskar Hermann Khristian Spate, Erédia, Manuel Godinho de (1563 - 1623), in Australian Dictionary of Biography, v. 1, Melbourne, Melbourne University Press, 1966, pp. 357-358.
  • (EN) Oskar Hermann Khristian Spate, Luso-Australia: In Maps and Verse, Coimbra, Revista de Universitade de Coimbra, 1979.
  • (EN) Ronald V. Tooley, Maps and Map-Makers, London, B.T. Batsford Ltd., 1952, p. 15.
  • (EN) Sanjay Subrahmanyam, Courtly Encounters: Translating Courtliness and Violence in Early Modern Eurasia, Cambridge, Harvard University Press, 2012.
Periodici
  • (EN) John N. Miksic, Eredia's Description of Malacca, Meridional India, and Cathay, in Journal of the Malaysian Branch of the Royal Asiatic Society, n. 14, MBRAS, 1998, pp. 137–141.
  • (EN) W. A. R. Richardson, The Identification of Enigmatic Coastlines on Early Maps, in Spatial Science, n. 49, 2 december 2004, pp. 113-119.
  • (EN) Oskar Hermann Khristian Spate, Manuel Godinho de Erédia: Quest for Australia, in Meanjin, n. 16, Melbourne, 1957, pp. 109-122.
  • (EN) Oskar Hermann Khristian Spate, Terra Australis — Cognita?, in Historical Studies, n. 29, Melbourne, november 1957.
  • (EN) John Vivian Gottlieb Mills, Eredia's Description of Malacca, Meridional India and Cathay, in Journal Malayan Branch, VIII, Singapore, Printers Limited, 1930.

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