Sandro Sequi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Sandro Sequi nel 1975

Sandro Sequi (Roma, 10 novembre 1933Konya, 14 aprile 1998) è stato un drammaturgo, regista e scrittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si diplomò all'Accademia nazionale d'arte drammatica di Roma nel 1959, mettendo in scena un'esibizione di diploma basata su Il giuoco delle parti di Luigi Pirandello.

Collaboratore alla Enciclopedia dello Spettacolo e critico di danza per il quotidiano Il Tempo, fu assistente di Franco Enriquez al Teatro Stabile di Napoli (1960-62). Qui la sua carriera teatrale iniziò con la regia dell'opera teatrale Il soldato Piccicò di Aldo Nicolaj, con Gian Maria Volonté nel ruolo del protagonista.

Nel 1966 diresse a Roma la regia de L'incoronazione di Poppea, opera di Claudio Monteverdi. Successivamente lavorò come regista di teatro drammatico in varie città d'Italia, occupandosi di una vasta gamma di spettacoli teatrali - Carlo Goldoni, Beaumarchais e Marivaux, Wolfgang Goethe, Jean Racine, August Strindberg, Maxim Gorky - e di dramma italiano contemporaneo.

Come regista lirico, collaborò con importanti teatri del mondo, dal Teatro alla Scala a Covent Garden; nel 1972 debuttò al Metropolitan Opera House con La figlia del reggimento di Gaetano Donizetti, nel 1975 mise in scena L'assedio di Corinto di Gioachino Rossini, e nel 1976 l'opera I puritani di Vincenzo Bellini con Luciano Pavarotti e Joan Sutherland.

Inoltre diresse miniserie e sceneggiati della Rai, incluso l'adattamento cinematografico de I tre moschettieri di Dumas (1976).

Fu direttore artistico del Centro Teatrale Bresciano (1989-96). Fra le sue ultime regie: "Alcesti" (1992); "Non c'è domani" (1992); "Capricci" (1993); "La sposa di campagna" (1994); "Ali" (1995); "Nostre ombre quotidiane" (1997).[1]

Morì in un incidente d'auto in Turchia presso Konya[2].

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Opera lirica[modifica | modifica wikitesto]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Radio[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sandro Sequi, su Dizionario dello Spettacolo Mame, 19 ottobre 2015. URL consultato il 21 aprile 2020.
  2. ^ Incidente stradale muore Sandro Sequi, in la Repubblica, 17 aprile 1998. URL consultato il 9 aprile 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN271487099 · SBN RAVV091703 · LCCN (ENno97071069 · GND (DE1257192043 · BNF (FRcb140105814 (data) · J9U (ENHE987007318129705171 · WorldCat Identities (ENviaf-271487099