Rocca di Montauto

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Rocca di Montauto
Prospetto Nord-Est
Ubicazione
StatoItalia
CittàManciano
Coordinate42°29′42.26″N 11°34′28.32″E / 42.495072°N 11.574533°E42.495072; 11.574533
Informazioni generali
TipoRocca
Inizio costruzioneXIII secolo
Primo proprietarioAldobrandeschi
Proprietario attualeProprietà privata
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Mura interne

La Rocca di Montauto si trova nella parte meridionale del territorio comunale di Manciano su una collina dell'omonima riserva naturale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La presenza antropica a Montauto ha origini remote; un corredo di settecentonovantanove manufatti – schegge, ciottoli e altri reperti paleolitici ora custoditi nel Museo di preistoria e protostoria della Valle del Fiora ne sono testimonianza.

Tra il IX e il I sec. a.C., la zona è popolata dagli Etruschi, abitanti del conglomerato urbano nella prospiciente vallata. Il progresso da loro raggiunto ci ha tramandato un'immensa produzione artistica e culturale, il vasellame, i bronzi e i gioielli che ci hanno lasciato rendono l'area nota in tutto il mondo con ricchissime collezioni di reperti archeologici presenti nei musei più prestigiosi. Nel 280 a.C. l’area passa ai Romani, rinomati costruttori, sono loro a creare la Via Aurelia e numerosi insediamenti ancora oggi abitati. Nella zona sono particolarmente apprezzate sia le acque termali che la fertilità delle terre; queste ultime hanno prodotto nei secoli una realtà rurale unica, con la selezione di specie domestiche autoctone proprie della Maremma (cani pastore ed animali da soma e da allevamento).

Durante l’Alto Medioevo, è un territorio conteso da Saraceni, Papi e Re Franchi. Gli stessi feudatari sempre presi a scontrarsi tra loro ne ridisegnano i confini e le proprietà fino allo stabilirsi di un’egemonia carolingia. Sarà Carlomagno nell’805 a donarlo all'Abbazia dei Santi Anastasio e Vincenzo alle Tre Fontane, monastero Cistercense che ne ha il controllo per oltre trecento anni.

Nel XII secolo si stabilisce il dominio degli Aldobrandeschi che consolidano un sistema di imponenti strutture difensive ancora oggi visibili. Tra le più significative troviamo la Rocca di Montauto, ma anche: il Castello di Scerpena, il Castello di Scarceta, il Forte di Macchiatonda, la Fattoria della Campigliola, il Castello di Marsiliana, il Castello di Stachilagi, la Torre Crognola e la Torre di Buranaccio. Secoli di conflitti tra famiglie nobiliari (ricordiamo gli Orsini di Pitigliano e i Baschi), città stato (Siena, Orvieto...), forze politiche (guelfi e ghibellini), e incursioni e saccheggi (nel 1489 l'area viene addirittura occupata da pirati corsi) giustificano le pesanti fortificazioni.

Alla fine del XV secolo la Rocca di Montauto ha l’attenzione dei reali Bizantini sconfitti a Costantinopoli dagli Ottomani. Il Consiglio del Popolo di Siena permette ad Anna Paleologa (ultima regnante dell’Impero Romano d’Oriente) e al suo seguito di 100 famiglie di Greci di stabilire a Montauto un nuovo insediamento. L’intero progetto viene accantonato quando il Granducato di Toscana sconfigge la Repubblica di Siena ed instaura il proprio dominio sotto l’emblema dei Medici. Ha inizio un’era di pacifico splendore Rinascimentale durante la quale le fortificazioni diventano rovine ed il territorio funge da granaio per l’intera regione. Domato dai butteri a cavallo questo selvaggio e sconfinato paesaggio rurale sarà poi prescelto come soggetto dai pittori Macchiaioli.

In tempi più recenti si susseguono i marchesati dei Corsini e dei Guglielmi, scossi solamente dalle scorribande dei briganti. Il “Re della Maremma”, Domenico Tiburzi, amato dal popolo, trova rifugio qui nella sua opposizione alle angherie dei potenti. Durante la seconda guerra mondiale le antiche fortificazioni e le foreste primitive della Maremma si prestano al riparo dei partigiani.

La Rocca di Montauto è di proprietà privata.


Struttura[modifica | modifica wikitesto]

La Rocca di Montauto si presenta sotto forma di un imponente rudere, originariamente collegata al castello oramai scomparso. La struttura, parzialmente occultata dalla vegetazione, si presenta a sezione quadrangolare, affiancata ad un caratteristico cortile fortificato; sulle strutture murarie in pietra, vi sono alcune aperture sormontate da archi ribassati. La parte sommitale è oramai priva di coronamenti a causa del lungo periodo di degrado.

Montauto Wildlife Foundation[modifica | modifica wikitesto]

MWF - LOGO

La Rocca di Montauto è sede della Montauto Wildlife Foundation, una onlus dedicata alla conservazione naturalistica della fauna e della flora locale. La riserva è stata istituita nel 2020 e copre un territorio di 42 ettari.

La zona è incastonata tra due importanti riserve naturalistiche Vulci e Montauto, il parco archeologico di Vulci ed un bosco primario di oltre 3000 ettari. Nell'area scorrono fiumi e ruscelli che alimentano un'abbondante biodiversità.

L'Oasi di Vulci si estende per 295 ettari lungo il fiume Fiora, dove un piccolo invaso dell'Enel (ente nazionale per l'energia elettrica) ha creato un ambiente palustre. I comuni dove ricade l'area sono Manciano (GR) Canino (VT) e Montalto di Castro (VT).

Questa piccola zona lacustre ospita un'interessante zona umida, un ambiente palustre nei cui canneti si possono osservare gli aironi cinerini (Ardea cinerea) e le garzette (Egretta garzetta); il germano reale (Anas platyrhynchos) ed altri anatidi popolano la superficie dell'invaso. Ricca la vegetazione ripariale del corso d'acqua, con pioppo nero (Populus nigra) e bianco (Populus alba), salice bianco (Salix alba) e rosso (Salix purpurea); presenti rari esemplari di tamerice (Tamarix gallica).

È stata segnalata la presenza della lontra, un mustelide schivo e difficile da vedere, ma importantissimo per il suo ruolo di indicatore biologico che testimonia l'ottima qualità dell'ambiente.

All'interno vi sono percorsi-natura, capanni di osservazione, la foresteria, ed il centro visite, si possono intraprendere campi di lavoro e ricerca.

La Riserva naturalistica Regionale di Montauto occupa una superficie di 199 ettari. Parte dell'area è proprietà ENEL che ha realizzato un invaso lungo il corso del fiume Fiora nei pressi della necropoli etrusca di Vulci. In territorio laziale al confine con la Riserva è stata istituita dal WWF un'oasi faunistica.

La Riserva comprende un tratto del Fiume Fiora che segna il confine fra Toscana e Lazio. Il paesaggio risulta addolcito rispetto a quello a monte, con alveo ampio e ghiaioso anse dolci e corrente lenta.

La Riserva interessa il Comune di Manciano nella parte meridionale della Provincia di Grosseto al confine con quella di Viterbo.

La fauna ittica annovera specie di acqua dolce come il cagnetto, il vairone, il cavedano, il luccio. L'avifauna è rappresentata sia da specie acquatiche particolarmente protette dalla Legge Nazionale 157/92 come aironi e limicoli (aironi, nitticore, pittime, sgarze, cavaliere d'Italia), che da mammiferi come la donnola, la puzzola, la faina, il cinghiale, la volpe, il capriolo, l'istrice, il cervo e il lupo.

Fra l'avifauna presente riscontriamo l'albanella reale, sparviero, poiana, gheppio, falco pescatore, barbagianni, assiolo, civetta, fagiano, martin pescatore, allocco, gufo comune. Importante inoltre la presenza del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), l'Apatura ilia, lepidottero raro e localizzato in Toscana, e la testuggine comune (Testudo hermanni).

La flora è rappresentata da vegetazionene igrofila erbacea a dominanza di Thypha sp., Aalisma plantago-acquatica, Lemna minor, Veronica anagallis, Menta acquatica, Juncus acutus, Ranunculus repens; formazioni ripariali con Salix purpurea, Salix eleagnos, Salix alba, Ulmus minor, Populus nigra, Populus alba, Alnus glutinosa, Fraxinus oxycarpa; Boschi di caducifoglie eliofile con Quercus cerris, Quercus ilex, Spartium junceum.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aldo Mazzolai, Guida della Maremma. Percorsi tra arte e natura, Le Lettere Firenze, 1997;
  • Giuseppe Guerrini (a cura di), Torri e Castelli della Provincia di Grosseto (Amministrazione Provinciale di Grosseto), Nuova Immagine Editrice Siena, 1999.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]