Piaggio P.VI

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Piaggio P.VI
Piaggio Jupiter tipo VI
Descrizione generale
CostruttoreBandiera dell'Italia Piaggio & C.
Tipomotore radiale
Numero di cilindri9
Alimentazionecarburatore
Schema impianto
Cilindrata28,63 l
Alesaggio146 mm
Corsa190 mm
DistribuzioneOHV
Combustione
Combustibilebenzina
Raffreddamentoad aria
Uscita
Potenza313 kW (420 CV)
Dimensioni
Lunghezza1.050 mm
Diametro1.416 mm
Rapporti di compressione
Rap. di compressione5,3:1
Peso
A vuoto360 kg
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Il Piaggio P.VI (noto anche come Piaggio Jupiter VI) era un motore aeronautico radiale a 9 cilindri raffreddato ad aria, versione prodotta su licenza dalle aziende italiane Piaggio & C. di Pontedera e Officine Meccaniche Reggiane di Reggio Emilia, del motore inglese Bristol Jupiter.

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

I cilindri erano ricavati da un blocco stampato in acciaio Ni-Cr; le alette sui cilindri erano circolari ed orizzontali mentre le alette sulle teste erano orizzontali e verticali. Le teste dei cilindri erano riportate in alluminio, ed i pistoni erano in lega d'alluminio fusa in conchiglia, con due fasce elastiche ed una fascia raschiaolio.
L'albero a gomiti era realizzato in due pezzi, in acciaio Ni-Cr.

La biella madre era in un unico pezzo, stampata in acciaio Ni-Cr e la testa porta gli spinotti delle otto bielle secondarie.
Le bielle secondarie erano anch'esse in acciaio Ni-Cr, a sezione ad H.
Era presente un riduttore planetario a ingranaggi conici per dimezzare il numero di giri dell'albero.

La distribuzione avveniva su quattro valvole (due per l'aspirazione, due per lo scarico), azionate da un disco a cammes.

La lubrificazione sotto pressione era assicurata da due pompe a ingranaggi, l'una di mandata (con valvola regolatrice) e l'altra di recupero.
L'alimentazione era tramite una pompa comandata dal motore, che inviava il combustibile a un carburatore a tre corpi.

L'accensione avveniva grazie a due magneti Marelli MF 9.[1]

Velivoli utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera dell'Italia Italia

Motori comparabili[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jotti da Badia Polesine, Annuario dell'Aeronautica Italiana, pag. ?.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jotti da Badia Polesine, Annuario dell'Aeronautica Italiana, Milano, Libreria Aeronautica, 1934, p. 230.