M107 (astronomia)

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M107
Ammasso globulare
M107
Scoperta
ScopritorePierre Méchain
Data1782
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneOfiuco
Ascensione retta16h 32m 31.91s[1]
Declinazione-13° 03′ 13.1″[1]
Distanza20900 a.l.
(6400 pc)
Magnitudine apparente (V)7.9[1]
Dimensione apparente (V)13.0′
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso globulare
ClasseX
Dimensioni40 al a.l.  
Altre designazioni
NGC 6171, GCl 44[1]
Mappa di localizzazione
M107
Categoria di ammassi globulari

Coordinate: Carta celeste 16h 32m 31.91s, -13° 03′ 13.1″

M 107 (conosciuto anche come NGC 6171) è un ammasso globulare visibile nella costellazione dell'Ofiuco.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Mappa per individuare M107.

M107 si individua circa 2° a SSW della stella ζ Ophiuchi, un astro di seconda magnitudine appartenente alla catena di stelle che forma il "corpo" del Serpente tenuto in mano da Ofiuco; l'osservazione è facilitata dalla presenza di un triangolo equilatero di stelle di nona grandezza, visibili a nord. Può essere scorto anche con un binocolo 10x50, ma per iniziare la risoluzione in stelle occorrono strumenti da almeno 150mm, sotto un cielo in condizioni ottimali.[2]

M107 può essere osservato con discreta facilità da tutte aree popolate della Terra, grazie al fatto che è situato a una declinazione non eccessivamente australe: in alcune aree del Nord Europa e del Canada, nei pressi del circolo polare artico, la sua visibilità resta comunque quasi sempre impedita a causa del costante chiarore, dato che l'eclittica resta sempre poco sotto l'orizzonte quando è visibile quest'oggetto; dall'emisfero sud M107 è ben visibile alto nelle notti dell'inverno australe.[3] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra maggio e settembre.

Storia delle osservazioni[modifica | modifica wikitesto]

M107 fu scoperto da Pierre Méchain nell'aprile del 1782 e poi indipendentemente riscoperto da William Herschel nel 1793 e dallo stesso Charles Messier; stranamente è stato poi poco osservato in epoche successive, perché considerato "di poca importanza". M107 è uno degli oggetti addizionali, che non esistevano nel Catalogo Messier originale: fu aggiunto da Hogg soltanto nel 1947; William Herschel, che ne fece una riscoperta indipendente, classificò quest'oggetto come H VI.40.[2]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

M107 è molto vicino al piano galattico e si trova ad una distanza di circa 20.900 anni luce dalla Terra; possiede un diametro apparente di 3 minuti d'arco, che corrisponde da un'estensione reale di circa 60 anni luce. Stranamente sembra contenere alcune bande oscure, del tutto insolite in un ammasso globulare; si tratta inoltre di uno degli ammassi globulari meno concentrati: è infatti classificato come di classe X su una scala di concentrazione da I a XII.[2]

M 107 ha una velocità radiale di circa 147 km/s in avvicinamento e contiene 25 stelle variabili note.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d SIMBAD Astronomical Database, su Results for NGC 6171. URL consultato il 16 novembre 2006.
  2. ^ a b c d Federico Manzini, Nuovo Orione - Il Catalogo di Messier, 2000.
  3. ^ Una declinazione di 13°S equivale ad una distanza angolare dal polo sud celeste di 77°; il che equivale a dire che a sud del 77°S l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a nord del 77°N l'oggetto non sorge mai.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Messier Objects, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-521-55332-6.

Carte celesti[modifica | modifica wikitesto]

  • Toshimi Taki, Taki's 8.5 Magnitude Star Atlas, su geocities.jp, 2005. URL consultato il 7 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2018). - Atlante celeste liberamente scaricabile in formato PDF.
  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.
  • Tirion, The Cambridge Star Atlas 2000.0, 3ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 2001, ISBN 0-521-80084-6.

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