My Generation (singolo The Who)

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My Generation
ArtistaThe Who
Autore/iPete Townshend
GenerePower pop
Proto-punk
Rock
Pubblicazione originale
IncisioneMy Generation
Data1965
EtichettaBrunswick 05944 (UK)
Decca 31877 (US)
Durata3:18
My Generation
singolo discografico
ArtistaThe Who
Pubblicazione5 novembre (UK)

20 novembre (USA) 1965

Durata6:29
Album di provenienzaMy Generation
GenerePower pop
Proto-punk
Rock
EtichettaBrunswick Records (05944)
Decca Records (31877)
ProduttoreShel Talmy
RegistrazioneIBC Studios, Londra, 13 ottobre 1965
Formati7 pollici
Noten. 74 Bandiera degli Stati Uniti
n. 2 Bandiera del Regno Unito
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera del Regno Unito Regno Unito[1]
(vendite: 400 000+)
The Who - cronologia
Singolo precedente
(1965)
Singolo successivo
(1966)

My Generation è un brano musicale del gruppo rock britannico The Who; venne pubblicato come terzo singolo nel Regno Unito ed in USA, con diverso lato B, e venne poi incluso nell'omonimo album del 1965.[2] Nella classifica delle 500 migliori canzoni della rivista Rolling Stone occupa la posizione n. 11.[3]

Storia del brano[modifica | modifica wikitesto]

(EN)

«I hope I die before I get old»

(IT)

«Spero di morire prima di diventare vecchio»

Pete Townshend, l'autore del brano, in una foto risalente al 1967.

Pete Townshend scrisse la canzone durante un viaggio in treno, si dice ispirato dalla Regina madre che aveva ordinato di rimuovere il carro funebre Packard del 1935 di sua proprietà da una strada di Belgravia perché si era sentita offesa dalla vista di esso durante la sua passeggiata quotidiana attraverso il quartiere.[4] Altra fonte d'ispirazione accreditata dallo stesso Townshend fu il brano Young Man Blues di Mose Allison: «Senza Mose non avrei mai potuto comporre My Generation».[5] Nel 1985 Townshend disse inoltre alla rivista Rolling Stone: «My Generation aveva molto a che fare con gli sforzi per trovare il proprio posto nella società».[6]

Il brano venne registrato negli IBC Studios di Londra il 13 ottobre 1965.[2] Una diversa versione del brano venne registrata per includerla nell'EP Ready Steady Who del 1966 ma non venne mai pubblicata fino al 1995 quando venne inclusa nella ristampa dell'album A Quick One. La canzone compare registrata dal vivo negli album Live at Leeds del 1970 e The Kids Are Alright del 1979.

Composizione e stile[modifica | modifica wikitesto]

È uno degli inni del movimento Mod.[7] La canzone è caratterizzata da un riff d'introduzione di due note, seguito da un'alternanza di voce e coro[8]. Fece scalpore all'epoca il verso: «I hope I die before I get old» ("Spero di morire prima di diventare vecchio").[9]

Come in molte altre delle prime composizioni del gruppo, influenzati dalla cultura Mod, sono presenti influenze del R&B statunitense, più esplicitamente nella forma a "domanda e risposta" dei versi della canzone con Daltrey che canta arrivando a balbettare dalla frustrazione e la ripetizione ossessiva del coro "Talkin' 'bout my generation":

(EN)

«People try to put us d-down
(Talkin' 'bout my generation)
Just because we g-g-get around
(Talkin' 'bout my generation)
Things they do look awful c-c-cold
(Talkin' 'bout my generation)
I hope I die before I get old
(Talkin' 'bout my generation)»

(IT)

«La gente prova a buttarci giù
(parlando della mia generazione)
Solo perchè ce ne andiamo in giro
(parlando della mia generazione)
Le cose che loro fanno appaiono così tremendamente fredde
(parlando della mia generazione)
Spero di morire prima di invecchiare
(parlando della mia generazione)»

Secondo un'ipotesi, lo stile di canto utilizzato da Roger Daltrey in My Generation sarebbe ispirato al bluesman John Lee Hooker

Sullo stile di canto impiegato da Roger Daltrey, un urlo arrabbiato e nervoso carico di rabbia adolescenziale, esistono varie storie sull'origine di questo particolare stile, detto "stutter". Una di esse afferma che il brano iniziò come un lento blues parlato, ma dopo l'ascolto di Stuttering Blues di John Lee Hooker, Townshend rielaborò la traccia nella forma attuale. Altra ipotesi suggerisce che con la sua interpretazione Daltrey volesse rendere l'idea di un mod sotto l'effetto di anfetamina. Keith Moon riferì che: «Pete aveva scritto le parole della canzone su un foglio di carta e lo diede a Roger, che non le aveva mai lette prima. Così, mentre le leggeva per la prima volta, balbettò. In studio c'era Kit Lambert, che disse a Roger: "Quando canti continua a balbettare". Così fu, e il risultato lasciò tutti senza fiato. E pensare che tutto accadde solo perché Roger quel giorno aveva il raffreddore».[10]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Pubblicata su singolo il 5 novembre 1965, raggiunse la seconda posizione in Gran Bretagna, miglior risultato del gruppo fino ad allora[11] vendendo circa 300,000 copie[10], nonostante l'iniziale messa al bando da parte della BBC per il testo del brano ritenuto potenzialmente offensivo per chi era realmente affetto da balbuzie. Derek Johnson del New Musical Express scrisse: «una tempesta, un beat shakerato con i piatti della batteria distrutti, una chitarra rancorosa e un riverbero di note di basso e battiti di mano sono solo la base sulla quale si leva la potenza della canzone». Diventata un classico con il passare degli anni, nel 1995 il giornalista Chris Charlesworth scrisse: «Se anche gli Who avessero fatto un'unica canzone, My Generation, e niente altro, sarebbero comunque passati alla storia».[10] Negli Stati Uniti d'America raggiunse la posizione n. 74.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Edizione UK[modifica | modifica wikitesto]

Lato A
  1. My Generation – 3:14 (Pete Townshend)
Lato B
  1. Shout and Shimmy – 3:15 (James Brown)

Edizione USA[modifica | modifica wikitesto]

Lato A
  1. My Generation – 3:14 (Pete Townshend)
Lato B
  1. Out in the Street – 2:29 (Pete Townshend)

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Cover[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) My Generation, su British Phonographic Industry. URL consultato l'8 gennaio 2021.
  2. ^ a b My Generation, su The Who. URL consultato il 4 novembre 2023.
  3. ^ 500 Greatest Songs of All Time, su Rolling Stone. URL consultato il 26 febbraio 2018.
  4. ^ Amazing Journey: The Life of Pete Townshend – Chapter 2, su townshendbio.com. URL consultato il 19 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2007).
  5. ^ Bernays, Paul (1º dicembre 2005), BBC Four.
  6. ^ Rolling Stone, Jann Wenner, 9 dicembre 2004.
  7. ^ 100 Best Songs of the 1960s > 26: The Who – My Generation, su nme.com (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2015).. NME.
  8. ^ «talkin 'bout my generation»
  9. ^ genius.com, http://www.genius.com/The-who-my-generation-lyrics..
  10. ^ a b c Bagarotti, Eleonora. The Who. Pure and easy. Testi commentati., Arcana edizioni, Roma, 2011, pag. 49, ISBN 978-88-6231-159-5
  11. ^ Who, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 28 agosto 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Serge Morinais, Camion Blanc. British Beat, American Beat, Freakbeat et Garage Rock 60's 350 pépites de « A Hard Day’s Night » à « Zoot Suit »... en passant par « Satisfaction », Camion Blanc, 2021, ISBN 9782378482541.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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