Michelemmà

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Michelemmà
ArtistaAA.VV.
Autore/iignoto
GenereCanzone napoletana
DataXVII secolo

Michelemmà è una canzone popolare napoletana scritta da autori ignoti nel XVII secolo (durante le prime invasioni turche). È considerata una delle più importanti canzoni partenopee.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le notizie che si hanno sul brano sono poche e incerte. La tradizione attribuisce l'opera al pittore Salvator Rosa; la leggenda è rafforzata da due falsi: il primo fu realizzato da una pronipote del pittore, che nel 1770 realizzò un libro fasullo di spartiti di Salvator Rosa e lo vendette al compositore inglese Charles Burney; la seconda è frutto di un artificio messo in atto da Salvatore di Giacomo, che ha ricreato una tipica stampa seicentesca con il testo della canzone, indicando Salvator Rosa come autore.[1][2][3] Ciò che è certo è che nel 1824 il motivo fu riscoperto e rielaborato dal compositore Guglielmo Cottrau, il quale lo pubblicò nei suoi Passatempi musicali.[4]

Per il significato di "Michelemmà" vi sono varie interpretazioni:

  • Michelemmà è contrazione di "Michela è mia" o "Michela a mare", e si tratterebbe dunque di una ragazza ischitana, come indicato anche dal termine "scarola".
  • Michelemmà sta per "Michele 'e Ma", e il brano è dunque una filastrocca in cui una madre racconta al proprio figlio la storia dell'isola d'Ischia, soggetta un tempo alle invasioni turche, e la "scarola" indica la folta vegetazione d'Ischia.[5]

Interpretazioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Michelemmà, su radionapoli.it.
  2. ^ Michelemmà: la leggenda di una canzone fra le mani di un pittore, su grandenapoli.it.
  3. ^ Michelemmà, la tarantella dei misteri irrisolti, su napolinpillole.it.
  4. ^ Prima fase 1824-1839, su lacanzonenapoletana.info.
  5. ^ Michelemmà, su napoligrafia.it.

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