Megan Ellison

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Margaret Elizabeth Ellison, detta Megan (Santa Clara, 31 gennaio 1986), è una produttrice cinematografica statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia dell'imprenditore Larry Ellison, cofondatore della Oracle Corporation, Ellison inizia la sua carriera nel mondo del cinema come microfonista, lavorando sul set del cortometraggio When All Else Fails diretto da suo fratello David. Dopo aver prodotto alcuni film low budget, come Passion Play, il suo primo successo da produttrice esecutiva è Il Grinta dei fratelli Coen, il cui successo ha lanciato la sua carriera da produttrice.[1]

Carriera cinematografica[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il successo de Il Grinta, Ellison ha avuto accesso a somme di denaro molto più grandi da suo padre per la produzione di altri film e ha collaborato nella co-produzione del thriller Catch .44 del film drammatico di John Hillcoat Lawless.[1]

Credendo che gli studi di Hollywood avversi al rischio abbiano in gran parte abbandonato il cinema d'autore, Ellison fonda la Annapurna Pictures, producendo tra i suoi primi film The Master di Paul Thomas Anderson e Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow: quest'ultimo le vale la sua prima nomination all'Oscar per il miglior film.

L'anno successivo, Ellison diventa la prima donna a ottenere nello stesso anno due candidature all'Oscar per il miglior film, producendo American Hustle di David O. Russell e Lei di Spike Jonze.[2]

L'approccio di Ellison al lavoro con registi acclamati dalla critica è incentrato esclusivamente sull'assicurazione che la loro visione creativa venga soddisfatta e che fornisca loro tutte le risorse necessarie. Lo stile di produzione di Ellison è olisticamente presente e accomodante alle visioni dei registi, ai quali non fa mai mancare il suo sostegno incrollabile. Nonostante la sua ricchezza, Ellison non vede il cinema come un investimento estremamente redditizio, ma come un mezzo artistico.[3]

La Annapurna Pictures[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2011, Ellison fonda la Annapurna Pictures, la sua casa di produzione. L'approccio di Ellison come produttrice segue i principi della Silicon Valley: investire ingenti somme di denaro in prestigiose squadre che vogliono mettere su qualcosa di rischioso. Spesso la Annapurna Pictures sceglie film così rischiosi che altri studi non prenderebbero mai in considerazione.[4]

Lo studio è diventato noto in quanto non turbato dai problemi monetari che altri studi indipendenti affrontano. Tuttavia, l'attività continua a subire una serie di battute d'arresto, prevalentemente incentrate sul flusso di cassa: Annapurna ha subito un esodo di massa di dirigenti chiave per tutto l'anno 2018. Nonostante la mancanza di risorse finanziarie e di talenti, Annapurna rimane sostenuta economicamente da Larry Ellison, che non solo finanzia la compagnia, ma ha portato i migliori consulenti finanziari per consigliare la figlia.[3]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Ellison è apertamente lesbica.[3] Il nome della casa di produzione da lei fondata, la Annapurna Pictures, è un omaggio all'Annapurna Circuit in Nepal, da lei visitato nel 2006.[5]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Produttrice[modifica | modifica wikitesto]

Produttrice esecutiva[modifica | modifica wikitesto]

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Premi Oscar

Golden Globe

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Silicon Valley Scion Tackles Hollywood, in The New York Times, 28 agosto 2011. URL consultato il 18 marzo 2019.
  2. ^ Oscar Nominations: Megan Ellison First Woman to Score 2 Best Picture Nods in Same Year, in thewrap.com, 16 gennaio 2014. URL consultato il 18 marzo 2019.
  3. ^ a b c Megan Ellison: Hollywood’s latest player, in Financial Times, 21 febbraio 2014. URL consultato il 18 marzo 2019.
  4. ^ As Annapurna Stumbles, Billionaire Larry Ellison Exerts Control, in Variety, 10 ottobre 2018. URL consultato il 18 marzo 2019.
  5. ^ The Life of Megan Ellison, the 27-Year-Old Mega-Producer Who's on Pace to Run Hollywood, in Vanity Fair, 1º marzo 2013. URL consultato il 18 marzo 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN171919201 · ISNI (EN0000 0001 2083 8474 · LCCN (ENno2011094500 · BNE (ESXX5308801 (data) · J9U (ENHE987007327699405171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2011094500