Lepidaploinae

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Lepidaploinae
Lepidaploa cotoneaster
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Vernonioideae
Tribù Vernonieae
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Generi

Lepidaploinae S.C. Keeley & H. Rob., 2009 è una sottotribù di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico di questo gruppo, derivato dal suo genere tipo Lepidaploa (Cass.) Cass., 1825 , è stato definito per la prima volta dai botanici Sterling C. Keeley (1948-) e Harold Ernest Robinson (1932-) nella pubblicazione Systematics, evolution and biogeography of Compositae - 450. 2009 del 2009.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Lepidaploa cotoneaster
Le foglie
Lessingianthus monocephalus
Infiorescenza
Chrysolaena flexuosa
I fiori
Chrysolaena cognata

Le piante di questa sottotribù hanno un habitus erbaceo perenne (raramente annuale in Lepidaploa) o subarbustivo (raramente sono arbusti). Le specie di alcuni generi hanno un portamento tipo "xilopodio" (in Lessingianthus), ossia il fusto s'ingrossa fino ad assumere la forma di una colonna corta, robusta e nodosa.[4] La specie Xiphochaeta aquatica ha un portamento acquatico. La pubescenza è formata da peli semplici oppure da peli a forma di "T", oppure è tomentosa e sericea.[2][5][6][7][8]

Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alterno; raramente sono opposte o a terne. La lamina è intera e normalmente ha delle forme variabili da lanceolata a ovate. I margini in genere sono continui o lievemente dentati (o seghettati). Le venature sono di tipo pennato. In alcun le foglie specie sono discolori (in Harleya) in altre (Stenocephalum) la pagina inferiore è tomentosa, o in altre ha una consistenza coriacea.

Le infiorescenze sono formate da serie di rami cimosi (infiorescenze cimoso-seriale) con capolini peduncolati (in Aynia i peduncoli sono allungati) oppure sessili (in Chrysolaena), oppure ascellari (in Harleya) oppure semplicemente cimosi; i capolini possono essere da separati (singoli) a affollati (variamente raggruppati). In alcuni casi le infiorescenze sono sottese da larghe, fogliose brattee. I capolini sono composti da un involucro formato da diverse brattee che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi. Le brattee dell'involucro (vedi tabella) in genere sono molte e persistenti con forme lineari, diritte e pungenti. Il ricettacolo è privo di pagliette a protezione della base dei fiori. .

I fiori (vedi tabella per il numero) sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi (raramente possono essere zigomorfi).

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[9]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla, formata da un tubo imbutiforme terminanti in 5 lobi, può essere pubescente o glabra. Il colore è lavanda oppure biancastro (in alcuni casi è purpureo). Le corolle esterne di Mattfeldanthus hanno dei lobi allungati (corolle zigomorfe).
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[10] Le antere spesso sono ricoperte da ghiandole ed hanno delle code troncate o ottuse, oppure sono prive di code. Il polline può essere di tipo tricolporato, ossia con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro e echinato (con punte)[11]; in alcune specie la parte più esterna dell'esina è sollevata a forma di creste e depressioni ("lophato"); in altre possono essere presenti delle lacune in posizione polare.
  • Gineceo: lo stilo è filiforme con o senza nodi alla base. Gli stigmi dello stilo sono due divergenti. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[12] La pubescenza è del tipo a spazzola con peli appuntiti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, a forma più o meno cilindrica, hanno diverse coste con la superficie glabra o sericea con ghiandole. All'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto e rafidi di tipo subquadrato da corti a moderatamente allungati; non è presente il tessuto tipo fitomelanina. Il pappo, di norma è persistente, è formato da setole capillari in una o più serie (in alcune specie è assente).

Struttura dell'involucro, del capolino e dell'achenio[modifica | modifica wikitesto]

Genere Numero brattee
dell'involucro
Numero fiori
per capolino
Numero coste dell'achenio
Aynia circa 100 in 4 - 5 serie circa 50 10
Chrysolaena alcune in una serie 10 - 65 5
Echinocoryne 110 - 500 in 6 - 9 serie 15 - 60 5
Harleya 30 - 35 in 5 serie 6 - 8 5
Lepidaploa 20 - 70 in 3 - 6 serie 8 - 35 8 - 10
Lessingianthus 45 - 100 in 4 - 6 serie 15 - 50 5
Mattfeldanthus circa 100 in 7 - 10 serie 14 - 16 10
Pseudopiptocarpha 25 - 30 in circa 5 serie 8 - 10 10
Stenocephalum 15 - 22 in 3 - 4 serie 4 - 10 10
Stilpnopappus 20 - 50 in 3 - 4 serie 6 - 50 8
Struchium 20 - 25 in 2 serie subuguali 50 - 70 3 - 5
Xiphochaeta 70 - 80 in 3 - 4 serie circa 30 5

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questa sottotribù hanno una distribuzione relativa all'emisfero occidentale (America Centrale e del Sud). L'habitat è soprattutto di tipo tropicale.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[13], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[14] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[15]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][2][8]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo gruppo appartengono alla tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[16] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi di Lepidaploinae appartengono al subclade relativo all'America tropicale (l'altro subclade americano comprende anche specie del Nord America e del Messico).[17]

La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[2]

  • l'infiorescenza è cimosa-seriale;
  • la pubescenza è fatta di peli semplici o a forma di "T";
  • l'involucro è persistente con ricettacolo privo di pagliette;
  • gli acheni sono privi di fitomelanina;
  • il polline tricolporato è echino-lophato;
  • l'areale principale di questo gruppo è l'America tropicale.

In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù di questa voce (Lepidaploinae), era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[2] La costituzione di questo gruppo è relativamente recente (2009); in precedenza tutti i generi della sottotribù erano descritti all'interno della sottotribù Vernoniinae.[8] Nell'ambito della tribù Lepidaploinae occupa, da un punto di vista filogenetico, una posizione abbastanza "centrale" insieme alle sottotribù Vernoniinae, Chrestinae e Elephantopinae. Attualmente la sottotribù Lepidaploinae, così come è circoscritta, non risulta monofiletica in quanto è collegata da un lato alla specie Cyrtocymura scorpioides (Lam.) H.Rob. della sottotribù Vernoniinae, e dall'altro alle specie Stilpnopappus speciosus Baker e Stilpnopappus tomentosus Mart. ex DC. alle sottotribù Chrestinae e Elephantopinae.[17]

Il numero cromosomico delle specie di questa sottotribù è 2n = 24, 28, 32, 34 e da 48 a 68.[2][8]

Composizione della sottotribù[modifica | modifica wikitesto]

La sottotribù comprende 12 generi e 356 specie.[2][8]

Genere N. specie Distribuzione Caratteri principali e distintivi
Aynia H. Rob., 1988 Una specie:
A. pseudascaricida H. Rob.
Perù Le foglie sono larghe 4–6 cm. - Le infiorescenze sono sottese da larghe e fogliose brattee. - I rafidi degli acheni sono di tipo subquadrato.
Chrysolaena H. Rob., 1988 19 Brasile, Perù e Argentina Le appendici delle antere sono ghiandolose. - I capolini sono sessili.
Echinocoryne H. Rob., 1987 6 Brasile I capolini sono peduncolati. - Le brattee involucrali sono molto numerose e sono pungenti. - La base dello stilo è poco differenziata.
Harleya S. F. Blake, 1932 Una specie:
H. oxylepis (Benth.) S.F. Blake
America centrale Il portamento è arbustivo. - La corolla è pentalobata. - Il pappo è assente. - Il polline è tricolporato con tre lacune polari.
Lepidaploa (Cass.) Cass., 1825 148 Messico, America (tropicale) e Indie occidentali La pubescenza di queste piante è variabile per peli biancastri o giallastri. - I capolini sono sessili (ad eccezione di quelli alla fine dei rami cimosi).
Lessingianthus H. Rob., 1988 144 Brasile, Argentina, Colombia e Venezuela Il polline hanno dei "colpi" (aperture allungate) che raggiungono i poli e tre distinte lacune equatoriali. - I capolini sono grandi (1 cm di lunghezza). - La base dello stilo è usualmente priva di nodi.
Mattfeldanthus H. Rob. & R. M. King, 1979 2 Brasile (orientale) La corolla è leggermente zigomorfa con i lobi verso il centro del capolino più lunghi. - Le teche delle antere hanno la coda. - I nodi basali delle infiorescenze hanno 2 - 3 ramificazioni (nodi tricotomici).
Pseudopiptocarpha H. Rob., 1994 4 Colombia Gli steli dei capolini hanno dei peli a forma di "T". - Il polline ha tre "colpi" (fessure) allineati con le lacune polari.
Stenocephalum Sch. Bip., 1863 8 America Centrale e America Meridionale (tropicale) La pubescenza è formata da peli semplici spesso aracnoidei. - Nel polline sono presenti delle singole lacune polari.
Stilpnopappus Mart. ex DC., 1836 21 Brasile e Venezuela Il pappo è formato da setole subulate. - La base delle antere è lungamente speronata.
Struchium (L.) Kuntze, 1756 Una specie:
S. sparganophorum (L.) Kuntze, 1891
Pantropicale Il portamento di queste piante è annuale. - La corolla possiede 3 - 4 lobi. - Il pappo è cartilagineo. - Il polline è triporato con singole lacune polari.
Xiphochaeta Poepp. & Endl., 1843 Una specie:
X. aquatica Poepp.
Amazzonia e Orinoco Il portamento di queste piante è acquatico. - Il pappo è formato da cinghie canalicolate. - Le antere sono prive di basi allungate ma consistono in brevi speroni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c d e f g Funk & Susanna 2009, pag. 450.
  3. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 13-febbraio-2014.
  4. ^ Strasburger 2007, Vol. 1 - p. 166.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  7. ^ Judd 2007, pag.517.
  8. ^ a b c d e Kadereit & Jeffrey 2007, p. 154.
  9. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  10. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - p. 1.
  11. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - p. 760.
  12. ^ Judd 2007, p. 523.
  13. ^ Judd 2007, pag. 520.
  14. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  15. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  16. ^ Susanna et al. 2020.
  17. ^ a b Siniscalchi et al. 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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