Giuliano Scabia

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Giuliano Scabia, ottobre 2018

Giuliano Scabia (Padova, 18 luglio 1935Firenze, 21 maggio 2021) è stato un drammaturgo e scrittore italiano. Ha operato e scritto per il teatro, la narrativa e la poesia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giuliano Scabia è nato a Padova nel 1935. Scrittore, poeta, drammaturgo e narratore dei propri testi è stato protagonista di alcune tra le esperienze teatrali più vive degli ultimi decenni.[1]

Si è laureato in filosofia morale a Padova nel 1960, relatore Ezio Riondato.[2]

Giuliano Scabia, settembre 1972

Dopo il primo libro di poesie, Padrone & Servo (1964), scrive il testo per l'opera Diario italiano (1964), composta da Luigi Nono. Sempre per Nono compone anche La fabbrica illuminata, per voce e nastro magnetico, dedicata agli operai dell'Italsider di Genova Cornigliano; la prima esecuzione avviene alla Biennale di Venezia per il Teatro del 1964.

Ha fatto parte del Gruppo 63 ed è stato uno degli iniziatori del Nuovo Teatro scrivendo lo spettacolo Zip-Lap-Lip-Vap-Mam-Crep-Scap-Plip-Trip-Scrap e la Grande Mam, per la regia di Carlo Quartucci, presentato alla Biennale di Venezia nel 1965.

È morto a Firenze, sua città d'adozione, il 21 maggio 2021.[3]

Scrittura[modifica | modifica wikitesto]

I sentieri, come amava definirli, della sua scrittura sono molteplici. Quello della poesia parte da Padrone e servo e arriva fino ai Canti del guardare lontano, passando per Il poeta albero e Opera della notte.

Quello della saga composta dai romanzi In capo al mondo, Lorenzo e Cecilia e L'Azione Perfetta.

Quello della saga di Nane Oca, composta da Nane Oca, Le foreste sorelle, Nane Oca rivelato e Il lato oscuro di Nane Oca.

Quello del ciclo del Teatro Vagante comincia con All'improvviso e comprende Zip, Scontri generali, Commedia armoniosa del cielo e dell'inferno, Fantastica visione, Teatro con bosco e animali, Cinghiali al limite del bosco, Commedia del poeta d'oro, con bestie, Visioni di Gesù con Afrodite, L'insurrezione dei semi, Commedia di Aironi, Canto del mormorio, Opera del Sole sfolgorante e altri ancora, in tutto in quasi sessanta testi brevi e lunghi, fino a Commedia di matti assassini, Commedia del risveglio e Canto del Paradiso.

Azioni teatrali[modifica | modifica wikitesto]

Una delle costanti dell'attività di Giuliano Scabia è stata progettare testi o “azioni teatrali” pensate per persone o gruppi precisi, con i quali condividere interessi culturali, politici, artistici, umani. Una ricerca di ambiti e di sensibilità comuni, una ricerca che si è sviluppata in teatro fino all'incontro-scontro del 1969 con Paolo Grassi al Piccolo Teatro, e da allora in poi al di fuori del teatro professionale, per andare a sperimentare nuovi luoghi per accadimenti e eventi fuori dall'ordinario, alla ricerca del fermento della “lingua vivente”.

Sperimentando però sempre, in teatro e fuori, prose, poesie e drammi in un'interrogazione continua delle forme, nella metamorfosi della lingua, convinto che “coloro insieme ai quali canti modificano il tuo canto”.

Partendo dalla scrittura, ha realizzato esperienze memorabili, come le azioni teatrali di decentramento nei quartieri di Torino[4], le azioni in Emilia-Romagna e in tutta la pianura padana attraverso l'insegnamento aperto e diffuso partendo dalla sua cattedra di drammaturgia al DAMS (azioni descritte in "Il Gorilla Quadrumàno" del 1974, in Dire fare baciare, del 1981, e nei più di 50 “quaderni di drammaturgia” redatti insieme ai collaboratori/studenti). Una famosa situazione è quella realizzata a sostegno del superamento della logica manicomiale presso l'Ospedale Psichiatrico di Trieste nel 1973, col gigantesco cavallo azzurro (Marco Cavallo), con Vittorio e Franco Basaglia. Il cavallo di cartapesta, la cui storia è raccontata nel volume dallo stesso titolo del 1976, divenne simbolo del desiderio di libertà di parte degli internati nell'Ospedale Psichiatrico.[5]

Fra i modelli sperimentati e diventati prototipi fecondi di sviluppi vanno citati: il teatro a partecipazione nei quartieri, nelle scuole, nel manicomio, nei centri di salute mentale, i progetti su schemi vuoti, il teatro come narrazione, le azioni di lunga durata, la scrittura collettiva, il teatro nelle case, il ritorno nel tempo come dialogo sul cambiamento, il dramma come azione/ricerca d'orizzonte, l'interrogazione dei margini (periferie/paesi/sentieri abbandonati da riaprire).

Ha insegnato Drammaturgia al DAMS di Bologna dall'anno accademico 1972/73 al 2004/05.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Redazione, Giuliano Scabia: un poeta a cento metri dal suolo, su Padova Sorprende, 21 febbraio 2020. URL consultato il 21 maggio 2020.
  2. ^ TuttoLibri 1175 23 luglio 2011, consultato il 17 giugno 2012.
  3. ^ Redazione Cultura, Addio a Giuliano Scabia: scrittura e teatro come preghiera, su Corriere della Sera, 21 maggio 2021. URL consultato il 21 maggio 2021.
  4. ^ Giuliano Scabia, "Teatro nello spazio degli scontri", Roma, Bulzoni, 1973, e Stefano Casi, "600.000 e altre azioni teatrali per Giuliano Scabia", Pisa, Ets, 2012.
  5. ^ Dialogo di Claudio Magris con Peppe Dell'Acqua, La battaglia del cavallo che liberò i malati di mente, su Corriere della Sera, 30 agosto 2011. URL consultato il 21 maggio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Silvana Goldmann Tamiozzo, Giuliano Scabia: ascolto e racconto, Roma: Bulzoni, 1997 (con antologia di testi inediti e rari)
  • Giorgio Taffon, Il <<Teatro Vagante>> di Scabia, in Marco Ariani e Giorgio Taffon, Scritture per la scena. La letteratura drammatica nel Novecento italiano, Roma, Carocci editore, 2001, pp. 266-269.
  • Fernando Marchiori, Il Teatro Vagante di Giuliano Scabia, Milano: Ubulibri, 2005
  • Francesca Gasparini e Massimo Marino (a cura di), Della poesia nel teatro: il tremito. Per Giuliano Scabia, numero monografico di Culture Teatrali, n. 12, Bologna: Carattere, 2005
  • Stefano Casi, 600.000 e altre azioni teatrali per Giuliano Scabia, Pisa, ETS, 2012
  • Laura Vallortigara (a cura di), Camminando per le foreste di Nane Oca, Venezia, Edizioni Ca' Foscari, 2016

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