Giannantonio Donato Acquaviva d'Aragona

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giannantonio Donato Acquaviva d'Aragona
Duca di Atri
Stemma
Stemma
In carica152921 settembre 1554
PredecessoreAndrea Matteo III
SuccessoreGiovanni Girolamo I
Conte di Conversano
In carica154021 settembre 1554
PredecessoreGiulio Antonio II
SuccessoreGiovanni Girolamo I
NascitaCellino Attanasio, 1485
Morte21 settembre 1554
DinastiaAcquaviva d'Aragona
PadreAndrea Matteo III Acquaviva
MadreIsabella Todeschini Piccolomini d'Aragona
ConsorteIsabella Spinelli
FigliClaudio
Andrea Matteo
Giovanni Girolamo I
Giulia
Vittoria
Dorotea
Barbara
Isabella
Antonio
Beatrice
altri 3 figli[1]
ReligioneCattolicesimo

Giannantonio Donato Acquaviva d'Aragona (Cellino Attanasio, 148521 settembre 1554) è stato un nobile italiano, 9º duca di Atri e 6º conte di Conversano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1485 (o nel 1483 secondo altre fonti[2]) dal duca Andrea Matteo III Acquaviva e da Isabella della famiglia dei Todeschini Piccolomini, figlia del duca di Amalfi Antonio Piccolomini d'Aragona, nel 1504 fu coinvolto nella rivolta di Atri contro il duca e riparò nel castello di Cellino e poi a Ripatransone.

Nel 1511 Andrea Matteo divise i propri possedimenti tra i figli e assegnò a Giannantonio Donato i feudi di Gioia, Acquaviva, Casamassima e Cassano, conferendogli il titolo di conte di Gioia[3].

La sua politica fu allineata a quella dei dominatori spagnoli a cui rimase fedele anche in occasione dell'invasione del Lautrec del 1528, nel corso della quale contribuì alla difesa di Taranto con un contingente militare e con un contributo di 13 000 ducati.

Con la morte del padre e del fratello maggiore Gianfrancesco e la ribellione di suo nipote Giulio Antonio II conte di Conversano che si era schierato con il Lautrec, rimase l'unico erede del suo ramo degli Acquaviva e divenne duca d'Atri e conte di Conversano. Nel 1530 vendette i territori di Turi e Castellana a Ferrante Spinelli, duca di Castrovillari, per 10 000 ducati[4].

In ambito militare Giannantonio fu coinvolto nella difesa di Cellino contro Ascanio Colonna e nei preparativi delle difese di Conversano in previsione di un attacco saraceno; nel 1536 inoltre risulta a capo di due compagnie di soldati calabresi col grado di colonnello a sorveglianza dell'abitato a seguito dell'assedio della città del 1529[5].

I principali interessi di Giannantonio furono invece la poesia latina e la filosofia, continuando con le passioni cui si erano dedicati il padre e lo zio Belisario. Portò a compimento un commentario sulla vita di Plutarco cominciato dal padre[6] e pubblicò diversi epigrammi[7] e la raccolta In liccheti laudibus tetrasticon et epigrammata[8]. Coltivò anche la passione della musica e si distinse nelle composizioni con la chitarra[9]. Fu parecchio legato ad altri letterati dell'epoca tra cui Jacopo Sannazaro e Pietro Gravina.

Nel 1520 sposò Isabella Spinelli di Cariati, figlia di Don Giovanni Battista, I duca di Castrovillari e di Livia Caracciolo dei Baroni di Castelfranco, da cui ebbe 13 figli tra cui Claudio che divenne un gesuita, Andrea Matteo, arcivescovo di Cosenza, e Giovanni Girolamo I che gli successe come duca di Atri e di Conversano.

Morì il 21 settembre 1554.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giosia Acquaviva d'Aragona, duca d'Atri Andrea Matteo I Acquaviva d'Aragona, duca d'Atri  
 
Caterina Tomacelli  
Giulio Antonio I Acquaviva d'Aragona, duca d'Atri e Teramo  
Antonella Migliorati Ludovico Migliorati, conte di Manoppello  
 
Bellafiore da Carrara  
Andrea Matteo III Acquaviva d'Aragona, duca d'Atri e Teramo  
Giovanni Antonio Orsini del Balzo, principe di Taranto Raimondo Orsini del Balzo, principe di Taranto  
 
Maria d'Enghien  
Caterina Orsini del Balzo, contessa di Conversano  
 
 
 
Giannantonio Donato Acquaviva d'Aragona, duca d'Atri  
Giovanni Todeschini Pietro Todeschini  
 
 
Antonio Todeschini Piccolomini, duca d'Amalfi  
Laudomia Piccolomini Silvio Piccolomini  
 
Vittoria Forteguerri  
Isabella Todeschini Piccolomini d'Aragona  
Ferrante I, re di Napoli Alfonso, re d'Aragona e di Napoli  
 
Gueraldona Carlino  
Maria d'Aragona  
Diana Guardato Zaccaria Guardato  
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Genealogia, su gw.geneanet.org, geneanet.org.
  2. ^ P. Gioja, 1842, p. 170.
  3. ^ P. Gioja, 1842, p. 168.
  4. ^ Laurent Justinien, Dizionario geografico-ragionato del regno di Napoli, 1797, p. 317.
  5. ^ P. Gioja, 1842, p. 172.
  6. ^ Giovanni Antonio Donato Acquaviva d'Aragona, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  7. ^ Filippo Piccinini, Dizionario storico universale, vol. 1, Napoli, 1841, p. 111.
  8. ^ Giammaria Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, cioè notizie storiche e critiche intorno alle vite e e agli scritti degli scrittori italiani, vol. 1, 1ª parte, Brescia, Bossini, p. 120.
  9. ^ P. Gioja, 1842, p. 173.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]