Epaminonda Ceccarelli

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Epaminonda Ceccarelli

Epaminonda Ceccarelli, noto anche con lo pseudonimo di Nanni (Ravenna, 18 gennaio 1925Cesena, 24 novembre 2011), è stato un ingegnere e progettista italiano.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ceccarelli nasce a Ravenna il 18 gennaio 1925, figlio unico di Giovanni Ceccarelli, capomastro, e Oliva Zavaglia, impiegata alle poste.

Fin da giovane si dedica allo sport, praticando aeromodellismo, tiro a segno con la pistola, nuoto e vela.

Diventa geometra nel 1943 e l'anno successivo si diploma al liceo scientifico per poter accedere all'università. In piena fase di ricostruzione post bellica inizia la sua attività progettando abitazioni e ponti. Nel 1952 si laurea in Ingegneria all'Università di Bologna con una tesi in Costruzione Aeronautica e, un anno dopo, frequenta la Scuola Superiore di Ingegneria Aeronautica a Roma.

Dal 1954 avvia il suo studio a Ravenna[2].

Inizia a dedicarsi ai progetti di design nautico nel 1948, fino a progettare derive a restrizione come lo SNIPE, utilizzata per le regate fino al 1964 ottenendo premi internazionali e nazionali[3].

Classis-26
Modello Classis-26

Ceccarelli concepisce l'idea di una nautica da diporto “sociale”, cercando di rendere questa attività accessibile ad un pubblico più vasto[1]. Convinto sostenitore dell'industrializzazione del settore, nel 1967 realizza in serie la prima imbarcazione italiana a vela in vetroresina rinforzata: il Classis 26[4]. Suo è il modello EC26, il primo prototipo a vela nella storia della nautica italiana a vincere la regata d'altura della Settimana Internazionale di La Rochelle (1973)[4].

Al Salone Nautico Internazionale di Genova del 1972 apre uno stand di progettazione. Firma numerosi progetti architettonici per abitazioni civili, strutture industriali e portuali curando ogni aspetto della creazione: dalla direzione lavori, fino al disegno dei dettagli e degli arredi.

Nel settore portuale progetta il porto turistico di Marina di Cervia, realizza la sede a mare del Circolo Velico Ravennate e del Ravenna Yacht Club[5].

Nell’ambito dell’edilizia vince nel 1962 il primo premio IN/ARCH dell'Istituto Nazionale di Architettura per l'edificio Fantini in via Pasolini a Ravenna[6][7].

Per il palazzo progettato in via Gradisca a Ravenna nel 1963 è paragonato dalla rivista Inglese «Architectural Record» a Gino Valle e a Oswald Mathias Unger[3].

Nel 1970-'71 vince il concorso internazionale per la progettazione della sede italiana della multinazionale Johnson Wax, ad Arese[8].

Edificio in via Gradisca, Ravenna, progettato da Epaminonda Ceccarelli
Edificio in via Gradisca, Ravenna, progettato da Epaminonda Ceccarelli

Negli anni Settanta è consulente progettuale per la Ferrari nel reparto Formula 1, viene chiamato dall'ingegnere Forghieri delle Scuderie Ferrari per collaborare alle prime carrozzerie in kevlar e carbonio[9].

L'attività progettuale di Ceccarelli non si limita alle imbarcazioni e agli edifici civili, ma collabora anche con aziende di settore per i disegni di mobili, gioielli e lampadari in vetro[10].

Negli ultimi anni della sua carriera opera nel settore del recupero urbano di aree industriali per l'Enichem del gruppo ENI a Ravenna, Portogruaro, Falconara, Barletta. Si è impegnato per la valorizzazione della zona Darsena di Ravenna e per la salvaguardia degli edifici di archeologia industriale.

Muore a Cesena il 24 novembre 2011 per poi essere sepolto nel cimitero di Ravenna, in una tomba da lui disegnata.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Due edifici a Ravenna, estratto da "L'Industria Italiana del Cemento", anno XXXIV, n.3, marzo 1964
  • Sulla tecnologia del calcestruzzo a faccia a vista, estratto da "L'Industria Italiana del Cemento", anno XXXVIII, aprile 1968
  • La rivitalizzazione della Rocca, in La Rocca Brancaleone a Ravenna, a cura di Gianpaolo Bolzani e Paolo Bolzani, edizione Esseggi, 1995

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b “Epaminonda Ceccarelli, ingegnere di terra e di mare”, su ravenna24ore.it. URL consultato il 30 marzo 2023.
  2. ^ La sua tessera di iscrizione all’Ordine degli Ingegneri di Ravenna è la n. 44.
  3. ^ a b Epaminonda Ceccarelli Story, su nautipedia.it. URL consultato il 30 marzo 2023.
  4. ^ a b Giovanni Ceccarelli, La nautica da diporto nella provincia di Ravenna, Ravenna, 1998.
  5. ^ Paolo Bolzani, In memoria di Epaminonda Ceccarelli, in Trova Casa Premium, gennaio-febbraio 2012, pp. 6-12.
  6. ^ Bruno Zevi, Epaminonda Ceccarelli, in L'architettura. Cronache e storia, L'architettura. Cronache e storia, novembre 1963.
  7. ^ Luigi Lotti (a cura di), Storia di Ravenna. L'età Risorgimentale e Contemporanea., Vol. 5, Marsilio Edizioni., 1996, pp. 540, 549.
  8. ^ Ceccarelli Epaminonda, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it.
  9. ^ Maurizio Bertera, Epaminonda Ceccarelli. Credo nello IOR e nel Made in Italy, in Vela e motore, aprile 1984, pp. 160-162.
  10. ^ Paolo Bolzani, Il memoria di Epaminonda Ceccarelli, in Trova Casa Premium, gennaio-febbraio 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maurizio Bertera, Epaminonda Ceccarelli. Credo nello IOR e nel Made in Italy, in Vela e Motore, aprile 1984.
  • Paolo Bolzani, In memoria di Epaminonda Ceccarelli, in Trova Casa Premium, n. 71, Ravenna, gennaio-febbraio 2021.
  • Gianpaolo Bolzani, Paolo Bolzani, La rocca Brancaleone a Ravenna. Conoscenza e progetto, Edizione Essegi, Ravenna, 1995.
  • Giovanni Ceccarelli, La nautica da diporto nella provincia di Ravenna, Ravenna, 1998.
  • Luigi Lotti (a cura di), Storia di Ravenna. L'età Risorgimentale e Contemporanea, Vol. 5, Marsilio Edizioni, 1996.
  • Bruno Zevi, Epaminonda Ceccarelli, in Architettura. Cronache e Storia, novembre 1963.

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