Discussioni utente:Lalupa/Sandbox1

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Villa di Lucio Vero all'Acqua Traversa[modifica wikitesto]

La Villa di Lucio Vero all'Acqua Traversa è un sito archeologico in Roma, in quella che fu la Tenuta dell'Acqua Traversa, all'8° km della Via Cassia.

Tomassetti[modifica wikitesto]

"Nell'età imperiale Acquatraversa fu splendida villa probabilmente di Lucio Vero, cioè quella cui si riferisce il noto passo di Giulio Capitolino (i),

(i) Villam praeterea (Verus) extruxit in via Clodia famosissimam Iul. Capit. in Script. rer. Aug, ed. Peter, voi. I, pag. 74. In Acqua Traversa fu scoperto nei primi anni del secolo scorso un busto colossale di Lucio Vero con un altro di Marco Aurelio. 

e doveva occupare tutto il colle che allora non era tagliato a picco, siccome al presente pel nuovo agevolamento della via. I grandiosi ruderi che si veggono tuttora sull'alto del colle stesso, generalmente marcati nelle piante, dimostrano la esistenza di grandi edifizi. Le scavazioni operatevi in ogni tempo, cioè nel 1650, nel 1675, nel 1720 accennate da Nibby, le altre del 1834 non ricordate da lui, ma sibbene da Canina, le altre del 1879 sotto i miei occhi, tutte hanno più o meno somministrato prove dell'importanza di questo luogo (i).

(1) Per le notizie dell'anno 1650 si veggano le memorie del Bartoli (nel I° vol. della Miscellanea di Fea), n. 141, 142, 143. In proposito della menzione di un condotto di piombo ivi scoperto, che fruttò più di 40,000 libbre, osserva il ch. Lanciani che le dimensioni date dal Bartoli obbligano a credere fosse alimentato dall'acquedotto Traiano, non esistendo in questo tratto della via una sorgente capace di alimentarlo (I Commentari di Frontino negli Ann. della R. Accad. de' Lincei, serie III, voi. IV, pag. 242 e 465). Per le notizie dell'anno 1834 si vegga il Canina nel Bull. dell'Istituto, 1834, pag. 104 e segg. Nei lavori, sui quali ho invigilato io, sono apparsi pavimenti di egregia fattura in ismalto vitreo, pavimenti che divennero di moda alquanto più tardi del tempo degli Antonini. Credo pertanto che la villa sia stata per lungo tempo abitata. Del resto, io non ho visto notato dagli archeologi l'avanzo della grande fontana che fu alimentata dall'enorme tubo del Bartoli, la quale tuttavia è superstite e visibile sulla sinistra della via moderna, e consiste in una serie di nicchioni, dall'alto dei quali doveva cader l'acqua. 

Dalle notizie riguardanti il medesimo e dalle altre dei fondi vicini si deduce che la villa imperiale si estendeva eziandio su parte della prossima tenuta detta Inviolatella, giacente sulla destra della Clodia e confinante colla Flaminia, come ancora sulle altre tenute verso la via Trionfale, dette Marmo e Pian del Marmo dagli antichi marmorei frammenti."

Bibliografia[modifica wikitesto]



Il tratto urbano della via Aurelia in Roma[modifica wikitesto]

Il tratto urbano dell'Aurelia comincia a via di Porta Cavalleggeri e finisce ai confini del comune con il comune di Fiumicino, attraversando il Quartiere Aurelio, il Trionfale, il Suburbio Gianicolense e il Suburbio Aurelio, la Zona Castel di Guido e la Zona Casalotti.

Così Nibby in Famiano Nardini, Roma antica con note di Antonio Nibby, Roma 1820, p. 137, per quanto riguarda la via antica:

E per cominciare dalla porta, essa usciva in origine dalla porta Gianicolense, alla quale è oggi sostituita quella di S. Pancrazio. Nell'ingrandimento però delle mura fu eretta una porta Aurelia avanti la mole di Adriano, la quale esisteva a tempi di Procopio, ed avea già preso il nome di porta S. Pietro come quello Storico afferma nel capo XIX del 1. libro della Guerra Gotica [...] Per la qual cosa avvenne che due delle porte della città fossero infestate dai nemici, l'Aurelia la quale ora ha preso il nome di Pietro principe degli Apostoli di Cristo ivi dappresso sepolto, e quella di là dal fiume Tevere. Da questa porta Aurelia adunque uscì un altro ramo della via Aurelia, il quale andò a raggiungere la via Aurelia primitiva circa quattro miglia distante da Roma nel sito chiamato Valcanuta. La via Aurelia, che usciva dalla porta Gianicolense oggi S. Pancrazio, si teneva a destra, e seguiva presso a poco la via moderna fino alla villa Panfili, dove teneva una direzione un poco più a sinistra. L'altra strada che esce dalla porta attuale e mena a S. Pancrazio è antica anche essa e si crede corrispondere alla via Vitellia. Essa per la direzione, che tiene fino al fiume Galera, finiva alla via littorale, che noi vedemmo da Porto condurre a Civitavecchia. Quel ramo poi della via Aurelia, che partiva dalla porta di questo nome, seguiva presso a poco la direzione della via che oggi esce da porta Cavalleggieri e va a Civitavecchia seguendo la stessa via Aurelia, e che si unisce nel luogo indicato colla via, che esce dalla porta San Pancrazio.

("Delle vie degli antichi", par. 2 Via Aurelia, pagg. 136-140)

E' del 1750, invece, (Francesco Eschinardi, Descrizione di Roma e dell'agro Romano, Roma 1750) la seguente descrizione della via "moderna" (pag. 332 e seg.):

"Veniamo adesso al moderno; chiamasi quella Porta di S. Pancrazio dalla vicina Chiesa. Sopra la moderna Porta fatta rifare da Urbano VIII sul disegno di Marco Antonio de Rubeis con la sua Iscririzione. L'istesso Sommo Pontefice cinse di nuove mura codesta Porta, le quali continuano dalla Porta San Pancrazio fino a quella chiamata Cavalleggieri fatta fare da Innocenzo VIII per la sua Guardia. Delle nuove mura d'Urbano ne fu ingegnere il Cardinal Macolani.
Esciti pertanto dalla Porta poco doppo si divide la strada in due, la prima pare che sia l'Aurelia detta vetus, a distinzione della nuova di sopra detta, la quale per altro finisce presto, incontrandosi con la vecchia poco più sù dell Osteria del Pidocchio, o per dir meglio del Bottino dell'acqua di Bracciano. La sinistra credo che sia la Vitellia, la quale passa vicino alla Chiesa di S. Pancrazio dove è il Cimiterio di Calepodio, e va a passare dietro la VillaPanfili, e di qui si può andare alla Magliana tra le Vigne. Tra le due strade fà punta la Villa Corsini, veduta sino dalla Porta della Città in ottimo prospetto di un nobil viale terminato da un vago quadrato Palazzino, di dove si passa al Casino, architettura di Simone Salvi Fiorentino. Intanto a destra della strada Aurelia fà un'altra nobile scena la Villa già Nivers oggi del Conte Giraud; il Casino s'inalza sopra un finto scoglio, e rappresenta la figura di un Vascello. Al fianco dl questa Villa si può voltare per la strada detta delle Fornaci e andare a S. Pietro e rientrare in Roma per la porta dei Cavalleggieri. Ma proseguendo innanzi per la via Aurelia si ha a destra il vago Casino di Monsignor Ferroni ridotto a un perfetto moderno gusto. A sinistra doppo la Villa Corsini viene la Villa Panfili detta Bel respiro architettura di Gio. Francesco Bolognese, e dell'Algardi, vastissima di giro, e ornatissima in ogni sua parte.
Non molto doppo si divide dl nuovo la strada in due, e fa punta tra esse un'Osteria detta del Pozzo; andando dunque per la destra si và ad incontrare con la sopradetta via Aurelia nuova, che viene dalla Porta de' Cavalleggieri si và ad incontrare vicino allaVilla Carpegna piena di antichi monumenti e assai graziosa. In questa a destra si ha subito doppo la detta Osteria a sinistra un Cimiterio forse comunicante col vicino di S. Calepodio, che è vastissimo; come noi abbiamo visto ocularmente sotto la Vigna di Monsignor Feroni. Poco doppo alla man destra è il Casaletto di S. Pio V, Villa ove questo Pontefice andava a prender aria, ora del Sig. Prencipe Ghigi.
Ma tornando in dietro all'Aurelia vecchia, dove la lasciammo all'Osteria del Pozzo; in questa proseguendosi si trova poco doppo dentro le Vigne a destra una Torre detta Torre Rossa per il suo colore; e quasi dirimpetto a questa si vede una strada, la quale con un suo ramo và a una Vigna già dei Baldinotti, ora de i creditori, e con l'altro al Casal de Bravi che era pure suo e calando giù và finalmente alla Tenuta della Pisana passando per quella del Duca di Paganica chiamata la Casetta di rub. 685, e per il Fosso della Magliana. La via Aurelia in tanto proseguendo ci porta fuori delle vigne le quali per l'ordinario si stendono fuori di Roma tra le due o tre miglia; qui usciti in Campagna aperta scendendo per Valle Canuta si arriva a Civita Vecchia già antico Porto dei Romani, detto Centum Cellae, ed ora nobile Fortezza, e Porto Franco; provedendo Roma delle merci forestiere. "

Voci correlate[modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica wikitesto]

  • Maria Luisa Marchi e Fiorenzo Catalli (a cura di), Suburbio di Roma: una residenza produttiva lungo la via Cornelia, Edipuglia 2008. Centrato su una villa sulla via Cornelia, contiene tuttavia ampia documentazione sull'area. Si veda il successivo:
  • l Suburbio di Roma tra le Vie Aurelia e Cornelia: storia e archeologia s.d.

Porto di Ripetta[modifica wikitesto]

Ripetta nella mappa di Nolli (1748)

Del Porto di Ripetta.
SI vede qui vicino [al Palazzo Borghese] il Porto di Ripetta fatto fabricare da Clemente XI nel 1704, non tanto per ornamento, quanto per pubblico benefizio; poichè serve di asilo alle barche, le quali portano continuamente dall'Umbria, e dalla Sabina li viveri a questa Città. Ha diversi gradini assai lunghi fatti a cordonate, e mostra due facce. La prima è rivolta verso il Fiume, ed è ornata coll'Arme del detto Pontefice, ed iscrizione sotto; e l'altra che è sulla pubblica Strada, è di forma semicircolare con sedili all'intorno, accompagnati da balaustri, e con Fontana in mezzo assai comoda per gli Uomini, e per gli Animali; dandogli termine due Colonne lavorate ad imitazione delle Milliarie che si usarono dagli antichi Romani, nelle quali si ravvisa il tempo, e l'altezza di tutte le inondazioni, che dal 1495 fino al 1750 sono state cagionate dall'acque del Tevere a questa Città. Il disegno di questo Porto è di Alessandro Specchj assistito dal Cav. Fontana; e li Travertini impiegativi furono del
Colosseo caduti in terra. Alla destra incontro S. Rocco sono le abitazioni de' Doganieri ed altri Ministri dello stesso Porto.

  • Per gli spettacoli sul Tevere in particolare a Ripetta, collegati alla festa di s. Rocco:

Francesco Cancellieri, | Il Mercato, il lago dell'Acqua Vergine ed il palazzo Panfiliano nel circo nel Circo Agonale, Roma 1811, p. 64. Ibidem, per i travertini del Colosseo reimpiegati dopo il terremoto v. p. 164

Incontro a questa chiesa [s. Girolamo degli Schiavoni] è il Porto di Ripetta il quale fu costruito nel 1704 dall'architetto Alessandro Specchi coll'assistenza del Fontana per maggior comodo delle barche, che dalla Sabina ed Umbria portano in Roma i prodotti di quelle terre. L'architettura è molto graziosa e la sua veduta è pittoresca; sul piano della strada lo guarnisce una fontana con due colonne ai lati; e in quella che le sta a mano destra sono impresse le maggiori escrescenze del Tevere. Nella parte opposta del fiume erano i prati del celebre Quinzio Cincinnati... p. 184: Porto di Ripetta. In questo porto vi è una Barchetta legata detta passaporto, la quale tragitta all'altra sponda comoda per trovarsi nei prati di Castel s. Angelo alle vigne adiacenti, ed a porta Angelica

PORTO DI RIPETTA
I navicelli che discendono il Tevere dalla Sabina e dall'Umbria carichi di granaglie, vino, carbone e vìveri d'ogni genere, sogliono qui fermarsi per scaricare. Clemente XI nel 1704 fece adornare di scalinate e ripari questa parte di sponda che veduta dalla parte opposta non manca d'eleganza. Il disegno fu di Alessandro Specchi, cui prestò assistenza il Fontana, i quali v'impiegarono buona parte dei travertini caduti al Colosseo. In quell'occasione furono alzate le due colonne dove (come abbiamo veduto pag. 95) furono da Monsig. Bianchini notate le inondazioni del Tevere dal 1496 al 1760. Di lato è la dogana, e sulle mura di quest'edificio cominciando dalla bassa sponda è collocato l'idrometro, che venne stabilito con la direzione del cav. Linotte sotto il pontificato di Pio VII, dove lo zero indica il livello del mare.
PORTO LEONINO
Incontro al palazzo Salviati il pontefice Leone XII volle fosse costruito un porto simile a quello di Ripetta. Ma siccome la contrada prossima è poco popolata e gli altri due porti assorbiscono tutto il commercio, la parte del fiume intermedia è poco navigabile, così questo porto è rimasto deserto.

Puntano qui:

Ara Pacis
Architettura barocca
Campo Marzio
Chiesa di San Girolamo dei Croati
Colosseo
Francesco Saverio de Mérode
Lungotevere
Lungotevere Arnaldo da Brescia
Maratona di Roma
Piene del Tevere a Roma
Palazzo Firenze
Tito Balestra
Trasporti a Roma
Via di Ripetta

ma anche (da collegare):

Alessandro Specchi
Cesare Tuccimei
Chiesa di San Gregorio dei Muratori
Chiesa di San Rocco all'Augusteo
Chiesa di Santa Maria della Pace (Roma)
Chiesa di Santa Maria in Cappella
Gian Francesco Alois
Lungotevere in Augusta
Lungotevere Marzio
Mezzocammino
Palazzo Borghese
Ponte Cavour
Porto di Ripa Grande e Arsenale pontificio
Rete filoviaria di Roma
Tevere

Altri progetti x Ripetta[modifica wikitesto]

Università di arti e mestieri a Roma[modifica wikitesto]

come riportate in Moroni LXXXIV, a proposito del possesso di Benedetto Xlll nel 1724: Acquavitari, Aflîdati, Agricoltori, Albergatori, Candelottari, Cappellari, Coronari, Lavoranti de' Falegnami, Ferrari, Fornari, Magazzinieri, Mercanti di legna, Medagliari, Mercanti fondacali, Molinari, Muratori, Orefici, Ortolani, Giovani e lavoranti di Osti, Pellicciari, PescivendoIi, Pollaroli, Regattieri, Saponari, Scarpellini, Sellari, Tessitori e Garzoni lavoranti,Vascellari di Ripa, Vermicellari e Garzoni Iavoranti.
Altre universitù artistiche: Barbieri, Barilari di Ripa, Calciaroli, Calzettari, Calzolari, Falegnami, Fruttaroli, Linaroli, Macellari, Osti, Pescatori, Pizzicaroli, Sartori, Scarpellini, Speziali, Vaccinari. E poi anche Fornaciari, Scarpellini, Vermicellari.

Collegi e Università artistiche che avevano sede a Campitelli, in Campidoglio, verso il 1741 erano (stessa fonte): Collegio drgli Speziali, Collegio de' Mercanti fondacali già detti di S. Michele, Università de' Mercanti fondacali, Università de' Sartori, Università de' Fornari, Università de' Macellari, Università degli Osti, Università degli Albergatori, Università de' Falegnami, Università de' Muratori, Università de' Ferrari, Università de' Calzolari.

Bibliografia arti e mestieri a Roma[modifica wikitesto]

Le case dei Barberini[modifica wikitesto]

Casa grande dei Barberini alla Regola, a piazza del Monte di Pietà.[modifica wikitesto]

il cardinale Francesco Barberini compra nel 1625 da Alessandro Sforza un palazzo ai Giubbonari che diventerà la prima sede dei Barberini a Roma.

"Palazzo Barbarini. Dalla parte destra del Monte di Pietà era questo Palazzo abitato prima del Pontificato da Urbano VIII ed in oggi venduto ai Padri Carmelitani Scalzi che nel cortile vi hanno fatta una piccola Chiesa ed il restante serve di abitazione ai Superiori della loro Religione.".

La descrizione migliore è in Rendina, La grande bellezza di Roma, pag.

Altre[modifica wikitesto]

  • il Palazzo Barberini, naturalmente.
  • una villa Barberini in Borgo - o piuttosto un casino - costruito presso Porta Santo Spirito sempre da Matteo, sul cocuzzolo a sinistra della porta ([3]). Nel 1863 fu conferito allo Spedale dei pazzi annesso all'ospedale di Santo Spirito.

Spada (famiglia)[modifica wikitesto]

Stemma del cardinale Spada a Capo di Ferro

Voci correlate in ordine cronologico[modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica wikitesto]

Vaselli (famiglia)[modifica wikitesto]

Memorie[modifica wikitesto]

Alberto Sordi, I difetti degli italiani: A me i ricchi mi hanno sempre affascinato. Quando ero ragazzo conobbi Romolo Vaselli, che da muratore era diventato uno dei più importanti costruttori di Roma. Gli chiesi di poterlo frequentare e andavo nel suo ufficio, mi sedevo su un divanetto e assistevo alle sue contrattazioni su affari da milioni. Volevo affermarmi e cercavo di imparare l’arte del successo.

Famiglia[modifica wikitesto]

Capostipite Romolo Vaselli, Roma, 11 Novembre 1882 - Roma, 16 Dicembre 1969

  • Il figlio Romolo jr gestisce per un periodo, negli anni '70, i conti correnti aperti sullo IOR da Vito Ciancimino.
  • il nipote Roberto sposa una Rosemarie, tedesca. Nascono 2 figli, una femmina e un maschio (Andrea, nato nel ), che muore nel 1987 in un incidente. Il che sollecita la famiglia ad attività associative filantropiche.
  • una Adele Vaselli scava a Pitigliano su suoi terreni in località Poggio Buco nel 1955-60, trovando materiali etruschi la cui donazione va a costituire nel 1995 il primo nucleo del Museo civico archeologico di Pitigliano (Museo civico archeologico Adele e Fernando Vaselli). Parente di che generazione?

sul patrimonio immobiliare[modifica wikitesto]


Collegamenti esterni[modifica wikitesto]

Via Giulia[modifica wikitesto]

L'orientamento e la numerazione dell'antica strada Giulia procedevano dal rione Ponte verso la Regola: così vennero assunte nel 1873 dallo stato unitario (quando la strada andava da largo dei Fiorentini a ponte Sisto) e rimasero fino al 1950, quando l'orientamento ne venne invertito, rinominando lo slargo a capo di ponte Sisto e dedicandolo a san Vincenzo Pallotti, il cui aveva chiesa e case lì presso, e la strada fu orientata da ponte Sisto (piazza Vincenzo Pallotti) a piazza dell'Oro (sul luogo dell'antico Tarentum).

Gli edifici di rilievo presenti lungo la via verranno dunque elencati in quest'ordine.

Lato sinistro, da ponte Sisto[modifica wikitesto]

Finto marmo