Casselieae

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Casselieae
Tamonea curassavica
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Verbenaceae
Tribù Casselieae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Lamiales
Famiglia Verbenaceae
Tribù Casselieae
Tronc., 1974
Generi

Casselieae Tronc., 1974 è una tribù di piante spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Verbenaceae.[1][2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della tribù deriva dal suo genere tipo Casselia Nees & Mart., 1823. Il nome scientifico della tribù è stato definito dalla botanica argentina Nélida Sara Troncoso (1914-1988) nella pubblicazione "Darwiniana; Carpeta del "Darwinion". Buenos Aires - 18(3-4): 385. 1974" del 1874.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

  • Il portamento delle specie di questa tribù è erbaceo perenne o arbustivo con fusti da decombenti a eretti. Frequenti sono le radici legnose oppure stolonifere. Il fusto nelle maggioranza delle specie ha una sezione quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave. Non sono presenti piante aromatiche; mentre possono essere presenti composti iridoidi (glicosidi fenolici).[3][5][6][7][8]
  • Le foglie lungo il cauline hanno una disposizione opposta oppure (raramente) ternata. Le lamine sono intere con bordi dentati o seghettati. Sono presenti anche foglie spinose (Parodianthus). Le stipole sono assenti.
  • Le infiorescenze indefinite di tipo racemoso, spiciforme sono formate da pochi fiori (da 2 a 6) singoli in posizione ascellare. Sono presenti delle brattee filiformi poco appariscenti. I fiori sono brevemente pedicellati.
  • I fiori, ermafroditi, sono tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (i verticilli del perianzio hanno più o meno 5 elementi ognuno).
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (5), [C (2+3), A 2+2 o 2] G (2), (supero), drupa/2 nucule[6][9]
  • Il calice gamosepalo ha una forma tubolare-campanulata e termina con 5 lobi (calice attinomorfo). Il calice può essere persistente; in Parodianthus a maturità si allarga diventando cartaceo e rinchiudendo quasi completamente il frutto.
  • La corolla gamopetala ha delle forme a imbuto leggermente zigomorfe in Casselia, mentre in Parodianthus sono ipocrateriformi (quasi delle coppe) e subattinomorfe (in Tamonea sono presenti entrambe le forme). Il tubo è corto, diritto e termina con 5 lobi patenti (a volte 4 in Tamonea) leggermente embricati; in genere il tubo è glabro. Il colore della corolla è lilla, malva, blu, violetto, bianco o rosa.
  • L'androceo è composto da quattro stami didinami inclusi e adnati (sono epipetali) alla base del tubo della corolla in Casselia oppure a metà corolla. In Casselia e Tamonea le antere degli stami posteriori hanno delle grosse creste dorsali formate da un tessuto connettivo ghiandolare; nelle altre specie il connettivo è semplicemente dilatato. Le teche sono introrse, divergenti o parallele. La deiscenza è longitudinale. Un disco nettarifero è presente attorno all'ovario. I granuli pollinici sono generalmente tricolpoporati (raramente 4-colpoporati).[10]
  • Il gineceo è formato da un ovario supero bicarpellare (a due carpelli connati - ovario sincarpico) ; in Casselia è monocarpellare (quello anteriore - abassiale - è abortito). I carpelli sono biloculari per la presenza di un falso setto mediano con 1 - 4 ovuli. Normalmente l'ovario è glabro, raramente è peloso all'apice. Gli ovuli, a placentazione assile, sono subanatropi, fissati nella parte superiore del loculo (il falso setto) in modo pendente; inoltre hanno un tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule)[11]. Lo stilo, indiviso e terminale, è ingrossato e corto e termina in un obliquo e papilloso stigma bilobato. Lo stilo è persistente in Parodianthus, altrimenti è deciduo.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama)[12] ma ai tropici anche tramite uccelli quali colibrì (impollinazione ornitogama).[8]
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). Sono possibili anche dispersioni tramite animali (disseminazione zoocora).[3]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle specie di questa tribù è americana (centro-meridionale) con habitat per lo più tropicali.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza (Verbenaceae), comprendente 34 generi con oltre 1200 specie[3] (secondo altri Autori 36 generi e 1035 specie[6][7]), è suddivisa in 8 tribù.[2] La distribuzione è praticamente cosmopolita con habitat che variano da quelli tropicali a quelli temperati. L'appartenenza della famiglia all'ordine delle Lamiales è consolidata a parte alcune differenze morfologiche quali l'infiorescenza non verticillata (comune nelle altre famiglie dell'ordine) e la posizione dello stilo (terminale e non ginobasico).[5]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Cladogramma della tribù

Il gruppo delle "Casselieae" è monofiletico, anche se il supporto con le attuali analisi è modesto. All'interno della tribù il genere Parodianthus, con portamento arbustivo, è in posizione di "gruppo fratello" al resto della tribù formata dai generi erbacei Casselia e Tamonea (la loro legnosità quando presente è relativa alla parte bassa della pianta). Da un punto di vista morfologico i generi sono collegati da infiorescenze costituite da racemi laterali (ridotti a due fiori in alcune specie). Altro carattere condiviso è l'inserzione degli ovuli e la particolare placentazione. Le differenze nel tipo di frutta (in Tamonea il frutto subdrupaceo è intero a quattro semi; in Parodianthus è una drupa con due pireni a due semi; in Casselia è un frutto subdrupaceo con un pirene a due semi per aborto del carpello adassiale) sono state risolte in quanto tutti questi generi condividono gli ovarii bicarpellari (considerando l'aborto nel caso di Casselia) con l'inserzione dei falsi setti.[13]

Caratteri sinapomorfi per questa tribù sono:[14]

Mentre l'abitudine suffrutescente, evolutasi da arbusti o piccoli alberi, costituisce una sinapomorfia per il clade Tamone/Casselia.[15]

Nell'ambito della famiglia la tribù Casseliae, da un punto di vista filogenetico, occupa una posizione centrale insieme alla tribù Citharexyleae (formano "gruppo fratello"). Questi due gruppi sono superati "basalmente", ossia si sono evoluti più tardi, delle tribù Duranteae e Petreeae (quest'ultimo gruppo è il più basale e quindi risulta "gruppo fratello" a tutto il resto della famiglia). Le Citharexyleae differiscono dalle Casselieae per la presenza di un quinto staminoide e per il portamento prevalentemente arboreo.[13]

Il cladogramma a lato tratto dallo studio citato[13] mostra la struttura filogenetica della tribù.

Composizione della tribù[modifica | modifica wikitesto]

La tribù si compone di 3 generi e circa 20 specie:[1][3]

Genere Specie Distribuzione
Casselia
Ness & Mart., 1823
11 Brasile, Bolivia e Paraguay
Parodianthus
Tronc., 1941
2 Argentina
Tamonea
Aubl., 1775
6 - 7 America tropicale

Note: il genere Ghinia Schreber, 1798, in alcuni casi descritto all'interno di questo gruppo, attualmente è considerato sinonimo di Tamonea.[1][3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Olmstead 2012.
  2. ^ a b Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 26 novembre 2017.
  3. ^ a b c d e f Kadereit 2004, pag. 465.
  4. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su ipni.org. URL consultato il 26 novembre 2017.
  5. ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 920.
  6. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 502.
  7. ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
  8. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 432.
  9. ^ Tavole di Botanica Sistematica, su dipbot.unict.it, p. Verbenaceae. URL consultato il 27 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2009).
  10. ^ Kadereit 2004, pag. 454.
  11. ^ Musmarra 1996.
  12. ^ The families of flowering plants, su delta-intkey.com, p. Verbenaceae Jaume St-Hil.. URL consultato il 28 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2017).
  13. ^ a b c Marx 2010, pag. 1651.
  14. ^ Leary 2012.
  15. ^ Leary 2012, pag. 1780.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.
  • Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, p. 432, ISBN 88-506-2449-2.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, p. 920.
  • Hannah E. Marx, Nataly O ’ Leary, Yao-Wu Yuan, Patricia Lu-Irving, David C. Tank, María E. Múlgura, and Richard G. Olmstead, A MOLECULAR PHYLOGENY AND CLASSIFICATION OF VERBENACEAE, in American Journal of Botany, vol. 97, n. 10, 2010, pp. 1647-1663 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2015).
  • Nataly O ’ Leary, Caroina Isabel Calvino, Susanna Martinez, Patricia Lu-Irving, Richard G. Olmstead e Maria Ema Mulgura, E VOLUTION OF MORPHOLOGICAL TRAITS IN VERBENACEAE, in American Journal of Botany, vol. 99, n. 11, 2012, pp. 1778-1792 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2017).

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