Callitricheae

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Callitricheae
Callitriche palustris
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Plantaginaceae
Tribù Callitricheae
(Dumort.) Dumort., 1827
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Callitrichales
Famiglia Callitrichaceae
Generi

Callitricheae (Dumort.) Dumort., 1827 è una tribù di piante spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Plantaginaceae.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della tribù deriva dal suo genere tipo Callitriche L., 1748 la cui etimologia deriva da due parole greche "kallos" (= bello) e "trichos" (= capelli) in riferimento ai bei steli (o "dai bei filamenti"[3]).[4][5]

Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico, naturalista e politico belga Barthélemy Charles Joseph Dumortier (Tournai, 3 aprile 1797 – 9 giugno 1878) nella pubblicazione "Florula belgica, opera majoris prodromus - 90. 1827." del 1827.[6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Callitriche brutia
Le foglie
Hippuris vulgaris
I fiori
Callitriche cophocarpa
  • Il portamento delle specie di questa tribù è erbaceo, snello con cicli biologici annuali o perenni. L'ambiente può essere sia acquatico che anfibio o terrestre. In genere sono piante con molte ramificazioni. Gli steli sono eretti e emergenti o talvolta flottanti. Sono inoltre monoiche. Nelle specie terrestri (Hippuris) i rizomi sono increspati e striscianti (dal rizoma possono emergere dei verticilli di foglie). I peli sono spesso ghiandolosi (Hippuris è più glabra).[7][8][9][10][3][11][12]
  • Le foglie sono decussate, oppure disposte in modo opposto o a rosette sui rami galleggianti, oppure sono verticillate (da 4 a 16 per verticillo); sono piccole, intere e senza stipole. Quelle subemerse hanno forme lineari e spesso sono bifide all'apice; quelle galleggianti o aeree sono lineari, ellittiche, oblunghe o spatolate. In alcune specie le foglie sono dimorfiche.
  • Le infiorescenze sono formate da fiori unisessuali (bisessuali in Hippuris), solitari e minuti, normalmente posizionati all'ascella delle foglie. Spesso i fiori sono sottesi da un paio di bratteole a forma di corno. Raramente nella stessa ascella si trovano fiori maschili e femminili.
  • I fiori sono attinomorfi e formati (nei fiori bisessuali) solamente dai due verticilli riproduttivi: androceo e gineceo.
  • Il calice è assente in Callitriche, altrimenti è subgloboso e cilindrico (praticamente ridotto ad un orlo attorno al peduncolo fiorale).
  • L'androceo nei fiori staminali è formato da un singolo stame con uno snello filamento terminante in una antera reniforme con due loculi. Le antere si aprono attraverso una fessura all'apice dell'antera stessa.
  • Il gineceo dei fiori pistilliferi è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati); l'ovario è quindi biloculare ed è supero e subsessile. Ogni loculo, posizionato trasversalmente, è diviso in due camere (o 4 per falsi setti). Ogni camera possiede un singolo peduncolo con un ovulo assile. Gli ovuli hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[13]. Gli ovuli sono sia anatropi che epitropi. Gli stili (due in Callitriche) sono allungati, liberi e papillosi. In Hippuris il ginoceo è infero e monocarpellare (uniloculare) e lo stilo (unico) ha un'area stigmatica distribuita su tutta la lunghezza laterale del filamento.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle specie di questo gruppo è fondamentalmente cosmopolita con una certa prevalenza nelle zone temperate.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Le piante di questo gruppo in genere vegetano nei bacini d'acqua a decorso lentissimo o stagnante. Si riproducono molto abbondantemente e in breve tempo ricoprono l'intera superficie lacustre. Spesso sono considerate invasive in quanto bloccano il regolare decorso delle acque. Sott'acqua tendono a produrre una notevole massa di filamenti radicali.[3] La specie Hippuris vive nel fango con la parte riproduttiva aerea; se sommersa dall'acqua diventa sterile.[14]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[9] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[10], o anche 117 generi e 1904 specie[1] o 90 generi e 1900 specie[15]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù.

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

L'estrema riduzione degli organi fiorali, oltre all'anatomia vascolare, ha sempre reso difficile la posizione filetica delle piante di questo gruppo. In passato spesso erano associate alla famiglia delle Haloragaceae (ordine Haloragales, sottoclasse Rosidae in Cronquist - ora nell'ordine Saxifragales, clade Eucotiledoni basali in Classificazione APG III); oppure alla famiglia Euphorbiaceae (ordine Euphorbiales, sottoclasse Rosidae in Cronquist - ora nell'ordine Malpighiales, clade Eurosidi I in Classificazione APG III). Ma alcune differenze morfologiche le rendono tuttavia uniche: nel dimorfismo tra le foglie aeree e quelle sommerse, nell'assenza o quasi del perianzio, nell'androceo ridotto ad un unico stame, nell'area stigmatica distribuita su un lato dello stilo, e altro ancora.[3]

Storicamente questo gruppo ha fatto parte della famiglia delle Callitrichaceae Link, 1821 (il genere Callitriche) e della famiglia delle Hippuridaceae Vest, 1818 (il genere Hippuris), secondo la classificazione ormai classica di Cronquist.[7] Attualmente con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica molecolare (classificazione APG) i due generi sono stati raggruppati in un'unica tribù e assegnati alla famiglia delle Plantaginaceae nonostante le morfologie molto distintive dei due generi.[15]

Composizione della tribù[modifica | modifica wikitesto]

La tribù si compone di 2 generi e circa 40 - 50 specie:[1][7]

Genere Specie
Callitriche
L., 1748
Circa 40 - 50
Hippuris
L., 1735
Una specie:
Hippuris vulgaris l.

Specie italiane[modifica | modifica wikitesto]

Nella flora spontanea italiana sono presenti le specie di entrambi i generi di questo gruppo (12 specie del genere Callitriche).[11][16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Olmstead 2012.
  2. ^ Albach et al 2005.
  3. ^ a b c d Motta 1960, Vol. 1 - pag. 406.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 85.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 20 giugno 2017.
  6. ^ Crescent Bloom Database, su crescentbloom.com. URL consultato il 20 giugno 2017 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2004).
  7. ^ a b c Kadereit 2004, pag. 50.
  8. ^ Kadereit 2004, pag. 163.
  9. ^ a b Judd et al 2007, pag. 493.
  10. ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
  11. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 160.
  12. ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 434.
  13. ^ Musmarra 1996.
  14. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 460.
  15. ^ a b Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 15 gennaio 2017.
  16. ^ Conti et al. 2005.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2019).
  • Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • D. C. Albach, H. M. Meudt and B. Oxelman, Piecing together the “new” Plantaginaceae, in American Journal of Botany, vol. 92, n. 2, 2005, pp. 297-315 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 2, 1960.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.

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