Antimio di Gerusalemme

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Antimio I
Patriarca di Gerusalemme
Insediamento4 novembre 1788
Fine patriarcato22 novembre 1808
PredecessoreProcopio I
SuccessorePolicarpo
 
Nascita1717/1718
MorteCostantinopoli
22 novembre 1808

Antimio (in greco Άνθιμος?, Anthimos; 1717/1718Costantinopoli, 22 novembre 1808) è stato il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme tra il 1788 e il 1808.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel 1717 (o secondo altre fonti nel 1718) da una famiglia araba della Mesopotamia. Da bambino andò a Gerusalemme, dove crebbe nella Confraternita del Santo Sepolcro. Ricevette un'eccellente istruzione alla Scuola Teologica di Gerusalemme sotto la guida del metropolita James Patmios e del metropolita Tolemaide e in seguito del patriarca Sofronio. Parlava fluentemente greco, arabo, turco e persiano.

Fu un distinto ecclesiastico, per le sue virtù e la sua educazione. Fu segretario della Confraternita del Santo Sepolcro, dal 1765 fu a capo della Scuola di Gerusalemme e ricoprì l'incarico di primo protosincello del Patriarcato. Si adoperò nel campo dell'istruzione pubblicando libri, rafforzando la predicazione e supportando le scuole esistenti o fondandone di nuove. Rafforzò significativamente la Scuola di Gerusalemme, che operava dai tempi del patriarca Partenio.[1]

Nel 1774 fu eletto metropolita di Scitopoli e nel 1787 metropolita di Cesarea.

Il 4 novembre 1788 fu eletto Patriarca di Gerusalemme dopo le dimissioni in suo favore dell'anziano patriarca Procopio. Durante il suo Patriarcato, secondo l'usanza del tempo, visse principalmente a Costantinopoli. Antimio godette del favore speciale del sultano Selim III (1789-1807), che rafforzò significativamente la posizione degli ortodossi nella lotta per l'occupazione dei santuari della Palestina.

Dopo la guerra russo-turca, venne firmato un trattato tra Russia e Turchia, e la Russia si riconobbe nuovamente come protettrice dei cristiani d'Oriente.[1] Nel 1795, approfittando della relativa prosperità economica del Patriarcato, Antimio organizzò il restauro di monasteri in rovina a Gerusalemme, del Patriarcato, di Santa Caterina, di Sant'Eutimio, e fece decorare la chiesa dei Santi Costantino ed Elena.

Negli anni successivi (1797-1781), ebbe luogo in Egitto la campagna di Napoleone Bonaparte. Il riconoscimento della Russia come protettrice dei cristiani e l'invasione di Napoleone in Palestina fecero ribellare i musulmani e peggiorarono la posizione dei cristiani palestinesi.[1] I turchi rinchiusero nuovamente nel tempio mille cristiani (diverse centinaia di ogni confessione) e li liberarono solo dopo che i francesi si erano ritirati.

Antimio affrontò anche problemi nei pellegrinaggi, come i tentativi degli armeni di occupare il Golgota, la grotta di Betlemme e il tempio del Getsemani, nonché il tentativo dei latini di occupare il tempio del Getsemani, che portò all'occupazione della vicina grotta. Nel 1799-1800 e nel 1803, i Greci di Gerusalemme si scontrarono con gli Armeni e nel 1804 con i Cattolici, scontri che portarono all'incendio della Chiesa della Resurrezione il 30 settembre 1808.[1]

Pare che la notizia dell'incendio non sia giunta ad Antimio, morto il 10 novembre 1808 (secondo il calendario giuliano) a Costantinopoli. Prima della sua morte, fu in grado di negoziare con il sultano Mahmud II per garantire i diritti ancestrali dei greci in Palestina, così come affermati dai suoi predecessori.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Patriarca di Gerusalemme Successore
Procopio 4 novembre 1788 - 22 novembre 1808 Policarpo
Controllo di autoritàVIAF (EN262131301 · CERL cnp01988657 · LCCN (ENno00004122 · GND (DE1055386742 · J9U (ENHE987007257888005171 · WorldCat Identities (ENlccn-no00004122