Africa Unite

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Africa Unite
Paese d'origineBandiera dell'Italia Italia
GenereDub
Rocksteady
Reggae
Periodo di attività musicale1981 – in attività
Album pubblicati13
Studio9
Live2
Raccolte2
Sito ufficiale

Gli Africa Unite sono un gruppo musicale rocksteady-dub-reggae nato a Pinerolo (TO) nel 1981[1]. Il nome deriva dall'omonima canzone di Bob Marley, artista al quale si sono sempre direttamente ispirati. Sono considerati dalla critica la band più autorevole del panorama reggae italiano[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

1981-1990: Esordi e prime pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Bunna, membro fondatore del gruppo

Gli Africa Unite nascono nel 1981 come Africa United, da un'idea di Bunna e Madaski, entrambi di Pinerolo, per una serata-tributo a Bob Marley, con la formazione completata dal batterista Ras Cal (Marcello Tamietti)[3]. L'attività prosegue in modo frammentario, con il solo Bunna a gestire l'instabile organico e Madaski impegnato in band di area post-punk (Suicide Dada la principale), e nel 1984 viene documentata dal demo con quattro pezzi Peace, Love, Freedom[1][4]. Nel 1986, con il ritorno di Madaski, il gruppo, completato da Ras Cal e dal bassista Mario "Doc"/"Mista Drake" Manduca, inizia a fare sul serio e nel 1987 autoproduce con il marchio Spliff A Dada il mini-LP Mjekrari; il titolo, che significa barbiere, prende spunto da un'insegna di un negozio di San Basile, piccolo paese d'origini arbëreshë del cosentino in cui gli Africa United si esibiscono spesso[5]. L'album è ispirato al reggae di Bob Marley e contiene anche un brano in italiano (Nella mia città); i consensi affermano il gruppo nel circuito reggae italiano e lo portano ad aprire il concerto romano di U Roy.

Nel 1988 arriva il secondo mini-LP autoprodotto, Llaka, sulla scia del precedente, dedicato al poeta sudafricano Benjamin Moloise[1]; nell'organico, accanto a Bunna, Madaski e Ras Cal, ci sono ora il bassista Ciro Cirri, il percussionista Papa Nico (Nicola Paparella)[3], con trascorsi di batterista punk in alcune band torinesi quali Rough e Blue Vomit e la vocalist di origini olandesi Sharon May Linn (che rimarrà nella band fino a "People Pie" del 2001).[3] In questo periodo, la band apre alcune date italiane di King Sunny Adé e di Linton Kwesi Johnson e suona in un concerto a Padova per Amnesty International.

1991-1995: Il reggae in lingua italiana[modifica | modifica wikitesto]

Il lavoro successivo, People Pie, arriva nel 1991 e incrementa il successo del gruppo, proponendo un sound più raffinato e aperto ad altre influenze caraibiche[1]; nel disco, il primo con l'ex Deafear e futuro leader dei Subsonica) Max Casacci, già collaboratore esterno, nel ruolo di chitarrista, autore e coproduttore, e il sassofonista Paolo "The Angelo" Parpaglione, si alternano diversi batteristi tra i quali Sergio Pollone (in arte Drummy Sir Jo), poi componente stabile. Nello stesso anno, un fitto calendario di esibizioni, tra le quali il festival Arezzo Wave e una a Negril, in Giamaica[6], come apertura per Gregory Isaacs, porta all'accordo con l'etichetta milanese Vox Pop e alla pubblicazione, nel 1992, dell'EP Cantè, debutto della band con il nome cambiato in Africa Unite[6].

Nel 1993 è la volta di Babilonia e poesia, primo album cantato quasi interamente in italiano, al quale fanno seguito concerti in Francia, nei Paesi Bassi, in Regno Unito e al Festival di Babilonia in Iraq[6]. Dopo il tour entra nella band il bassista Cato (Gianluca Senatore). Nel 1995 il brano Il partigiano John viene incluso nella compilation Materiale resistente e poi ripreso nell'album Un sole che brucia. Subentra alla batteria Davide Graziano, già in People Pie, e la band suona al festival Les Transmusicales di Rennes. Nel 1996, a seguire il tour poi documentato dall'album In diretta dal sole (edito dalla PolyGram), Casacci abbandona la formazione[5].

1996-2010: Da Il gioco a Roots[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1997 esce Il gioco, con il nuovo chitarrista Ru Catania; al disco seguono numerosi concerti, tra i quali uno alla quarta edizione del festival Rototom Sunsplash. Nel gruppo entra un trombonista, Gigi De Gaspari aka Mr. T-bone, e nel 2000 esce Vibra[2]. In quel periodo gli Africa Unite sono attivi contro la pena di morte, e inseriscono nell'album una canzone schierata, dal titolo Sotto pressione, il cui video viene girato in collaborazione con le associazioni umanitarie Amnesty International, Comunità di Sant'Egidio e Nessuno Tocchi Caino. Nel 2001 esce 20, album dedicato a Bob Marley in occasione del ventennale della morte. Successivamente si uniscono al gruppo Kikke alla Tastiera e Paolo Baldini dei B.R. Stylers al basso a sostituire Cato. Con questi nuovi membri la band realizza due nuovi album, Mentre fuori piove nel 2003 e Controlli nel 2006.

Nel 2010 esce Rootz, definito dal gruppo stesso il disco "del ritorno alle origini", per le sonorità roots reggae nonché i testi di denuncia (Political reggae), realizzato con la collaborazione di diversi artisti, tra cui Alborosie, Franziska, Mama Marjas, Mellow Mood e Patrick Benifei dei Casino Royale. Sempre nello stesso anno conflusce nel gruppo Ale Soresini, ex batterista dei Reggae National Tickets, in sostituzione di Davide Graziano.[7]

2011-in poi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2011 la band festeggia i trent'anni di carriera, celebrati con il libro autobiografico Trent'anni in levare. Storia della storia di Africa Unite (Chinaski Edizioni) a firma di Bunna e Madaski e con una tournée europea; si ricordano le date di Berlino, Bruxelles, Londra, L'Aia, Dublino, Parigi, Madrid, Barcellona, Valencia e la conclusiva di Lugano, nella quale viene annunciato l'uscita dalla band del chitarrista Ru Catania.

Il 2013 segna il ventennale di Babilonia e poesia e per questo importante anniversario gli Africa Unite, ad aprile, portano in tour quel disco con la stessa formazione dell'epoca[8]. Il mese successivo partecipano al concerto del Primo Maggio di Roma[9].

Nel 2015 esce Il punto di partenza, album totalmente autoprodotto e distribuito in free download sul sito della band[10].

Nel 2022 esce Non è fortuna, al quale segue sul finire della prima metà del 2023 un tour estivo di presentazione, prima del quale il chitarrista Marco "Benz" Gentile comunica tramite social l'abbandono del gruppo.

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Formazione attuale[modifica | modifica wikitesto]

Ex componenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Manduca - basso (1981-1987)
  • Paolo Baldini - basso (2003-2014)
  • Marcello Tamietti (Ras Cal) - batteria (1981-1990)
  • Ciro Cirri - basso (1981-1993)
  • Sharon May Linn - cori (1988-1991)
  • Max Casacci - chitarra (1991-1996)
  • Sergio Pollone - batteria (1990-1995)
  • Gianluca Senatore (Cato) - basso (1993-2003)
  • Paolo Parpaglione (The Angelo) - sassofono (1991-2005)
  • Davide Graziano - batteria (1991-2010)
  • Ru Catania - chitarra (1996-2011)
  • Mr. T-bone - trombone (1999-2011)
  • Patrick Benifei (Kikke) - tastiere (2003-2007)
  • Mauro Tavella - campionatore (1991-?)
  • Ale Soresini - batteria (2010-2017)

Timeline della formazione[modifica | modifica wikitesto]

Discografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Album dal vivo[modifica | modifica wikitesto]

Raccolte[modifica | modifica wikitesto]

EP[modifica | modifica wikitesto]

  • 1992 - Cantè

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Federico Guglielmi, Africa Unite (voce) - in Cesare Rizzi, 1993
  2. ^ a b Federico Guglielmi, Africa Unite (intervista), in Il mucchio selvaggio, Stemax Coop, #393 - 18 aprile 2000.
  3. ^ a b c ones, Africa United, uniti contro il razzismo, su Groovin', 7 ottobre 2021. URL consultato il 7 gennaio 2024.
  4. ^ Federico Guglielmi, Africa Unite (intervista), in Il Mucchio Extra, Stemax Coop, #16 - Inverno 2005.
  5. ^ a b Enrico Deregibus (a cura di), Dizionario completo della Canzone Italiana, Firenze, Giunti editore, 2010, ISBN 9788809756250.
  6. ^ a b c Gianluca Testani, 2006.
  7. ^ musicattitude.it - Africa Unite: ritorno alle radici, con intelligenza, su musicattitude.it. URL consultato il 16 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2019).
  8. ^ Babilonia e Poesia tour 2013: torna la band originale degli Africa Unite con otto date imperdibili, in eventireggae.it (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2013).
  9. ^ Concerto Primo Maggio Roma: il live completo degli Africa Unite (video), in eventireggae.it (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2013).
  10. ^ Biografia Africa Unite (PDF), su africaunite.com.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A.A.V.V., Dizionario completo della Canzone Italiana, a cura di Enrico Deregibus, Firenze, Giunti editore, 2010, ISBN 9788809756250.
  • A.A.V.V., Enciclopedia del rock italiano, a cura di Cesare Rizzi, Milano, Arcana, 1993, ISBN 8879660225. pagg. 404-405
  • A.A.V.V., Enciclopedia del rock italiano, a cura di Gianluca Testani, Arcana Editrice, 2006.
  • Arturo Compagnoni, Le guide pratiche di Rumore - Italia 90. Gli anni della musica alternativa, Pavia, Apache Edizioni, 2005.
  • Trent'anni in Levare: Storia della storia di Africa Unite, a cura di Bunna & Madasky, Chinasky edizioni, 2011.
  • Yari Selvetella, La Scena Ska Italiana. Il Levare (Che Porta Via la Testa), Arcana musica, 2003

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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