Adriano Alberti

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Adriano Alberti
NascitaMilano, 12 febbraio 1870
MorteTorino, 9 novembre 1955
Cause della mortenaturali
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaGenio ferrovieri
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerrePrima guerra mondiale
Comandante diBrigata Pavia; Brigata Granatieri di Sardegna di Roma; Divisione territoriale militare di Catanzaro; Comandante della divisione territoriale militare di Torino; Comandante militare della Sicilia;
DecorazioniCroce d'oro per anzianità di servizio; Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918; Medaglia interalleata della Vittoria; Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia; Croce al merito di guerra; Croce di guerra al valore militare
Stato di servizio
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Adriano Alberti

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato17 aprile 1939 –
1945
LegislaturaXXX
Tipo nominaCategoria: 14
Incarichi parlamentari
Commissione dell'educazione nazionale e della cultura popolare
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPNF
ProfessioneMilitare di carriera (esercito)

Adriano Alberti (Milano, 12 febbraio 1870Torino, 9 novembre 1955) è stato un militare, storico e politico italiano.

L'ARMISTIZIO DI VILLA GIUSTI. Edito dal Ministero della Guerra Stato Maggiore Centrale - Ufficio Storico, a cura del Colonnello Adriano Alberti, del 1923
L'ARMISTIZIO DI VILLA GIUSTI. Edito dal Ministero della Guerra Stato Maggiore Centrale - Ufficio Storico, a cura del Colonnello Adriano Alberti, del 1923.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Entrato in accademia nel 1888 due anni dopo è tenente nel 4º reggimento del Genio Ferrovieri e con tale grado è successivamente assegnato alla direzione del genio a Torino (1898) e alla brigata ferrovieri (1902). Promosso capitano è comandato a prestare servizio di Stato maggiore al comando della divisione di Bari (1903) e Milano (1905) e addetto al comando del capo di Stato maggiore (1907). Nel 1915, col grado di tenente colonnello, è inviato in zona di guerra e nominato commissario per le strade ferrate militari (gennaio 1916) e promosso sul campo colonnello (novembre 1916).

Valente cultore degli studi storico-militari nel 1923 assume la direzione dell'Ufficio storico dello Stato maggiore, per il quale nel 1923 scrive una ricostruzione storica della battaglia di Caporetto. Le bozze del volume, all'epoca non uscito per una disposizione di Mussolini, sono state recuperate dallo stesso ufficio e il libro pubblicato solo nel 2004.[1]

Promosso successivamente Generale di brigata e Generale di divisione comanda le brigate "Pavia" e "Granatieri di Sardegna" di Roma, le divisioni territoriali militari di Catanzaro e Torino ed è comandante generale della Sicilia. Si congeda il 12 febbraio 1936 col grado di Generale di corpo d'armata e tre anni dopo è nominato Senatore a vita per la categoria 14 (Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i Contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività). Rimane in senato fino al 31 luglio 1945, data in cui viene dichiarato decaduto dall'Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo per l'imputazione 6 (Senatori ritenuti responsabili di aver mantenuto il fascismo e resa possibile la guerra sia coi loro voti, sia con azioni individuali, tra cui la propaganda esercitata fuori e dentro il Senato).

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Civili[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Militari[modifica | modifica wikitesto]

Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'importanza dell'azione militare italiana. Le cause militari di Caporetto, su sissco.it, Società italiana per lo studio della storia contemporanea. URL consultato il 20 novembre 2015.
  2. ^ Cavaliere 3 aprile 1913; Ufficiale 15 gennaio 1925.
  3. ^ Cavaliere 29 dicembre 1910; Ufficiale 29 gennaio 1922; Commendatore 15 marzo 1923; Grande ufficiale 25 ottobre 1932.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Adriano Alberti, L'importanza dell'azione militare italiana: le cause militari di Caporetto, introduzione e cura di Andrea Ungari, Roma, Stato Maggiore dell'Esercito Ufficio Storico, 2004 [1923], ISBN 88-87940-42-8.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN37204540 · ISNI (EN0000 0000 6132 0295 · SBN RAVV079418 · BAV 495/118114 · LCCN (ENno2006101154 · GND (DE101815565 · BNF (FRcb15059735n (data) · J9U (ENHE987007358825205171 · NSK (HR000753106 · CONOR.SI (SL133485667 · WorldCat Identities (ENlccn-no2006101154