Sindrome di Barth: differenze tra le versioni
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É una [[malattia rara]] legata ad un disordine del [[Cromosoma X (umano)|cromosoma X]] che provoca un alterato metabolismo dei fosfolipidi. É caratterizzata da un quadro clinico molto variabile da soggetto a soggetto che comprende la cardiomiopatia, miopatia scheletrica, neutropenia, ritardo della crescita prepuberale, aciduria organica e una ''facies'' <ref>Aspetto fisionomico soprattutto del volto caratteristico di determinate malattie o condizioni patologiche; il termine medico deriva dal latino ''facies''</ref> caratteristica soprattutto nell'infanzia <ref>{{cita pubblicazione|autore=Ferreira C| autore2= Thompson R|autore3= Vernon H|titolo= Barth Syndrome|anno 2014|rivista=In: Pagon RA, Adam MP, Ardinger HH, Wallace SE, Amemiya A, Bean LJH, Bird TD, Dolan CR, Fong CT, Smith RJH, Stephens K, editors. GeneReviews® [Internet]. Seattle (WA): University of Washington, Seattle; 1993-2015| PMID=25299040 |url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK247162/}}</ref>. |
É una [[malattia rara]] legata ad un disordine del [[Cromosoma X (umano)|cromosoma X]] che provoca un alterato metabolismo dei fosfolipidi. É caratterizzata da un quadro clinico molto variabile da soggetto a soggetto che comprende la cardiomiopatia, miopatia scheletrica, neutropenia, ritardo della crescita prepuberale, aciduria organica e una ''facies'' <ref>Aspetto fisionomico soprattutto del volto caratteristico di determinate malattie o condizioni patologiche; il termine medico deriva dal latino ''facies''</ref> caratteristica soprattutto nell'infanzia <ref>{{cita pubblicazione|autore=Ferreira C| autore2= Thompson R|autore3= Vernon H|titolo= Barth Syndrome|anno 2014|rivista=In: Pagon RA, Adam MP, Ardinger HH, Wallace SE, Amemiya A, Bean LJH, Bird TD, Dolan CR, Fong CT, Smith RJH, Stephens K, editors. GeneReviews® [Internet]. Seattle (WA): University of Washington, Seattle; 1993-2015| PMID=25299040 |url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK247162/}}</ref>. |
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==Genetica == |
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⚫ | La malattia è dovuta a mutazioni del gene TAZ, presente sul cromosoma X, che codifica per la [[tafazzina]] (Xq28). La tafazzina è coinvolta nella differenziazione degli [[osteoblasti]] e nel metabolismo della [[cardiolipina]], un fosfolipide essenziale nelle [[mitocondrio|membrane mitocondriali interne]], dove sono presenti gli enzimi della [[catena respiratoria]]. |
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⚫ | La malattia, essendo legata a mutazione del [[cromosoma X]], interessa solo il sesso maschile. La trasmissione è [[Ereditarietà eterosomica recessiva|recessiva]]: così il figlio di una donna portatrice della mutazione presenta un rischio del 50% di ereditare la mutazione e sviluppare la malattia, mentre la figlia ha una probabilità del 50% di essere portatrice, ma non sviluppa la malattia. Tutte le figlie di un paziente maschio sono portatrici, mentre nessun figlio maschio è affetto. Le femmine eterozigoti non hanno la malattia nè alterazioni metaboliche. |
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== Epidemiologia == |
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La [[diagnosi]] si basa sulla ricerca nelle urine degli acidi organici; l'acido 3-metilglutaconico (3-MGCA) è aumentato da 5 a 20 volte (il dosaggio è utilizzato come test di screening) <ref>{{cita pubblicazione|autore=Clarke SL|etal=si| titolo= Barth syndrome| rivista=Orphanet J Rare Dis|anno= 2013|numero=8|p=23| doi=10.1186/1750-1172-8-23 |PBID= 23398819|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3583704|cid=ClarkeOrphanet2013}}. L'articolo contiene immagini sulle alterazioni istologiche e ultrastrutturali delle cellule e sulla caratteristica ''facies'' di bambini affetti dalla sindrome di Barth</ref>, l'acido 3-metilglutarico e l'acido 2-etilidracrilico sono moderatamente aumentati. La escrezione urinaria del 3-MGC può, però, essere normale anche nei casi gravi, per cui il test diagnostico elettivo è l'analisi del rapporto monolisocardiolipina (MLCL)/cardiolipina (CL) nei linfociti del sangue, nelle cellule muscolari, nei fibroblasti. La conferma della diagnosi è data dall'[[analisi genetica]] (ricerca delle mutazioni del gene TAZ). |
La [[diagnosi]] si basa sulla ricerca nelle urine degli acidi organici; l'acido 3-metilglutaconico (3-MGCA) è aumentato da 5 a 20 volte (il dosaggio è utilizzato come test di screening) <ref>{{cita pubblicazione|autore=Clarke SL|etal=si| titolo= Barth syndrome| rivista=Orphanet J Rare Dis|anno= 2013|numero=8|p=23| doi=10.1186/1750-1172-8-23 |PBID= 23398819|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3583704|cid=ClarkeOrphanet2013}}. L'articolo contiene immagini sulle alterazioni istologiche e ultrastrutturali delle cellule e sulla caratteristica ''facies'' di bambini affetti dalla sindrome di Barth</ref>, l'acido 3-metilglutarico e l'acido 2-etilidracrilico sono moderatamente aumentati. La escrezione urinaria del 3-MGC può, però, essere normale anche nei casi gravi, per cui il test diagnostico elettivo è l'analisi del rapporto monolisocardiolipina (MLCL)/cardiolipina (CL) nei linfociti del sangue, nelle cellule muscolari, nei fibroblasti. La conferma della diagnosi è data dall'[[analisi genetica]] (ricerca delle mutazioni del gene TAZ). |
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== Prognosi == |
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⚫ | La malattia, essendo legata a mutazione del [[cromosoma X]], interessa solo il sesso maschile. La trasmissione è [[Ereditarietà eterosomica recessiva|recessiva]]: così il figlio di una donna portatrice della mutazione presenta un rischio del 50% di ereditare la mutazione e sviluppare la malattia, mentre la figlia ha una probabilità del 50% di essere portatrice, ma non sviluppa la malattia. Tutte le figlie di un paziente maschio sono portatrici, mentre nessun figlio maschio è affetto. Le femmine eterozigoti non hanno la malattia nè alterazioni metaboliche. |
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I due fattori che condizionano la sopravvivenza sono: la neutropenia severa al momento della diagnosi e l'anno di nascita (prima o dopo l'anno 2000) <ref>{{cita pubblicazione|titolo=Rigaud C|titolo= Natural history of Barth syndrome: a national cohort study of 22 patients|rivista Orphanet J Rare Dis|anno= 2013|numero=8|p=70|doi= 10.1186/1750-1172-8-70|PBID= 23656970}}</ref>. |
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Nello studio citato i pazienti con una conta dei leucociti neutrofili inferiore a 500/microL al momento della diagnosi hanno una sopravvivenza a un anno del 25%, confrontati con quelli con una conta superiore a 500, che hanno una sopravvivenza a un anno del 68%. |
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Così pazienti nati prima del 2000 hanno una spravvivenza a 5 anni del 22% a confronto con i pazienti nati dopo il 2000, che hanno una sopravvivenza a 5 anni del 70%. Questo è presumibilmente correlato alle migliori possibilità di diagnosi e di assistenza sviluppatesi più di recente. |
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L'età più a rischio di mortalità è quella entro i cinque anni di vita. |
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==Trattamento == |
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Il trattamento della sindrome di Barth è multidisciplinare e flessibile a seconda del coinvolgimento dei vari organi. É stato dimostrato che l'ottimizzazione dell'assistenza medica, riabilitativa e dei ''caregiver'' migliora la qualità della vita e la sopravvivenza <ref>{{cita pubblicazione|autore==Reynolds S|titolo=Successful management of Barth syndrome: a systematic review highlighting the importance of a flexible and multidisciplinary approach|rivista=J Multidiscip Healthc|anno= 2015| numero=29;8|pp=345-58 |doi: 10.2147/JMDH.S54802|PMID=26251611}}</ref>. |
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⚫ | La malattia è dovuta a mutazioni del gene TAZ, presente sul cromosoma X, che codifica per la [[tafazzina]] (Xq28). La tafazzina è coinvolta nella differenziazione degli [[osteoblasti]] e nel metabolismo della [[cardiolipina]], un fosfolipide essenziale nelle [[mitocondrio|membrane mitocondriali interne]], dove sono presenti gli enzimi della [[catena respiratoria]]. |
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== ''Barth Syndrome Foundation'' == |
== ''Barth Syndrome Foundation'' == |
Versione delle 16:36, 4 ott 2015
Sindrome di Barth | |
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Specialità | endocrinologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 759.89 |
OMIM | 302060 |
MeSH | D056889 |
Eponimi | |
Peter Barth | |
La Sindrome di Barth, o 3-metilglutaril aciduria di tipo II, è così chiamata dal nome dell pediatra neurologo tedesco Peter Barth, che la descrisse per la prima volta nel 1983 [1].
É una malattia rara legata ad un disordine del cromosoma X che provoca un alterato metabolismo dei fosfolipidi. É caratterizzata da un quadro clinico molto variabile da soggetto a soggetto che comprende la cardiomiopatia, miopatia scheletrica, neutropenia, ritardo della crescita prepuberale, aciduria organica e una facies [2] caratteristica soprattutto nell'infanzia [3].
Genetica
La malattia è dovuta a mutazioni del gene TAZ, presente sul cromosoma X, che codifica per la tafazzina (Xq28). La tafazzina è coinvolta nella differenziazione degli osteoblasti e nel metabolismo della cardiolipina, un fosfolipide essenziale nelle membrane mitocondriali interne, dove sono presenti gli enzimi della catena respiratoria.
La malattia, essendo legata a mutazione del cromosoma X, interessa solo il sesso maschile. La trasmissione è recessiva: così il figlio di una donna portatrice della mutazione presenta un rischio del 50% di ereditare la mutazione e sviluppare la malattia, mentre la figlia ha una probabilità del 50% di essere portatrice, ma non sviluppa la malattia. Tutte le figlie di un paziente maschio sono portatrici, mentre nessun figlio maschio è affetto. Le femmine eterozigoti non hanno la malattia nè alterazioni metaboliche.
Epidemiologia
La prevalenza è stimata in 1/454.000. L'incidenza è compresa tra 1/140.000 (dati del Regno Unito)) e 1/300.000-1/400.000 nati vivi (dati degli USA).
Clinica
La cardiopatia associata alla sindrome di Barth sono: la cardiomiopatia dilatativa, con o senza fibroelastosi endocardica e ventricolo sinistro non compattato, più raramente la cardiomiopatia ipertrofica. É presente dai primi anni di vita e può evolvere verso lo scompenso cardiaco e aritmie severe fino alla morte improvvisa. L'elettrocardiogramma puà presentare alterazioni della ripolarizzazione ventricolare e aumento del QT corretto QTc [4]. Se la malattia esordisce durante la vita fetale può causare insufficienza cardiaca e idrope fetale, con conseguente aborto durante il secondo/terzo trimestre di gravidanza oppure elevata mortalità perinatale.
Durante l'adolescenza la cardiopatia può associarsi ad aritmie e a morte improvvisa.
La miopatia scheletrica (in genere dei muscoli prossimali) causa ritardo delle tappe dello sviluppo motorio, ipotonia muscolare e intolleranza all'esercizio. Può essere presente letargia. I pazienti presentano difficoltà ad alimentarsi e può essere presente diarrea. É comune il ritardo della crescita prepuberale fino attorno ai 20 anni, con successivo rapida ripresa dell'accrescimento.
É descritta una facies caratteristica nel bambino con guance piene, mento appuntito e prominente, occhi incavati e orecchie larghe [5]. Alcune foto di soggetti affetti sono riportate da Clarke [6].
Molto frequente è la neutropenia (diminuzione dei leucociti neutrofili), persistente o intermittente, di gravità variabile, ma con rischio di setticemia, infezioni batteriche, polmonite e ulcere della mucosa orale.
La diagnosi si basa sulla ricerca nelle urine degli acidi organici; l'acido 3-metilglutaconico (3-MGCA) è aumentato da 5 a 20 volte (il dosaggio è utilizzato come test di screening) [7], l'acido 3-metilglutarico e l'acido 2-etilidracrilico sono moderatamente aumentati. La escrezione urinaria del 3-MGC può, però, essere normale anche nei casi gravi, per cui il test diagnostico elettivo è l'analisi del rapporto monolisocardiolipina (MLCL)/cardiolipina (CL) nei linfociti del sangue, nelle cellule muscolari, nei fibroblasti. La conferma della diagnosi è data dall'analisi genetica (ricerca delle mutazioni del gene TAZ).
Prognosi
I due fattori che condizionano la sopravvivenza sono: la neutropenia severa al momento della diagnosi e l'anno di nascita (prima o dopo l'anno 2000) [8]. Nello studio citato i pazienti con una conta dei leucociti neutrofili inferiore a 500/microL al momento della diagnosi hanno una sopravvivenza a un anno del 25%, confrontati con quelli con una conta superiore a 500, che hanno una sopravvivenza a un anno del 68%. Così pazienti nati prima del 2000 hanno una spravvivenza a 5 anni del 22% a confronto con i pazienti nati dopo il 2000, che hanno una sopravvivenza a 5 anni del 70%. Questo è presumibilmente correlato alle migliori possibilità di diagnosi e di assistenza sviluppatesi più di recente. L'età più a rischio di mortalità è quella entro i cinque anni di vita.
Trattamento
Il trattamento della sindrome di Barth è multidisciplinare e flessibile a seconda del coinvolgimento dei vari organi. É stato dimostrato che l'ottimizzazione dell'assistenza medica, riabilitativa e dei caregiver migliora la qualità della vita e la sopravvivenza [9].
Barth Syndrome Foundation
La Barth Syndrome Foundation, insieme ai suoi affiliati, rappresenta l'unica associazione al mondo di volontari che lavorano all'educazione alla sindrome al fine di salvare vite e aiutare i familiari al perseguimento delle cure necessarie. La fondazione organizza inoltre programmi per il reperimento dei fondi e, ogni due anni, conferenze internazionali coadiuvate dall'aiuto di medici e psicologi.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- (EN) Barth Syndrome Foundation
- (EN) Laboratorio clinico spettrometria di massa - Kennedy Krieger Institute
- (EN) Barth Syndrome at National Organization for Rare Disorders (NORD)
- ^ Barth PG et al., An X-linked mitochondrial disease affecting cardiac muscle, skeletal muscle and neutrophil leucocytes (+and+neutrophil+leucocytes.+Journal+of+the+Neurological+Sciences abstract ), in Journal of the Neurological Sciences, n. 62, 1983, pp. 327-355, PMID 6142097.
- ^ Aspetto fisionomico soprattutto del volto caratteristico di determinate malattie o condizioni patologiche; il termine medico deriva dal latino facies
- ^ Ferreira C, Thompson R e Vernon H, Barth Syndrome, in In: Pagon RA, Adam MP, Ardinger HH, Wallace SE, Amemiya A, Bean LJH, Bird TD, Dolan CR, Fong CT, Smith RJH, Stephens K, editors. GeneReviews® [Internet]. Seattle (WA): University of Washington, Seattle; 1993-2015, PMID 25299040.
- ^ Cardiac and clinical phenotype in Barth syndrome, in Pediatrics, n. 118, pp. e337–46.
- ^ Hastings R et al., Dysmorphology of Barth syndrome, in Clin Dysmorphol, vol. 18, 2009, pp. 185–7, PMID 19648820.
- ^ ClarkeOrphanet2013
- ^ Clarke SL et al., Barth syndrome, in Orphanet J Rare Dis, n. 8, 2013, p. 23, DOI:10.1186/1750-1172-8-23. . L'articolo contiene immagini sulle alterazioni istologiche e ultrastrutturali delle cellule e sulla caratteristica facies di bambini affetti dalla sindrome di Barth
- ^ Natural history of Barth syndrome: a national cohort study of 22 patients, n. 8, 2013, p. 70, DOI:10.1186/1750-1172-8-70.
- ^ =Reynolds S, Successful management of Barth syndrome: a systematic review highlighting the importance of a flexible and multidisciplinary approach, in J Multidiscip Healthc, 29;8, 2015, pp. 345-58, PMID 26251611.