Villa del Balbianello

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Villa del Balbianello
Veduta di villa del Balbianello dal porticciolo sul lago
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàLenno
IndirizzoVia Comoedia, 5 - Lenno, Via Comoedia, 5 e Via Guido Monzino 1, 22016 Tremezzina
Coordinate45°57′54″N 9°12′09″E / 45.965°N 9.2025°E45.965; 9.2025
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1785
Realizzazione
ProprietarioFondo Ambiente Italiano

La villa del Balbianello è un edificio storico che sorge a Lenno, sulle sponde del lago di Como. La villa è collocata sulla punta della penisola di Lavedo, un promontorio che si spinge nello specchio d'acqua lariano e che proprio dall'edificio ha preso il nome di "Balbianello". Il toponimo è un vezzeggiativo di "Balbiano", nome di una villa sita in località Campo.[1]

Il complesso è di proprietà del Fondo Ambiente Italiano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Uno degli ambienti interni

La villa venne costruita nel 1787 su un preesistente monastero francescano[2][3] dal cardinale Angelo Maria Durini,[3][4] che dalla famiglia Giovio aveva ottenuto anche la vicina villa del Balbiano.[5] Al cardinale, che nei periodi estivi e autunnali era solito ospitare presso la villa raduni di intellettuali (tra i quali Giuseppe Parini[3]), si deve la realizzazione del loggiato settecentesco e dei due padiglioni da questo collegati.[5][2]

Alla morte del Durini, nel 1797 la villa passò dapprima a Giuseppe Sepolina, che la ribattezzò secondo il proprio cognome.[2] Successivamente, il complesso finì nelle mani di Luigi Porro Lambertenghi (nipote del Durini), il quale ebbe Silvio Pellico come precettore dei propri figli.[1] La gestione Porro Lambertenghi comportò un restauro della chiesa di San Giovanni e dell'ex-monastero, oltre alla realizzazione di opere finalizzate a collegare internamente tutti i corpi di fabbrica compresi tra il loggiato e la darsena.[6]

Vista della terrazza del parco

In seguito la proprietà venne acquistata da Giuseppe Arconati Visconti che, fra gli altri, ospitò nel suo salotto Giovanni Berchet, Giuseppe Giusti e Alessandro Manzoni.[7][2] Il figlio di Giuseppe, Gianmartino Arconati Visconti, fece apportare miglioramenti al giardino e alla loggia, ma al graduale declino del casato corrispose un progressivo abbandono della villa, che per più di trent'anni fu lasciata a sé stessa. Il degrado fu la causa di una piccola torre-faro, dotata di orologio e campane, installata dagli Arconati Visconti all'ingresso del porto.[7]

L'edificio cadde in stato di abbandono finché un ufficiale statunitense, Butler Ames, la rilevò e ne rinnovò il giardino. Nel 1974 venne acquisita dall'esploratore Guido Monzino,[7][4] erede della famiglia fondatrice della Standa. Il Monzino, che ambiva a fare della villa un polo d'interesse nazionale per quello che concerne le ricerche geografiche,[8] arredò l'edificio con cimeli provenienti dalle sue spedizioni. Monzino morì senza eredi nel 1988, lasciando la villa al Fondo Ambiente Italiano,[7][8][4] che divenne definitivamente proprietario dell'edificio. Da allora, la fondazione si occupa di mantenere la villa nelle condizioni in cui la lasciò l'esploratore lombardo.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

A partire dagli anni 90 del XX secolo, villa del Balbianello è stata ripetutamente richiesta come location cinematografica. Nelle sue sale e giardini sono state girate varie pellicole internazionali, tra cui Un mese al lago di John Irvin (1995), Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni di George Lucas (2002) e Casino Royale di Martin Campbell (2006).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Belloni et al., p. 190.
  2. ^ a b c d Villa del Balbianello - Complesso, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 16 aprile 2021.
  3. ^ a b c Bartolini, p. 118.
  4. ^ a b c Mappe di comunità - Villa Balbianello, su mappedicomunita.liberisogni.org. URL consultato il 9 gennaio 2024.
  5. ^ a b Belloni et al., p. 192.
  6. ^ Belloni et al., p. 193.
  7. ^ a b c d Belloni et al., p. 194.
  8. ^ a b Trabella, cap. 21.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
  • Franco Bartolini, I segreti del Lago di Como e del suo territorio, Cermenate, New Press Edizioni, 2016 [2006].
  • Francesca Trabella, 50 Ville del Lago di Como, Lipomo, Dominioni Editore, 2020, ISBN 978-88-87867-38-1.

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