Financial Times

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Financial Times
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StatoBandiera del Regno Unito Regno Unito
Linguainglese
Periodicitàquotidiano
Genereeconomico-finanziario
Formatobroadsheet, digitale
Fondazione9 gennaio 1888[1]
SedeBracken House
(10 Cannon Street, Londra)
EditoreThe Financial Times Ltd.
(Nikkei, Inc.)
Diffusione cartacea168 958
DirettoreRoula Khalaf
Redattore capoRoula Khalaf
ISSN0307-1766 (WC · ACNP) e 1476-8844 (WC · ACNP)
Sito webwww.ft.com e www.ftchinese.com/
 

Il Financial Times (FT) è un quotidiano economico-finanziario britannico di proprietà della holding giapponese Nikkei, specializzato in cronaca finanziaria e analisi dell'attualità economica. Ha sede a Londra e uffici editoriali in Gran Bretagna, Stati Uniti ed Europa continentale.

Pubblicato su carta di color salmone, è affiancato periodicamente da una rivista di lifestyle (FT Magazine), dall'edizione del fine settimana (FT Weekend) e da alcune pubblicazioni settoriali. Il FT pubblica inoltre una varietà di indici azionari, tra cui il FTSE All-Share.

Originariamente rivolto agli operatori finanziari della City londinese, dalla fine del XX secolo gli approfondimenti e l'analiticità del suo giornalismo ne hanno legato il nome a un pubblico globale di colletti bianchi e di lettori istruiti[2]. Secondo una rilevazione Ipsos del 2020, il Financial Times risulta il marchio mediatico più affidabile al mondo e la più importante testata economica europea[3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sede del Financial Times nel quartiere londinese di Southwark

La pubblicazione venne fondata il 9 gennaio 1888 come London Financial Guide, ma il 16 febbraio dello stesso anno venne rinominata Financial Times. Il giornale consisteva di sole quattro pagine ed era rivolto alla comunità finanziaria della City di Londra, un mercato che dovette contendere al quotidiano rivale Financial News (fondato nel 1884). Proprio per distinguersi dall'assonante Financial News, il 2 gennaio 1893 il FT iniziò a venire stampato su carta rosa chiaro. Dopo 57 anni di rivalità, tuttavia, nel 1945 Brendan Bracken accorpò le due pubblicazioni finanziarie londinesi per formare un unico giornale di sei pagine[4].

Con l'incremento del commercio internazionale e dei flussi di capitale transfrontalieri durante gli anni '70, il FT iniziò un percorso di espansione globale, facilitato dagli sviluppi della tecnologia e dalla crescente accettazione dell'inglese come lingua internazionale degli affari. Il giornale decise pertanto di affiancare alla tradizionale analisi finanziaria una serie di editoriali, reportage speciali, vignette politiche, lettere dei lettori, recensioni di libri, articoli di tecnologia e contributi sulla politica internazionale. Il 1º gennaio 1979 a Francoforte venne stampata la prima edizione del FT fuori dal Regno Unito, indirizzata all'Europa continentale; l'edizione statunitense vide invece la luce nel luglio 1985. Da allora, con una maggiore copertura internazionale, il Financial Times è diventato un giornale globale, stampato in 22 località con cinque edizioni internazionali per coprire il Regno Unito, l'Europa continentale, gli Stati Uniti, l'Asia e il Medio Oriente[5].

Dal 1957 al 2015 la testata è stata di proprietà del gruppo editoriale Pearson[6] che l'ha poi venduto al gruppo giapponese Nikkei per 844 milioni di sterline (circa 1,3 miliardi di euro).[7][8]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Il FT è diviso in due sezioni. La prima si occupa dell'attualità nazionale e internazionale, contenendo inoltre editoriali sulla politica e sull'economia. La seconda sezione è invece costituita da dati finanziari e notizie su aziende e mercati. Nonostante sia generalmente considerato principalmente un giornale finanziario, il quotidiano contiene anche annunci televisivi, meteo e altri articoli più informali.

La rubrica Lex[modifica | modifica wikitesto]

La rubrica Lex è una striscia quotidiana nella pagina posteriore della prima sezione, che presenta analisi e opinioni sull'economia e sulla finanza globale. Nota per esplicitare la "linea editoriale" del FT (o di singoli editorialisti) su diverse questioni, è apparsa per la prima volta nell'edizione del 1º ottobre 1945.

Lex può vantare alcuni autori illustri che hanno poi fatto carriera nel mondo degli affari e della politica, tra cui i parlamentari conservatori Nigel Lawson e Jo Johnson[9].

Supplementi[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2003, il Financial Times in Regno Unito e Irlanda ha un supplemento chiamato FT Magazine. Viene pubblicato il sabato e ha articoli riguardanti eventi di tutto il mondo, politica e arte.

Posizione editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Vladimir Putin intervistato dal FT nel 2019

Il Financial Times sostiene il libero mercato ed è a favore della globalizzazione, così come delle politiche globaliste[10]. Durante gli anni '80 il quotidiano ha appoggiato le misure monetariste di Margaret Thatcher e Ronald Reagan[11][12]. Ha tuttavia sostenuto anche il Partito Laburista, ad esempio alle elezioni del 1992 sotto la guida di Neil Kinnock. Gli editoriali del Financial Times tendono ad essere pro-europei, sostenendo l'Unione europea quale mercato economico comune ma opponendosi all'unione politica[13]. In materia di politica estera, il FT si è opposto fermamente alla guerra in Iraq[14].

Sostegno elettorale alle elezioni britanniche[modifica | modifica wikitesto]

Sostegno elettorale alle elezioni statunitensi[modifica | modifica wikitesto]

Lettori[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la Global Capital Markets Survey, che misura le abitudini di lettura tra i decisori più esperti delle principali istituzioni finanziarie al mondo, il Financial Times è considerato la più importante pubblicazione sul mondo degli affari, raggiungendo il 36% della popolazione campione (l'11% in più del Wall Street Journal)[16]. Inoltre, il FT viene considerata la testata più credibile nel riportare le questioni finanziarie ed economiche ad opinione degli investitori professionali[17].

Direttori[modifica | modifica wikitesto]

1889: Douglas MacRae
1890: William Ramage Lawson
1892: Sydney Murray
1896: A. E. Murray
1909: C. H. Palmer
1924: D. S. T. Hunter
1937: Archibald Chisholm
1940: Albert George Cole
1945: Hargreaves Parkinson
1949: Sir Gordon Newton
1973: Fredy Fisher
1981: Sir Geoffrey Owen
1991: Richard Lambert
2001: Andrew Gowers
2006: Lionel Barber
2020: Roula Khalaf

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Accuse di manipolazione del mercato in Germania[modifica | modifica wikitesto]

Nel gennaio 2019, il FT ha pubblicato una serie di articoli investigativi che descrivevano in dettaglio una sospetta frode compiuta dal gruppo di pagamento tedesco Wirecard. Quando il prezzo delle azioni Wirecard iniziò a crollare, i media tedeschi ipotizzarono che dietro all'attacco ci fosse una manipolazione del mercato, additata all'autore principale dell'inchiesta, il reporter Dan McCrum. La Procura della Repubblica di Monaco di Baviera avviò successivamente un'indagine[18]. I sospetti sollevati dagli articoli del FT si sono però rivelati veri: a causa di un buco di 1,9 miliardi di euro, il 25 giugno 2020 Wirecard ha infatti presentato istanza di fallimento, avviandosi verso la bancarotta[19].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Come London Financial Guide
  2. ^ Financial Times sold to Japanese media group Nikkei for £844m, su theguardian.com. URL consultato il 6/6/2021.
  3. ^ The FT named most trustworthy media brand by Ipsos for 2020, su enterprise.ft.com. URL consultato il 6/6/2021.
  4. ^ About the newspaper, su help.ft.com. URL consultato il 6/6/2021 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2012).
  5. ^ FT's Media Kit: FT Heritage and Innovation, su fttoolkit.co.uk. URL consultato il 6/6/2021 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2013).
  6. ^ L'inglese Pearson cede il Financial Times per 884 milioni di sterline alla giapponese Nikkei, su primaonline.it. URL consultato il 24/07/2015.
  7. ^ Il Financial Times venduto ai giapponesi di Nikkei
  8. ^ Nikkei chiude l’acquisto del Financial Times per 844 milioni di sterline., su primaonline.it. URL consultato il 3/12/2015.
  9. ^ About Lex, su ft.com. URL consultato il 09/06/2021 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2007).
  10. ^ Too Big to Fail undermines the free market faith, su ft.com. URL consultato il 09/06/2021.
  11. ^ Margaret Thatcher: Right about nearly everything, su ft.com. URL consultato il 09/06/2021.
  12. ^ Demise of Reaganomics poses grave intellectual challenge to Republicans, su ft.com. URL consultato il 09/06/2021 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2015).
  13. ^ Europe needs a bold reformer, su ft.com. URL consultato il 09/06/2021.
  14. ^ FT at 125: The world in focus, su ft.com. URL consultato il 09/06/2021.
  15. ^ Il quotidiano ha difatti criticato sia il socialismo economico del laburista Jeremy Corbyn sia i piani del conservatore Boris Johnson per una "Brexit dura"
  16. ^ Global Capital Markets Survey 2011, su gcmsurvey.com. URL consultato il 09/06/2021 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2013).
  17. ^ Worldwide Professional Investment Community Study 2010 (PPT), su fttoolkit.co.uk. URL consultato il 09/06/2021 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2012).
  18. ^ Staatsanwaltschaft ermittelt gegen einen Financial-Times-Journalisten, su faz.net.
  19. ^ Wirecard presenta istanza di fallimento, su it.finance.yahoo.com. URL consultato il 7 agosto 2020.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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