Terra dei fuochi

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La locuzione "Terra dei fuochi" individua una vasta area situata nell'Italia meridionale, tra le province di Napoli e di Caserta, caratterizzata dalla presenza di roghi di rifiuti, donde l'appellativo.[1] Essa venne utilizzata per la prima volta nel 2003 nel Rapporto Ecomafie 2003 curato da Legambiente.[2] Successivamente venne utilizzata da Roberto Saviano nel libro Gomorra, come titolo dell'XI ed ultimo capitolo.

Geografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Triangolo della morte Acerra-Nola-Marigliano.

L'area territoriale è compresa all'incirca tra i comuni di Qualiano, Giugliano in Campania, Orta di Atella, Caivano, Acerra, Nola, Marcianise, Succivo, Frattaminore, Frattamaggiore, Mondragone, Castelvolturno e Melito di Napoli.

Si caratterizza per lo sversamento illegale di rifiuti, anche tossici, da parte della Camorra e, in particolare, dal clan dei Casalesi. In molti casi, i cumuli di rifiuti, illegalmente riversati nelle campagne, o ai margini delle strade, vengono incendiati dando luogo a roghi i cui fumi diffondono nell'atmosfera e nelle terre circostanti sostanze tossiche, tra cui diossina.

Da molti decenni, nelle campagne campane si sono verificati sversamenti di rifiuti industriali e di rifiuti tossici e nucleari provenienti dal nord Italia e dal nord Europa. In particolare, nelle zone di Succivo, Caivano, Acerra e Giugliano in Campania si sono verificati roghi di rifiuti industriali, responsabili di un alto tasso di tumori che hanno colpito soprattutto giovani donne, al seno e alla tiroide, e bambini.

Nel 2011, secondo un rapporto dell'ARPA della Campania, un'area di 3 milioni di metri quadri, compresa tra i Regi Lagni, Lo Uttaro, Masseria del Pozzo-Schiavi (nel Giuglianese) ed il quartiere di Pianura della città di Napoli, risulterebbe molto compromessa per l'elevata e massiccia presenza di rifiuti tossici.[3]

Attività correlate

Inquinamento dei prodotti agroalimentari

Lo stesso argomento in dettaglio: Mozzarella di bufala campana.

L'inquinamento da diossina dei terreni è estremamente pericoloso perché introduce sostanze tossiche nella catena alimentare degli animali da allevamento e può raggiungere anche l'uomo. Nel 26 marzo 2008 furono riscontrate[4] presenze di diossina nel latte di bufala provenienti da allevamenti del casertano, attribuite all'inquinamento ambientale. A seguito di questi riscontri, che comunque riguardavano in maniera limitata gli allevamenti impiegati per produrre la mozzarella di bufala campana DOP[5], alcuni paesi, tra cui Corea del Sud e Giappone, bloccarono temporaneamente l'importazione della mozzarella campana. A seguito della notizia, la vendita di prodotti caseari della Campania è diminuita significativamente, non solo in Italia, ma anche all'estero.[6][7][8]

Smaltimento illegale dei rifiuti

Lo stesso argomento in dettaglio: Traffico di rifiuti.

La zona sarebbe interessata anche da un consistente traffico di rifiuti, tra le cui attività rientrerebbe lo sversamento e l'eliminazione di materiali come copertoni o scarti di abbigliamento,[9] provenienti soprattutto dal Nord Italia, o il recupero del rame dai cavi elettrici.[10][11]

I roghi divennero più frequenti quando potevano essere confusi tra i numerosi roghi appiccati ai cumuli di immondizia durante la crisi dei rifiuti in Campania, tra il 2007 e il 2008. I carabinieri accertarono che solo tra il gennaio e il marzo del 2007 furono incendiati Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. di rifiuti in terreni agricoli, con un ricavo di oltre 118 000 euro.[10]

Le dichiarazioni del pentito di mafia, Carmine Schiavone, già rilasciate nel 1995 ai magistrati e poi ribadite ai microfoni di Sky nel 2013, hanno evidenziato come la Campania fosse destinata a diventare una discarica a cielo aperto, soprattutto di materiali tossici tra cui piombo, scorie nucleari e materiale acido, che hanno inquinato le falde acquifere campane e le coste di mare dal basso Lazio fino ad arrivare a Castelvolturno.

Note

  1. ^ La terra dei fuochi a nord di Napoli di Peppe Ruggiero, da nazioneindiana.com 29 settembre 2006
  2. ^ Rapporto ecomafie 2003, paragrafo 9.1.3
  3. ^ Arpac, rapporto choc: "Inquinata area di 3 milioni di metri quadri" da julienews.it, 28 luglio 2011
  4. ^ Mozzarella, limitate positività alla diossina. Il Governo dopo l'alt di Tokyo: no a psicoosi, in Corriere della sera, 26 marzo 2008. URL consultato il 6 ottobre 2008.
  5. ^ Consorzio di tutela del formaggio mozzarella di bufala campana DOP, Comunicato stampa (DOC), su mozzarelladop.it, 20 aprile 2008. URL consultato il 6 ottobre 2008.
  6. ^ Mandara: Mozzarella sana, ma vendite in calo, in Il Denaro, 23 gennaio 2008. URL consultato il 6 ottobre 2008.
  7. ^ I prodotti tipici non si vendono più, la Cia: Rischio tracollo, in Il Denaro, 15 gennaio 2008.
  8. ^ La spesa al tempo dei rifiuti "Prodotti locali? No, grazie", in La Repubblica-Napoli, 16 gennaio 2008. URL consultato il 6 ottobre 2008.
  9. ^ 'Venti arresti per traffico illecito di riffiuti, articolo dal sito ilmediano.it, 19 dicembre 2008.
  10. ^ a b Rifiuti, i veleni tra i campi verdi di Caivano, Afragola e Casoria, in ecostiera on-line, 25 ottobre 2008. URL consultato il 1º ottobre 2008.
  11. ^ Afragola, scoperti 50 quintali di veleni vicino al cimitero. È allarme diossina per i roghi., in napolinord, 14 settembre 2008.

Bibliografia

  • Legambiente, Rapporto Ecomafie 2003, Sistemi Editoriali, 2003
  • Antonio Giordano, Giulio Tarro, Campania, terra di veleni, Denaro Libri, 2011

Voci correlate

Collegamenti esterni