Stazione di Trento
Trento stazione ferroviaria | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Trento |
Coordinate | 46°04′21.38″N 11°07′08.71″E |
Linee | Ferrovia del Brennero Trento-Venezia |
Storia | |
Stato attuale | In uso |
Attivazione | 1859 |
Caratteristiche | |
Tipo | Stazione in superficie, passante, di diramazione |
Binari | 7 (5 passanti + 2 tronchi) |
Gestori | Rete Ferroviaria Italiana |
Operatori | |
Interscambi | Autolinee urbane e interurbane; Stazione Trento FTM |
La stazione di Trento è la principale stazione ferroviaria del capoluogo di provincia di Trento che si trova sulla linea del Brennero. Da questa stazione si dirama la ferrovia della Valsugana che collega Trento con Venezia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La stazione fu aperta il 23 marzo 1859 dal governo austro-ungarico[1] Davanti ad essa, nella zona liberata dalla rettifica del fiume Adige, fu realizzata una piazza che prese appunto il nome "Piazza della stazione", poi rinominata in Piazza Dante.[2] In origine il fabbricato viaggiatori era diverso da quello attuale[3][4] ricostruito tra il 1932 e il 1936, infatti nel 1932 si ebbe l'idea di rinnovare la stazione secondo uno stile maggiormente italiano. La nuova stazione di Trento, progettata da Angiolo Mazzoni, venne inaugurata nel 1936[5] anche grazie a moderne tecniche costruttive dell'epoca, come il cemento armato.[1]
Durante la seconda guerra mondiale l'edificio venne bombardato ripetutamente provocando severi danni strutturali. Dal 1946 al 1949 fu restaurata. Nel 1950 il suo interno venne arricchito con dei mosaici che riproducono lavori e mestieri, ad opera di Cesarina Seppi.[1]
Strutture e impianti
[modifica | modifica wikitesto]L'impianto è gestito da Rete Ferroviaria Italiana (RFI); nelle sue immediate adiacenze è presente la stazione capolinea della ferrovia Trento-Malé-Mezzana.
Il complesso è dotato di 5 binari passanti a servizio viaggiatori e 2 binari tronchi denominati rispettivamente tronco Sud (a servizio di alcune corse dirette verso Borgo Valsugana Est e Bassano del Grappa) e tronco Nord (a servizio di alcune corse dirette a Bolzano). I rimanenti binari sono utilizzati a scopo di sosta di treni merci e di ricovero.
Nella stazione di Trento è presente una rimessa locomotive e una piattaforma girevole.
Lo scalo merci una volta si trovava poco più a nord della stazione. Nel 2002 è stato spostato andando a costruire l'interporto presso la stazione di Roncafort, a qualche chilometro dalla stazione in direzione Bolzano.
Per i rivestimenti del fabbricato viaggiatori vennero utilizzati porfido violaceo di Predazzo (incorniciatura finestre, copertura terminale e gradini sottopasso), verdello rosato dei Solteri (rivestimenti interni dell'atrio), giallo bracciato di val di Gresta (parapetti sottopasso), giallo di Mori (seggi e fontanina), granito rosa di val di Fiemme, bianco di Pila (fabbricati a destra e stele Negrelli) proveniente da Villamontagna, granito grigio dalla cima d'Asta, porfido di Pinè e porfido rosso di Albiano (rispettivamente lastre e conci per la pavimentazione). Tale composizione policroma risponde molto bene allo stile futurista di Mazzoni che in questo modo pensava di integrare l'arte al design dei materiali, idea in parte visibile ancora al palazzo delle Poste, anch'esso di propria fattura.[6]
Movimento
[modifica | modifica wikitesto]L'impianto è servito da collegamenti a lunga percorrenza nazionali e internazionali svolti da ÖBB, Trenitalia, Trenord e NTV, nonché da treni regionali operati da Trenitalia e Trentino Trasporti nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Provincia autonoma di Trento.
Servizi
[modifica | modifica wikitesto]La stazione dispone di:
- Biglietteria a sportello
- Biglietteria automatica
- Sala d'attesa
- Posto di Polizia ferroviaria
- Bar
- Servizi igienici
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c La stazione ieri Archiviato il 3 agosto 2016 in Internet Archive. su centostazioni
- ^ Lamberto Cesarini Sforza, Piazze e strade di Trento, a cura di Elio Fox, Trento, Edizioni UCT, p. 89.
- ^ Immagine storica della stazione (JPG), su scalaenne.files.wordpress.com.
- ^ Immagine storica della stazione lato dei binari (JPG), su scalaenne.files.wordpress.com.
- ^ Immagine della nuova stazione nel 1936 (JPG), su marklinfan.com.
- ^ Atlante, p.27.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Paola Pettenella (a cura di), La stazione di Trento di Angiolo Mazzoni, "Quaderni di Architettura" n. 1, Electa, Milano, 1994, ISBN 88-435-5078-0
- Atlante della pietra trentina: antichi e nuovi percorsi: guida pratica all'utilizzo, Trento, Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Trento, 2005, ISBN 88-8447-206-7.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Trento
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Trento, su stazionidelmondo.it, Stazioni del Mondo. URL consultato il 24 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2008).
- Il ministro delle comunicazioni Benni inaugura la nuova stazione di Trento., Istituto Luce Cinecittà, 4 novembre 1936. URL consultato l'8 gennaio 2017.