Rodolfo Visconti

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Signoria di Milano
Casato dei Visconti

(1277-1395)
vipereos mores non violabo
Stemma dei Visconti dal 1277 al 1395
Ottone
Nipoti
Matteo I
Luchino co-signore col fratello Giovanni fino al 1349
Figli
Galeazzo I
Figli
Azzone co-signore con gli zii Luchino e Giovanni
Matteo II co-signore coi fratelli Galeazzo II e Bernabò
Galeazzo II co-signore coi fratelli Matteo II e Bernabò
Figli
Bernabò co-signore coi fratelli Matto II e Galeazzo II
Gian Galeazzo
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Rodolfo Visconti (Milano, 1358Trezzo sull'Adda, 3 gennaio 1389) era figlio di Bernabò Visconti, signore di Milano, e di Beatrice della Scala. Fu Signore di Parma dal 1364 al 1389[1].

Bernabò Visconti e Beatrice, genitori di Rodolfo

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Rodolfo nacque nel settembre del 1358. Al suo battesimo a Milano erano presenti il marchese Aldobrandino III d'Este, Ugolino Gonzaga e Girardo da Oleggio, nipote di Giovanni governatore di Bologna. Il Corio riporta che gli furono regalati doni grandiosi: un bacile d'argento con sopra una coppa d'oro piena di perle, pietre preziose e anelli da parte del marchese di Ferrara, sette coppe d'argento dorate di cui una più grande delle altre dal piede di cristallo da parte del signore di Mantova, drappi d'oro e zibellini dal signore di Bologna. Fu poi indetto un torneo in suo onore e quello stesso giorno Caterina Visconti sposò Ugolino Gonzaga.[2]

Nel 1379 Bernabò divise i suoi possedimenti tra i suoi cinque figli legittimi Marco, Ludovico, Gianmastino, Rodolfo e Carlo: a Rodolfo spettarono Bergamo, Soncino e Ghiara d'Adda[3]. Due anni dopo fece costruire a Bergamo l'Hospitium Magnum[3].

Volendo il potere assoluto su Milano, il cugino Gian Galeazzo Visconti, figlio di Galeazzo II Visconti, fece catturare il 6 maggio 1385 lo zio Bernabò e i cugini Ludovico e Rodolfo. La cattura avvenne, a tradimento, fuori della Pusterla di S. Ambrogio[3][4]. Con questo colpo di stato, Gian Galeazzo e i suoi discendenti ottennero il controllo dell'intera signoria di Milano.

Rodolfo fu inizialmente imprigionato nel castello di San Colombano e poi trasferito nel castello di Trezzo dove morì dopo quattro anni di prigionia il 3 gennaio 1389. Fu sepolto a Milano nella chiesa di Santa Maria alla Scala.[5]

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Signoria di Milano
Casato dei Visconti

(1277-1395)
vipereos mores non violabo
Stemma dei Visconti dal 1277 al 1395
Ottone
Nipoti
Matteo I
Luchino co-signore col fratello Giovanni fino al 1349
Figli
Galeazzo I
Figli
Azzone co-signore con gli zii Luchino e Giovanni
Matteo II co-signore coi fratelli Galeazzo II e Bernabò
Galeazzo II co-signore coi fratelli Matteo II e Bernabò
Figli
Bernabò co-signore coi fratelli Matto II e Galeazzo II
Gian Galeazzo
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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Matteo I Visconti Teobaldo Visconti  
 
Anastasia Pirovano  
Stefano Visconti  
Bonacossa Borri Squarcino Borri  
 
Antonia  
Bernabò Visconti  
Bernabò Doria  
 
 
Valentina Doria  
Eliana Fieschi  
 
 
Rodolfo Visconti  
Alboino della Scala Alberto I della Scala  
 
Verde di Salizzole  
Mastino II della Scala  
Beatrice da Correggio Giberto III da Correggio  
 
Elena Malaspina  
Beatrice della Scala  
Giacomo I da Carrara Marsilio  
 
 
Taddea da Carrara  
Elisabetta Gradenigo Pietro Gradenigo  
 
Tommasina Morosini  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Visconti 2
  2. ^ B. Corio, Storia di Milano, Milano, 1856, vol II, p. 204
  3. ^ a b c Storia di Milano ::: I Visconti
  4. ^ medievalis.com: The Leading Medieval is Site on the Net[collegamento interrotto]
  5. ^ Giulini, pp. 739-740.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]