Chiusa Sclafani: differenze tra le versioni

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== Architettura religiosa ==
== Architettura religiosa ==
Il massimo dello splendore economico artistico e religioso si ebbe nel 500, con la presenza di molte botteghe, conventi e monasteri, che ancora oggi testimoniano un passato ricco e florido; la chiesa di San Sebastiano, ad una sola navata, che conserva stucchi decorativi di scuola serpottiana. La chiesa di San Antonio Abate ad unica navata, che conserva stucchi e pitture di fine 700 ad essa vi era l'ex convento dei pp. conventuali. La Chiesa Madre, dedicata San Nicola di Bari, dove si trovano diverse opere d'arte. Nella chiesa dì Santa Caterina v.m., sono conservati dipinti settecenteschi: la Madonna del Rosario, un'acquasantiera del 1500 decorata con un rilievo di Santa Caterina (del Gagini) e due altari in alabastro del XVII secolo. La chiesa di Santa Maria Assunta con la facciata barocca. La chiesa del Carmine, il monastero di San Leonardo, e tante altre chiese tutte ricche di arte e storia.
Il massimo dello splendore economico artistico e religioso si ebbe nel '500, con la presenza di molte botteghe, conventi e monasteri, che ancora oggi testimoniano un passato ricco e florido.

'''La chiesa di San Sebastiano''', di costruzione secentesca. La struttura presenta una  semplice facciata che lo rende quasi anonimo, ma l’interno, ad unica navata, è un merletto continuo di stucchi, medaglioni, intarsi e affreschi tutti datati tra il XVII e il XVIII secolo, attribuiti alla scuola del Serpotta. Edificata tra il 1623 e il 1627 dal sacerdote Paolo Paternostro, fu arricchito sotto la signoria del Principe Marco Antonio Colonna e per molti anni servì come Pantheon alla stessa famiglia. In questo luogo di sfarzo e preghiera si raccoglieva Donna Isabella-Gioeni Colonna, moglie del principe Marco Antonio Colonna, le cui spoglie riposano proprio in questo sacro luogo.

'''Monastero di San Leonardo'''  (XV sec),  parte integrante del convento dei Padri Olivetani posto sul colle che domina il paese.  Il fabbricato è costituito da tre grandi ali attorno ad un cortile triangolare di stile rinascimentale, ad oggi al suo interno è situato l’Hortus Cerasi (giardino dei ciliegi).

La Chiesa Madre, dedicata San Nicola di Bari, dove si trovano diverse opere d'arte.

La chiesa di San Antonio Abate ad unica navata, che conserva stucchi e pitture di fine 700 ad essa vi era l'ex convento dei pp. conventuali.

Nella chiesa dì Santa Caterina v.m., sono conservati dipinti settecenteschi: la Madonna del Rosario, un'acquasantiera del 1500 decorata con un rilievo di Santa Caterina (del Gagini) e due altari in alabastro del XVII secolo.

La chiesa di Santa Maria Assunta con la facciata barocca.


== Persone legate a Chiusa Sclafani ==
== Persone legate a Chiusa Sclafani ==

Versione delle 22:51, 4 giu 2016

Chiusa Sclafani
comune
Chiusa Sclafani – Stemma
Chiusa Sclafani – Veduta
Chiusa Sclafani – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Palermo
Amministrazione
SindacoGiuseppe Ragusa (lista civica) dall'8-5-2012
Territorio
Coordinate37°41′N 13°16′E / 37.683333°N 13.266667°E37.683333; 13.266667 (Chiusa Sclafani)
Altitudine658 m s.l.m.
Superficie57,55 km²
Abitanti2 994[1] (31-12-2010)
Densità52,02 ab./km²
FrazioniSan Carlo
Comuni confinantiBisacquino, Burgio (AG), Caltabellotta (AG), Corleone, Giuliana, Palazzo Adriano
Altre informazioni
Cod. postale90033
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT082029
Cod. catastaleC654
TargaPA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Nome abitantichiusesi o chiusalini
Patronosan Nicola
Giorno festivo6 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Chiusa Sclafani
Chiusa Sclafani
Chiusa Sclafani – Mappa
Chiusa Sclafani – Mappa
Posizione del comune di Chiusa Sclafani all'interno della città metropolitana di Palermo
Sito istituzionale

Chiusa Sclafani è un comune italiano di 2.994 abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia.

Geografia fisica

Territorio

Situato a 658 metri sul livello del mare su di un pendio delimitato in parte dalla Serra dell'Omo Morto, dista 77 km da Palermo e 80 km da Agrigento. Posto al margine sud-occidentale dei cosiddetti Monti Sicani, nella regione del corleonese, il territorio di Chiusa si estende nello spartiacque tra la Valle del fiume Belice e quella del fiume Sosio. L'orografia è prevalentemente collinare, tuttavia presenta, in alcune contrade, terreni fortemente accidentati e impervi che non consentono coltivazioni di alcun genere. Nella parte orientale ed in quella meridionale il territorio è delimitato dal corso del Sosio, che scorre qui tra profonde gole boscose, per aprirsi, oltre lo stretto di Chiusa e il Castello Gristia verso la pianura di San Carlo; al limite occidentale scorre il torrente Maltempo; nella parte settentrionale, il Monte Triona e il Monte Colomba separano il territorio di Chiusa Sclafani da quelli di Bisacquino, di Campofiorito e Prizzi.

Il territorio chiusese comprende la frazione di San Carlo

Storia

La cittadina fu fondata agli inizi del Trecento dal conte Matteo Sclafani, che ampliò il casale preesistente del periodo medievale, "Chiusa la vecchia", a circa due chilometri dall'attuale centro abitato. La scoperta di una necropoli, avvenuta nel 1877, lascerebbe pensare che sia esistito davvero un agglomerato urbano più antico, in un sito poco distante dall'attuale paese. Comunque, la storia di Chiusa (Sclafani, il cognome del conte venne aggiunto nel 1860) è legata all'avvicendarsi delle famiglie feudali che l'hanno posseduta: dagli Sclafani ai Peralta, dai Cordona, ai Gioeni e ai Colonna. Appartiene al comune di Chiusa Sclafani la frazione di S. Carlo, fondata da Ido Lercari con "licentia populandi" del 15 luglio 1628. Fino a 50 anni fa era un'importante stazione ferroviaria, punto di snodo della linea Palermo-Corleone-Sciacca-Ribera.

Società

Evoluzione demografica

Nel 1951 il centro abitato contava a 6.193 abitanti, che si sono notevolmente ridotti in seguito a fenomeni di emigrazione, dovuti probabilmente all'evento sismico del 1968. Oggi il paese ha una popolazione di 2.994 unità. L'abitato, adagiato sulle pendici del colle Omo Morto, è segnato dal solco di un torrente o "Vallone" (oggi coperto) si tratta di una fascia scarsamente urbanizzata, soggetta a frane e smottamenti, che separa, ma nello stesso tempo connette i quartieri orientali e quelli occidentali e che certamente ha reso problematica la comprensione delle varie fasi di formazione e di sviluppo dell'abitato stesso.

Abitanti censiti[3]

Architettura religiosa

Il massimo dello splendore economico artistico e religioso si ebbe nel '500, con la presenza di molte botteghe, conventi e monasteri, che ancora oggi testimoniano un passato ricco e florido.

La chiesa di San Sebastiano, di costruzione secentesca. La struttura presenta una  semplice facciata che lo rende quasi anonimo, ma l’interno, ad unica navata, è un merletto continuo di stucchi, medaglioni, intarsi e affreschi tutti datati tra il XVII e il XVIII secolo, attribuiti alla scuola del Serpotta. Edificata tra il 1623 e il 1627 dal sacerdote Paolo Paternostro, fu arricchito sotto la signoria del Principe Marco Antonio Colonna e per molti anni servì come Pantheon alla stessa famiglia. In questo luogo di sfarzo e preghiera si raccoglieva Donna Isabella-Gioeni Colonna, moglie del principe Marco Antonio Colonna, le cui spoglie riposano proprio in questo sacro luogo.

Monastero di San Leonardo  (XV sec),  parte integrante del convento dei Padri Olivetani posto sul colle che domina il paese.  Il fabbricato è costituito da tre grandi ali attorno ad un cortile triangolare di stile rinascimentale, ad oggi al suo interno è situato l’Hortus Cerasi (giardino dei ciliegi).

La Chiesa Madre, dedicata San Nicola di Bari, dove si trovano diverse opere d'arte.

La chiesa di San Antonio Abate ad unica navata, che conserva stucchi e pitture di fine 700 ad essa vi era l'ex convento dei pp. conventuali.

Nella chiesa dì Santa Caterina v.m., sono conservati dipinti settecenteschi: la Madonna del Rosario, un'acquasantiera del 1500 decorata con un rilievo di Santa Caterina (del Gagini) e due altari in alabastro del XVII secolo.

La chiesa di Santa Maria Assunta con la facciata barocca.

Persone legate a Chiusa Sclafani

Economia

La principale attività economica della cittadina è fondamentalmente agricola. Si coltivano: frumento, olivi, ciliegie, vite (con una produzione limitata a soddisfare i bisogni del centro) e, nella parte meridionale bagnata dal Sosio, pesche ed agrumi. Non sono presenti a Chiusa Sclafani insediamenti industriali; uniche strutture per la trasformazione dei prodotti agricoli sono un mulino ed i diversi frantoi. Sono presenti inoltre vari insediamenti di attività manifatturiere e artigiane di piccola o piccolissima entità.

Il territorio di Chiusa Sclafani è compreso nella zona di produzione dell'Arancia di Ribera D.O.P.

Lo stesso argomento in dettaglio: Arancia di Ribera.

Amministrazione

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
29 giugno 1989 22 novembre 1993 Salvatore Pollichino Democrazia Cristiana Sindaco [4]
23 novembre 1993 1º dicembre 1997 Salvatore Pollichino - Sindaco [4]
1º dicembre 1997 28 maggio 2002 Giuseppe Bilello lista civica Sindaco [4]
28 maggio 2002 15 maggio 2007 Francesco Di Giorgio Casa delle Libertà Sindaco [4]
15 maggio 2007 8 maggio 2012 Francesco Di Giorgio centro-destra Sindaco [4]
8 maggio 2012 in carica Giuseppe Ragusa Sindaco [4]

Gemellaggi

Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  4. ^ a b c d e f http://amministratori.interno.it/

Voci correlate

Altri progetti

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