Discussione:Chiusa Sclafani

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Personalità[modifica wikitesto]

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  • Lo Cascio da Chiusa celebre famiglia di scultori in legno attiva tra il 500 e 600, il cui capostipite Silvio è documentato nel 1542 a Palermo. Il figlio Marco, nato a Giuliana nel 1523 (ma detto anch'egli da Chiusa), sposò una tale Giulia Floreno in data 14 febbraio 1543, dalla quale ebbe due figli: Silvio junior, nato nel 1557, e Vincenzo, nato nel 1572. I Lo Cascio si resero famosi, nella storia dell'arte in Sicilia, oltre che per la fattura di statue lignee a carattere devozionale, d'impianto gaginesco, per l'esecuzione di "macchine" lignee processionali di gusto manieristico e spagnoleggiante, spesso arricchite di rilievi prospettici di ascendenza rinascimentale fiorentina. La prima opera documentata di Marco Lo Cascio è il perduto coro ligneo della Cattedrale di Agrigento, eseguito tra il 1568 e il 1573. Altra opera documentata di Marco è la vara lignea della Vergine Annunziata di Castronovo di Sicilia. Sempre a Castronovo, Marco Lo Cascio eseguì, nel 1588, assieme al figlio Silvio, il gruppo ligneo di S. Giorgio e il drago. Tale opera è stata replicata dai maestri di Chiusa anche per Sambuca di Sicilia. Altro lavoro documentato di Silvio junior è la statua di S. Lorenzo (1600) a Caltabellotta. Essi ebbero il merito, di aver dato vita in Chiusa ad una scuola d'intagliatori locali, di buon livello artistico, cui appartenne anche il Benedetto Marabitti.
  • Benedetto Marabitti, Scultore in legno del XVII sec. Nativo di Chiusa. Ideò e fece costruire nella Chiesa di Santa Caterina la cappella della santa scolpita in alabastro e del S.S. Crocifisso. È stato ipotizzato che il grande scultore palermitano Francesco Ignazio Marabitti sia discendente dei Marabitti di Chiusa."I legami di parentela sono suffragati dal fatto che anche due dei fratelli maggiori di Francesco Ignazio

(1719-1797), il principale esponente dei Marabitti di Palermo, portavano i nomi di Lorenzo e Benedetto", (A. G. Marchese). Tra le opere documentate di Benedetto Marabitti: Madonna col Bambino e S. Domenico (1630), gruppo ligneo della chiesa del SS. Rosario di Giuliana (perduta); Tronetto del SS. Crocifisso in legno dorato, nella chiesa di S. Caterina a Chiusa Sclafani (firmata: Totius operis autore Benedicto Marabit); Vara processionale del SS. Crocifisso di Palazzo Adriano, eseguita nel 1639 in legno di salice e toccata in oro, di gusto tondo-manieristico.

  • I Busacca, Famiglia di architetti, originaria di Ficarra (Me), il cui capostipite Paolo (nato tra il 1602 e il 1611), dopo aver lavorato nel cantiere di S. Maria del Bosco di Calatamauro, a fianco dell'architetto lombardo Antonio Muttone, si trasferì a Chiusa per attendere alla fabbrica del monastero olivetano di S. Leonardo. Il figlio Giuseppe senior, nato nel 1592, eseguì il progetto della chiesa di S. Caterina, a tre navate divise da colonne con archi centrici e con prospetto ancora di matrice gaginesca. Da Giuseppe nacquero Giacomo

(1637) attivo a Giuliana (monastero della SS.Trinità) e a Sciacca (Cattedrale), e Domenico (1645), autore, con i figli Giuseppe e Antonio, del bel prospetto barocco della chiesa di S. Maria Assunta di Chiusa Sclafani, ove l'uso della colonna tortile e la concezione compositiva d'insieme rimandano a prototipi di Paolo Amato. Domenico fu attivo anche a Sambuca e a S. Margherita Belice, mentre il figlio Giuseppe junior, fu oltre che lapicida anche stuccatore di cultura serpottesca, ma più vicino a Vincenzo Messina (decorazione della navata della chiesa di S. Sebastiano a Chiusa Sclafani). L'ultimo dei Busacca, Giovanni, detto Vanni, continuò la tradizione famigliare, (restaurò fra l'altro, il palazzo Filangeri di Cutò in S. Margherita Belice).

a posteri l'ardua sentenza!--1felco (A Frà, che tte serve?) 11:05, 6 set 2013 (CEST)[rispondi]