Maria Cristina di Savoia: differenze tra le versioni

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Maria Cristina era di sentimenti religiosissimi ed estremamente devota<ref>A stento si riuscì a farle rinunciare alla vita monacale per quella coniugale; cfr. la nota di Umberto Renda in L. Settembrini, ''Ricordanze della mia vita'', Torino, Paravia, 1944, p. 27 (n.1)</ref>: cristiana fervente, si trovò a vivere in una corte il cui stile di vita era molto lontano dalla sua sensibilità. Con il marito, esuberante, vi era qualche difficoltà di relazione, ma la donna riuscì a ingentilirne, se non i costumi, perlomeno la politica non proprio democratica (se la politica verso il popolo del grande Ferdinando fu di grande attenzione e paternità, non si possono nascondere le benefiche opere a favore dello sviluppo del Regno. Gli stessi liberali a Modena offrirono a lui la corona d'Italia, che egli rifiutò per rispetto al Papa e anche ai congiunti Savoia. Egli era più predisposto ad una unione italiana confederata e con la comune collaborazione tra i diversi sovrani.Unione che oggi si pensa sarebbe stta la migliore, senza gli spargimenti di sangue avvenuti a causa dell'assurda guerra non guerra dei Savoia-Carignano e certamente con risultati migliori, e non questa malaunità e malasocietà che ci ritroviamo) . Nei pochi anni in cui fu regina riuscì a impedire l'esecuzione di tutte le condanne capitali, e «finché ella visse tutti i condannati a morte furono aggraziati»<ref>L. Settembrini, cit., p. 27</ref>. (Alla corte borbonica del giusto re Ferdinando II, graziare i condannati divenne cosuetudine. Tanto è vero che furono poche le condanne a morte, e tutte quasi furono trasformate in ergastolo. Ci furono più condannati a morte nella "democratica" Torino, che a Napoli. La cattiva fama su re Ferdinando, fu un gioco politico degli avversari per poterne abbattere la figura. Ma la verità è eterna, mentre le falsità e le iniquità svaniscono. Speriamo che sempre più si vada alla ricerca della verità, ma non sulle false righe dei "pennaruli" adulatori del sistema, piuttosto dei documenti reali).
Maria Cristina era di sentimenti religiosissimi ed estremamente devota<ref>A stento si riuscì a farle rinunciare alla vita monacale per quella coniugale; cfr. la nota di Umberto Renda in L. Settembrini, ''Ricordanze della mia vita'', Torino, Paravia, 1944, p. 27 (n.1)</ref>: cristiana fervente, si trovò a vivere in una corte il cui stile di vita era molto lontano dalla sua sensibilità. Con il marito, esuberante, vi era qualche difficoltà di relazione, ma la donna riuscì a ingentilirne, se non i costumi, perlomeno la politica non proprio democratica. Nei pochi anni in cui fu regina riuscì a impedire l'esecuzione di tutte le condanne capitali, e «finché ella visse tutti i condannati a morte furono aggraziati»<ref>L. Settembrini, cit., p. 27</ref>. (Alla corte borbonica del giusto re Ferdinando II, graziare i condannati divenne cosuetudine. Tanto è vero che furono poche le condanne a morte, e tutte quasi furono trasformate in ergastolo. Ci furono più condannati a morte nella "democratica" Torino, che a Napoli. La cattiva fama su re Ferdinando, fu un gioco politico degli avversari per poterne abbattere la figura. Ma la verità è eterna, mentre le falsità e le iniquità svaniscono. Speriamo che sempre più si vada alla ricerca della verità, ma non sulle false righe dei "pennaruli" adulatori del sistema, piuttosto dei documenti reali).


Non ebbe comunque l'opportunità di avventurarsi in altre ingerenze politiche: si dedicò prevalentemente ad azioni di bontà verso i poveri e i malati.(altra falsità, la Regina Maria Cristina fu valida collaboratrice del marito, che l'ascoltava volentieri e metteva in pratica i suoi consigli. Fu ella promotrice per la ripresa delle seterie di San Leucio e per il lavoro alle donne). Donna di grande mitezza, si fece ben volere da tutti e seppe anche reagire con intelligenza agli scherzi del marito: un giorno, quando la regina stava sedendosi al pianoforte, Ferdinando le tirò indietro la seggiola ridendo, ma lei senza scomporsi replicò: «Credevo di aver sposato il re di Napoli, non un lazzarone»<ref>A. Luzio, ''Garibaldi, Cavour e Verdi'', Torino, Fratelli Bocca, 1924, p. 459</ref>. (calunnia fatta girare dal perfido Cavour, mai il buon Ferdinando, come la Beata chiamava suo marito, ha mai fatto questo gesto).
Non ebbe comunque l'opportunità di avventurarsi in altre ingerenze politiche: si dedicò prevalentemente ad azioni di bontà verso i poveri e i malati.(altra falsità, la Regina Maria Cristina fu valida collaboratrice del marito, che l'ascoltava volentieri e metteva in pratica i suoi consigli. Fu ella promotrice per la ripresa delle seterie di San Leucio e per il lavoro alle donne). Donna di grande mitezza, si fece ben volere da tutti e seppe anche reagire con intelligenza agli scherzi del marito: un giorno, quando la regina stava sedendosi al pianoforte, Ferdinando le tirò indietro la seggiola ridendo, ma lei senza scomporsi replicò: «Credevo di aver sposato il re di Napoli, non un lazzarone»<ref>A. Luzio, ''Garibaldi, Cavour e Verdi'', Torino, Fratelli Bocca, 1924, p. 459</ref>. (calunnia fatta girare dal perfido Cavour, mai il buon Ferdinando, come la Beata chiamava suo marito, ha mai fatto questo gesto).

Versione delle 00:59, 10 mar 2014

Maria Cristina di Savoia
Regina Consorte delle Due Sicilie
In carica21 novembre 1832 - 21 gennaio 1836
PredecessoreMaria Isabella di Borbone-Spagna
SuccessoreMaria Teresa d'Asburgo-Teschen
Nome completoMaria Cristina Carlotta Giuseppa Gaetana Efisia
NascitaCagliari, 14 novembre 1812
MorteNapoli, 31 gennaio 1836
Luogo di sepolturaBasilica di Santa Chiara, Napoli
Casa realeCasa Savoia
PadreVittorio Emanuele I di Savoia
MadreMaria Teresa d'Asburgo-Este
ConsorteFerdinando II delle Due Sicilie
FigliFrancesco II delle Due Sicilie
Beata Maria Cristina di Savoia
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione25 gennaio 2014 dal cardinale Angelo Amato
Ricorrenza31 gennaio

Maria Cristina Carlotta Giuseppa Gaetana Efisia di Savoia (Cagliari, 14 novembre 1812Napoli, 31 gennaio 1836) fu una principessa del regno di Sardegna per nascita, e regina delle Due Sicilie per matrimonio. Nel 2014 la Chiesa cattolica le ha riconosciuto il titolo di beata[1].

Biografia

La famiglia e i primi anni

Maria Cristina era la figlia minore di Vittorio Emanuele I di Sardegna e dell'arciduchessa Maria Teresa d'Asburgo-Este.

I suoi nonni materni erano l'arciduca Ferdinando d'Austria-Este e Maria Beatrice Ricciarda d'Este. Ferdinando era a sua volta figlio dell'imperatore Francesco I di Lorena e della famosa Maria Teresa d'Austria. Maria Beatrice era invece la figlia primogenita di Ercole III d'Este, ultimo rappresentante dell'antica casata degli Este, e di Maria Teresa Cybo-Malaspina, duchessa di Massa e principessa di Carrara.

Maria Cristina nacque a Cagliari il 14 novembre 1812, durante il periodo rivoluzionario e quando il Piemonte, ove si trovava la capitale del regno, Torino, era occupato dalle truppe francesi. Tornata a Torino ancora giovanissima, venne educata a corte. In suo onore, le fu dedicato il Fort Marie-Christine, una fortificazione militare presso la città di Aussois, parte del complesso dei Forti dell'Esseillon, al confine con la Francia, un tempo compreso nei domini sabaudi.

Matrimonio

Nel 1830 l'aristocrazia torinese organizzò in suo onore una grande festa, per il suo fidanzamento con Ferdinando II, re delle Due Sicilie. La Baronessa Olimpia Savio, che proprio in quella occasione faceva il suo debutto in società, così la ricorda nelle sue memorie, "La principessa Cristina non aveva allora 20 anni: era bella, d'una bellezza seria e soave: alta di statura, bianca di carnagione, due grosse onde di ciocche brune inanellate ornavano poeticamente quel volto, pallido, illuminato da due grandi occhi espressivi. Vestiva un abito azzurro e bianco, colori del cielo a cui era destinata, e portava in fronte un gran diadema di brillanti. Non ballò, perché la rigida etichetta non lo permetteva. Attratta da quella simpatica, distinta e ad un tempo così modesta personalità, non ebbi occhi e simpatie che per lei, la sola attraente tra quelle teste coronate". Vi erano pure le di lei sorelle, le duchesse di Modena e di Lucca, e la madre, la regina Maria Teresa d'Austria-Este, donna di forte animo, ma poco amata per l'alterigia e l'avversione alle libertà politiche; era infatti aperta nemica di Carlo Alberto, da lei definito una testa brusà, e quando parlava di Cesare Balbo lo chiamava con l'epiteto d'coul strasson.

Maria Cristina di Savoia, regina delle Due Sicilie

Sposò nel 1832 Ferdinando II delle Due Sicilie, divenendo regina delle Due Sicilie; le nozze furono celebrate il 21 novembre 1832 nel santuario di Nostra Signora dell'Acquasanta a Genova[2].

Maria Cristina era di sentimenti religiosissimi ed estremamente devota[3]: cristiana fervente, si trovò a vivere in una corte il cui stile di vita era molto lontano dalla sua sensibilità. Con il marito, esuberante, vi era qualche difficoltà di relazione, ma la donna riuscì a ingentilirne, se non i costumi, perlomeno la politica non proprio democratica. Nei pochi anni in cui fu regina riuscì a impedire l'esecuzione di tutte le condanne capitali, e «finché ella visse tutti i condannati a morte furono aggraziati»[4]. (Alla corte borbonica del giusto re Ferdinando II, graziare i condannati divenne cosuetudine. Tanto è vero che furono poche le condanne a morte, e tutte quasi furono trasformate in ergastolo. Ci furono più condannati a morte nella "democratica" Torino, che a Napoli. La cattiva fama su re Ferdinando, fu un gioco politico degli avversari per poterne abbattere la figura. Ma la verità è eterna, mentre le falsità e le iniquità svaniscono. Speriamo che sempre più si vada alla ricerca della verità, ma non sulle false righe dei "pennaruli" adulatori del sistema, piuttosto dei documenti reali).

Non ebbe comunque l'opportunità di avventurarsi in altre ingerenze politiche: si dedicò prevalentemente ad azioni di bontà verso i poveri e i malati.(altra falsità, la Regina Maria Cristina fu valida collaboratrice del marito, che l'ascoltava volentieri e metteva in pratica i suoi consigli. Fu ella promotrice per la ripresa delle seterie di San Leucio e per il lavoro alle donne). Donna di grande mitezza, si fece ben volere da tutti e seppe anche reagire con intelligenza agli scherzi del marito: un giorno, quando la regina stava sedendosi al pianoforte, Ferdinando le tirò indietro la seggiola ridendo, ma lei senza scomporsi replicò: «Credevo di aver sposato il re di Napoli, non un lazzarone»[5]. (calunnia fatta girare dal perfido Cavour, mai il buon Ferdinando, come la Beata chiamava suo marito, ha mai fatto questo gesto).

In ogni caso, contrariamente a quanto creduto, la "Reginella Santa", come veniva chiamata dai napoletani, amava Ferdinando II che la corrispondeva nel sentimento; si racconta che insieme recitavano il rosario tutta la notte per prendere decisioni sullo stato il giorno dopo. Ferdinando II con il suo comportamento e la sua devozione alla memoria della santa Sposa, governò semrpe con saggezza ed equità.

All'interno della sua nuova famiglia, Maria Cristina si legò moltissimo alla cognata, la principessa Maria Antonietta, di due anni minore di lei. Le due, però, si dovettero separare quando la principessa partì per Firenze in vista del suo matrimonio, celebrato il 7 giugno 1833, col granduca di Toscana, Leopoldo II. Maria Cristina in seguito scrisse: «Fu per me una grande afflizione il dovermi separare da mia cognata Antonietta che è tanto buona e colla quale aveva già legata un'intima amicizia»[6].

Il marito, da parte sua, non riuscì mai ad amarla e neanche il popolo tollerava la sua freddezza e il suo spaurito senso del pudore che si manifestava in ogni occasione, come quando obbligò le ballerine del San Carlo a vestire castigati mutandoni neri. (Come al solito si fa riferimento sempre alla falsificata storia imposta dai vincitori piemontesi, e si dicono assurdità che oggi tanti storici hanno superato. Anche se diversi di indole i due sposi si amarono sempre, e Re Ferdinando era legatissimo alla Regina Maria Cristina, elei stessa rispettò e amò il Re e il popolo napoletano. Ebbe una grande carità verso tutti i sudditi, e spesso fu anche lei mediatrice presso il Re per opere a favore del popolo. Il popolo napoletano l'amò, e ancora oggi la sua tomba, che si trova nel sacrario dei reali napoletani, è meta di pellegrinaggi. Come verso tutta la dinastia dei Borbone delle Due Sicilie, oggi la gente meridionale dimostra simpatia e riconoscenza, prova ne è la sempre bella accoglienza e i diversi incontri che si stanno realizzando negli ultimi tempi. Dopo il rito di beatificazione della Regina, alla quale erano presenti tutti i reali Borbone, una moltitudine di popolo con le bandiere delle Due Sicilie salutarono ed inneggiarono alla famiglia Borbone. La sua santità ebbe maggiori possibilità di evolversi proprio in quel Regno delle Due Sicilie, dove il cattolicesimo era sentito, differentemente dalla corte piemontese, ormai asservita alle trame di Cavour e della massoneria).

Morte

Maria Cristina morì non ancora ventiquattrenne per i postumi del parto, nel dare alla luce l'unico figlio Francesco, che sarebbe salito al trono e che sarebbe stato l'ultimo re del regno delle Due Sicilie. Francesco sarebbe stato educato nel culto di sua madre, chiamata la Regina Santa.

Ferdinando meno di un anno dopo si risposò con Maria Teresa d'Asburgo-Teschen.

All'unico figlio di Francesco II e di sua moglie Maria Sofia di Baviera, una bambina che nacque quando i genitori erano già in esilio, venne dato il nome della nonna. La piccola Maria Cristina Pia visse però solo alcuni mesi. Lo stesso Francesco II, buon Re, ha seguito le orme di sua Madre nella santità di vita.

Processo di beatificazione

Re Ferdinando II avviò il processo di beatificazione della defunta regina consorte Maria Cristina.

Il 10 luglio 1859 la Santa Sede comunicò che la scomparsa regina era stata proclamata venerabile.

Nel pomeriggio del 2 maggio 2013 papa Francesco, ricevendo in udienza privata il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, autorizzò la promulgazione del decreto riguardante il miracolo attribuito all'intercessione della regina Maria Cristina.

Sabato 25 gennaio 2014, alle ore 11.00, presso la basilica di Santa Chiara di Napoli, pantheon della famiglia borbonica, dove riposa il corpo della Reginella Santa, si tenne il solenne rito di beatificazione presieduto dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, e concelebrato dai cardinali Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, e Renato Raffaele Martino, gran priore dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio. Alla celebrazione erano presenti vari rappresentanti della nobiltà europea: i principi Carlo e Camilla, Pedro e Sofia delle Due Sicilie con i figli, Anna di Francia duchessa di Calabria, i principi Amedeo e Silvia di Savoia Aosta, la principessa Clotilde di Savoia e il principe Sergio di Jugoslavia, entrambi in rappresentanza del principe Vittorio Emanuele, la principessa Maria Gabriella di Savoia, Dom Duarte duca di Braganza, oltre a numerosi esponenti delle case di Borbone e d'Asburgo-Lorena[1].

Ascendenza

Albero genealogico di tre generazioni di Maria Cristina di Savoia
Maria Cristina Padre:
Vittorio Emanuele I di Savoia
Nonno paterno:
Vittorio Amedeo III di Savoia
Bisnonno paterno:
Carlo Emanuele III di Savoia
Bisnonna paterna:
Polissena Cristina d'Assia-Rotenburg
Nonna paterna:
Maria Antonietta di Borbone-Spagna
Bisnonno paterno:
Filippo V di Spagna
Bisnonna paterna:
Elisabetta Farnese
Madre:
Maria Teresa d'Asburgo-Este
Nonno materno:
Ferdinando d'Asburgo-Este
Bisnonno materno:
Francesco I di Lorena
Bisnonna materna:
Maria Teresa d'Austria
Nonna materna:
Maria Beatrice d'Este
Bisnonno materno:
Ercole III d'Este
Bisnonna materna:
Maria Teresa Cybo-Malaspina

Onorificenze

Dama Nobile dell'Ordine della regina Maria Luisa - nastrino per uniforme ordinaria

Note

  1. ^ a b http://www.lastampa.it/2014/02/05/cronaca/torino-ricorda-la-reginella-santa-beatificata-a-napoli-Ni6urspdUKKn2kxebpsffI/pagina.html Torino ricorda la “Reginella Santa” beatificata a Napoli]
  2. ^ Regolo, p. 238
  3. ^ A stento si riuscì a farle rinunciare alla vita monacale per quella coniugale; cfr. la nota di Umberto Renda in L. Settembrini, Ricordanze della mia vita, Torino, Paravia, 1944, p. 27 (n.1)
  4. ^ L. Settembrini, cit., p. 27
  5. ^ A. Luzio, Garibaldi, Cavour e Verdi, Torino, Fratelli Bocca, 1924, p. 459
  6. ^ Regolo, p. 349

Bibliografia

  • Antonio Bresciani, La venerabile Maria Cristina di Savoia regina delle Due Sicilie, Roma, Civiltà Cattolica, 1859
  • Alberto Amante, Maria Cristina di Savoia. Regina delle Due Sicilie (1812-1836), Torino, Paravia, 1933
  • Luciano Regolo, La reginella santa - Tutto il racconto della vita di Maria Cristina di Savoia sovrana delle Due Sicilie. Milano, Simonelli Editore, 2000. ISBN 88-86792-22-0
  • Gianni Califano, Maria Cristina di Savoia. Regina delle Due Sicilie, Gorle, Velar, 2012.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Regina consorte delle Due Sicilie Successore
Maria Isabella di Borbone-Spagna 21 novembre 1832 - 21 gennaio 1836
come moglie di Ferdinando II
Maria Teresa d'Asburgo-Teschen
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