Bolzaneto: differenze tra le versioni

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'''Bolzaneto''' ('''Borsanæo''' o '''Bòssanæo''' [[lingua ligure]] - pronuncia ''Bursanèu'' o ''Bossaneu'') è un [[quartiere]] [[Genova|genovese]] della [[Val Polcevera]] ex [[Industria|area industriale]], ora contornato da piccole industrie ed imprese artigiane. Nonostante sia situata in una [[Periferia|zona periferica]], offre la possibilità di interessanti percorsi escursionistici tra le sue [[Collina|colline]].
'''Bolzaneto''' ('''Borsanæo''' o '''Bösanæo''' [[lingua ligure]]) è un [[quartiere]] [[Genova|genovese]] della [[Val Polcevera]] ex [[Industria|area industriale]], ora contornato da piccole industrie ed imprese artigiane. Nonostante sia situata in una [[Periferia|zona periferica]], offre la possibilità di interessanti percorsi escursionistici tra le sue [[Collina|colline]].


Fa parte del [[Municipi di Genova|Municipio V Valpolcevera]].
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Coordinate: 44°27′32″N 8°54′08″E / 44.458889°N 8.902222°E44.458889; 8.902222
Bolzaneto
Panorama di Bolzaneto
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Liguria
Provincia  Genova
CittàFile:Genova-Stemma.png Genova
CircoscrizioneMunicipio V Valpolcevera
Altri quartieriBrasile, Cremeno, Geminiano, Morego, Murta, San Biagio, Serro
Codice postale16162
Abitanti15,239 ab.
Nome abitantibolzanetesi
Mappa dei quartieri di Genova
Mappa dei quartieri di Genova

Mappa dei quartieri di Genova
Coordinate: 44°27′32″N 8°54′08″E / 44.458889°N 8.902222°E44.458889; 8.902222

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Bolzaneto (Borsanæo o Bösanæo lingua ligure) è un quartiere genovese della Val Polcevera ex area industriale, ora contornato da piccole industrie ed imprese artigiane. Nonostante sia situata in una zona periferica, offre la possibilità di interessanti percorsi escursionistici tra le sue colline.

Fa parte del Municipio V Valpolcevera.

A livello di unità urbanistiche sono comprese in Bolzaneto le unità di Bolzaneto e Morego (con le località Morigallo e Serro), le frazioni di Brasile, Cremeno e Geminiano sulle colline alle spalle del centro abitato, Murta e San Biagio, urbanisticamente staccate e situate in collina sulla sponda destra del torrente Polcevera.

L'intera circoscrizione ha una popolazione di 15.239 abitanti (al 31 dicembre 2006[1]).

I monti della Valpolcevera alle spalle di Bolzaneto, sul lato sinistro della valle, sono caratterizzati dalla presenza dei Forti Diamante e Due Fratelli, che costituiscono parte delle fortificazioni esterne di Genova.

Sul versante destro della Valpolcevera, sul monte Figogna (804 metri), sorge il santuario di Nostra Signora della Guardia, dal quale si gode un'ampia vista su tutta la valle. Il santuario, situato nel comune di Ceranesi, è raggiungibile con la strada provinciale n. 52 che parte da Bolzaneto.

Storia

L'antico stemma comunale

Il nome di Bolzaneto deriva dall’antico termine genovese “bossonea”, che indicava un luogo in cui crescevano rovi o simili piante spinose.

Fino alla metà dell'Ottocento, Bolzaneto era un piccolo borgo sul fondovalle della Valpolcevera, alla sinistra del torrente, in prossimità del punto in cui questo formava un'ampia ansa.

Del borgo, costituito da un gruppo di case attorno alla chiesa di Nostra Signora della Neve, si hanno notizie certe a partire dal 1050. Il paese era una piccola frazione sottoposta all'autorità civile e religiosa di Brasile e tale rimase fino alla metà dell'Ottocento, quando la sede comunale ed il titolo parrocchiale furono trasferiti a Bolzaneto.

A breve distanza dal borgo, ma allora sulla sponda destra del Polcevera, sorgeva isolato il convento di San Francesco alla Chiappetta, edificato alla fine del Duecento.

Nel 1367, la zona di Bolzaneto fu teatro di una cruenta battaglia fra due eserciti che facevano capo a fazioni guelfe e ghibelline; nel 1380 la Repubblica di Genova fece costruire, poco più a nord del borgo, un fortilizio-castello a scopi difensivi.

Nel Settecento la Repubblica di Genova, alleata della Francia, si trovò coinvolta nella guerra di successione austriaca. La Valpolcevera nel 1746 fu occupata da un esercito austro-piemontese, al comando del generale Botta Adorno, che arrivò fino a Genova, da dove fu cacciato in seguito all'insurrezione popolare del 5 - 10 dicembre 1746, che prese avvio con il leggendario episodio del Balilla.

Durante questa guerra l’esercito occupante si accampò nel letto asciutto del Polcevera, poco a valle di Bolzaneto. Il 4 settembre 1746 un improvviso acquazzone provocò una piena del torrente, causando la morte di oltre mille soldati.

L’11 aprile 1747 un altro esercito austriaco, al comando del conte di Schulenberg, ritentò di occupare nuovamente Genova. Gli invasori, scesi da nord attraverso i valichi appenninici, occuparono tutta la Valpolcevera, portando saccheggi e distruzioni, e strinsero d’assedio Genova. Avvennero aspri combattimenti tra gli Austriaci da una parte e volontari della Valpolcevera, (inquadrati in compagnie divise per parrocchie) e truppe regolari della Repubblica di Genova dall’altra.

Il 19 luglio 1747 gli Austriaci abbandonarono la Valpolcevera e furono definitivamente ricacciati oltre Appennino nel febbraio del 1748, lasciando alle spalle una scia di morte e distruzione.


La topografia del luogo subì grandi modifiche intorno al 1850, quando fu costruita la ferrovia Genova-Torino, inaugurata nel 1853. Si rese necessario rettificare ed arginare il corso del torrente Polcevera (che in questo punto frequentemente straripava, causando allagamenti nella zona della Chiappetta), eliminando l'ansa da questo formata.

Fu così scavato, per un tratto di circa 500 m, un nuovo tratto di letto rettilineo che tagliava la base della collina di Murta a monte del convento di San Francesco (che in tal modo passò dalla destra alla sinistra del torrente) e costruito un argine sul lato sinistro, sul quale corre la ferrovia. Il tratto di greto non più percorso dal torrente e il ponte che l'attraversava furono interrati e l'area progressivamente edificata, dando luogo all'attuale abitato di Bolzaneto; negli stessi anni le sedi del Comune e della parrocchia furono qui trasferite da Brasile (rispettivamente nel 1854 e nel 1855).

Nella seconda metà dell'Ottocento la zona, già agricola e luogo di villeggiatura di ricche famiglie genovesi, come tutta la Valpolcevera ebbe un imponente sviluppo industriale, con l'insediamento di numerose aziende (le più importanti furono le Fonderie Bruzzo e il saponificio Lo Faro, che trovarono collocazione nella zona a nord del Castello, nel frattempo convertito a ospedale) e l'oleificio Gaslini, che ebbe sede presso il borgo vecchio, in un edificio ora occupato da aziende artigiane.

Con lo sviluppo delle industrie e la costruzione dell’argine ebbe inizio anche l’espansione edilizia nel fondovalle, fino ad allora scarsamente popolato perché quasi interamente occupato dall’alveo del Polcevera ed a perenne rischio di alluvioni. Il Casalis alla metà dell’Ottocento, nel suo “Dizionario geografico, storico e statistico degli Stati di S.M. il Re di Sardegna” indicava in 740 persone la popolazione dell’allora comune di Brasile (che comprendeva anche Bolzaneto e Cremeno), mentre il comune di Bolzaneto aveva già quasi 10000 abitanti all’inizio del Novecento.

Nel 1869 il territorio comunale si ampliò, inglobando (su richiesta degli stessi abitanti) la frazione collinare di Murta, sulla sponda destra, che fino ad allora dipendeva dal comune di Rivarolo.


Il comune di Bolzaneto nel 1926 ha seguito la sorte di altri 18 comuni del genovesato ed è confluito nella Grande Genova.

Dopo la seconda guerra mondiale, la crisi dell'industria siderurgica portò ad un ridimensionamento delle Fonderie Bruzzo (chiuse definitivamente nel 1957) e su alcune aree di queste fu costruita la fabbrica di refrattari SANAC (dopo il trasferimento di questa, sulla stessa area è attualmente in fase di completamento il mercato ortofrutticolo di Genova che si trasferirà dalla Val Bisagno alla Val Polcevera.

File:Nuovo-mercato.jpg
Nuovo mercato ortofrutticolo

Sulla collina di S. Biagio negli anni ‘50 fu costruita la raffineria ERG, poi chiusa nel 1988, anche a seguito della crescente attenzione della popolazione agli aspetti ambientali del territorio; su questa area sorgono ora un grande centro commerciale e un nuovo quartiere residenziale.

Analogamente a queste altre aree, dismesse a partire dagli anni sessanta del XX secolo a causa della chiusura di molte fabbriche storiche sono ora riutilizzate da imprese artigiane e commerciali.


Monumenti e luoghi d'interesse

File:Villa Pastorino.JPG
Villa Pastorino

Castello di Bolzaneto

Le origini dell'antico castello potrebbero risalire al X secolo quando fu costruito per volontà della famiglia nobiliare degli Adorno. Distrutto nel corso del XIV secolo dalle truppe mercenarie dei Visconti, a causa soprattutto dalle lotte intestine tra le fazioni guelfe e ghibelline, fu fatto ricostruire dalla Repubblica di Genova nel 1380 sulla piccola altura di Montebello - che dominava il corso del Polcevera - come presidio a difesa dalle armate germaniche che scendendo per la val Polcevera minacciavano Genova.

Il castello, modificato e potenziato da Filippo Maria Visconti nel XV secolo, fu in varie occasioni al centro di fatti d'armi, specie nel 1746 durante la guerra di successione austriaca, ed ospitò anche la sede del Podestà della valle di Polcevera. Agli inizi del XX secolo, dismesso come presidio militare e oramai abbandonato, fu acquistato dal benestante Pasquale Pastorino e trasformato prima in villa di campagna con parco all'inglese, poi in ospedale, attivo fino agli anni ottanta del Novecento. Attualmente è adibito a casa di riposo e "hospice" per malati terminali, intitolato a Gigi Ghirotti.

Forti

Lo stesso argomento in dettaglio: Forti di Genova.

I forti detti "I Due Fratelli", in origine due fortificazioni vicine, erano detti, in riferimento alla loro posizione, "Fratello Maggiore" e "Fratello Minore".

Furono fatti costruire dal governo sabaudo nella prima metà dell'Ottocento, subito dopo l'annessione della Repubblica Ligure (denominazione napoleonica della ex Repubblica di Genova) al Regno di Sardegna, stabilita dal Congresso di Vienna nel 1814.

Il primo, a forma di semplice torrione, fu demolito negli anni trenta del Novecento per crearvi una postazione antiaerea, il secondo è ancora sostanzialmente integro e domina la vallata dal monte Spino (622 m slm).

Il "Forte Diamante", posto sulla vetta del monte omonimo, sorge più arretrato rispetto ai Due Fratelli ed è stato costruito nel Settecento, poi completato e trasformato nella prima metà dell'Ottocento.

Ville e palazzi

Alcune delle ville e dei palazzi di villeggiatura del Settecento e Ottocento sono sopravvissute fino ai nostri giorni, anche se ormai contornate da insediamenti industriali e commerciali e, adeguatamente ristrutturate, sono utilizzate come scuole, uffici o condomini. Tra queste la secentesca Villa Carrega e Villa Garibaldi, sulla sponda sinistra del Polcevera lungo la "Via Nazionale" (ora entrambe utilizzate come scuole materne) e i piedi della collina di Murta, sulla sponda destra del Polcevera, i Palazzi Rivarola e Pareto. Presso la frazione di Cremeno, al confine con il comune di Sant'Olcese, sorge la Villa Cambiaso, residenza estiva di Giovanni Battista Cambiaso, che fu Doge della Repubblica di Genova dal 1771 al 1773.

Luoghi di culto

Chiesa di Nostra Signora della Neve.

Chiesa di Nostra Signora della Neve

La chiesa di Nostra Signora della Neve fu edificata nel Trecento come succursale della parrocchia di San Felice di Brasile, ristrutturata nel XVII secolo e completamente riedificata nel 1855, quando il titolo parrocchiale fu trasferito da Brasile a Bolzaneto. In occasione di questa riedificazione fu abbellita con l'altare, le statue ed i marmi della soppressa chiesa di Santo Spirito in Bisagno.

Allora la chiesa dominava il borgo vecchio di Bolzaneto, raccolto intorno alla Piazza detta "del prione" (ora Piazza E. Savi). Intorno al 1950 fu costruita una nuova chiesa in stile moderno a poche centinaia di metri di distanza, consacrata dal cardinale Giuseppe Siri nel 1960. La vecchia chiesa fu demolita e sulla sua area costruito un moderno condominio. Nella nuova chiesa sono stati integrati gli altari in stile barocco e le statue provenienti da Santo Spirito. La chiesa conserva due dipinti di Paolo Gerolamo Piola (Conversione di San Paolo e Abramo che riceve i tre angeli) e un Cristo morto di Giulio Cesare Procaccini.




Chiesa e Convento di San Francesco alla Chiappetta

La chiesa di San Francesco
File:S Francesco 1.jpg
Il convento di San Francesco alla Chiappetta

Secondo la tradizione, il sito ora occupato dalla chiesa e dal convento di San Francesco fu donato dalla nobile famiglia Lercari allo stesso San Francesco, che transitò da Genova nel 1213 durante un suo viaggio in Francia, ma non esistono documenti certi che attestino questo fatto.

La donazione del terreno è invece documentata da un atto di convenzione per l'erezione del convento e della chiesa della Chiappetta, stipulato nel 1280 tra la famiglia Lercari e l'Ordine francescano, al quale fu data esecuzione nel 1291.

Negli anni immediatamente successivi fu edificato il convento con l'annessa chiesa, in stile gotico primitivo.

Nella seconda metà del Seicento fu costruito il chiostro e all'inizio del Settecento la chiesa e il convento furono completamente rimaneggiati; questa ristrutturazione (in stile barocco) viene attribuita all'architetto lombardo Francesco Muttoni (1668-1747).

All'interno della chiesa, formata da un'unica navata, sono conservati una Madonna lignea di Anton Maria Maragliano ed alcuni notevoli dipinti del Seicento: Stimmate di San Francesco di Giovanni Battista Carlone, Assunzione della Beata Vergine Maria di Pietro Paolo Raggi (1649-1724), Estasi di Santa Caterina Fieschi e Immacolata Concezione di Domenico Piola e Miracolo di Sant'Antonio di Giuseppe Galeotti.

Fino alla metà del Seicento il convento rimase l'unica costruzione nella zona della Chiappetta (nome che deriva da una corruzione del termine latino Clapeta, cioè "cappelletta").

A partire da quell'epoca intorno al convento sorsero alcune case fino a formare un piccolo borgo; parte di queste case sono ancora esistenti, alcune furono demolite intorno alla metà dell'Ottocento durante i lavori di arginatura del Polcevera, poiché si trovavano nell'area ora percorsa dal nuovo letto del torrente.

Nel 1798, a seguito dell'editto napoleonico sulla soppressione degli ordini religiosi, i frati francescani dovettero lasciare il convento e la chiesa fu affidata al clero diocesano fino al 1896, anno in cui poterono farvi ritorno. Nel 1961 la chiesa fu eretta in parrocchia, con decreto del cardinale Giuseppe Siri.

Altre località

Brasile

File:Chiesa Brasile 1.jpg
Chiesa di N.S. del Buon Consiglio a Brasile

Brasile (in genovese Braxi – con la “x” pronunciata come la “j” francese -), che si trova in collina sul versante sinistro della Valpolcevera, fino al 1854 fu comune autonomo, con giurisdizione su Bolzaneto e Cremeno.

L’origine del nome è incerta. Secondo alcuni deriva dalla pianta tropicale detta appunto brasile (una leguminosa del genere Caesalpinia, dalla quale si ricavava fin dal Medioevo un colorante rosso), e che ha dato il nome all’omonimo paese del Sud America, ma non è documentato un legame di questa pianta con la località polceverasca. Secondo altre ipotesi deriva dal termine genovese “braxe” (italiano “brace”), con riferimento ad antiche tecniche agricole mediante le quali venivano create aree coltivabili mediante il fuoco.

Brasile è ora una piccola frazione collinare, ma nel Medioevo vi risiedevano importanti personalità che ebbero un ruolo attivo nel governo della città di Genova (viene ricordato Ansaldo di Brasile che fu Console di Genova dal 1099 al 1102). Della parrocchia di Brasile, allora dedicata a San Felice (ora invece la chiesa, succursale di quella di Bolzaneto, è dedicata a Nostra Signora del Buon Consiglio) si hanno le prime notizie documentate nel 1143, ma risale certamente ad un'epoca più antica.


Cremeno

File:Chiesa Cremeno 1.jpg
Chiesa di San Pietro Apostolo a Cremeno

Cremeno (in genovese Cremen) è un villaggio in collina sul versante sinistro del torrente Secca, poco prima della sua confluenza nel Polcevera. Il nome deriva da quello della famiglia Carmandino (in genovese Carmæn, da cui Cremén) che qui aveva dei possedimenti, successivamente passati alla famiglia Cambiaso, che all’inizio del Settecento fece costruire nei pressi del paese una grande villa e favorì lo sviluppo della frutticoltura.

La prima notizia della chiesa di San Pietro Apostolo risale al 1254; ma gli storici ritengono che esistesse già secoli prima. Fu eretta in parrocchia nel 1642 dall’arcivescovo Stefano Durazzo. Più volte rimaneggiata fu completamente ricostruita nel 1805.




Geminiano

File:Geminiano.jpg
Veduta di Geminiano

Geminiano (in genovese Zemignan, pronunciato con la “Z” dolce), è un paese formato da case sparse dal fondovalle del torrente Geminiano fino alla località Campora, luogo di transito di un’antica strada che da Genova per costa di monte portava in Valpolcevera.

Il nome deriva da “Gemini” ("gemelli" in latino), antico nome con il quale erano indicati i monti popolarmente chiamati “I Due Fratelli”, che si levano alle spalle del paese.

Secondo alcuni storici la prima chiesa di Geminiano (dedicata a Santo Stefano) fu costruita prima dell’anno 1000, ma come altre chiese della Valpolcevera è citata per la prima volta nel 1143 sul "Registro Arcivescovile" delle decime, come cappella soggetta alla pieve di S. Maria di Rivarolo. La chiesa fu ricostruita intorno al 1760 ed ampliata nel 1902.

Morego e Morigallo

File:Morego.jpg
Morego con la sede dell'Istituto Italiano di Tecnologia

Morego (in genovese Mêurego, pron. Mêuregu” con “êu francese), insieme a Morigallo, Serro e San Biagio, fino al 1926 faceva parte del soppresso comune di San Quirico.

Il paese, oggi zona residenziale, situato su un’altura in vista della confluenza tra Secca e Polcevera, era anticamente un posto di osservazione e luogo di transito sulla via verso l’alta Valpolcevera.

La chiesa di Morego è dedicata a S. Andrea, la prima memoria risale al 1143 e nel tempo fu ricostruita tre volte; l’attuale costruzione risale al 1659.

In un grande edificio adiacente il paese, fino alla metà degli anni ‘90 occupato da un centro informatico dell’Agenzia delle Entrate ha sede dal 2005 l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT).

Nei pressi della confluenza del torrente Secca nel Polcevera, ai piedi della collina di Morego, c’è la località di Morigallo, un tempo coltivata a frutteto ed oggi quasi completamente occupata da insediamenti industriali e commerciali, presenti in particolare nell’area dell’ex saponificio Lo Faro.

Di Morigallo, (in genovese Moigallo, pron. Muigallu), situato presso il ponte sul Secca, si hanno notizie dal 1222, quando qui esisteva un monastero con annesso ricovero per indigenti e pellegrini, in cui operavano religiosi di vari ordini. L’origine del nome Morigallo è incerta, sarebbe tuttavia da escludere l’ipotesi fatta da alcuni storici che esso possa derivare da una sconfitta militare qui subita da truppe francesi.

Murta

Murta (in genovese Mörta, pron. Murta”) è un paese in collina sul versante destro della Valpolcevera.

Lo stesso argomento in dettaglio: Murta.

San Biagio

File:Chiesa San-Biagio.jpg
Chiesa di San Biagio

San Biagio (in genovese San Giaxo (pron. ”San Giaju”, con la “j” francese) è una località in collina con poche case sparse.

La prima memoria della chiesa di San Biagio risale al 1143, quando con altre chiese genovesi era elencata nell’elenco delle decime dell’Archidiocesi di Genova come cappella dipendente dalla pieve di S. Cipriano, ma divenne parrocchia autonoma già nel Duecento.

Ai piedi della collina di San Biagio, sulla sponda destra del Polcevera, di fronte a Morigallo, esisteva fino agli anni ‘50 il borgo di Romairone (in genovese Rumaiun), con un palazzo della nobile famiglia Durazzo. Il borgo di Romairone (compresa la Villa Durazzo) scomparve completamente per far posto alla raffineria ERG. Alla demolizione è sopravvissuta solo la cappella gentilizia della Villa Durazzo (visibile presso l’ingresso sud dell’attuale centro commerciale).

Del borgo di Romairone resta solo la memoria nel nome della via che attraversa la zona, ora occupata da centri commerciali e da un nuovo quartiere residenziale, denominato “San Biagio” come il vecchio paese sulla collina soprastante.

File:Nuovo quartiere S-Biagio.JPG
Nuovo quartiere S. Biagio


Serro

Veduta del Serro
Chiesa di Santa Maria Assunta del Serro

La località Serro (in genovese Særo (pron. Sèru ) poco distante da Morigallo, è situata sulla sponda sinistra del Polcevera, dove si trova la Chiesa di Santa Maria Assunta del Serro, costruita nel 1959, nella quale è una “Via Crucis” dello scultore siciliano Francesco Messina (1900-1995).

Il Serro si estendeva un tempo anche sulla sponda opposta, nella località detta Cà di Sette (in genovese Cà de Sette'), dove era la stazione di partenza della guidovia per il Santuario di N.S. della Guardia e dove si trovava una cappella, che dipendeva dalla parrocchia di San Biagio. Come Romairone, anche questo borgo è scomparso quasi completamente per far posto alle strutture della raffineria ERG, la cui presenza ha determinato per diversi decenni una situazione critica dal punto di vista ambientale per Serro, Morigallo e San Biagio Oggi, dopo la bonifica dell’area (la raffineria è stata chiusa nel 1988), nell’area sono stati costruiti un albergo, un campo sportivo ed alcuni edifici commerciali.



Società

Enti e Associazioni

A Bolzaneto ha sede un distaccamento dei Vigili del Fuoco; nato nel 1913 come corpo di volontari antincendio, successivamente integrato nella struttura comunale e quindi, a seguito del Regio Decreto Legge del 27 febbraio 1939, nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

La "Pubblica Assistenza Croce Bianca" fu fondata nel 1908 con il sostegno dell'amministrazione comunale, allora retta dal sindaco G.B. Custo, affiancandosi alle altre associazioni di mutuo soccorso già esistenti: la "SMS Fratellanza" (di ispirazione socialista) e la "Società Operaia Cattolica San Giuseppe" fondate entrambe nel decennio 1880-1890.

La Banda Musicale Cittadina fu fondata nel 1883 come sezione filarmonica della "Società Operaia Cattolica San Giuseppe".

Il teatro "Rina e Gilberto Govi" (sito ufficiale) è stato inaugurato il 17 febbraio 2007, a seguito della ristrutturazione dell'ex cinema-teatro "Verdi".

Infrastrutture e trasporti

Strade

Storia

Fino da tempi remoti la Valpolcevera era attraversata dalla via Postumia, che da Genova portava alla valle padana attraverso il passo della Bocchetta.

Di questa strada non esistono più tracce nell'area genovese, ma una delle ipotesi più accreditate è che uscisse da Genova verso Granarolo e attraversando Begato (frazione di Rivarolo), passasse per Campora di Geminiano e Cremeno, scendesse a passare il Secca a Morigallo, risalendo a Morego e San Cipriano, per poi scendere a Pontedecimo e risalire infine al Passo della Bocchetta, da dove sempre per costa di monte raggiungeva Libarna (presso l'attuale Serravalle Scrivia).

Una nuova strada sul fondovalle fu aperta nel 1585, e ammodernata a proprie spese nel 1773 dal doge della Repubblica di Genova Giovanni Battista Cambiaso, in cambio di benefici fiscali (ed anche per rendere più agevole il percorso tra Genova e la sua villa di Cremeno).

La strada (che fu detta "Via Nazionale" o "Strada Reale" con l'annessione della Repubblica Ligure napoleonica allo stato sabaudo nel 1814), lasciandosi alle spalle l'abitato di Teglia (frazione del comune di Rivarolo) entrava nel territorio di Bolzaneto in corrispondenza dell'ansa del torrente Polcevera, percorrendone l'argine sinistro, allora costituito dalle attuali vie Giro del Vento e Bolzaneto (che i bolzanetesi più anziani ancora recentemente chiamavano "Via Nazionale").

Prima dell'attraversamento del vecchio borgo un ponte sul Polcevera (che sorgeva in corrispondenza dell'attuale Piazza Rissotto) portava al convento di San Francesco, da dove iniziava la salita a Murta.

Come detto, questa topografia fu completamente sconvolta dai lavori di arginatura del torrente (1849-1853).

Situazione attuale

Bolzaneto è attraversata dalla Strada Statale 35 dei Giovi, che nel percorso attuale ricalca in gran parte la vecchia "Via Nazionale" e dall'Autostrada A7, Genova - Milano di cui ospita un importante casello di uscita.

Da Bolzaneto partono diverse strade provinciali che collegano il fondo valle con i centri dell'entroterra (Ceranesi, Sant'Olcese e Serra Riccò). Tra queste, come sopra citato, la Strada Provinciale 52 che conduce al Santuario di Nostra Signora della Guardia.

Ferrovie

Bolzaneto è dotata di una stazione ferroviaria sulla linea dei Giovi Genova Sampierdarena (Pontedecimo) - Busalla - Ronco Scrivia. Tale linea è percorsa esclusivamente da treni regionali, provenienti da Alessandria, Arquata Scrivia, Novi Ligure e Busalla, diretti a Genova Brignole, e viceversa.

I treni a media e lunga percorrenza per Milano e Torino, invece, vengono instradati sulla linea succursale dei Giovi, che attraversa longitudinalmente Bolzaneto, parallela alla linea dei Giovi.

Sport

La squadra di calcio US Bolzanetese Virtus disputa il girone di Eccellenza del campionato ligure Dilettanti.

Vi ha inoltre sede, in Via Bolzaneto, di lato alla chiesa di Nostra Signora della Neve, la società polisportiva dilettantistica U.S. Virtus,la più antica dell'area, disputante ogni anno i Campionati Italiani delle rispettive discipline con buoni rislutati a livello nazionale.

Note

Bibliografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia su Genova.
  • L. Persoglio, Memorie della Parrocchia di Murta in Polcevera, 1873.
  • F. Pittaluga, Soppressione e ritorno al convento, 1982.
  • M. Lamponi, Valpolcevera, come eravamo, 1983.
  • Guida d'Italia - Liguria, Touring Club Italiano, 1982.
  • C. Praga, Genova fuori le mura, 2006, Fratelli Frilli Editori.
  • G. Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, 1849.
  • G. Garri, Brasile in Valpolcevera, 1999, FOCL edizioni.

Collegamenti esterni