Santuario di San Bartolomeo (Taleggio)

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Santuario di San Bartolomeo
Il Santuario di San Bartolomeo visto dall'esterno.
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàSan Bartolomeo di Taleggio
Coordinate45°53′34.01″N 9°33′27.36″E / 45.89278°N 9.5576°E45.89278; 9.5576
ReligioneCristiana
TitolareSan Bartolomeo
OrdineCattolico
Diocesi Bergamo
Consacrazione1926
Stile architettonicoBarocco
Inizio costruzione1250
Completamento1300
Demolizione1925

Il santuario di San Bartolomeo è un edificio del XX secolo posto nella frazione omonima nel comune di Taleggio in Val Taleggio, in provincia di Bergamo. L'edificio, è stato totalmente ricostruito nel 1925 in seguito alla sua demolizione nello stesso anno. L'edificio di culto è sussidiario della chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate di Vedeseta.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il santuario di San Bartolomeo è stato costruito nella seconda meta del Duecento per volere della popolazione locale, molto devota al santo titolare. Nella prima metà del XV secolo l'arcivescovo Francesco Piccolpasso stacca la primitiva parrocchiale dalla chiesa matrice di sant'Ambrogio in Pizzino erigendola in rettoria, con diritto per gli abitanti di eleggere il proprio parroco. Nel 1566, Carlo Borromeo stabilisce che il compito e le funzioni parrocchiali si svolgano nella più centrale chiesa di Sant'Antonio Abate in Vedeseta.

Gli atti della visita pastorale testimoniano la demolizione delle insegne del re di Spagna dipinte sulla facciata. Nel 1731 il parroco don Pietro Locatelli Pasinetti fa ampliare l'edificio e lo dota di un porticato e di un campanile, tuttora visibile. La chiesa aveva solo due navate ed aveva una campanella posta sulla sommità del tetto, così viene aggiunta la terza navata e viene ingrandita l'annessa casa a uso ospizio. Nel 1924 la chiesa versava in avanzato stato di degrado, infatti Il cardinale Eugenio Tosi durante la visita pastorale ordina la sospensione delle funzioni di culto fino a quando non venga restaurata. Nel 1925 venne demolita la primitiva chiesa, con l'immediata ricostruzione; infatti nel ottobre dello stesso anno venne posato il tetto e il 2 novembre venne celebrata la prima messa. Nella primavera del 1926 riprendono i lavori di abbellimento. Si fa l'intonaco con sabbia parte di Avolasio e parte di Brembo. Si completano il portico, la facciata e il muro di cinta. Il santuario fu inaugurato in data 24 agosto, giorno di san Bartolomeo. Nel 2005, in seguito al distaccamento di grosse porzioni di intonaco si rese necessario un restauro dell'intera struttura durato fino al 2010.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Il santuario situato nella frazione omonima di Taleggio, presenta l'abside rivolta a nord. Il sagrato è in manto erboso. La facciata, preceduta da quattro gradini, presenta un alto basamento che ospita due piccole finestre con inferriate e che si interrompe al centro in corrispondenza del portale centrale. Sopra la cornice aggettante del basamento dipartono quattro lesene doriche che dividono la facciata in tre settori, di cui quello centrale più ampio. Sopra il portale si trova una finestra semicircolare. Le lesene si concludono con una trabeazione ed il timpano triangolare. Giustapposto alla facciata, a sinistra, vi è il campanile della primitiva chiesa, tutto intonacato, fatta eccezione per il basamento, e con tetto a cuspide. All'interno ci sono 3 campane fuse da Gian Battista Monzini nel 1806 in LA maggiore.[3]

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno del Santuario di San Bartolomeo in Vedeseta

L’interno è a navata unica, scandito in tre campate da lesene con capitelli corinzi, sopra la trabeazione si trova il cornicione aggettante. Nella prima campata a sinistra si trova la porta che dà accesso al campanile. La seconda campata sulla sinistra presenta l'accesso laterale, tramite il portico a sei campate con archi a tutto sesto su colonne e tetto ad una falda. La navata è illuminata da finestre semicircolari presenti in tutte le lunette della volta a botte, fatta eccezione per quella della prima campata di sinistra che è cieca per la presenza del campanile. L’arco trionfale, leggermente più stretto della navata, immette nel presbiterio, sopraelevato di due gradini, con balaustre laterali, a pianta rettangolare e coperto da cupola con pennacchi e lunette con due finestre semicircolari. L’altare posto sulla parete piana di fondo, ha ancona in marmo con nicchia contenente la statua di san Bartolomeo.[4]

Affreschi e decorazioni[modifica | modifica wikitesto]

Gli affreschi, di pregevole fattura, sono di autore ignoto, riconducibili sicuramente nel periodo di ricostruzione della chiesa del 1926. Sono posti nella navata principale.

Prima campata[modifica | modifica wikitesto]

Nella prima campata è raffigurato san Giovanni Evangelista e san Luca Evangelista. Sono parzialmente rovinati a causa delle infiltrazioni d'acqua che ne hanno compromesso la durata. Sotto l'affresco di san Luca, è presente un dipinto, riconducibile al 1700 dove è raffigurato Gesù in croce.


Seconda campata[modifica | modifica wikitesto]

Nella seconda campata è raffigurato san Luca e san Matteo invece nel lato opposto della chiesa, mantenendo lo stesso stile architettonico sono presenti gli affreschi dedicati a San Giovanni Evangelista e San Marco, intento a scrivere il Vangelo. Sotto ad essi, in prossimità della porta di accesso laterale che conduce al porticato, è presente un'acquasantiera in dolomia grigia.

Altare[modifica | modifica wikitesto]

Sull'altare sono presenti una statua di san Bartolomeo; datata dagli storici intorno agli anni 20 del XX secolo. Sopra ad essa è presente un crocifisso ligneo creato nel medesimo periodo di costruzione della chiesa. Sotto di essa è presente il tabernacolo dorato. Non sono presenti pulpiti utilizzati in passato per le omelie. Sopra l'altare è presente un affresco raffigurante la salita di san Bartolomeo in paradiso.

Feste e ricorrenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chiesa di San Bartolomeo <S. Bartolomeo, Vedeseta>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 18 gennaio 2021.
  2. ^ BeWeB.
  3. ^ Parrocchiale di Vedeseta, su vallinfamiglia.com. URL consultato il 17 marzo 2020.
  4. ^ 16 Vista in Corno Zuccone nei pressi di Reggetto, su orobie.it. URL consultato il 17 marzo 2020.

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