Sacra Famiglia Canigiani

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Sacra Famiglia Canigiani
AutoreRaffaello Sanzio
Data1507 circa
TecnicaOlio su tavola
Dimensioni131×107 cm
UbicazioneAlte Pinakothek, Monaco di Baviera
Dettaglio del paesaggio

La Sacra Famiglia Canigiani è un dipinto a olio su tavola (131x107 cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1507 circa e conservato nell'Alte Pinakothek di Monaco. L'opera è firmata "RAPHAEL URBINAS" sulla scollatura della veste della Vergine.

Storia

La tavola venne quasi certamente dipinta per il fiorentino Domenico Canigiani, presso i cui eredi la vide Giorgio Vasari. Passata in seguito nelle raccolte medicee, finì nella dote di Anna Maria Luisa de' Medici, maritata a Giovanni Guglielmo del Palatinato. Andò così a decorare il palazzo di Düsseldorf e più tardi, nel 1801, venne trasferito a Monaco, per allontananrlo maggiormente dalle mire di Napoleone.

La datazione al 1507, o tutt'al più al 1508, si basa su dati stilistici, che legano l'opera agli ultimi anni del soggiorno fiorentino di Raffaello, come la Sacra Famiglia con l'agnello e la Deposizione Borghese.

Nel XVIII secolo il cielo azzurro era stato espanso fino a coprire due gruppi di angeli in volo vicini agli angoli, anche perché mutilati da un'accorciamento della tavola. Essi appaiono dopotutto in una copia antica dell'aopera, nella galleria Corsini a Roma. Considerati non originali alla fine dell'Attocento, gli angeli sono stati riscoperti nel 1982, quando in seguito a un meticoloso restauro se ne è certificata l'autografia.

Un'altra replica antica si trova alla galleria nazionale delle Marche a Urbino.

Descrizione e stile

La composizione ha una forma piramidale ispirata alle opere di Leonardo da Vinci. Al vertice san Giuseppe, appoggiato al bastone, sorveglia serenamente la Madonna e sant'Elisabetta, sedute su un prato e con in grembo i rispettivi figli, Gesù e Giovanni Battista. La predominanza di Giuseppe è giustificata dall'incremento che il suo culto andava subendo nel XVI secolo; la sua figura richiama da vicino il san Giuseppe del Tondo Doni di Michelangelo. Raffaello aumentò il numero dei personaggi, ricercando nelle pose raffinate corrispondenze formali, con ritmi curvilinei che si annodano e si sciolgono continuamente, sia in superficie che in profondità.

Sguardi e gesti si intrecciano sapientemnente, in un complesso studiatissimo ma dall'effetto estremamente semplice e naturale, con un tono sereno e pacato, ben diverso dalle inquietudini di Leonardo.

Il paesaggio che si perde in profondità ha caratteri veneti di compenetrazione atmosferica, così come rimandano a Giorgione la ricca tavolozza, dei toni brillanti

Bibliografia

  • Pierluigi De Vecchi, Raffaello, Rizzoli, Milano 1975.
  • Paolo Franzese, Raffaello, Mondadori Arte, Milano 2008. ISBN 978-88-370-6437-2

Altri progetti

Collegamenti esterni

  Portale Pittura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di pittura