STS-51-L

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
STS-51-L
Emblema missione
Dati della missione
OperatoreNASA
ShuttleChallenger
Lancio28 gennaio 1986 16:38:00 UTC (11:38am EST)
Luogo lancioRampa 39B
Atterraggioprevisto per il 3 febbraio 1986
16:39:13 UTC
Durata1 minuto e 13 secondi
Proprietà del veicolo spaziale
Peso al lancio121 778 kg
Peso al rientro90 584 kg
Peso del carico21 937 kg
Parametri orbitali
Orbitaorbita terrestre bassa
Numero orbite0
Apoapside295 km
Periapside285 km
Apogeo295 km
Perigeo285 km
Periodo90.4 min
Equipaggio
Numero7
MembriDick Scobee
Michael John Smith
Ellison Onizuka
Judith Resnik
Ronald McNair
Gregory Jarvis
Christa McAuliffe
Programma Space Shuttle
Missione precedenteMissione successiva
STS-61-C STS-26

La STS-51-L fu la venticinquesima missione Programma Space Shuttle. Tristemente ricordata come la missione in cui il Challenger si disintegrò durante la fase di decollo. Nella missione morirono tutti i membri dell'equipaggio a causa dell'esplosione dell'orbiter per un guasto a una guarnizione, detta O-ring, nel segmento inferiore del razzo a propellente solido (Solid-fuel Rocket Booster, SRB) destro. La rottura della guarnizione provocò una fuoriuscita di fiamme dall'SRB che causarono un cedimento strutturale del serbatoio esterno (External Tank, ET) contenente idrogeno ed ossigeno liquidi.

Equipaggio[modifica | modifica wikitesto]

Ruolo Equipaggio
Comandante Dick Scobee
pilotò la missione STS-41-C del Challenger durante la quale venne messo in orbita un satellite e ne venne riparato un altro.
Pilota Michael John Smith
Primo volo
veterano della guerra del Vietnam, ricevette numerose decorazioni per il combattimento tra cui la Distinguished Flying Cross.
Specialista di missione Judith Resnik
fu una specialista di missione nella missione inaugurale STS-41-D del Discovery e la seconda donna americana nello spazio.
Specialista di missione Ellison Onizuka
ingegnere di volo dell'aeronautica militare, volò nella missione STS-51-C con il Discovery, la prima missione dello Space Shuttle per il Dipartimento della Difesa.
Specialista di missione Ronald McNair
fisico dello Hughes Research Laboratories, volò anche nella missione STS-41-B.
Specialista del carico Gregory Jarvis
Ex capitano della Air Force e membro dello staff della Hughes Aircraft.
Specialista del carico Christa McAuliffe
selezionata per essere la prima insegnante in un programma spaziale, nell'ambito del progetto Teacher in Space.

Parametri della missione[modifica | modifica wikitesto]

Causa del fallimento[modifica | modifica wikitesto]

A causa delle cattive condizioni meteorologiche, un'O-Ring del razzo a propellente solido laterale destro cedette lasciando una via di fuga aggiuntiva ai gas di scarico incandescenti della combustione del propellente, e il responsabile della missione propose di rimandare un'altra volta il lancio del veicolo per riparare i due booster, a causa di una sua esperienza passata con lo Space Shuttle Atlantis, dove avrebbero rischiato lo stesso incidente per lo stesso motivo, ma nonostante le prove, tutti i dirigenti votarono per il lancio.

Il carburante utilizzato nei due SRB laterali, conteneva circa il 16% di alluminio, che dopo l'accensione dei booster, produce scorie dovute alla combustione. Le scorie avevano tappato il buco formato dal cedimento dell'O-Ring, impedendo momentaneamente la fuoriuscita dei gas combusti, motivo per cui non esplose subito dopo il decollo, riuscendo a compiere la manovra di cabrata e a raggiungere il Max-Q ad un'altezza di 10 Km. la fortissima pressione aerodinamica durante il Max-Q causò la fuoriuscita delle scorie di alluminio dalla fessura, con la conseguente fuoriuscita delle fiamme a 5000 Km/h prodotte alla combustione dei gas di scarico. Le fiamme causarono la rottura e il cedimento del serbatoio esterno di idrogeno e ossigeno liquido e dell'attacco del booster ad esso. L'idrogeno contenuto fuoriuscì dal serbatoio e il booster si inclinò e la sua punta colpì e distrusse la parte alta del serbatoio contenente ossigeno liquido. L'idrogeno entrò a contatto l'ossigeno liquido e le fiamme dei motori, e a 73 secondi dal lancio l'orbiter e il serbatoio esterno esplosero, ma i due razzi laterali si staccarono e continuarono la loro corsa, e per motivi di sicurezza, vennero fatti esplodere con un radiocomando.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]