Russi (Italia)

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Russi
comune
Russi – Veduta
Russi – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Ravenna
Amministrazione
SindacoSergio Retini (lista civica) dal 7-6-2009
Territorio
Coordinate44°23′00″N 12°02′00″E / 44.383333°N 12.033333°E44.383333; 12.033333 (Russi)
Altitudine13 m s.l.m.
Superficie46 km²
Abitanti12 286[2] (31-12-2010)
Densità267,09 ab./km²
FrazioniGodo, San Pancrazio.

Località: Chiesuola, Cortina, Pezzolo, Prada di Russi[1]

Comuni confinantiBagnacavallo, Faenza, Forlì (FC), Ravenna
Altre informazioni
Cod. postale48026
Prefisso0544
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT039016
Cod. catastaleH642
TargaRA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Nome abitantirussiani
Patronosant'Apollinare
Giorno festivo23 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Russi
Russi
Russi – Mappa
Russi – Mappa
Posizione del comune di Russi nella provincia di Ravenna
Sito istituzionale

Russi (Ròss in dialetto romagnolo) è un comune italiano di 12.286 abitanti della provincia di Ravenna. Dista 17 km dal capoluogo, 17 km da Faenza, 20 km da Forlì, 40 km da Imola, 40 km da Cesena e 70 km da Rimini.

Storia

Antichità

L'area di Russi vanta una storia bimillenaria, come attesta l'area archeologica della Villa Romana del II secolo d.C. La ricerca archeologica mostra come la zona fosse interessata da coltivazioni di tipo intensivo.
Dopo le invasioni barbariche il territorio fu progressivamente abbandonato. La mancanza del lavoro di irregimentazione idraulica dell'uomo causò il ritorno degli acquitrini e delle paludi.

Medioevo

Fin dall'Alto Medioevo faentini e ravennati si contesero il territorio di Russi, al centro di una fertile pianura. I ravennati, per difendersi dalle aggressioni faentine, costruirono i castelli di Raffanara [4] ed il castello di Cortina.
Nel 1234, durante una delle frequenti battaglie fra le due città, i faentini abbatterono le due roccaforti lasciando così i ravennati senza difesa. Successivamente sorse un centro, necessariamente un castrum, cioè un centro fortificato. Russi nacque così nel 1371 per volere di Guido da Polenta (sesto dei Signori della casata ravennate), che visse nel castello fino al 1377. Alterne furono le successioni fra il casato Polentane e quello dei faentini Manfredi, per il controllo dello strategico castrum russiano.

Età moderna

I primi tre decenni del XVI secolo causarono grandi sofferenze alla popolazione. Il castello subì infatti diversi assedi: prima da parte delle truppe del Borgia, poi dalle forze della Lega di Cambrai, infine il tremendo eccidio del 3-4 aprile del 1512 da parte di Gastone di Foix. Ad accrescere le sventure, nel 1527 passarono per il territorio russiano le truppe di Carlo di Borbone dirette a Roma, che occuparono il castello, poi si abbandonarono a saccheggi ed uccisioni.

Dopo varie vicende, Russi nel 1568 ritornò sotto la giurisdizione di Faenza, nello Stato Pontificio, ma riuscì ad ottenere magistrature proprie ed autonomia amministrativa. Russi fece parte dello Stato della Chiesa fino al 1859, quando i territori della Legazione delle Romagne furono occupati dalle truppe del Regno di Sardegna.

Risorgimento e Unità d'Italia

Russi annovera alcuni personaggi che furono protagonisti del periodo risorgimentale. I Farini e i Baccarini diedero alto prestigio al paese e alla nazione in campo politico e sociale, i Babini ed altri in quello economico-industriale, provocando un radicale cambiamento nella vita economica del paese e imponendosi in campo internazionale. Russi fu poi, con in testa Domenico Antonio Farini, la fucina di un importante centro di azione risorgimentale.

Nei moti del 1831 Russi fu infatti il primo paese di Romagna ad insorgere, ma a fare le maggiori spese di tale insurrezione fu, il 31 dicembre del 1834, lo stesso Farini, che in un'imboscata venne colpito a morte. Da quell'anno al 1870 (presa di Roma), ben 367 furono le presenze di russiani in moti e guerre per l'indipendenza di Italia.

L'eredità morale e politica di Domenico Antonio Farini, proseguì comunque con il nipote Luigi Carlo, che diventerà più tardi Dittatore dell'Emilia e Presidente del Consiglio. Sempre su quelle orme si muoveranno poi il ministro Alfredo Baccarini e Domenico Farini, figlio di Luigi Carlo, Presidente della Camera e del Senato.

Dopo l'Unità d'Italia

Dopo l'unità d'Italia ebbero inizio a Russi nuove attività economiche. Il paese da centro prevalentemente agricolo, inizi i primi passi verso l'industria e il commercio (già fiorente in seno alla cittadina dal XVI secolo).

Nel 1878 a Russi venne concesso, con decreto reale, il titolo di Città per aver dato i natali a Luigi Carlo Farini.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[5]

Etnie e Minoranze Straniere

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 1.095 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Bandiera della Romania Romania 308 2,56%

Bandiera del Marocco Marocco 147 1,22%

Monumenti e luoghi di interesse

Architetture religiose

  • Pievi di Santo Stefano in Tegurio e di San Pancrazio – Site rispettivamente nella frazione di Godo e di San Pancrazio, rappresentano splendidi esempi di antica arte religiosa.

Architetture civili

  • Villa romana (con annesso Museo) – Era una grande fattoria a capo di un lotto di centuriazione romana. Rimase attiva fino almeno al IV secolo d.C. Riscoperta negli anni Cinquanta, oggi ne rimangono le fondamenta e i pavimenti a mosaico.
  • Palazzo San Giacomo – Ubicato poco fuori le porte cittadine. Al suo interno si conservano splendidi affreschi a tema mitologico ed allegorico.

Architetture militari

  • Rocca – Fortilizio trecentesco, voluto dalla potente famiglia dei Da Polenta di Ravenna. Oggi ospita raccolte museali.

Cultura

Musei

  • Museo della vita contadina in Romagna
  • Museo dell'arredo contemporaneo
  • Raccolta di ceramica rustica romagnola e di campane
  • Raccolta etnologica Romagnola

Personalità legate a Russi

in ordine alfabetico:

Cucina

I piatti tipici di Russi sono legati alla Fira (fiera) dei sette dolori, e sono: cappelletti al ragù, bel e cot con purè, canèna nova e ciambella[6]. Le tradizioni gastronomiche del luogo risalgono ai primi insediamenti preromanici del III secolo d. C., e più recentemente si ricordano le cantine del Palazzo San Giacomo, in cui veniva fatto riposare il vino delle varietà Canena, Trebbiano e Uva d'Oro[7].

Eventi e manifestazioni

Fîra d'i sett dulür

La Fîra d'i sett dulür (Fiera dei sette dolori) è la più antica sagra della provincia di Ravenna. risale, infatti, al XVII secolo, ed era legata all'ordine dei frati Serviti in quel tempo presenti a Russi. Celebrava la Madonna dei sette dolori e venne istituzionalizzata da Innocenzo XI nel 1688.

Si svolge nella terza settimana di settembre e presenta un'ampia offerta di eventi musicali e culturali nonché appuntamenti gastronomici, con piatti tipici della romagna, nella fattispecie cappelletti, nell'occasione conditi al ragù, bel e cot, sorta di cotechino o insaccato di maiale che ha ricevuto la denominazione di prodotto regionale, servito su fette di pane fragrante, il tutto annaffiato dal vino Canèna Nova. Il Canèna è un vino novello di prima spremitura, quasi una sorta di mosto fatto con uve di cui si andava perdendo la coltivazione; è aspro ma con un retrogusto dolce tipico del mosto appena spillato; si accompagna in maniera ideale al bel e cot.

Storia della Fira

La festa venne ripristinata, dopo essere stata sospesa nel 1798 su editto di Napoleone Bonaparte, solo nel 1815, con il ritorno della Romagna sotto l'egida pontificia. A quel tempo, la festa era solo religiosa e consisteva in una processione ed una questua che serviva a supportare le spese. Nel 1861 il comune riconobbe la Confraternita dei 7 dolori, disponendo che la festa si tenesse nella terza domenica di settembre. Contestualmente gli esercizi di arti e mestieri iniziarono a beneficiare della del passaggio della festa religiosa e fiera di paese.

In considerazione di ciò, nel 1871 la festa cambiò nome divenendo Fiera di bestiame detta dell'Addolorata. La fiera di bestiame e si svolgeva nel Foro Boario. Nel 1877 la festa si sviluppò ulteriormente tanto che venne istituito un treno speciale da Ravenna che portasse visitatori ad assistere alla corsa dei cavalli berberi e agli spettacoli pirotecnici con i fuochi di artificio.

Dopo la sospensione per la prima guerra mondiale venne istituito nell'ambito della fiera il luna park con giostre e tirasegni. Alla fine della seconda guerra mondiale la festa ha avuto un ulteriore miglioramento ed ha cambiato ancora nome da Fiera dell'Addolorata a Fira di set dulur. Ad arricchire la parte spettacolare si è iniziato a rappresentare grandi opere ed operette all'interno del teatro, mentre hanno continuato a tenersi le corse di cavalli berberi e la mostra del bestiame che è stata soppressa dagli anni ottanta.

La Fira continua comunque ad essere un'attrazione del paese che nei giorni del suo svolgimento si veste a festa. Cantastorie provenienti da ogni regione d'Italia animano la scena e la domenica sera ed il lunedì ci sono i fuochi artificiali che attirano persone da ogni parte della provincia (interessate in particolare a la girandola e ai fuochi sui pali).

La cânta d' Ross

A Russi e alla Fira di sétt dulur è dedicata anche la canzone in dialetto romagnolo che appartiene alla tradizione popolare La canta d' Ross (La canzone di Russi):

«Non c’è un posto più bello di questo,
mai non manca l’armonia,
tutti son sempre in allegria,
e se ne fregano del mondo se è triste.

Russi, centro di Romagna
si beve e si mangia
senza ristrettezze

per le feste dei sette dolori,
dei cappelletti e della canèna
delle ragazze che sono una rovina,
rosse, fresche come fiori.

Russi, centro di Romagna. ecc...»

Libri mai mai visti

A Russi si tiene l'annuale mostra dei Libri mai mai visti, organizzata dall'associazione locale VACA VAri Cervelli Associati.[8] La mostra presenta le opere migliori di una sorta di concorso di bellezza dell'assurdo, a cui possono partecipare libri realizzati in materiali improbabili, o a partire da un'idea curiosa, o contenenti storie raccontate per materiali, disegni e parole difficilmente commercializzabili da un editore, in quanto opere d'artista fuori standard. La mostra richiama curiosi anche da città lontane, ma la sua peculiarità e la qualità delle opere hanno fatto sì che nel 2000 la mostra venisse presentata a New York alla New York University, e negli anni seguenti divenisse itinerante, venendo presentata anche all'Istituto Italiano di Cultura a Parigi, alla Biblioteca Classense di Ravenna, al Museo dell'illustrazione di Ferrara e alla Biblioteca comunale di Imola, e nel 2006 al Circolo dei Lettori di Torino all’interno della programmazione di Torino capitale mondiale del libro. I riconoscimenti avuti dalla mostra hanno portato nel 2007 alla creazione di un Fondo che raccoglie una selezione delle migliori opere di Libri mai mai visti, conservato a Russi.[9]

Galleria fotografica

Infrastrutture e trasporti

Ferrovie

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Russi.

Il comune è attraversato dalla ferrovia Castelbolognese-Ravenna e dalla Faenza - Ravenna ed è servito dalla propria stazione ferroviaria in via della Repubblica.

Sport

La manifestazione sportiva più importante che si tiene a Russi è la «Maratona del Lamone». Nata nel 1977, è la maratona più vecchia dell'Emilia-Romagna e la seconda in Italia. La manifestazione è organizzata dal «G. S. Lamone».

A Russi gioca la squadra calcistica dell'Unione Sportiva Russi.

Amministrazione

Città gemellate

Note

  1. ^ Comune di Russi - Statuto.
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Sui cui resti nella seconda metà del XVII secolo fu costruito il palazzo di San Giacomo.
  5. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  6. ^ Fonte: Portale della Provincia di Ravenna
  7. ^ Fonte: Portale della Provincia di Ravenna
  8. ^ Nel 2008-2009 si è giunti alla XIV edizione della mostra, tenutasi all’ex chiesa in Albis. Fonte: Comune di Russi
  9. ^ Libri mai mai visti, premiati due imolesi, di Federico Savini, www.sabatosera.it

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